Galeotta fu la posta e chi la scrisse

di
genere
gay

Durante una delle mie tante trasferte di lavoro, mi sono ritrovato in provincia di Ancona. Non dico il paesino, perché talmente piccolo che altrimenti questa storia verrebbe fuori con un certo rumore. Nel marzo del 2011 l'Azienda per la quale lavoravo mi assegna un appartamento dal momento che la mia trasferta sarebbe durata ben nove mesi.

Quel mattino di domenica il proprietario mi accoglie e mi spiega tutto quello che riteneva necessario per la gestione di quel delizioso loft con il soffitto in legno e un lucernaio che dava un tocco di classe al tutto. Mi spiega pure che in quel mese e nel successivo sarebbero dovute arrivate le bollette di luce, gas e acqua che avrebbe dovuto pagare l'ex inquilino.

Questo tizio, vengo a spapere, che lavora sempre nella ditta dove avrei preso servizio io l'indomani, ma ha cambiato casa solo per risparmiare, dal momento che nell'entroterra gli affitti erano meno cari. Rassicuro il proprietario che non appena arriveranno quelle bollette le presenterò al tipo in questione. Avendo il suo nome e cognome non sarebbe stato difficile rintracciarlo.

Dopo qualche settimana, quando avevo quasi dimenticato tutte queste raccomandazioni... arriva la bolletta del gas da pagare a nome dell'ex inquilino. La mattina dopo cerco tra gli indirizzi e-mail della ditta e scovo esattamente quel nome e quel cognome. Bingo! Mi chiedo che tipo possa essere, se giovane o vecchio, se figo o da buttare ... Ad ogni modo lo devo contattare per forza e gli scrivo dicendogli "C'è posta per te!" Come si faceva in una nota trasmissione televisiva.

Lui risponde quasi subito e mi dà un appuntamento vicino alla macchinetta del caffè, sita in uno dei tanti corridoi della grande ditta in cui lavoravamo, precisando che lo riconoscerò da un maglione verde. Vado con la busta nelle mani e con una certa emozione, sembrava quasi un appuntamento galante preso con qualcuno in chat! Percorro il corridoio e svolto a sinistra dove si trovava la famigerata macchinetta del caffè..che se potesse parlare, chissà quanti segreti e confidenze particolari di quella grande azienda verrebbero fuori.

Sul luogo trovo un crocicchio di persone che erano in pausa e un po' oltre un ragazzo dal maglione verde era intento a guardare la bacheca degli annunci. Lo chiamo... "Marco!" Lui si volta e mi saluta con un gran sorriso. Non vi dico che figo!! Da pauuuuraaa!! Secondo me gli dei dell'Olimpo erano nuuuuulla a confronto!!!! Il mio cuore batteva a mille, la parola mi si era spenta, avrei voluto contemplarlo, ma il mio sguardo non reggeva la sua visione e puntava al pavimento per l'imbarazzo.

Gli do la busta, lui mi ringrazia e mi chiede se voglio un caffè. Ebbene, dovete sapere che io non bevo questa bevanda, che mi sa di acqua sporca, ma visto che era necessario per allungare il tempo di quell'incontro, avrei bevuto anche aceto!! Pertanto accetto e così la conversazione si allunga di qualche minuto. Mi spiega che era emiliano e stava in quel posto da due anni. Adesso si era fidanzato ed era andato a vivere insieme alla sua ragazza. Era questo il motivo per il quale aveva lasciato il loft nel quale ero andato a finire io.

In quel momento mi è passato un pensiero di invidia e di disprezzo verso la sua compagna, che si poteva godere quello spettacolo della natura, che era Marco! Dopo averlo salutato con una stretta di mano (con relativa scossa e brivido sulla schiena!) torno al mio ufficio. Tento di ritornare in me e poi a mente lucida penso a come sfruttare quell'occasione.

Difatti, ho l'idea di centellinare la posta che sarebbe arrivata nei prossimi mesi in modo da moltiplicare gli incontri e chissà che non sarebbe nata una bella amicizia. Effettivamente gli incontri si sono moltiplicati, una volta gli consegnavo una busta, un'altra volta una rivista alla quale era abbonato e alla quale non aveva ancora fatto sapere il nuovo indirizzo e così via.

