Getto Mattutino
di
Vandal
genere
masturbazione
I-Il getto mattutino.
Giorno uno.
Pratica mattutina. Nudo. Si alza dal letto, coperte stropicciate. E’ solo. L’amico è sveglio, come al solito, prima di lui. In bagno, si lava i denti, una bella pisciata, doccia veloce. Accappattoio, in cucina, fette biscottate, marmellate alla ciliegia, caffè latte.
Fuori, il sole che scivola sui tetti più bassi davanti al condominio dove abita. Ammirare il momento mentre si sorseggia il caffè latte.
Lui è più che sveglio, bello in tiro. Lui ride, poggia la tazza sul tavolo, esce sul balcone.. Accappatoio aperto, afferra Lui e comincia a menarselo. Ci gode, ha brividi di piacere. Immagina una donna, bionda, capelli corti, occhi da cerbiatta. Immagina la sua bocca attorno al suo cazzo, la sua lingua che lecca passionale. Piccola, con tette a punta e un bel culo sodo. Ci verrei in bocca. Le verrei nel culo, le verrei sulle tette, Succhiami, scopami.
Ripensa a Joly, alla sua passione e quella fica così succosa. Aumenta la masturbazione, sente che sta arrivando il dolore ai reni. Lui mugugna, lascia che il liquido fluisca e lo blocca. Lascia che il liquido gonfi la pelle. Poi, rilascia. Il getto che vola in un arco perfetto oltre la ringhiera. Sorride. “Pensa se passasse qualcuno in questo momento e..” Ma no, il vicolo sotto è stretto e, al fianco c’è un aiuola con un cespuglio di rose. Scrolla per bene, rientra in casa. In bagno si pulisce per bene. La giornata inizia bene.
Julia, ventanni,cammina strascicando i piedi lungo il viottolo. =Puttana schifa = pensa. Si sofferma nel punto dello slargo, vicino ad una macchia di rose. Le mani sprofondate in tasca, gli occhi socchiusi, inala l’aroma dei fiori. Al diavolo Roberto e la sua nuova conquista. Faceva tanto il cerimonioso, baci e abbracci e poi, si sollazzava con un’altra. L’altra, la gelataia in fondo alla strada, piccola e tonda, che lo provocava sempre con una strizzata d’occhi e una panoramica sulle sue scollature. La sera in cui si era decisa a concedersi a lui, ecco la fregatura: lui in auto con la bocca spalancata e, la gelataia che si tira su pulendosi l’angolo della bocca. Ma bello stronzo. Lui che diventava consapevole sul fatto che Julia era ritta sul marciapiede a pochi passi da loro, con la bocca spalancata dallo stupore. E lei che afferrava una beola lì vicino e la scagliava con forza sul parabrezza dell’auto. Urla, grida, insulti e bestemmie. Julia che se ne andava via con il passo della staffetta, inseguita dalle urla dei due fedigrafi. “Stronzo” ripete lei ad alta voce
Ploop! Apre gli occhi ma non vede nulla. Una delle rose si sta muovendo come sospinta da una corrente d’aria. Ma lì, di aria non ce n’è. Un gatto? Poi vede qualcosa di biancastro che gocciola sui petali fino a terra. Si avvicina con cautela, esclude la cacca di piccione. Allunga una mano per toccare e subito la ritrae “MA che cazzo” volge lo sguardo verso la facciata del condominio, i suoi balconi, le sue finestre chiuse. Chi diavolo è che si masturba dal balcone così impunemente?
Poi scoppia a ridere. Chissà se lo fa sempre?
Giorno 2.
La solita routine del mattino. Dopo la colazione, sul balcone, ad ammirare il sorgere del sole, il cazzo già in mano. Afferrare, masturbare, aspettare, bloccare, rilasciare. Spruzzare giù dal balcone. Goduria.
