In Kuwait
di
Michel
genere
gay
Mi trovavo in Kuwait per lavoro. Alloggiavo in hotel a cinque stelle a circa 40 km da Kuwait city. Ho conosciuto parecchi ragazzi coi quali ho avuto altrettante avventure, ma tutte in qualche modo programmate. Nel senso che ci si vedeva in chat e poi si organizzava l’incontro al mio albergo.
Le emozioni c’erano ma non sto qui a descriverle perché ciò che voglio raccontare è un’avventura non prevista e quindi più emozionante delle altre. Difatti è quella che ho più viva nella mente.
Già dalle prime sere avevo notato che, dopo essere tornato dal deserto dove andavo a lavorare, non appena finivo la doccia e mi mettevo a guardare un po’ di tv prima di scendere al ristorante, bussavano alla porta della mia stanza.
Si trattava di camerieri che venivano a controllare ed eventualmente ad integrare il servizio effettuato dai loro sottoposti durante la giornata e in mia assenza. Era un cinque stelle per cui il servizio era al top.
Difatti qualcuno mi portava le pantofole, mi chiudeva le tende, integrava le bottiglie di acqua e così via… stavano meno di cinque minuti. Erano tutti orientali o indiani e non mi piacevano tanto… difatti a volte non aprivo neppure quando sentivo bussare.
Una sera…
Dallo spioncino della porta vidi un bel tipo, piccolino di statura, magro, con un pizzetto ben curato, capelli gellati e un bel sorriso che formava due graziose fossette sulle guance. Era scuro di carnagione, difatti scoprirò di lì a poco che era egiziano. Lo feci entrare…
Dopo i convenevoli e avermi rassicurato che sarebbe stato in camera mia solo 5 minuti, iniziò a parlarmi di sé, dei suoi trascorsi in Egitto con altri italiani. Era molto simpatico nei suoi modi, mi raccontò di strani aneddoti accadutigli a Sharm mentre lavorava. Lo ascoltai volentieri e ridendo alle sue battute un po’ infantili.
Quando ebbe finito di lavorare, gli chiesi di avvicinarsi a me… gli presi il viso dal mento con la mia mano destra e lo avvicinai al mio. Poi dopo averlo guardato negli occhi lo baciai sulle labbra dal colore rosso intenso.
Lui sembrò apprezzare, mi sorrise e i suoi occhi brillavano ancora di più. Lo abbracciai teneramente. La sua parlantina cessò e ricambiò il mio abbraccio tenendomi stretto a lui. Lo baciai sul collo e dietro l’orecchio sinistro. Lui sospirò. Lo ribaciai sulle labbra succhiandole un po’ e poi in bocca con passionalità. Lui rispondeva bene ai miei impeti e sembrò contento della situazione imprevista.
Mentre lo abbracciavo e baciavo, gli alzai la camicia della divisa facendola uscire dai pantaloni e passavo le mie mani sulla sua schiena accarezzandola dolcemente. Era calda e liscia. Sentivo la curvatura delle spalle fino al bacino. Poi andai più giù a cercare il suo culetto attraverso i pantaloni e i boxer mentre ormai ci si baciava con passionalità come tra due amanti di vecchia data.
Il ragazzo slacciò la cintura e fece cadere i pantaloni.
Le mie mani poterono così arrivare a quel culetto prorompente che volevo fare mio ad ogni costo. Lo palpai prima delicatamente e poi con vigore. Lo prendevo a schiaffi, lo allargavo cercando il suo buchino… gli tolsi la camicia… mi spogliai anch’io.
Ci distendemmo sul letto, dopo aver diminuito le luci. Continuammo a baciarci e a coccolarci, ma poi ripresi a toccargli quel culetto piccolo, glabro e muscoloso. Lui si girò dandomi mano libera per prendere il suo bel culo. Lo baciai e lo mordicchiai tutto. Gli davo schiaffetti prima leggeri e poi più intensi.
Lo leccai, e lui iniziò a miagolare come un gattino. Lo leccai con impeto e allargando le natiche, penetravo la lingua dentro lo sfintere al massimo. Lui teneva gli occhi chiusi dal piacere. Lasciavo una pozzetta della mia saliva per poi cospargerla con le dita attorno al suo buchino a forma di rosa.
Iniziai a penetrarlo prima con un dito e poi con due. Poi usai entrambi i pollici. Lo rileccavo e gli sputavo sopra. Allargavo con le dita il buchino e la saliva entrava tutta dentro. Infilavo e rinfilavo le mie dita dentro di lui fino a spanare quel buchino voglioso e caldo.
A quel punto ero infoiato a tal punto che presi il mio cazzo e glielo iniziai a infilare dentro. Con pazienza e altra saliva riuscii a ficcarlo dentro mentre lui allargava le natiche con le sue mani per accoglierlo al meglio. Pensavo si facesse male, invece godeva e forse era anche abituato a prenderlo di dietro.
