La visita medica
di
Michel
genere
gay
Dopo pochi giorni dalla firma del contratto di lavoro con la mia nuova azienda, per la quale lavoro ancora adesso, sento squillare il cellulare. Era la responsabile dell’ufficio del personale che mi preavvisava della prossima visita medica obbligatoria per legge e senza la quale non avrei potuto ottenere il badge per entrare in ufficio. Sapevo già il supplizio che mi attendeva perché altre volte avevo cambiato datore di lavoro. Lunghe attese, ritardi dei preposti alla reception, fogli da compilare… un calvario.
Risposi gentilmente, dopo aver ripetutamente ma silenziosamente sbuffato, che mi sarei recato nel giorno pattuito e all’ora stabilita nel centro diagnostico convenzionato, del quale avrei ricevuto via e-mail l’indirizzo. A casa, la sera prima della visita, ho studiato il percorso da fare e i mezzi pubblici da prendere.
L’indomani, di buon mattino, mi son fatto una doccia e mentre mi toccavo il cazzo, un pensiero mi balenò in mente: un bel medico mi seduceva e mi succhiava mentre ero disteso sul lettino! Non avevo mai pensato ad un incontro del genere. Del resto, prima di allora, i medici coi quali avevo avuto a che fare erano attempati e poco attraenti. Ma forse certi video porno ambientati in ospedale mi avevano acceso la fantasia quella mattina. Ad ogni modo uscii di casa più motivato, senza pensare allo stress del turno d’attesa e sperando di fare qualche bell’incontro.
Arrivai con anticipo al centro diagnostico e dopo aver espletato le solite e noiose formalità, attesi il mio turno con in mano il numeretto stampato su un foglietto di carta. In quel momento un paio di uomini sui 35/37 anni, con le tipiche borse da medico, uscirono dall’ascensore chiacchierando. Dopo essersi recati pure loro al banco della ricezione, li vidi firmare ed entrare nel corridoio riservato solo all’ingresso del personale sanitario. Uno dei due mentre richiudeva la porta dietro di sé mi guardò e io con un cenno del capo lo salutai. Aveva gli occhi azzurri e i capelli biondi anche se qualche capello bianco si intravedeva qua e là. Lui rispose con un bel sorriso e chiuse la porta.
L’altro era moro, alto circa un metro e ottanta. Non appena si avvicinò col collega all’ingresso, ricevette una telefonata che lo trattenne in quella sala d’attesa per qualche minuto. Ogni tanto mentre parlava al cellulare mi lanciava delle occhiate. Non ero solo in quella sala, ma lui guardava solo me nei momenti in cui ascoltava il suo interlocutore. Dopo qualche minuto lo sentii salutare e lo vidi che raggiungeva l’uscio già solcato dal suo collega, senza risparmiarmi un’ulteriore occhiata.
Mi chiesi se quei due fossero gay e se li avrei mai conosciuti quella mattina, essendo chiaramente dei medici che erano appena entrati in servizio.
Quando già la sala della reception era ormai piena di gente che aspettava e si registrava, sul display lessi lo stesso numero che avevo tra le mani.
Mi recai subito all’interno corrispondente alla stanza dove avrei fatto la prima delle tre visite previste. Il corridoio si snodava con tante stanze chiuse, incrociai qualcuno nell’andare e dopo un po’ vedo l’interno assegnatomi scritto su di una porta. Bussai e una voce maschile mi disse di entrare.
Non appena entrai mi vidi davanti il medico che mi aveva sorriso qualche minuto prima. Non ebbi il tempo di pensare a nulla. Dovetti rispondere subito al suo saluto e ai convenevoli. Dopo essermi accomodato davanti a lui per le formalità di rito, il tipo, che credo non risparmiasse a nessuno i suoi sorrisi, mi disse di mettermi a torso nudo, slacciarmi i pantaloni e di distendermi sul lettino.
Mi rilassai per un attimo pensando alla fortuna che avevo avuto: giusto un bell’uomo quella mattina mi avrebbe messo le mani addosso… ricordai il pensiero balenatomi sotto la doccia, quando il bel figo si avvicinò a me e iniziò a toccarmi.