Julia si è acquattata contro il muro, lo sguardo verso l’alto, in attesa. E’ lì da dieci minuti quando, una finestra al terzo piano si apre. Sarà lui? Si chiede. Tre minuti ed eccolo, il getto biancastro che vola giù dal balconcino e finisce verso le rose. Julia si è già mossa. Il suo piano è semplice. Si è vestita con una maglietta a righe colorate dalle spalle e la pancia coperta, una mini che lascia ben poco all’immaginazione. Si sposta quel tanto, il getto la colpisce sulla spalla destra scoperta. SPLATT. Qualche schizzo sulla faccia, un po’ giù dal braccio, un po’ sulla scollatura. Sorride. Ok, vediamo che faccia hai. Spero tu non sia un vecchiaccio maniaco
Joly. La sua immagine non va via dal suo cervello. Accidenti a lei e a quel bastardo di Roberto. Seghe e pompini, qualche scopata. E poi, la maledetta, lo tradisce con il suo collega d’ufficio. Maporcadiquellamerdabastarda!.
Suonano. “Chi cazzo è?” fa tra sé guardandosi in giro. Suonano ancora “Un attimo!” boxer, un paio di pantaloncini, canottiera. Di corsa fino allo spioncino. Carina. Una ragazza di circa ventanni, ricciuta, castana chiaro. Un po’ magra ma, niente male. Ma cos’ha sulla faccia?
Apre “Sì”
Lei si indica la spalla, lo strano liquido biancastro dall’aspetto famigliare “Credo che questo sia tuo”
“Ah, ehm” fa lui interdetto
“Lo sperma intendo” sorride lei “Non dire ‘Non so di cosa tu stia parlando’, perché ti ho visto. Il minimo che puoi fare è invitarmi ad entrare” e, senza aspettare risposta, entra di corsa lasciando lui fermo sulla soglia, a fissarla interdetto
“Ah, prego, fai pure”
Lei afferra un tovagliolino di carta e si pulisce il liquido. Poi, affacciata alla porta, contempla il panorama di tetti davanti a lei “Bella vista. Mi masturberei anche io con questo panorama”
“Scusa, non ho capito il tuo nome” dice lui affiancandola
“julia” porge la mano
“Alex” dice Lui
“Piacere di conoscerti” sorride lei
“Ah, ehm, scusa per..” si indica la faccia “Io.. non guardo. Sai, i miei calcoli mi davano il cespuglio di rose eh, beh..”
“ tuoi calcoli sono giusti. Ieri mattina stavo vagando lungo il viottolo qua sotto. Ero un po’ incazzata con il mio ex.. Beh, ero molto incazzata con il mio ex. Mi sono fermata qui e ho visto il tuo sperma su una delle rose. Mi sono chiesta se era una cosa che facevi ogni giorno. Così, questa mattina, sono venuta per vedere”
“Che ci facevi in giro così presto al sabato mattina?”
“Notte di incazzatura. Ho scoperto il mio ex in auto con la gelataia in fondo alla strada. E, gli ho tirato un sasso sul parabrezza e me ne sono venuta via”
Al nome gelataia, Alex ha un moto di stupore “Joly?” chiede
“La conosci?”
Lui crolla le spalle e si lascia cadere su una sedia “La mia ex”
“Ah, che brutta cosa” fa lei “Ti ha dato il due di picche per telefono?”
“Già. Ci sono rimasto. Volevo andare a casa sua e rompere il muso a Roberto e a lei ma, non sono un tipo violento. Almeno, a Roberto gliel’avrei staccato per bene il muso”
“Abbiamo un punto in comune: Roberto è il mio ex” si stringe nelle spalle
“Ah.. non mi dire”
“Ti dico. Ti dico”
“Porca troia”
“Sai, lo sperma non mi ha colpito per errore. Sono rimasta in attesa per vedere se accadeva ancora e, quando l’ho visto cadere giù, mi sono limitata a prenderlo”
“Ah..ehm.. Perché?”
“Non so. Avevo voglia di.. mah, non so nemmeno io.. Volevo conoscere l’uomo dal getto mattutino”
Scoppia ridere. Ride anche lui “Quindi, cosa succede adesso?”
“Adesso non lo so ma, per domani mattina chissà..”
Alla fine si sono messi a chiacchierare. Ognuno si è sfogato sui malumori propri. A pranzo se ne sono andati in un bar a poche centinaia di metri di distanza, pasto frugale fatto di hamburger e colesterolo. “Perché lo fai?” chiede lei addentando una patatina fritta
“E’ una sorta di rito. Una cosa mia. Una specie di sfida che lancio al Mondo qui fuori. Lo so, è stupido”
“Ognuno ha i suoi tabù” sorride
“Cos’hai in mente per domani mattina?”
