Dario e Marta

di
genere
etero

DARIO E MARTA

Marta osserva Marta nudo davanti a sé. Sembra ieri che lo accudiva in fasce, gli preparava da mangiare, gli cambiava i pannolini. Chi lo andava a sapere che, una volta raggiunto la maggior età, si sarebbe trovata in quella situazione.
Lei era stata la sua balia fino all’età di dodici anni. Poi, altri impegni, altri bambini, l’avevano condotta lontana da quella casa.
Dario, ora ha diciotto anni. L’ha cercata lui. L’ha trovata in un paese vicino, ritirata dal mestiere di balia e babysitter, ora nel ruolo di maestra in una scuola elementare. L’aveva conosciuta che aveva venticinque anni. Ora ne aveva quaranta tre di anni ma, a parte qualche piccola ruga attorno agli occhi, non era cambiata poi di molto. Capelli castani tagliati corti, occhi di un intenso color lavanda, fisico pieno e sodo.
Quando si erano salutati per l’ultima volta, Dario l’aveva guardata solennemente negli occhi e le aveva detto “Quando sarò più grande dormirò con te”
Marta aveva sorriso, fraintendendo, o volendo fraintendere quella frase dalla bocca di un ragazzino. Aveva riso e si erano salutati con un abbraccio e una promessa di rivedersi. Promessa che rimase nell’aria e poi svanì negli anni a venire.
Nel frattempo, Dario era cresciuto, aveva finito da poco il liceo e se n’era andato nella grande città ad iscriversi all’Università. E fu in quell’attimo, mentre usciva dall’Università, che la vide, mentre scortava una fila di bambini lungo il marciapiede del lato opposto. Uguale. E lì, i suoi desideri di bambino riaffiorarono con una gioia colma e una strana sensazione al basso ventre.
L’ha seguita fino alla scuola elementare di via S. e si presentò a lei “Marta, ciao, ti ricordi di me?”
Lei si era voltata con il sopracciglio inarcato. Dapprima confusa,poi con un sorriso più disteso, allargò le braccia e salutò Dario “MA sei proprio tu?” premendo più del necessario e, avvertendo attraverso il tessuto dei pantaloni di lui, il rigonfiamento in esso. Lei sembrò non darci peso, si discostò e lo guardò raggiante “Ma guardati, come sei cresciuto”
“Maestra elementare” sorrise lui
“Cosa ti ha portato qui?”
“Mi sono iscritto in Università. Ingegneria”
“Ma che bravo” fece ammirata Marta
“Ti ho vista e ti ho seguita fino a qui. Spero non sembri uno stalker”
“Ma va! Io stacco tra dieci minuti. Ci facciamo un caffè?”
E via per il caffè. Parlarono molto, di quello che era successo loro in quegli anni rimasti lontani. Marta si era sposata e aveva divorziato, un matrimonio durato cinque anni. Un figlio solo che ora era con il padre giù a Genova “Single” rise “E tu? Fidanzate?”
“No”
“No? Eppure sei un bel ragazzo”
E Dario si sentì arrossire “Sai, per molti anni mi sono illuso che un giorno…” la guardò, quasi sfidandola “Da quella stupida promessa di bambino”
“Non direi stupida”
“Ero un bambino”
“E ora sei un giovane adulto. I tuoi pensieri sono rimasti tali?”
“Voglio ancora dormire con te” guance arrossate, occhi luccicanti.
Marta seria, lo osserva bene. Poi, piano, allunga una mano e intreccia le dita con quelle di lui “Allora, se non hai impegni irrinunciabili, io abito poco distante da qui”

Una volta entrato nell’appartamento di Marta, cominciarono a baciarsi, a toccarsi, a spogliarsi. Si spostarono fino in bagno, dove lei rimase in intimo e lui completamente nudo. Marta, ferma a fissare il ragazzo, ad ammirare il fisico adolescente ben formato e..
L’apparato genitale è ben sviluppato e funzionante. Dritto come l’asta di una bandiera. Lei gli si fece contro e premette il proprio corpo quasi nudo contro il suo. Baci passionali e il sesso di lui che sfrega e preme. Lui vuole. Lei glielo afferra e comincia a strofinarglielo “Sei vergine?”
“Sì”
“Oh, bene” glielo stringe e comincia a masturbarlo mentre preme per baciarlo “se senti che stai per venire, dimmelo e trattieniti” lui obbedisce e lei si inginocchia e glielo prende in bocca tutto, assaggiandolo, assaporandolo e ingoiando il suo sperma. A Dario sembra che stia succhiando un calippo
Lei si rialza, si slaccia il reggiseno e si sfila le mutandine. Rimane nuda, con Dario stupito di fronte a quelle forme perfette. Lei lo prende per mano e lo conduce fino in camera da letto. Lo fa scivolare sulla trapunta e si mette a cavalcioni su di lui. Incomincia a muoversi come se stesse cavalcando una giumenta. Il cazzo di Dario diventa duro all’istante “Però, recuperi in fretta” lui si afferra alle grosse tette di lei e la incitò a continuare. Il cazzo gonfio dentro di lei, mandavi segnali inequivocabili al suo cervello “Non trattenerti. Sborrami dentro”
“Ma, se lo faccio..”
“Non rimarrò incinta, fidati”
Lui si fidò ed esplose dentro di lei. Marta lanciò un ululato da orgasmo che fece tremare i vetri delle finestre.
Alcuni minuti dopo, abbracciati gli uni agli altri, Marta con la mano afferrò il cazzo di lui e cominciò ad accarezzarlo “Mi piace con te” disse lui “Si potrà rifare?”
“Tutte le volte che vorrai” lo baciò mentre, con la mano massaggiava l’asta ingrossata e, con l’unghia, fece un movimento circolare sulla testa scoperta.
“Diavolo” lei si abbassa nuovamente e ingoia per intero. Si sente soffocare da quell’ingombrante presenza in bocca ma, continua e non smette fino a che lui non esplode ancora una volta. Lei, si sforzò di ingoiare tutto anche se, qualcosa schizzò oltre. Soddisfatta, senza nemmeno nettarsi completamente, strusciò sul corpo nudo ed esausto di lui, fino alla sua bocca “Baciami”
E Dario non si tirò indietro, baciando le sue labbra gonfie di passioni e della sua sborra. “God” disse lui
“Però, devo dire che sei bello tonico anche con la terza scopata. Quante masturbate ti sei fatto chiuso in bagno?”
“Parecchie” rispose lui
“Allora adesso” fece lei abbracciandolo “Realizziamo il tuo desiderio. Dormiamo insieme”
“Che ne dici se stasera usciamo a cena? Conosco un posticino carino sul lungo fiume”
“E poi?”
“E poi torniamo qui e dormiamo ancora insieme”
“Non è una cattiva idea”

E così fecero..

FINE



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scritto il
2022-06-09
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