Mi passò il suo stetoscopio gelido prima sul petto per auscultare il cuore, poi sullo sterno, sulla pancia… poi mi fece alzare per andare sulle spalle… mi fece ridistendere e mi misurò la pressione… Con stupore di entrambi disse che era 180!!! Mi chiese se soffrissi di pressione alta, ma risposi che semmai era al contrario. Disse che gli sembrava troppo elevata… ma per forza, non stavo più nella pelle! Continuò la visita, stavolta erano le sue mani a tastare il mio ventre. Ebbi un leggero sussulto per un po’ di solletico. Lui se ne accorse e con fare gentile mi disse di respirare profondamente per rilassarmi. Ma non ci riuscii.
Le sue mani erano calde e premevano ovunque attorno al linguine finché non cominciai ad eccitarmi. Fece persino un apprezzamento per il fisico che avevo, lanciandomi un’occhiata fulminante! Sembrava fosse contento di palparmi. Difatti continuò. Giunse a toccarmi le palle, coperte ancora dagli slip. Ed io lì ebbi un sussulto maggiore, che mi fece alzare la testa dal cuscino. Lui con l’altra mano mi premeva il torace invitandomi a ritornare disteso. Quella stessa mano andava giù accarezzando delicatamente i miei addominali, mentre l’altra tornava ad occuparsi delle mie palle. Adoro il massaggio alle palle!
Il mio cazzo ormai era in sofferenza dentro gli slip e le sue mani confluirono proprio su di esso facendogli saltare l’elastico! La mia mazza era ormai in tiro e il bel tipo lo prese tra le mani, masturbandolo con delicatezza, facendo un movimento semi rotatorio, un po’ in senso orario e un po’ in senso antiorario. Quei movimenti erano stimolanti e non li avevo mai sperimentati prima. Sorridendo mi disse che adesso era chiaro il motivo della pressione sanguigna elevata! Ero confuso da quella situazione inaspettata ma desiderata. Non parlavo, mi son disteso meglio allontanando i miei pantaloni e chiusi gli occhi mentre il bel dottorino avvicinò le sue labbra calde al mio cazzo turgido iniziando un pompino stupendo. Ogni tanto si allontanava la bocca dalla mia grossa cappella e mi masturbava con entrambe le mani in quel modo nuovo e strano per me. Mentre succhiava e leccava mi massaggiava le palle e io andai in estasi.
Lo accarezzavo con la mia mano destra dietro la nuca, entrando con le dita in mezzo ai suoi morbidi capelli biondi e a tratti bianchi, mentre lui mi guardava con i suoi occhioni azzurri e il mio cazzo che stantuffava nella sua bocca. Si accorse che ormai ero vicino all’orgasmo e aumentò il ritmo della pompa finché sollevai il capo dal cuscino e con dei gemiti gli annunciai la sborrata. Non si staccò dal mio cazzo e trattenne la mia sborra nella sua bocca. Avvertii i miei fiotti sbattere sul suo palato e poi ricadere sul mio cazzo prigioniero della sua vogliosa bocca. Si staccò da me, io mi ricomposi e vidi che lui sputò il mio nettare su dei fazzoletti di carta che gettò via in un cestino. Sul mio cazzo non c’era traccia di sperma, aveva assaporato ogni goccia quella troia di medico.
Con fare professionale si rimise davanti al computer e dandomi del lei mi disse che la visita generica era andata bene e che tra poco avrei fatto quella oculistica. Ma prima dovevo attendere un altro turno nella solita sala d’attesa, dove mi recai.
Andai al bagno e pulii il mio cazzo ormai moscio. Mi diedi una rinfrescata al viso e ancora scosso da quella inaspettata ma deliziosa esperienza mi sedetti attendendo il prossimo turno. Lessi dei numeri sul display, tra i quali anche quello assegnatomi in precedenza. Mi recai alla stanza deputata per la seconda visita, quella oculistica.
