Elsa, ancora Elsa
di
Th3w4y
genere
etero
Guardo il telefono … ore 22:12 … basta lavoro, ma la mattinata era volata con Elsa e recuperare era doveroso. Apro il frigo, prendo l’acqua e la verso nel bicchiere. In breve ecco la condensa e sorrido perché rievoca l’inizio pazzesco della giornata (vedi “Gocce”, “Gocce … di Elsa” e “Gocce…in doccia”). E avrei saltato ancora il balcone per tornare da lei. Non l’avrei mai detto che quella sessantenne mi avrebbe riempito la testa per tutta la giornata. La sua carica di eros, il nuovo, la naturale complicità. Se continuavo con quei pensieri sarei finito a masturbarmi…piano Andrea, chissà domani …
Mi accomodo sul divano accendo il decoder e cerco un film. Sento un ticchettio , abbasso il volume resto in ascolto. Di nuovo quel ticchettio. Mi sembra venga dalla cucina. Mi alzo, mi avvicino al piano cottura, ed eccolo di nuovo. No, viene dalla porta. Guardo dallo spioncino, ma è buio. Apro … Elsa. Stupito riesco a sorridere, mentre lei mette l’indice sulle labbra intimandomi il silenzio. Mi spinge dentro. “Moscio dorme già e io ho … sete” Guarda il condizionatore “Per bere lo devi spegnere” e sorride mentre con la mano continua a spingermi verso la parete. Mi faccio bloccare lì. Mi bacia con passione mentre con la mano mi accarezza la patta. Mi sussurra sulle labbra “Ti voglio Andrea, ancora ti voglio”.
Allungo la mano e afferro il telecomando del condizionatore e con un gesto lo spengo. Mollato l’aggeggio la giro e la metto al muro. Ha un vestitino leggero, un completo. La gonna appena sotto le ginocchia, dei bottoncini sino a metà ventre, una cintura che lo stringe in vita. Mi abbasso un po’ le alzo una gamba con una mano, il vestito sale all’anca. Mi appoggio a lei come volessi prenderla senza togliere i pantaloni. La mia patta sfrega sul suo pube. La bacio dietro l’orecchio e facendola fremere. “Andiamo in camera, lì l’aria non è stata accesa”. Mi afferra i capelli tirandomi indietro la testa, mi guarda e mi morde un labbro. Mi fa male. La sollevo e lei si avvinghia con le gambe alla mia vita. La schiaccio al muro, le lecco il collo con la punta della lingua lasciandole una leggere strisciolina di saliva. Quant’è buona la sua pelle. “E se Moscio si sveglia?”. “Tranquillo, fa lei, qualche goccia di sonnifero gliela ho data”
La faccio scendere, e presa per una mano la conduco in camera. Una vola entrato, di lato al letto, mi giro verso di lei. Subito mi sfila la maglia ed inizia a baciarmi il petto. Le sue mani vanno desiderose sulla mia pelle, sugli addominali e poi sul ventre. Ho i brividi di piacere quando scendono ed iniziano ad armeggiare con la cinta. Continuando a baciarmi scende piano, lenta. Piccoli colpi di lingua, baci, lievi morsi. Le unghie che talvolta graffiano, si inginocchia, mi guarda e con gesti lenti apre i pantaloni. Li fa scorrere a terra accarezzandomi le gambe. Li sfila, prima un piede, poi l”altro. Mi bacia il membro che pulsava sotto i boxer attillati. Lo afferra da sopra l’intimo, sorride, mi guarda ancora con quegli occhi scuri, mentre con la mano libera inizia ad aprirsi il vestito. Era già senza reggiseno così sbocciano subito fuori i suoi seni. Ne accarezza uno mentre appoggia il viso sul mio pube. Morde l’elastico dei boxer e lo tira verso di lei. Con la mano da dietro inizia a farli scendere verso il basso. Ora lascia il suo seno e con entrambe mi libera dall’ingombro.
