Un mondo come piace a me -10-
di
LanA
genere
esibizionismo
Quando ho finito con loro” concluse Laura “mi sono voluti 20 minuti per rimettermi a posto”.
Elena era davvero compiaciuta per quella chiacchierata amichevole, lavorava in quel negozio da un paio di anni, era l’unica dipendente e con Laura si era instaurato un rapporto di amicizia, ovviamente con la dovuta deferenza, era pur sempre il capo.
Elena la salutò e uscì dal negozio.
Quell’intensa giornata di lavoro le fece sopire un po’ il fuoco che sentiva fra le gambe, ma il racconto delle vicende di Laura in magazzino aveva buttato benzina su quelle fiamme e adesso era tornata punto e a capo.
Meno male che aveva previsto per sé stessa una seratina molto piccante.
Fermò un taxi “mi porti alla Marisana in via Trevi” disse al tassista mentre si accomodava sul sedile di fianco al guidatore.
Il quartiere Marisana era conosciuto come zona malfamata della città, ci si poteva trovare tutto ciò che altrove era illegale.
Via Trevi era la strada principale del quartiere, dove la mafia Russa e Africana si contendevano il territorio vendendo droghe di ogni tipo.
In questo viale si trovava anche il Gran Dormitorio.
Elena si sentì fissata, si girò verso il tassista e notò che le stava leggendo il tesserino
“Hei, guardi anche la strada ogni tanto” lo apostrofò Elena.
Il tassista alzò gli occhi ad incrociare lo sguardo di Elena poi guardò la strada come suggeritogli dalla sua cliente.
“Non si preoccupi signora” rispose il tassista con voce scherzosa “conosco bene questa strada, le assicuro che non c'è niente di bello da guardare”.
Elena apprezzò la battuta, accennando un sorriso, poi abbassò lo sguardo sul tesserino “simpatico il tassinaro” pensò, “peccato che sia gay.
Oggi non ne va proprio una dritta”.
“Signorina, Posso farle una domanda?” chiese il tassista con circospezione
“A guardarla non si direbbe che lei abiti in quel quartiere, sta andando a Marisana per cercare avventure?”
“Eh già” rispose Elena.
Gli raccontò in breve delle due settimane di astinenza e le vicende erotiche inconcludenti di quella giornata
“…ed ora capisce perché mi sento il basso ventre in fiamme” continuò Elena “ho bisogno di avere la figa strapazzata fino a quando non mi reggo più in piedi.
Il tassista era stato ad ascoltare in silenzio e, quando Elena ebbe terminato, lasciò trascorrere ancora qualche secondo mentre elaborava il racconto della sua cliente
“Ho trovato divertente la parte della lesbica sulla panchina, che ha vomitato il mondo proprio sul più bello”.
“Non me ne parli” ribatté Elena, “ci sapeva proprio fare con la lingua, se avesse resistito ancora qualche secondo le avrei squirtato un torrente in faccia.”
CONTINUA ...
Elena era davvero compiaciuta per quella chiacchierata amichevole, lavorava in quel negozio da un paio di anni, era l’unica dipendente e con Laura si era instaurato un rapporto di amicizia, ovviamente con la dovuta deferenza, era pur sempre il capo.
Elena la salutò e uscì dal negozio.
Quell’intensa giornata di lavoro le fece sopire un po’ il fuoco che sentiva fra le gambe, ma il racconto delle vicende di Laura in magazzino aveva buttato benzina su quelle fiamme e adesso era tornata punto e a capo.
Meno male che aveva previsto per sé stessa una seratina molto piccante.
Fermò un taxi “mi porti alla Marisana in via Trevi” disse al tassista mentre si accomodava sul sedile di fianco al guidatore.
Il quartiere Marisana era conosciuto come zona malfamata della città, ci si poteva trovare tutto ciò che altrove era illegale.
Via Trevi era la strada principale del quartiere, dove la mafia Russa e Africana si contendevano il territorio vendendo droghe di ogni tipo.
In questo viale si trovava anche il Gran Dormitorio.
Elena si sentì fissata, si girò verso il tassista e notò che le stava leggendo il tesserino
“Hei, guardi anche la strada ogni tanto” lo apostrofò Elena.
Il tassista alzò gli occhi ad incrociare lo sguardo di Elena poi guardò la strada come suggeritogli dalla sua cliente.
“Non si preoccupi signora” rispose il tassista con voce scherzosa “conosco bene questa strada, le assicuro che non c'è niente di bello da guardare”.
Elena apprezzò la battuta, accennando un sorriso, poi abbassò lo sguardo sul tesserino “simpatico il tassinaro” pensò, “peccato che sia gay.
Oggi non ne va proprio una dritta”.
“Signorina, Posso farle una domanda?” chiese il tassista con circospezione
“A guardarla non si direbbe che lei abiti in quel quartiere, sta andando a Marisana per cercare avventure?”
“Eh già” rispose Elena.
Gli raccontò in breve delle due settimane di astinenza e le vicende erotiche inconcludenti di quella giornata
“…ed ora capisce perché mi sento il basso ventre in fiamme” continuò Elena “ho bisogno di avere la figa strapazzata fino a quando non mi reggo più in piedi.
Il tassista era stato ad ascoltare in silenzio e, quando Elena ebbe terminato, lasciò trascorrere ancora qualche secondo mentre elaborava il racconto della sua cliente
“Ho trovato divertente la parte della lesbica sulla panchina, che ha vomitato il mondo proprio sul più bello”.
“Non me ne parli” ribatté Elena, “ci sapeva proprio fare con la lingua, se avesse resistito ancora qualche secondo le avrei squirtato un torrente in faccia.”
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