Ancora un po’ stordito mi presentai all’uscio e bussai. Non sentendo nessuno riprovai a bussare più forte, ma nulla! A quel punto, mentre sostavo ancora davanti a quella porta, dietro di me arriva il medico oculista che aprì e mi disse di accomodarmi. Era il moretto che prima mi fissava mentre parlava al telefonino! Era la mattina delle sorprese!
Dopo i soliti convenevoli, mi accomodai sulla sedia preposta e attesi istruzioni. Si abbassarono le luci e il tabellone con le lettere di varie dimensioni si illuminò. Lessi sotto indicazione del medico, il quale mi fissava continuamente. Avvicinò al mio viso un macchinario con cui poteva vedere il fondo dei miei occhi e ne apprezzò il colore. Lo definì come un verde militare molto bello.
Ringraziai e attesi la sua prossima mossa. A quel punto squillò il suo telefono sulla scrivania. Le luci che si illuminavano sul piccolo display segnalavano un numero d’interno. Forse una comunicazione di servizio, pensai. Lui rispose subito senza troppe scuse. Iniziò una conversazione strana, fatta di monosillabi e risposte vaghe, un po’ come quelle che si fanno quando non si vuol far capire con chi si stia parlando. Lui mi lanciava continui sguardi e sorrisi. Non riuscivo a staccare lo sguardo dal suo volto: era davvero un bel tipo, moro, sguardo penetrante, ben rasato, con un ciuffo di capelli neri che gli cadeva sul lato destro della fronte. Il suo fare era gioviale e ostentava sicurezza e tranquillità.
La telefonata finì dopo circa tre minuti. Lui ripose la cornetta, si alzò e con passo lento venne verso di me, che stavo seduto davanti la scrivania. Un lungo silenzio scese in quella stanza. Passeggiò lento con fare pensieroso dietro le mie spalle. Poi prese coraggio e mi disse che prima al telefono era il medico col quale quella mattina avevo avuto un’avventura. Gli aveva raccontato tutto quel porco! Ero in imbarazzo totale! Risposi che era stata una cosa inaspettata e gradevole. Non ero affatto dispiaciuto.
Lui era sempre in piedi alle mie spalle. In quel momento pensai tutto il male del mondo. Forse mi avrebbe ricattato o sfottuto. Ero in agitazione. Ad un tratto si avvicinò, ma io non mi voltai. Doveva essere proprio dietro le mie spalle quando sentii toccarmi la nuca. Pensai che forse l’avventura quel giorno non era del tutto finita.
Credevo che mi stesse accarezzando i capelli da dietro con un dito. Io ero in silenzio e iniziai ad eccitarmi, il cuore mi batteva forte e sentivo un’emozione mista a imbarazzo. Ricominciò a parlare elogiando i miei capelli biondi, che si sposavano bene con il colore dei miei occhi. Ormai, rimanendo sempre alle mie spalle, mi accarezzava tutta la parte posteriore della mia testa con un movimento a su e giù. Mi disse, con voce suadente, che sembravo straniero dal tipo di carnagione e di lineamenti che avevo. Ipotizzò che fossi francese, visto il mio nome, ma con sdegno risposi che ero di origine belga. Lui volle minimizzare l’errore, ma gli feci notare che era come non saper distinguere l’oro dal piombo! Lui scoppiò in una risata e a quel punto la sua carezza cambiò.
Mi sentivo spingere la testa da dietro. Mi girai di scatto e vidi che non mi stava accarezzando nè con un dito, nè con una mano ma con il suo enorme cazzo!!! Sembrava uscito da uno di quei siti porno chiamati big dick o monster cocks! Era impressionante!
Di fatto, me lo ritrovai davanti la bocca mentre lui se lo masturbava. Lo toccai, rimanendo seduto, iniziai a segarlo. Non credevo che esistessero al mondo cazzi così grossi, sarà stato sui 35 cm o forse di più! Lo presi delicatamente in bocca e iniziai a leccarlo velocemente sulla punta. Cercai il suo punto G sotto il glande e lui iniziò a mugolare. Lo affondai in bocca, era difficile da prenderlo per le sue dimensioni. Lo tenni stretto tra le labbra e succhiai avidamente. Andavo avanti e indietro con la mia bocca, mentre con una mano accarezzavo da sotto la sua camicia i suoi addominali e con l’altra mano le palle. Lui lo stantuffava mentre io lo succhiavo. Era un peccato non prenderlo tutto in bocca, ma nessuno credo avrebbe potuto farlo. Non era un cazzo normale!
