Un mondo come piace a me -2-

di
genere
esibizionismo

La mano destra del nonnino, fredda e rugosa, si infilò all’interno del decolleté e afferrò il suo piccolo seno sinistro, torturò il capezzolo fra pollice e indice mentre il resto della mano strizzava il seno fino ad affondare i polpastrelli nelle carne morbida.

Nel frattempo, con l’altra mano passò rapidamente sotto la gonna risalendo la coscia sinistra di Elena fino a raggiungere il Monte di Venere, con la vulva che cominciava già ad inumidirsi.

Inserì le 2 dita richieste poi constatò che ce ne stavano confortevolmente anche 4.

Elena sentì quella mano ossuta e rugosa che cercava di strappargli via il seno mentre 4 dita fredde dell’altra mano, saldamente ancorate nella figa, entravano ed uscivano lentamente.

Il pollice rimaneva fermo e tremolante sul clitoride.

In piedi, a circa un metro di distanza davanti a loro c’era un operaio di mezza età in tuta blu da lavoro, aveva un aspetto decisamente trasandato, obeso, con barba incolta e un’abbondante pancione.

Stava avendo una discussione animata con una ragazza di circa 18-19 anni.

La ragazza aveva capelli rossi e un aspetto timido ed inibito.

Il motivo del litigio era dato dal rifiuto da parte della ragazza di inginocchiarsi e fargli un pampino.

“Ma insomma” sbottò l’operaio “il simbolo del tuo tesserino identifigativo indica chiaramente che vuoi spompinare un estraneo mentre ti maltratta verbalmente in un luogo pubblico!

Io ho atteso pazientemente che scendessero dall’autobus i due bambini, ma adesso che non ci sono più minorenni nei dintorni, e tu esibisci quel cartellino di riconoscimento inequivocabile, io reclamo il mio diritto di farmi sbocchinare da te, altrimenti se preferisci posso chiamare le forze dell’ordine.

“Ma perché non capisci?” supplicò la ragazza
“io muoio dalla voglia di succhiartelo ma devo scendere fra 5 minuti, sto accompagnando mia nonna ad una visita medica e non posso tardare, come facciamo?”

L’operaio, mentre cominciava a tirarsi giù la zip dei pantaloni rispose “vabbeh, intanto adesso ti metti in ginocchio e cominci a ciucciarlo, poi, quando arriviamo alla tua fermata se io non ho ancora finito vorrà dire che scendo anch’io e continui a sbocchinarmi sul marciapiede”

La ragazza diede una rapida occhiata alla nonna, seduta sul sedile di fianco a lei.

La vecchietta annuì con le mani alzate e le disse

“Bambina mia, sai benissimo che devi farlo, ė la legge, non ti preoccupare faremo in tempo per la mia visita, visto che il signore sarà così gentile da scendere alla nostra fermata.
Poi sai cosa?
Il tuo fidanzatino mi ha detto quanto ti piaccia prenderlo in bocca ma non ti ho mai visto all’opera, vorrei proprio godermi lo spettacolo”.


La ragazza si inginocchiò rassegnata e infilò le piccole e graziose mani all’interno della patta aperta dell’operaio, tirò fuori il contenuto delle mutande, appena 9-10 cm di cazzo che sbucava da un folto nido di pelo.

Cominciò a massaggiarlo lentamente con una mano mentre si avvicinava con le labbra alla cappella, poi, poco prima di imboccarlo guardò in su e disse all’operaio

“ma, un momento... E se quando scenderemo sul marciapiede ci saranno dei minorenni in giro? Come facci...HUUMMMPHH”

“Adesso basta!!,” sbottò l’operaio, senza fargli finire la frase, le mise una mano sulla testa e una dietro la nuca, gli infilò il cazzo in bocca fino alle palle e cominciò a stantuffarle la faccia mentre grugniva

“mi hai rotto i coglioni con tutte le tue stronzate, adesso zitta, succhia e vedi di farmi un bel lavoretto!!.” disse l’operaio strizzando l’occhio alla nonna che stava seduta ad appena 40 cm dall’azione.

Si levò un lieve applauso di approvazione da parte della nonna e da alcuni passeggeri che stavano seguendo la vicenda.

Elena era presa in una morsa erotica fra la scena dell’operaio e la ragazza di fronte, e quella del vecchietto dietro di lei che insospettabilmente dimostrò di saperci decisamente fare.

CONTINUA ...
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2022-02-06
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