Le emozioni ogni volta erano forti. I suoi occhi verdi mi facevano pensare a posti esotici nei quali poter scappare con lui, il suo sorriso mi cambiava l'umore della giornata in positivo. Il suo culetto sembrava voler scoppiare dai suoi jeans e il suo pacco ... non avevo il coraggio di guardarlo per non arrossire!! Ma un giorno lui mi portò una brutta notizia.

Al solito posto e con l'ennesima busta nelle mani mi sento dire che aveva trovato un altro lavoro altrove, vicino casa sua in Emilia. Nel giro di un mese si sarebbe trasferito!! Che brutta giornata! Ed io che non mi ero nemmeno fatto avanti, non avevo mai azzardato a invitarlo a casa mia o per un aperitivo in centro... come al solito ero un imbranato e solo nei miei pensieri ero il ragazzo audace e sfrontato che avrei voluto essere! Che sfiga!

Il giorno delle sue dimissioni è arrivato mentre io ero impegnato in una serie di riunioni. So che Marco mi aveva cercato per invitarmi al rinfresco che aveva organizzato quel giorno, ma quando mi son liberato dagli impegni era troppo tardi. Lui era andato via da quella azienda...e per sempre! Nei mesi successivi le buste intestate a lui continuarono a far capolino dalla buca delle lettere. Intuendone l'importanza ho deciso di conservarle. Marco non mi aveva dato neppure l'indirizzo a cui eventualmente spedirgli la posta che sarebbe arrivata.

Dopo circa quattro mesi dall'ultimo incontro mi giunge una telefonata da parte del proprietario di casa mia. Mi dice che Marco sarebbe venuto l'indomani a ritirare una lettera importante che sicuramente era arrivata la settimana prima. Mi pregava di farmi trovare ad una certa ora e di consegnagliela.

L'avrei rivisto!!! Non stavo nella pelle...sarebbe venuto appositamente da Parma per una busta! Oddio.... cerco di tranquillizzarmi e cerco sopratutto di tirar fuori quel ragazzo sfacciato che si nascondeva in me. "Bene, grazie per avermi informato, lo aspetterò a quell'ora!" Risposi al proprietario. L'indomani era sabato e di mattina di solito vado a fare un po' di spesa. Tra le cose che compro metto pure il caffè, che non avrei mai comprato, ma visto che Marco ne era un gran bevitore ho pensato bene di farglielo trovare.

Mi do da fare in casa perché tutto fosse al meglio, io sono un gran disordinato e solo in certe occasioni me ne rendo conto di quanto lo sia. In men che non si dica si avvicina l'ora dell'appuntamento... anzi con un certo anticipo sento il citofono trillare. Era lui... inizia nuovamente a prendere il sopravvento la goffaggine che cerco di soffocare... Apro la porta e lo vedo salire per le scale con un sorriso smagliante e gli occhi che brillavano. Ci salutiamo e in maniera quasi convulsa ci raccontiamo la nostra vita dall'ultima volta che ci eravamo incontrati.

Avevo preparato il pacco di buste per lui e nel consegnarglielo mi ringrazia, dicendomi che sapeva in cuor suo di poter contare su di me, vista la solerzia che avevo dimostrato nei mesi passati. A quel punto prendo il coraggio a dieci mani e gli dico la verità.
- "Ascolta Marco"... - Dissi con titubanza.
- "Dimmi Michel" - mi sollecitò con fare amichevole.
- "La verità è che... la mia solerzia in realtà nascondeva altro... io ero interessato a te e pensavo che attraverso quei nostri incontri potesse nascere una certa amicizia tra noi" -.
Lui risponde: - "Beh l'amicizia è nata, non trovi?" -
- "No.." - riprendo io - "Non intendo un'amicizia qualsiasi, ma una certa amicizia!" -
-"Intendo dire un'amicizia complice, fatta anche di momenti molto intimi che mi sarebbe piaciuto vivere con te, dal momento che tu mi piaci un casino!"-
Lui rimane un po' interdetto, il suo sorriso scompare e il suo sguardo si fa serio.
- "Intendi dire che ti sarebbe piaciuto fare sesso con me?"-
Ingoio la saliva e rispondo deciso: - "Sì!!" -
-"Beh forse non ci siamo conosciuti abbastanza" -
riprende lui - "...io non avrei avuto alcuna obiezione a fare sesso con te!" -