Il pompino durò a lungo e fu estenuante per me a causa della sua enorme resistenza a venire. Sembravano inutili le mie leccate appassionate, il mio succhiare forte, le seghe… alla fine ci pensò lui stesso con alcuni energici colpi di polso a sborrare sul mio viso. Ne venne fuori poco sperma. Era caldo e denso. Lo tolsi facilmente con un dito per poi asciugarlo su un fazzoletto che ficcai in tasca. Pensai che quello lì utilizzasse molto il suo attrezzo e non gli desse il tempo di ripopolare di sborra le sue palle.
Mi disse che anche questa visita era andata bene. Mi confidò che lui e l’altro suo amico medico adocchiavano sempre le loro “vittime” durante le visite specialistiche. Uno ne constatava il suo lato attivo e l’altro il lato passivo! Una bella accoppiata!
Dopo i saluti, chiusi la porta dietro di me e quando fui nel corridoio, dalla porta della stanza nella quale avevo passato la prima visita vidi uscire un ragazzo grondante di sudore. Era moro, occhi scuri e molto carino! Si allacciò i bottoni della camicia velocemente e se la mise dentro i pantaloni. Si aggiustò i capelli bagnati sulla fronte e si diresse verso la sala d’attesa. Anche lui, sicuramente era stato una “vittima”. Lo vidi entrare nei bagni, esattamente come feci io dopo la prima avventura.
Giunto in sala d’attesa per consegnare il plico con i referti medici, sentii delle persone protestare con chi era preposto alla reception perché il turno di attesa era piuttosto lungo. Il giovane impiegato disse che non tutti godevano di ottima salute e che i medici dovevano approfondire bene prima di emettere la diagnosi corretta. Quindi pensai che anche io e quel ragazzo moro non “godevamo di ottima salute”, ma sicuramente quella mattina abbiamo goduto da un altro punto di vista!
Risposi gentilmente, dopo aver ripetutamente ma silenziosamente sbuffato, che mi sarei recato nel giorno pattuito e all’ora stabilita nel centro diagnostico convenzionato, del quale avrei ricevuto via e-mail l’indirizzo. A casa, la sera prima della visita, ho studiato il percorso da fare e i mezzi pubblici da prendere.
L’indomani, di buon mattino, mi son fatto una doccia e mentre mi toccavo il cazzo, un pensiero mi balenò in mente: un bel medico mi seduceva e mi succhiava mentre ero disteso sul lettino! Non avevo mai pensato ad un incontro del genere. Del resto, prima di allora, i medici coi quali avevo avuto a che fare erano attempati e poco attraenti. Ma forse certi video porno ambientati in ospedale mi avevano acceso la fantasia quella mattina. Ad ogni modo uscii di casa più motivato, senza pensare allo stress del turno d’attesa e sperando di fare qualche bell’incontro.
Arrivai con anticipo al centro diagnostico e dopo aver espletato le solite e noiose formalità, attesi il mio turno con in mano il numeretto stampato su un foglietto di carta. In quel momento un paio di uomini sui 35/37 anni, con le tipiche borse da medico, uscirono dall’ascensore chiacchierando. Dopo essersi recati pure loro al banco della ricezione, li vidi firmare ed entrare nel corridoio riservato solo all’ingresso del personale sanitario. Uno dei due mentre richiudeva la porta dietro di sé mi guardò e io con un cenno del capo lo salutai. Aveva gli occhi azzurri e i capelli biondi anche se qualche capello bianco si intravedeva qua e là. Lui rispose con un bel sorriso e chiuse la porta.
