Il percorso di Marina, mamma e troia -10-

di
genere
bisex

Il mio sfregare le dita prosegue lentamente, il suo sesso si sta aprendo ritmicamente, infilo un dito, scorre lento e liscio, e Marina gradisce, me lo fa capire con un trattenuto mugolio.

Ora due dita, e con l'altra mano strofino il clitoride che è sempre più gonfio, di una bella misura, non ne avevo mai visti di così pronunciati, come avrei voluto leccarlo.....!

“ Dottore...la prego, prosegua nella visita, se continua così mi fa godere subito.”

“ va bene Signora, guarderò in profondità, si rilassi, faccia dei bei respiri profondi”

Internet serve a tutto, anche a capire come fare una visita ginecologica, e io mi ero erudito.

Appoggio lo speculum sulle sue piccole labbra, è già abbastanza dilatata, non serve il gel lubrificante, il becco dell'attrezzo entra senza fatica.

Marina è molto collaborativa, è veramente inzuppata fradicia.

Sono arrivato al fondo del suo sesso, ora devo prendere il coraggio ed iniziare ad aprirlo tramite la vite che lo regola.

Si apre, lei freme.

“ Signora mi dica se sente fastidio, non vorrei farle male!”

“ No , no Dottore, prosegua pure...anzi le dirò che è anche piacevole fino ad ora”.

Sulla scrivania della camera c’è una lampada, la prendo per illuminare meglio la zona.

Sono dentro, è completamente aperta, vedo la sua profondità, ed al fondo scorgo quello che anatomicamente è definita “cervice”.

È come una specie di ciambella rotonda con un buchino nel centro.
Quello è il punto che lei vorrebbe stimolato, per provare questo orgasmo molto intenso.

Marina si tocca i seni, si vede che ha una voglia irrefrenabile di godere, il mio cazzo non lo ricordavo così duro da anni.

I pennelli sono abbastanza lunghi da poter arrivare fino in fondo.

Inizio con il più piccolo, e mi soffermo su un piccolo buchino appena sotto il clitoride, da dove esce l'urina.

La punta del pennello entrerebbe, il buchino è più grande rispetto alla punta di legno, ma non vorrei fare un casino.

Marina ha sussulti, inarca la schiena, respira sempre più affannosamente, forse è rimasta spiazzata, non si aspettava che anche lì potesse provare piacere.

Ma probabilmente Marina era una macchina del piacere, aveva troppi arretrati, ed era consapevole che si gode con la testa oltre che con il corpo.

E lei quello voleva.

Godere in ogni modo, in ogni dove.

“ la prego Dottore, continui li, mi tocchi li, mi piace tantisssimoooo, non resisto, faccia quello che vuole....ho voglia Dottore”

Sentendo quelle parole, e vedendola in quello stato, decido di infilare nell'orifizio la punta del manico del pennello.

Entra benissimo, solo qualche millimetro, non oso spingere di più, ma è marina che muovendosi e spingendosi verso di me lo risucchia al suo interno di qualche centimetro.

Lo uso come un vibratore, lo metto e lo tolgo, e lei sta per impazzire dal godimento.

Abbandono il primo pennello e passo a quello un pochino più grosso.

Non ci stavo più capendo un cazzo.

Stessa procedura, e anche questo entra, scivola, e lei si spinge sempre più forte verso di me, mugola come una cagna, si stringe i capezzoli fra le dita, si contorce.

Il pennello entra e esce sempre più velocemente.

“ basta Dottore, lo tolga, lo tolga subito, devo urinareee'”

Neppure il tempo di levarlo che emette un urlo liberatorio, e un getto di liquido mi investe la tuta.

E' una vibrazione unica, sembra posseduta dal diavolo, si dimena e geme.

Aveva squirtato.

CONTINUA ...
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2021-12-31
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