“Se non ti imbarazza, ti farò un po’ di sostegno morale”
“Solo quello” lo dice con una punta di speranza
“Sì vedrà” si stringe nelle spalle lei
“Oltre al pranzo, posso invitarti a cena?” chiede lui
“Accetto volentieri”
Alla fine, dopo cena, lei è rimasta a dormire a casa di Alex. Non c’è stato sesso ma, lei ha potuto vederlo nudo, con la sua erezione prepotente, sdraiato sul letto, senza la minima intenzione di fare il primo passo.
Lei si è messa in mutandine, lasciando liberi i piccoli seni a forma di pesche, il fisico asciutto e un po’ ossuto. Anche lei tranquilla. Hanno continuato a parlare fino ad addormentarsi. Nessuno dei due si approfittò dell’altro durante la notte
Giorno tre
Il rito del giorno ha una novità. Ora c’è Julia accanto a lui, davanti al balcone, ad ammirare il sole che scivola sui tetti. Lui nudo pronto a spada tratta. Julia al suo fianco, sempre in mutandine, che sorride “Dunque..” fa Alex
“Dunque” fa Julia afferrandogli l’uccello, cogliendolo di sorpresa “Cambiamo le regole” e comincia a masturbarlo. Lui non dice, piacevolmente sorpreso, guardandola negli occhi. L’istinto prevale e si inclina verso di lei. Le labbra si incontrano, le lingue si esplorano, la mano di lei continua a masturbare. Il gioca dura un po’. “Sto per venire” dice lui afferrandole la mano “Chiudo e aspetto che si riempia”
Il getto, il blocco, l’eccitazione, loro che continuano a baciarsi. Poi, si discosta, guarda verso i tetti e libera il getto mattutino. Sembra quasi che sia aumentato,più corposo, più potente. Aveva bisogno della mano delicato di una ragazza come julia.
Soddisfatto, fa per muoversi ma, lei lo blocca e si inginocchia davanti a lui. La bocca ingoia il suo sesso e ne succhia gli ultimi umori. Poi, lei di nuovo in piedi “Hai ancora tempo prima di andare in ufficio” si sfila le mutandine rivelando un taglio succoso e privo di peluria tra le sue gambe magre “Scommetto che sei uno che si riprende in fretta”
E così fu..
=FINE=
Giorno uno.
Pratica mattutina. Nudo. Si alza dal letto, coperte stropicciate. E’ solo. L’amico è sveglio, come al solito, prima di lui. In bagno, si lava i denti, una bella pisciata, doccia veloce. Accappattoio, in cucina, fette biscottate, marmellate alla ciliegia, caffè latte.
Fuori, il sole che scivola sui tetti più bassi davanti al condominio dove abita. Ammirare il momento mentre si sorseggia il caffè latte.
Lui è più che sveglio, bello in tiro. Lui ride, poggia la tazza sul tavolo, esce sul balcone.. Accappatoio aperto, afferra Lui e comincia a menarselo. Ci gode, ha brividi di piacere. Immagina una donna, bionda, capelli corti, occhi da cerbiatta. Immagina la sua bocca attorno al suo cazzo, la sua lingua che lecca passionale. Piccola, con tette a punta e un bel culo sodo. Ci verrei in bocca. Le verrei nel culo, le verrei sulle tette, Succhiami, scopami.
Ripensa a Joly, alla sua passione e quella fica così succosa. Aumenta la masturbazione, sente che sta arrivando il dolore ai reni. Lui mugugna, lascia che il liquido fluisca e lo blocca. Lascia che il liquido gonfi la pelle. Poi, rilascia. Il getto che vola in un arco perfetto oltre la ringhiera. Sorride. “Pensa se passasse qualcuno in questo momento e..” Ma no, il vicolo sotto è stretto e, al fianco c’è un aiuola con un cespuglio di rose. Scrolla per bene, rientra in casa. In bagno si pulisce per bene. La giornata inizia bene.