Mentre ero dentro di lui gli baciavo le spalle e il collo da dietro.
Lo abbracciavo e lo scopavo, sentivo il calore del suo corpo e il suo profumo. Lui respirava con la bocca e mugolava allo stesso tempo tenendo gli occhietti chiusi immersi nel piacere della carne. Aumentai il ritmo della scopata.
Gli stantuffi erano potenti e tutto il mio cazzo era ormai dentro il suo culetto in fiamme. Sentivo il mio cazzo avvolto dal piacere e risucchiato dentro quella caverna stretta ma goduriosa.
Anche lui iniziò a muoversi verso di me e, mentre io lo infilzavo, lui con il bacino mi offriva il suo culetto con movimenti sincroni ai miei. Scopavamo all’unisono. Eravamo un tutt’uno. Gli chiesi se preferiva che gli venissi dentro o in faccia. Lui preferì la seconda opzione dal momento che ero senza condom. A poco a poco mi staccai da lui. Intanto si era voltato e si masturbava. Aveva un cazzo normale e scuro, come quello degli arabi.
Lo presi in bocca e gli leccai le palle. A quel punto venne anche a lui il desiderio di prendere il mio in bocca. E così senza dire nulla ci posizionammo in un bel 69.
Lui mi masturbava e mi succhiava il cazzo che intanto era di nuovo in tiro, dopo aver lasciato il suo culetto. Anch’io mi lavoravo per bene il suo cazzo e succhiavo le sue palle gonfie. Poi presi a penetrare il suo culetto con un dito e lui si infoiò di più, succhiando il mio cazzo con più vigore e facendolo entrare nella sua gola. Con una mano gli premevo la testa sul mio cazzo dandogli il ritmo che più mi piaceva. Iniziò a stantuffare la sua bocca in modo sublime e non potei resistere a lungo…. Gli venni un po’ in bocca e un po’ in faccia.
Lui mi sorrise con quel sorriso radioso che mi aveva già conquistato. A quel punto anche lui si masturbò e con dei potenti colpi di polso se ne venne sul suo torace.
Gli spalmai la sborra mia e sua ovunque… rilassandoci e ridendo mentre ci si baciava e coccolava.
Sullo sfondo avevamo la grande finestra a parete con le tende aperte da cui si vedevano le luci fioche del porto…. Lui aveva dimenticato a chiuderla, ma apprezzammo entrambi il romanticismo di quel panorama notturno.
Le emozioni c’erano ma non sto qui a descriverle perché ciò che voglio raccontare è un’avventura non prevista e quindi più emozionante delle altre. Difatti è quella che ho più viva nella mente.
Già dalle prime sere avevo notato che, dopo essere tornato dal deserto dove andavo a lavorare, non appena finivo la doccia e mi mettevo a guardare un po’ di tv prima di scendere al ristorante, bussavano alla porta della mia stanza.
Si trattava di camerieri che venivano a controllare ed eventualmente ad integrare il servizio effettuato dai loro sottoposti durante la giornata e in mia assenza. Era un cinque stelle per cui il servizio era al top.
Difatti qualcuno mi portava le pantofole, mi chiudeva le tende, integrava le bottiglie di acqua e così via… stavano meno di cinque minuti. Erano tutti orientali o indiani e non mi piacevano tanto… difatti a volte non aprivo neppure quando sentivo bussare.
Una sera…
Dallo spioncino della porta vidi un bel tipo, piccolino di statura, magro, con un pizzetto ben curato, capelli gellati e un bel sorriso che formava due graziose fossette sulle guance. Era scuro di carnagione, difatti scoprirò di lì a poco che era egiziano. Lo feci entrare…
Dopo i convenevoli e avermi rassicurato che sarebbe stato in camera mia solo 5 minuti, iniziò a parlarmi di sé, dei suoi trascorsi in Egitto con altri italiani. Era molto simpatico nei suoi modi, mi raccontò di strani aneddoti accadutigli a Sharm mentre lavorava. Lo ascoltai volentieri e ridendo alle sue battute un po’ infantili.
Quando ebbe finito di lavorare, gli chiesi di avvicinarsi a me… gli presi il viso dal mento con la mia mano destra e lo avvicinai al mio. Poi dopo averlo guardato negli occhi lo baciai sulle labbra dal colore rosso intenso.
Lui sembrò apprezzare, mi sorrise e i suoi occhi brillavano ancora di più. Lo abbracciai teneramente. La sua parlantina cessò e ricambiò il mio abbraccio tenendomi stretto a lui. Lo baciai sul collo e dietro l’orecchio sinistro. Lui sospirò. Lo ribaciai sulle labbra succhiandole un po’ e poi in bocca con passionalità. Lui rispondeva bene ai miei impeti e sembrò contento della situazione imprevista.