Cheeeeeeeeeee??? Coooosaaaaaaaaaa?? Ma stavo sentendo bene o no?? Rimango a bocca aperta per non so quanti interminabili secondi... poi lui mi sorride di nuovo e mi abbraccia forte a sè. Eravamo seduti sul divano e le sue braccia mi stringevano a lui ...sentivo il battito del suo cuore... gli do un bacio sul collo...poi un altro e un altro ancora ...lui si scosta un attimo e inizia a ricambiare con altrettanti baci sul mio collo e alla fine ci baciamo sulle labbra...poi sento la sua lingua tentare di entrare nella mia bocca... non la faccio aspettare oltre e la accolgo dentro.

E' dolce, delicato e focoso allo stesso tempo. Mi alza la maglietta e mi accarezza i pettorali... poi mi succhia i capezzoli... anche lui si toglie la maglietta e si slaccia la patta dei pantaloni. Io allungo le braccia dalla sua schiena verso il suo bel culetto..palpeggiandolo... mi sembra di sognare... quante volte l'avrei voluto fare... lui va giù dai miei pettorali e inizia a leccare i miei addominali in tensione per la posizione in cui si era.. va ancora giù, ormai ho capito dove vuole arrivare... Tra me e me pensavo...ma guarda questo...e io che credevo che fosse etero!! Mi slaccia i pantaloni e senza troppi preamboli mi abbassa tutto, slip compresi... e inizia a leccare il mio cazzo ormai duro. Lecca e pompa... lo tiene alla base e se lo stantuffa in bocca... a tratti succhia forte e mi fa gemere... porto la testa in dietro per il piacere... dico - "Marco fa' piano...altrimenti ti vengo in bocca!" - Non l'avessi mai detto... lui aumenta il ritmo.. succhia sempre più forte... mi accarezza le palle e poi va a trovare il buco del mio culo... con il suo dito medio prova a entrare e con un po' di forza ci riesce... ormai sono vicino all'orgasmo... gli dico - "Ti avevo avvisato...!"-

E mentre lui mi spompa con foga inizio a rantolare di piacere per l'orgasmo ormai vicino... faccio l'ultimo respiro profondo e ...BOOOM! Gli vengo in bocca. Lui non si stacca... continua a pompare, ingoia tutto e anzi lecca quelle gocce rimaste sulla mia cappella. Si stacca e mi chiede...
-"Ma cosa mangi di solito per avere una sborra così buona?"-

Rido... gli dico che sono vegetariano e che forse dipende da quello. Anche lui ride. A quel punto si alza e va in bagno. Quando ne esce... mi confida che lui è bisex e preferisce essere passivo con un uomo. Un modo per dirmi che non voleva farselo spompinare da me. Guarda l'ora e mi dice che è tardissimo, aveva promesso alla sua ragazza di essere a casa entro le 17. Io ero ancora sul divano e non mi ero ripreso dalla foga dell'amplesso.

Lui si affretta a ricomporsi e mi lascia il suo biglietto da visita sul tavolo. -"Michel devo andare...ma ci sentiamo, ti verrò a trovare altre volte.."-
-"A proposito...hai un bel cazzo!"-
-"Alla prossima!"- Io rispondo solo con un timido -"Ciao Marco!"-

Da quel giorno ogni tanto ci sentiamo con sms piuttosto infuocati nei quali mi confessa che mi spomperebbe ancora come quel giorno, ma il bis ancora non me lo ha concesso e chissà se manterrà la promessa. Intanto, la busta del caffè è rimasta in dispensa e continuo a conservare la posta che arriva a suo nome, sperando che sarà ancora una volta galeotta!
di
scritto il
2012-05-13
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