Il mio sesso svetta di fronte a lei. Le appoggio le mani alle spalle, poi le accarezzo i capelli, mentre lei lo scalpella con l’indice ed il pollice della mano destra chiusi ad anello. Inspira assaporando l’odore del mio membro per poi iniziare a leccare il glande con piccoli e lievi colpetti di lingua. La cappella inizia ad essere lucida e a riflettere la poca luce che entra dal soggiorno. Bacia la punta, riappoggia le labbra sul prepuzio e piano, al rallenty lo fa sparire tra di esse. Sento la lingua che gioca col buchino in cima al mio sesso. Lo estrae, lo guarda. Ora lo afferra con tutte le dita della mano mentre con l’altra mi accarezza lo scroto che si irrigidisce. Torna a far sparire nelle labbra il glande tenendo questa volta la lingua sotto di esso. Lo fa uscire ed entrare lentamente. Ad un certo punto allontana la testa, mi guarda e tendono gli occhi su di me lo riavvicina per poi iniziare a far colare saliva su esso, tanta saliva. Sulla cappella, sull’asta. Ne cade a terra e ne mette ancora. Poi inizia a segarmi. Si sente il rumore della mano che con la saliva scivola sul mio cazzo ormai durissimo con il glande gonfio “ohhhhhh …. Siiiii, mettine ancora Elsa”. Continuando a menarmelo piano ne mette ancora, per poi far sparire mezza asta nella sua bocca facendo uscire dai lati ancora tanto del suo liquido. Mi prende le palle le stringe facendomi sentire le unghie. Estrae il mio pene dalla bocca, lo guarda, è intriso della sua saliva. Passa l’indice sopra il prepuzio e poi con la lingua va a raccogliere una gocciolina di presperma che aveva fatto capolino dopo la sua carezza col dito.
Si alza “senti che buon sapore ha il tuo cazzo” e mi bacia passando la sua lingua sulla mia come una lieve carezza. Mi spinge sul letto e si mette a cavalcioni su di me. Raccoglie il vestito sulle anche, senza toglierlo. Sento la sua fica che struscia sul mio membro. Scivola e sento le labbra che lo avvolgo. Era nuda sotto quel vestito leggero e come lei anch’io la volevo avere senza toglierlo. Abbassa la testa sul mio petto ed inizia a leccarmi il sudore. Lo lecca, lo beve, ne è avida.” Sai di buono Andrea” Riesco a mettere una mano nel suo vestito sotto e di lato al seno. È fradicia … spalmo quelle gocce che corrono sul suo corpo. Alza il busto per permettermi di farlo meglio. La seguo col mio e lecco quei seni salati. Geme e mi spinge giù; alza il bacino e viene con la fica verso la mia bocca. La testa sotto il vestito e la sua fica che mi riempie la bocca. Le sue ginocchia ai lati della il testa, solleva e abbassa il bacino con maestria e inizio a scoparla con la lingua. Inclina il busto indietro e con la mano cerca il mio membro. Mi guarda, lo trova e inizia a segarmi. Impazzisco quando sento i suoi umori sulla mia lingua, gli spasmi della sua fica, il suo gemere. Molla la presa dal mio membro, toglie la fica dalla mia bocca, si gira. Lo afferra con la mano passandola dietro alle sue natiche. Lo tiene stretto mentre lo strofina tra le labbra. Bagna il glande dei sui umori e della mia saliva. Scivola in lei, sento la cappella strofinare nelle pareti della sua vulva. Si sistema. Le apro le natiche e godo nel vedere il mio cazzo che entra ed esce da lei. Appoggia le mani dietro di lei, le afferro i polsi. Il busto s”inclina un po’ verso di me e inizia a scoparmi più forte.
Si muove, e gemiamo assieme sussurrando i nostri nomi. Le prendo un seno da dietro. La mano lo raccoglie, lo stringe. Il capezzolo è duro. Lo spingo verso l’alto. Ora Elsa si spinge in avanti e lo fa entrare tutto. Si ferma, dondola un po’. “Mmhhhh come sono brava!” Si guarda allo specchio dell’armadio di fronte a lei. Nelle penombra si guarda mentre fa sparire e ricomparire quel membro duro e gonfio. Sento la fica stringersi su di esso, arrivano gli spasmi, Elsa ora geme forte, sta godendo, butta la testa all’indietro e stringe con forza le lenzuola. Dopo poco fa uscire il mio cazzo, con la mano lo tiene tra le labbra e lo fa scorre tra di esse. Le dita scivolano sotto il glande. È fantastica…fantastica, tanto che arrivo così all’orgasmo “Ohhhhhh”. Cola il mio seme sul suo ventre, sulle labbra della fica, sulle dita. Continua a muoversi sino a tirarmi fuori l’ultima goccia. Anche il suo vestito s’imbratta del mio seme, ma è pure fradicio dei nostri sudori.
Esausti ci sdraiamo uno accanto all’altro. “Scusami se sono entrata così a casa tua stasera, ma hai capito che non mi era bastato stamattina e non mi basterebbe neppure ora, ma devo rincasare”. La bacio. Si alza. Il vestito è impresentabile. Le presto una tuta da lavoro che uso per imbiancare. Abbondante, ma va benissimo per rincasare.