Julia, ventanni,cammina strascicando i piedi lungo il viottolo. =Puttana schifa = pensa. Si sofferma nel punto dello slargo, vicino ad una macchia di rose. Le mani sprofondate in tasca, gli occhi socchiusi, inala l’aroma dei fiori. Al diavolo Roberto e la sua nuova conquista. Faceva tanto il cerimonioso, baci e abbracci e poi, si sollazzava con un’altra. L’altra, la gelataia in fondo alla strada, piccola e tonda, che lo provocava sempre con una strizzata d’occhi e una panoramica sulle sue scollature. La sera in cui si era decisa a concedersi a lui, ecco la fregatura: lui in auto con la bocca spalancata e, la gelataia che si tira su pulendosi l’angolo della bocca. Ma bello stronzo. Lui che diventava consapevole sul fatto che Julia era ritta sul marciapiede a pochi passi da loro, con la bocca spalancata dallo stupore. E lei che afferrava una beola lì vicino e la scagliava con forza sul parabrezza dell’auto. Urla, grida, insulti e bestemmie. Julia che se ne andava via con il passo della staffetta, inseguita dalle urla dei due fedigrafi. “Stronzo” ripete lei ad alta voce
Ploop! Apre gli occhi ma non vede nulla. Una delle rose si sta muovendo come sospinta da una corrente d’aria. Ma lì, di aria non ce n’è. Un gatto? Poi vede qualcosa di biancastro che gocciola sui petali fino a terra. Si avvicina con cautela, esclude la cacca di piccione. Allunga una mano per toccare e subito la ritrae “MA che cazzo” volge lo sguardo verso la facciata del condominio, i suoi balconi, le sue finestre chiuse. Chi diavolo è che si masturba dal balcone così impunemente?
Poi scoppia a ridere. Chissà se lo fa sempre?
Giorno 2.
La solita routine del mattino. Dopo la colazione, sul balcone, ad ammirare il sorgere del sole, il cazzo già in mano. Afferrare, masturbare, aspettare, bloccare, rilasciare. Spruzzare giù dal balcone. Goduria.
Julia si è acquattata contro il muro, lo sguardo verso l’alto, in attesa. E’ lì da dieci minuti quando, una finestra al terzo piano si apre. Sarà lui? Si chiede. Tre minuti ed eccolo, il getto biancastro che vola giù dal balconcino e finisce verso le rose. Julia si è già mossa. Il suo piano è semplice. Si è vestita con una maglietta a righe colorate dalle spalle e la pancia coperta, una mini che lascia ben poco all’immaginazione. Si sposta quel tanto, il getto la colpisce sulla spalla destra scoperta. SPLATT. Qualche schizzo sulla faccia, un po’ giù dal braccio, un po’ sulla scollatura. Sorride. Ok, vediamo che faccia hai. Spero tu non sia un vecchiaccio maniaco
Joly. La sua immagine non va via dal suo cervello. Accidenti a lei e a quel bastardo di Roberto. Seghe e pompini, qualche scopata. E poi, la maledetta, lo tradisce con il suo collega d’ufficio. Maporcadiquellamerdabastarda!.
Suonano. “Chi cazzo è?” fa tra sé guardandosi in giro. Suonano ancora “Un attimo!” boxer, un paio di pantaloncini, canottiera. Di corsa fino allo spioncino. Carina. Una ragazza di circa ventanni, ricciuta, castana chiaro. Un po’ magra ma, niente male. Ma cos’ha sulla faccia?
Apre “Sì”
Lei si indica la spalla, lo strano liquido biancastro dall’aspetto famigliare “Credo che questo sia tuo”
“Ah, ehm” fa lui interdetto
“Lo sperma intendo” sorride lei “Non dire ‘Non so di cosa tu stia parlando’, perché ti ho visto. Il minimo che puoi fare è invitarmi ad entrare” e, senza aspettare risposta, entra di corsa lasciando lui fermo sulla soglia, a fissarla interdetto
“Ah, prego, fai pure”
Lei afferra un tovagliolino di carta e si pulisce il liquido. Poi, affacciata alla porta, contempla il panorama di tetti davanti a lei “Bella vista. Mi masturberei anche io con questo panorama”
“Scusa, non ho capito il tuo nome” dice lui affiancandola
“julia” porge la mano
“Alex” dice Lui
“Piacere di conoscerti” sorride lei
“Ah, ehm, scusa per..” si indica la faccia “Io.. non guardo. Sai, i miei calcoli mi davano il cespuglio di rose eh, beh..”
“ tuoi calcoli sono giusti. Ieri mattina stavo vagando lungo il viottolo qua sotto. Ero un po’ incazzata con il mio ex.. Beh, ero molto incazzata con il mio ex. Mi sono fermata qui e ho visto il tuo sperma su una delle rose. Mi sono chiesta se era una cosa che facevi ogni giorno. Così, questa mattina, sono venuta per vedere”
“Che ci facevi in giro così presto al sabato mattina?”