Mentre lo abbracciavo e baciavo, gli alzai la camicia della divisa facendola uscire dai pantaloni e passavo le mie mani sulla sua schiena accarezzandola dolcemente. Era calda e liscia. Sentivo la curvatura delle spalle fino al bacino. Poi andai più giù a cercare il suo culetto attraverso i pantaloni e i boxer mentre ormai ci si baciava con passionalità come tra due amanti di vecchia data.
Il ragazzo slacciò la cintura e fece cadere i pantaloni.
Le mie mani poterono così arrivare a quel culetto prorompente che volevo fare mio ad ogni costo. Lo palpai prima delicatamente e poi con vigore. Lo prendevo a schiaffi, lo allargavo cercando il suo buchino… gli tolsi la camicia… mi spogliai anch’io.
Ci distendemmo sul letto, dopo aver diminuito le luci. Continuammo a baciarci e a coccolarci, ma poi ripresi a toccargli quel culetto piccolo, glabro e muscoloso. Lui si girò dandomi mano libera per prendere il suo bel culo. Lo baciai e lo mordicchiai tutto. Gli davo schiaffetti prima leggeri e poi più intensi.
Lo leccai, e lui iniziò a miagolare come un gattino. Lo leccai con impeto e allargando le natiche, penetravo la lingua dentro lo sfintere al massimo. Lui teneva gli occhi chiusi dal piacere. Lasciavo una pozzetta della mia saliva per poi cospargerla con le dita attorno al suo buchino a forma di rosa.
Iniziai a penetrarlo prima con un dito e poi con due. Poi usai entrambi i pollici. Lo rileccavo e gli sputavo sopra. Allargavo con le dita il buchino e la saliva entrava tutta dentro. Infilavo e rinfilavo le mie dita dentro di lui fino a spanare quel buchino voglioso e caldo.
A quel punto ero infoiato a tal punto che presi il mio cazzo e glielo iniziai a infilare dentro. Con pazienza e altra saliva riuscii a ficcarlo dentro mentre lui allargava le natiche con le sue mani per accoglierlo al meglio. Pensavo si facesse male, invece godeva e forse era anche abituato a prenderlo di dietro.
Mentre ero dentro di lui gli baciavo le spalle e il collo da dietro.
Lo abbracciavo e lo scopavo, sentivo il calore del suo corpo e il suo profumo. Lui respirava con la bocca e mugolava allo stesso tempo tenendo gli occhietti chiusi immersi nel piacere della carne. Aumentai il ritmo della scopata.
Gli stantuffi erano potenti e tutto il mio cazzo era ormai dentro il suo culetto in fiamme. Sentivo il mio cazzo avvolto dal piacere e risucchiato dentro quella caverna stretta ma goduriosa.
Anche lui iniziò a muoversi verso di me e, mentre io lo infilzavo, lui con il bacino mi offriva il suo culetto con movimenti sincroni ai miei. Scopavamo all’unisono. Eravamo un tutt’uno. Gli chiesi se preferiva che gli venissi dentro o in faccia. Lui preferì la seconda opzione dal momento che ero senza condom. A poco a poco mi staccai da lui. Intanto si era voltato e si masturbava. Aveva un cazzo normale e scuro, come quello degli arabi.
Lo presi in bocca e gli leccai le palle. A quel punto venne anche a lui il desiderio di prendere il mio in bocca. E così senza dire nulla ci posizionammo in un bel 69.
Lui mi masturbava e mi succhiava il cazzo che intanto era di nuovo in tiro, dopo aver lasciato il suo culetto. Anch’io mi lavoravo per bene il suo cazzo e succhiavo le sue palle gonfie. Poi presi a penetrare il suo culetto con un dito e lui si infoiò di più, succhiando il mio cazzo con più vigore e facendolo entrare nella sua gola. Con una mano gli premevo la testa sul mio cazzo dandogli il ritmo che più mi piaceva. Iniziò a stantuffare la sua bocca in modo sublime e non potei resistere a lungo…. Gli venni un po’ in bocca e un po’ in faccia.
Lui mi sorrise con quel sorriso radioso che mi aveva già conquistato. A quel punto anche lui si masturbò e con dei potenti colpi di polso se ne venne sul suo torace.
Gli spalmai la sborra mia e sua ovunque… rilassandoci e ridendo mentre ci si baciava e coccolava.
Sullo sfondo avevamo la grande finestra a parete con le tende aperte da cui si vedevano le luci fioche del porto…. Lui aveva dimenticato a chiuderla, ma apprezzammo entrambi il romanticismo di quel panorama notturno.
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