Eros & thanathos

di
genere
pulp

I-Eros e Thanatos.

((per questo racconto mi sono ispirato ad un altro racconto che trattava dello stesso argomento.. Sorry, non ricordo il titolo))

Sessant’anni, fisico perfetto da cinquantenne. Uomo di successo con un certo reddito. Piaci alle donne, sembri Sean Connery con quei baffoni ancora scuri che ti incorniciano la bocca. A differenza sua però, hai ancora tutti i capelli.
Manlio Draghini, fisico atletico e sguardo magnetico. Le donne impazziscono per te. E tu le fai impazzire quando ci fai sesso. Sarà il tuo sguardo?
Delia, la tua segretaria, trent’anni meno di te. Le scegli giovani, ti piacciono piene, vogliose. Sai che, in breve, una frase buttata lì, qualche lusinga, un tocco quasi noncurante e lei, lei si scioglie e si concede.
Come è successo per Roberta, la bionda con le gambe che sembrava un trampoliere e delle tette da far invidia a Carmen Russo.
Tu seduto alla scrivania e lei che entrava con il vassoio del caffè. Tu che ti offrivi per prenderle la tazzina ma, che distrattamente, la tazzina urtava e oscillava, facendo cadere qualche goccia addosso a te. Sui calzoni. E lei, con la lingua che passava lentamente sulle labbra, che si chinava, ti abbassava la zip ed estraeva il tuo membro, turgido e voglioso. E tu nulla, aspettavi che quelle labbra avvolgessero la punta, per poi scendere verso il basso. E pompava, pompava, pompava. Lei succhiava tutto, qualche goccia la teneva per il caffè. Estrema. Tu sorridevi, ti piaceva quella variante. Lei lo beveva e poi si allontanava, lasciandoti lì, con il cazzo ancora umido che pendeva dalla patta dei pantaloni
Roberta, la pompinara, era rimasta con te tre mesi. Ti rammarichi di non essertela mai scopata.
E ora hai Delia, giovane, fresca, piena e morbida. A lei non piacciono le pompate ma, di farsi scopare negli sgabuzzini quello sì. Delia è durata cinque mesi. E’ così che fai Manlio, ti innamori quel giusto, poi lo cambi come un calzino troppo usato. Il sesso ti appaga. Sei stato sposato due volte e per due volte hai divorziato. Hai una figlia dal primo matrimonio e un figlio dal secondo. La figlia Jessica, ha tagliato ogni ponte con te e se n’è andata via, all’estero, con la madre. Il figlio Federico, è ancora lì, che ti bazzica intorno e ti cerca solo quando ha bisogno di soldi.
Tu lo incontri, pranzo frugale, lui ti parla dei suoi progetti, delle sue idee. Sempre buchi nell’acqua, cattedrali nel deserto. Tu gli dai il contentino, quel poco che gli serve per bucarsi il portafoglio. I soldi non sono un problema per te: hai investito abbastanza in Borsa per vivere agiatamente. E poi ci sono i tuoi vizi, donne conosciute nei bar, di una certa classe, desiderose di sesso gratuito senza impegno. Anche se sposato e con prole, non puoi dire di esserti mai innamorato veramente. Matrimonio? Avventatezza. La prole? Incidenti di percorso.
Poi è arrivata lei, Veronica. Una bellezza mozzafiato, trenta cinque anni, di classe anche quando faceva i pompini. Veronica, donna manager di successo, raffinata, bombata al punto giusto.
State insieme da sei mesi. Mai durata così tanta una donna. Pensavi di sposarti ancora, la terza volta. Niente figli questa volta.
La chiami per un brunch ma lei si fa negare. E’ già la quarta volta in una settimana. Ti fai seghe mentali, ti chiedi se si sta stancando di te. Ha un altro? La puttana si vede con qualcun altro?
Mezzogiorno. La stronza della moglie..ex moglie numero due, che si fa viva per ricordarti di pagare puntuale gli alimenti. = Sì, sì, ma fatti inculare da un toro =
Parlando di parassiti. Il figlio che lo vuole incontrare.
All’una in un bar del centro. Lui blablabla su un affare che ha per le mani e che gli farà fruttare fior fiore di quattrini. Tu, che neanche al dessert e ci hai già in mano l’assegno con il contentino =Donne, no?=
Lui si stringe nelle spalle =Mi vedo con una=
=E tua madre?=
=Si vede con uno=
Almeno qualcuno che se la sbatte è rimasto. Se lo sposasse che così non mi spreme più i coglioni con gli alimenti. E lui, il dannato parassita, chi cazzo si sta scopando?
=Pensavo ad un tatuaggio= dice il parassito =Vicino al culo. Non so, due ali angeliche= si stringe nelle spalle
Cazzo te ne frega. Guardi l’orologio. Devi chiamare Veronica.

Veronica che si fa negare un’altra volta. Puttana, scommetto che si vede con un altro. Diventi geloso, ossessivo, le seghe mentali sono circolari che abbattono foreste.
Decide di seguirla. Eccola che esce, sale su una Porshe bianca, la sua. Come nei film, tre auto dietro, ad inseguirla per la via della città. Si ferma in una case fuori città, la stessa che avete usato in più di un’occasione durante le vostre scopate animalesche. =Puttana=
Dieci minuti dopo arriva un’auto scura e parcheggia sotto un albero. Non vede chi ma capisce che è un uomo giovane. =Maledetta= apre il cassetto nel cruscotto, dentro c’è un coltello, lama spessa tre dita, lungo una spanna. Ideale per tagliare la carne.
Esce dall’auto, in testa mille pensieri. Entra, il cancello è socchiuso, sale le scale. Li senti i loro ansimi animaleschi. Si ferma quell’attimo per sbirciare. Vede l’uomo girato di spalle, nudo, con il culo che va su e giù. E lei, come una cagna, che sta godendo.
Non ci vedi più. Il tuo cervello va’ in black out. In un attimo, il coltello tra le mani, sei dietro l’uomo e lo colpisci alla schiena. Lui ha un sussulto, mentre il sangue ti schizza addosso. E poi lo colpisci due, tre, quattro volte. E i versi animaleschi di lei diventano urla di paura e terrore. E tu, sguardo da folle, con il coltello che gronda sangue, lo sguardo di un cazzo di psicopatico, che ridi sguaiato, mentre lei continua ad urlare, con le gambe ancora aperte e umide dello sperma del bastardo =Tu sei solo mia = urli. E poi la lama le recide la gola, i seni e giù in profondità. Ma non capisci perché lei stia urlando il nome di Federico.
E poi…
Poi, guardi verso l’uomo nudo insanguinato e vedi il tatuaggio di due ali angeliche vicino al culo. Lo giri e…

“Come si chiama il paziente?” chiede il dottor Samael osservandolo dallo spioncino
“Manlio Draghini” risponde la sua assistente “Ha sorpreso la sua amante con il figlio”
“Porco cazzo”
“Ma lo ha scoperto dopo che era il figlio”
“Ripeto: porco cazzo”

Manlio con la camicia di forza. Ride. Niente più alimenti. Niente più parassiti. Ride..
di
scritto il
2022-07-01
9 8 2
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

I giorni della settimana

racconto sucessivo

Baciami
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.