“Notte di incazzatura. Ho scoperto il mio ex in auto con la gelataia in fondo alla strada. E, gli ho tirato un sasso sul parabrezza e me ne sono venuta via”
Al nome gelataia, Alex ha un moto di stupore “Joly?” chiede
“La conosci?”
Lui crolla le spalle e si lascia cadere su una sedia “La mia ex”
“Ah, che brutta cosa” fa lei “Ti ha dato il due di picche per telefono?”
“Già. Ci sono rimasto. Volevo andare a casa sua e rompere il muso a Roberto e a lei ma, non sono un tipo violento. Almeno, a Roberto gliel’avrei staccato per bene il muso”
“Abbiamo un punto in comune: Roberto è il mio ex” si stringe nelle spalle
“Ah.. non mi dire”
“Ti dico. Ti dico”
“Porca troia”
“Sai, lo sperma non mi ha colpito per errore. Sono rimasta in attesa per vedere se accadeva ancora e, quando l’ho visto cadere giù, mi sono limitata a prenderlo”
“Ah..ehm.. Perché?”
“Non so. Avevo voglia di.. mah, non so nemmeno io.. Volevo conoscere l’uomo dal getto mattutino”
Scoppia ridere. Ride anche lui “Quindi, cosa succede adesso?”
“Adesso non lo so ma, per domani mattina chissà..”
Alla fine si sono messi a chiacchierare. Ognuno si è sfogato sui malumori propri. A pranzo se ne sono andati in un bar a poche centinaia di metri di distanza, pasto frugale fatto di hamburger e colesterolo. “Perché lo fai?” chiede lei addentando una patatina fritta
“E’ una sorta di rito. Una cosa mia. Una specie di sfida che lancio al Mondo qui fuori. Lo so, è stupido”
“Ognuno ha i suoi tabù” sorride
“Cos’hai in mente per domani mattina?”
“Se non ti imbarazza, ti farò un po’ di sostegno morale”
“Solo quello” lo dice con una punta di speranza
“Sì vedrà” si stringe nelle spalle lei
“Oltre al pranzo, posso invitarti a cena?” chiede lui
“Accetto volentieri”
Alla fine, dopo cena, lei è rimasta a dormire a casa di Alex. Non c’è stato sesso ma, lei ha potuto vederlo nudo, con la sua erezione prepotente, sdraiato sul letto, senza la minima intenzione di fare il primo passo.
Lei si è messa in mutandine, lasciando liberi i piccoli seni a forma di pesche, il fisico asciutto e un po’ ossuto. Anche lei tranquilla. Hanno continuato a parlare fino ad addormentarsi. Nessuno dei due si approfittò dell’altro durante la notte
Giorno tre
Il rito del giorno ha una novità. Ora c’è Julia accanto a lui, davanti al balcone, ad ammirare il sole che scivola sui tetti. Lui nudo pronto a spada tratta. Julia al suo fianco, sempre in mutandine, che sorride “Dunque..” fa Alex
“Dunque” fa Julia afferrandogli l’uccello, cogliendolo di sorpresa “Cambiamo le regole” e comincia a masturbarlo. Lui non dice, piacevolmente sorpreso, guardandola negli occhi. L’istinto prevale e si inclina verso di lei. Le labbra si incontrano, le lingue si esplorano, la mano di lei continua a masturbare. Il gioca dura un po’. “Sto per venire” dice lui afferrandole la mano “Chiudo e aspetto che si riempia”
Il getto, il blocco, l’eccitazione, loro che continuano a baciarsi. Poi, si discosta, guarda verso i tetti e libera il getto mattutino. Sembra quasi che sia aumentato,più corposo, più potente. Aveva bisogno della mano delicato di una ragazza come julia.
Soddisfatto, fa per muoversi ma, lei lo blocca e si inginocchia davanti a lui. La bocca ingoia il suo sesso e ne succhia gli ultimi umori. Poi, lei di nuovo in piedi “Hai ancora tempo prima di andare in ufficio” si sfila le mutandine rivelando un taglio succoso e privo di peluria tra le sue gambe magre “Scommetto che sei uno che si riprende in fretta”
E così fu..
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