L’altro era moro, alto circa un metro e ottanta. Non appena si avvicinò col collega all’ingresso, ricevette una telefonata che lo trattenne in quella sala d’attesa per qualche minuto. Ogni tanto mentre parlava al cellulare mi lanciava delle occhiate. Non ero solo in quella sala, ma lui guardava solo me nei momenti in cui ascoltava il suo interlocutore. Dopo qualche minuto lo sentii salutare e lo vidi che raggiungeva l’uscio già solcato dal suo collega, senza risparmiarmi un’ulteriore occhiata.
Mi chiesi se quei due fossero gay e se li avrei mai conosciuti quella mattina, essendo chiaramente dei medici che erano appena entrati in servizio.
Quando già la sala della reception era ormai piena di gente che aspettava e si registrava, sul display lessi lo stesso numero che avevo tra le mani.
Mi recai subito all’interno corrispondente alla stanza dove avrei fatto la prima delle tre visite previste. Il corridoio si snodava con tante stanze chiuse, incrociai qualcuno nell’andare e dopo un po’ vedo l’interno assegnatomi scritto su di una porta. Bussai e una voce maschile mi disse di entrare.
Non appena entrai mi vidi davanti il medico che mi aveva sorriso qualche minuto prima. Non ebbi il tempo di pensare a nulla. Dovetti rispondere subito al suo saluto e ai convenevoli. Dopo essermi accomodato davanti a lui per le formalità di rito, il tipo, che credo non risparmiasse a nessuno i suoi sorrisi, mi disse di mettermi a torso nudo, slacciarmi i pantaloni e di distendermi sul lettino.
Mi rilassai per un attimo pensando alla fortuna che avevo avuto: giusto un bell’uomo quella mattina mi avrebbe messo le mani addosso… ricordai il pensiero balenatomi sotto la doccia, quando il bel figo si avvicinò a me e iniziò a toccarmi.
Mi passò il suo stetoscopio gelido prima sul petto per auscultare il cuore, poi sullo sterno, sulla pancia… poi mi fece alzare per andare sulle spalle… mi fece ridistendere e mi misurò la pressione… Con stupore di entrambi disse che era 180!!! Mi chiese se soffrissi di pressione alta, ma risposi che semmai era al contrario. Disse che gli sembrava troppo elevata… ma per forza, non stavo più nella pelle! Continuò la visita, stavolta erano le sue mani a tastare il mio ventre. Ebbi un leggero sussulto per un po’ di solletico. Lui se ne accorse e con fare gentile mi disse di respirare profondamente per rilassarmi. Ma non ci riuscii.
Le sue mani erano calde e premevano ovunque attorno al linguine finché non cominciai ad eccitarmi. Fece persino un apprezzamento per il fisico che avevo, lanciandomi un’occhiata fulminante! Sembrava fosse contento di palparmi. Difatti continuò. Giunse a toccarmi le palle, coperte ancora dagli slip. Ed io lì ebbi un sussulto maggiore, che mi fece alzare la testa dal cuscino. Lui con l’altra mano mi premeva il torace invitandomi a ritornare disteso. Quella stessa mano andava giù accarezzando delicatamente i miei addominali, mentre l’altra tornava ad occuparsi delle mie palle. Adoro il massaggio alle palle!
Il mio cazzo ormai era in sofferenza dentro gli slip e le sue mani confluirono proprio su di esso facendogli saltare l’elastico! La mia mazza era ormai in tiro e il bel tipo lo prese tra le mani, masturbandolo con delicatezza, facendo un movimento semi rotatorio, un po’ in senso orario e un po’ in senso antiorario. Quei movimenti erano stimolanti e non li avevo mai sperimentati prima. Sorridendo mi disse che adesso era chiaro il motivo della pressione sanguigna elevata! Ero confuso da quella situazione inaspettata ma desiderata. Non parlavo, mi son disteso meglio allontanando i miei pantaloni e chiusi gli occhi mentre il bel dottorino avvicinò le sue labbra calde al mio cazzo turgido iniziando un pompino stupendo. Ogni tanto si allontanava la bocca dalla mia grossa cappella e mi masturbava con entrambe le mani in quel modo nuovo e strano per me. Mentre succhiava e leccava mi massaggiava le palle e io andai in estasi.
