Alla mamma non far sapere quanto è bello un cazzo nella fica e l'alto nel sedere

di
genere
incesti

Il momento più bello della giornata è quando lasci il lavoro e torni a casa. Credo lo sia per tutti, ma per me, forse, lo è ancora di più, visto i tre impertinenti monellacci che mi aspettano a casa. Sono i miei 3 figli. Mi chiamo Rachele è sono… sono stata una moglie integerrima fino allo scorso anno, anzi più che integerrima. Certo, anch’io mi sono concessa qualche pensiero impudico, ma non ho mai cercato seriamente di tradire mio marito, nonostante che, dal punto di vista sessuale, sia la persona più noiosa e scontata di questo mondo. Pensate: non mi ha mai leccato la fica, non mi ha mai chiesto di succhiarglielo, non ha mai accennato a volermi fare il culo. Insomma: 1) Spogliarsi 2) Stendersi 3) Su e Giù 4) Dormire.
E, nonostante tutto, sono restata fedele e insoddisfatta!
Fino all’anno scorso.
Mio marito era partito per una delle sue consuete trasferte di lavoro e Mirko e Giovanni, i miei due figli minori di 20 e 19 anni, erano invitati ad un compleanno. Eravamo soli in casa, io e Federico, il maggiore di 22 anni.. a proposito io ne ho 45, portati proprio bene, inutile fare la modesta. Dunque, eravamo io e mio figlio, una serata che poteva essere deprimente. Invece, Fede propone di sgranocchiare qualcosa e aprire una bottiglia, mentre giochiamo a carte. Sai che festa! Cominciamo a giocare a scopa, l’unico che io conosca, la carta va e viene, si vince e si perde.
“Mamma, che ne ici di dare un tocco di piccante?”
“Cioè?”
“Facciamo che ad ogni punto dell’avversario togliamo qualcosa!”
Viva l’originalità… Però, qualcosa dovevamo pur fare per rendere la partita interessante e, visto che ho insegnato ai miei figli che non si gioca d’azzardo, poteva essere un’idea, considerato anche il fatto che era già capitato che lui mi vedesse in mutandine e reggiseno ed io li vedevo tutti e tre con i soli boxer addosso.
Ma il fato sembra che giocasse con lui e da quel momento è stat una serie di punti a suo favore, mentre io arrancavo. Risultato: dopo poche mani lui aveva vinto ed io ero in mutande e reggiseno.
“Voglio la rivincita!”
“A disposizione!”
faccio per rivestirmi, ma lui mi blocca.
“Troppo comodo ripartire alla pari dopo che io ho vinto la prima!”
“E cosa vuoi che faccia?”
“Decidi tu cosa vuoi puntare!”
Ci penso, mi passa per la testa anche l’idea di mettere sul piatto 10 euro, ma sarebbe significato negare i principi affermati fino ad allora.
“Cosa posso puntare?”
“Visto che siamo soli, puoi anche giocarti l’intimo!”
“Vuoi spogliarmi? Sei scemo?”
“Non ci vedo nulla di male…”
Borbotto qualcosa, indecisa. Ma non ho nessuna voglia di dargli partita vinta.
“D’accordo! Ma il reggiseno vale 4 punti e la mutandina 7!”
“In altre parole devo vincere per spogliarti: mi pare giusto, altrimenti finiremmo la partita, prima di arrivare a 11!”
“Stai attento, che vale anche per te! Se vinco io, quello che hai indosso non basterà a pagare 11 punti e dovrai togliere anche gli slip!”
“Veramente mi mancano i punti del reggiseno. Ma va bene comunque, ma non si bara!”
“In che senso?”
“Che i patti si rispettano!”
“Li ho sempre rispettati!”
La carta è proprio puttana: in due mani, dico in due mani mi ha toto di dosso tutto, proprio tutto. Ero completamente nuda davanti a lui, che mi mangiava letteralmente con gli occhi.
“Quanto devo rimanere così? Posso rivestirmi?”
“Se non vuoi più giocare…”
“Non saprei cosa scommettere.”
“Io sì!”
Lo guardo per cercare di decifrare delle intenzioni che per me sono anche troppo chiare.
“Non puoi dire sul serio!”
“Dici?”
“Credo che siamo andati già oltre…”
“Siamo soli e stiamo giocando a scopa! E tu hai perso due partite.”
Vuole provocarmi sull’orgoglio ed io sono sensibile a quel tasto.
“E se tornano i tuoi fratelli e ci trovano così?”
“Sono le 9 di sera: ne avranno almeno per un paio d’ore ancora, anche 4!”