Lo accarezzavo con la mia mano destra dietro la nuca, entrando con le dita in mezzo ai suoi morbidi capelli biondi e a tratti bianchi, mentre lui mi guardava con i suoi occhioni azzurri e il mio cazzo che stantuffava nella sua bocca. Si accorse che ormai ero vicino all’orgasmo e aumentò il ritmo della pompa finché sollevai il capo dal cuscino e con dei gemiti gli annunciai la sborrata. Non si staccò dal mio cazzo e trattenne la mia sborra nella sua bocca. Avvertii i miei fiotti sbattere sul suo palato e poi ricadere sul mio cazzo prigioniero della sua vogliosa bocca. Si staccò da me, io mi ricomposi e vidi che lui sputò il mio nettare su dei fazzoletti di carta che gettò via in un cestino. Sul mio cazzo non c’era traccia di sperma, aveva assaporato ogni goccia quella troia di medico.
Con fare professionale si rimise davanti al computer e dandomi del lei mi disse che la visita generica era andata bene e che tra poco avrei fatto quella oculistica. Ma prima dovevo attendere un altro turno nella solita sala d’attesa, dove mi recai.
Andai al bagno e pulii il mio cazzo ormai moscio. Mi diedi una rinfrescata al viso e ancora scosso da quella inaspettata ma deliziosa esperienza mi sedetti attendendo il prossimo turno. Lessi dei numeri sul display, tra i quali anche quello assegnatomi in precedenza. Mi recai alla stanza deputata per la seconda visita, quella oculistica.
Ancora un po’ stordito mi presentai all’uscio e bussai. Non sentendo nessuno riprovai a bussare più forte, ma nulla! A quel punto, mentre sostavo ancora davanti a quella porta, dietro di me arriva il medico oculista che aprì e mi disse di accomodarmi. Era il moretto che prima mi fissava mentre parlava al telefonino! Era la mattina delle sorprese!
Dopo i soliti convenevoli, mi accomodai sulla sedia preposta e attesi istruzioni. Si abbassarono le luci e il tabellone con le lettere di varie dimensioni si illuminò. Lessi sotto indicazione del medico, il quale mi fissava continuamente. Avvicinò al mio viso un macchinario con cui poteva vedere il fondo dei miei occhi e ne apprezzò il colore. Lo definì come un verde militare molto bello.
Ringraziai e attesi la sua prossima mossa. A quel punto squillò il suo telefono sulla scrivania. Le luci che si illuminavano sul piccolo display segnalavano un numero d’interno. Forse una comunicazione di servizio, pensai. Lui rispose subito senza troppe scuse. Iniziò una conversazione strana, fatta di monosillabi e risposte vaghe, un po’ come quelle che si fanno quando non si vuol far capire con chi si stia parlando. Lui mi lanciava continui sguardi e sorrisi. Non riuscivo a staccare lo sguardo dal suo volto: era davvero un bel tipo, moro, sguardo penetrante, ben rasato, con un ciuffo di capelli neri che gli cadeva sul lato destro della fronte. Il suo fare era gioviale e ostentava sicurezza e tranquillità.
La telefonata finì dopo circa tre minuti. Lui ripose la cornetta, si alzò e con passo lento venne verso di me, che stavo seduto davanti la scrivania. Un lungo silenzio scese in quella stanza. Passeggiò lento con fare pensieroso dietro le mie spalle. Poi prese coraggio e mi disse che prima al telefono era il medico col quale quella mattina avevo avuto un’avventura. Gli aveva raccontato tutto quel porco! Ero in imbarazzo totale! Risposi che era stata una cosa inaspettata e gradevole. Non ero affatto dispiaciuto.
Lui era sempre in piedi alle mie spalle. In quel momento pensai tutto il male del mondo. Forse mi avrebbe ricattato o sfottuto. Ero in agitazione. Ad un tratto si avvicinò, ma io non mi voltai. Doveva essere proprio dietro le mie spalle quando sentii toccarmi la nuca. Pensai che forse l’avventura quel giorno non era del tutto finita.