“Stavolta ti massacro!”
“Forse! Ma, se non mi massacri, ti scopo!”
“Sai che affare: una vecchietta!”
“… che, a dirla tutta, sogno di scopare da sempre.”
Avvampo, ma mi sento lusingata ed ho proprio voglia di giocarmela e magari perdere. Ma l’orgoglio mi fa giocare al meglio e vinco: anche lui è nudo ed è messo proprio bene. Che cazzo mi sta succedendo? Mi sto bagnando tutta e lui potrebbe accorgersene.
“Ok! Rivestiamoci”
“Siamo due a uno. Ancora una e pareggi!”
Non ci penso neanche e mescolo le carte. Vince lui e tutto quello che riesco a provare è gioia. Senza parlare, mi piego e gli prendo il cazzo in bocca, ma lo lascio dopo un attimo.
“Il secondo cazzo della mia vita: finora ho conosciuto solo quello di tuo padre!
Mi guarda incredulo e scuote la testa, poi si lascia sfuggire un piccolo grido di dolore.
“Mi hai fatto male coi denti!”
“Scusami, tesoro! Ma è il mio primo pompino: tuo padre prova ribrezzo per quelle che chiama pratiche innaturali!”
Ora il suo sguardo è allibito.
“Non hai mai fatto un pompino?”
Scuoto la testa.
“E non dirmi che non l’hai mai presa nel culo?”
Assumo una faccia sinceramente scandalizzata.
“Naturalmente, no!”
“Devi recuperare tanto, mamma. Ma ti aiuteremo. Ora, ricominciamo dal pompino!
Ha un cazzo poderoso, grosso e solcato da tante vene in rilievo, con un buon profumo… ora so di dover stare attenta coi denti, per il resto mi lascio guidare dall’istinto. Pare che sia una buona guida, perché Fede ora dimostra di gradire. Con gli occhi chiusi e l’aria sognante, continua ripetere
“Così, mamma! Brava! Hai una bocca meravigliosa.!”
Mi lascia lavorare qualche minuti, poi si porta dietro di me, un ginocchio a terra e l’altra gamba piegata… io aspetto solo di sentire il mio secondo cazzo nella fica e lo aspetto come un meritato traguardo. Lo sento entrare lentamente, mentre le sue mani si avvinghiano ai miei fianchi. Si muove lentamente, con movimenti studiati ed io mi rendo conto di non aver mai goduto veramente del sesso. Non ho voglia di trattenermi e non mi trattengo: urlo il mio piacere come se non ci fosse un domani, tanto la nostra casa è abbastanza isolata e nessuno dei vicini può sentirmi. Sarebbe un problema, visto che in oltre vent’anni non hanno mai sentito gemiti di piacere e tanto meno sentirmi autodefinirmi troia. Sto godendo, ora so cosa significa: il mio corpo si muove ad assecondare il ritmo di mio figlio. A terra, sotto di noi, si sta lentamente formando una pozza di umori che, probabilmente, non avevo prodotto in 20 anni di scopate con mio marito. Le mani di mio figlio, ora, si aggrappano ai miei seni, li strapazzano, li tormentano. Massacra i miei capezzoli. Mentre mi dice che sono una puttana, una meravigliosa puttana e che non ha mai scopato una donna bella come me. Non so se credergli, ma non mi interessa neanche: so che il suo cazzo mi piace e so già che è solo la prima volta, se lui vorrà- affonda i colpi, sempre più veloci e violenti, prima di irrigidirsi ed io capisco che sta per venire. Il ciclo mi è appena passato e non faccio nulla per fermarlo: lascio che sputi verso il mio utero tutta la sborra che può. Poi si alza, mi si para davanti: capisco che vuole che glielo pulisca. Per un attimo provo ribrezzo, ma è solo un attimo: lo prendo in bocca e sento il sapore della sua sborra misto a quello dei miei umori. Un cocktail che mi piace: lo pulisco affondo, facendo scivolare la lingua lungo tutta l’asta e anche sullo scroto, bagnato dai miei umori.

Ci rivestiamo, lentamente, mentre lui continua a baciarmi in ogni punto gli capito a portata. Per un istante penso di aver commesso un grandissimo errore, ma poi interrogo la mia fica e mi risponde che vuole solo ricominciare. Allora lo prendo per la testa e lo bacio: lui capisce e si spoglia di nuovo. Il cazzo è già eretto e mi aspetta: mi spoglio anch’io!
di
scritto il
2022-03-08
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