Credevo che mi stesse accarezzando i capelli da dietro con un dito. Io ero in silenzio e iniziai ad eccitarmi, il cuore mi batteva forte e sentivo un’emozione mista a imbarazzo. Ricominciò a parlare elogiando i miei capelli biondi, che si sposavano bene con il colore dei miei occhi. Ormai, rimanendo sempre alle mie spalle, mi accarezzava tutta la parte posteriore della mia testa con un movimento a su e giù. Mi disse, con voce suadente, che sembravo straniero dal tipo di carnagione e di lineamenti che avevo. Ipotizzò che fossi francese, visto il mio nome, ma con sdegno risposi che ero di origine belga. Lui volle minimizzare l’errore, ma gli feci notare che era come non saper distinguere l’oro dal piombo! Lui scoppiò in una risata e a quel punto la sua carezza cambiò.
Mi sentivo spingere la testa da dietro. Mi girai di scatto e vidi che non mi stava accarezzando nè con un dito, nè con una mano ma con il suo enorme cazzo!!! Sembrava uscito da uno di quei siti porno chiamati big dick o monster cocks! Era impressionante!
Di fatto, me lo ritrovai davanti la bocca mentre lui se lo masturbava. Lo toccai, rimanendo seduto, iniziai a segarlo. Non credevo che esistessero al mondo cazzi così grossi, sarà stato sui 35 cm o forse di più! Lo presi delicatamente in bocca e iniziai a leccarlo velocemente sulla punta. Cercai il suo punto G sotto il glande e lui iniziò a mugolare. Lo affondai in bocca, era difficile da prenderlo per le sue dimensioni. Lo tenni stretto tra le labbra e succhiai avidamente. Andavo avanti e indietro con la mia bocca, mentre con una mano accarezzavo da sotto la sua camicia i suoi addominali e con l’altra mano le palle. Lui lo stantuffava mentre io lo succhiavo. Era un peccato non prenderlo tutto in bocca, ma nessuno credo avrebbe potuto farlo. Non era un cazzo normale!
Il pompino durò a lungo e fu estenuante per me a causa della sua enorme resistenza a venire. Sembravano inutili le mie leccate appassionate, il mio succhiare forte, le seghe… alla fine ci pensò lui stesso con alcuni energici colpi di polso a sborrare sul mio viso. Ne venne fuori poco sperma. Era caldo e denso. Lo tolsi facilmente con un dito per poi asciugarlo su un fazzoletto che ficcai in tasca. Pensai che quello lì utilizzasse molto il suo attrezzo e non gli desse il tempo di ripopolare di sborra le sue palle.
Mi disse che anche questa visita era andata bene. Mi confidò che lui e l’altro suo amico medico adocchiavano sempre le loro “vittime” durante le visite specialistiche. Uno ne constatava il suo lato attivo e l’altro il lato passivo! Una bella accoppiata!
Dopo i saluti, chiusi la porta dietro di me e quando fui nel corridoio, dalla porta della stanza nella quale avevo passato la prima visita vidi uscire un ragazzo grondante di sudore. Era moro, occhi scuri e molto carino! Si allacciò i bottoni della camicia velocemente e se la mise dentro i pantaloni. Si aggiustò i capelli bagnati sulla fronte e si diresse verso la sala d’attesa. Anche lui, sicuramente era stato una “vittima”. Lo vidi entrare nei bagni, esattamente come feci io dopo la prima avventura.
Giunto in sala d’attesa per consegnare il plico con i referti medici, sentii delle persone protestare con chi era preposto alla reception perché il turno di attesa era piuttosto lungo. Il giovane impiegato disse che non tutti godevano di ottima salute e che i medici dovevano approfondire bene prima di emettere la diagnosi corretta. Quindi pensai che anche io e quel ragazzo moro non “godevamo di ottima salute”, ma sicuramente quella mattina abbiamo goduto da un altro punto di vista!
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