Dallo spioncino guardo che non ci siano luci accese nel vano scale. Libero.
L’occhiolino e velocemente scompare a casa sua.
Mi accomodo sul divano accendo il decoder e cerco un film. Sento un ticchettio , abbasso il volume resto in ascolto. Di nuovo quel ticchettio. Mi sembra venga dalla cucina. Mi alzo, mi avvicino al piano cottura, ed eccolo di nuovo. No, viene dalla porta. Guardo dallo spioncino, ma è buio. Apro … Elsa. Stupito riesco a sorridere, mentre lei mette l’indice sulle labbra intimandomi il silenzio. Mi spinge dentro. “Moscio dorme già e io ho … sete” Guarda il condizionatore “Per bere lo devi spegnere” e sorride mentre con la mano continua a spingermi verso la parete. Mi faccio bloccare lì. Mi bacia con passione mentre con la mano mi accarezza la patta. Mi sussurra sulle labbra “Ti voglio Andrea, ancora ti voglio”.
Allungo la mano e afferro il telecomando del condizionatore e con un gesto lo spengo. Mollato l’aggeggio la giro e la metto al muro. Ha un vestitino leggero, un completo. La gonna appena sotto le ginocchia, dei bottoncini sino a metà ventre, una cintura che lo stringe in vita. Mi abbasso un po’ le alzo una gamba con una mano, il vestito sale all’anca. Mi appoggio a lei come volessi prenderla senza togliere i pantaloni. La mia patta sfrega sul suo pube. La bacio dietro l’orecchio e facendola fremere. “Andiamo in camera, lì l’aria non è stata accesa”. Mi afferra i capelli tirandomi indietro la testa, mi guarda e mi morde un labbro. Mi fa male. La sollevo e lei si avvinghia con le gambe alla mia vita. La schiaccio al muro, le lecco il collo con la punta della lingua lasciandole una leggere strisciolina di saliva. Quant’è buona la sua pelle. “E se Moscio si sveglia?”. “Tranquillo, fa lei, qualche goccia di sonnifero gliela ho data”
La faccio scendere, e presa per una mano la conduco in camera. Una vola entrato, di lato al letto, mi giro verso di lei. Subito mi sfila la maglia ed inizia a baciarmi il petto. Le sue mani vanno desiderose sulla mia pelle, sugli addominali e poi sul ventre. Ho i brividi di piacere quando scendono ed iniziano ad armeggiare con la cinta. Continuando a baciarmi scende piano, lenta. Piccoli colpi di lingua, baci, lievi morsi. Le unghie che talvolta graffiano, si inginocchia, mi guarda e con gesti lenti apre i pantaloni. Li fa scorrere a terra accarezzandomi le gambe. Li sfila, prima un piede, poi l”altro. Mi bacia il membro che pulsava sotto i boxer attillati. Lo afferra da sopra l’intimo, sorride, mi guarda ancora con quegli occhi scuri, mentre con la mano libera inizia ad aprirsi il vestito. Era già senza reggiseno così sbocciano subito fuori i suoi seni. Ne accarezza uno mentre appoggia il viso sul mio pube. Morde l’elastico dei boxer e lo tira verso di lei. Con la mano da dietro inizia a farli scendere verso il basso. Ora lascia il suo seno e con entrambe mi libera dall’ingombro.
Il mio sesso svetta di fronte a lei. Le appoggio le mani alle spalle, poi le accarezzo i capelli, mentre lei lo scalpella con l’indice ed il pollice della mano destra chiusi ad anello. Inspira assaporando l’odore del mio membro per poi iniziare a leccare il glande con piccoli e lievi colpetti di lingua. La cappella inizia ad essere lucida e a riflettere la poca luce che entra dal soggiorno. Bacia la punta, riappoggia le labbra sul prepuzio e piano, al rallenty lo fa sparire tra di esse. Sento la lingua che gioca col buchino in cima al mio sesso. Lo estrae, lo guarda. Ora lo afferra con tutte le dita della mano mentre con l’altra mi accarezza lo scroto che si irrigidisce. Torna a far sparire nelle labbra il glande tenendo questa volta la lingua sotto di esso. Lo fa uscire ed entrare lentamente. Ad un certo punto allontana la testa, mi guarda e tendono gli occhi su di me lo riavvicina per poi iniziare a far colare saliva su esso, tanta saliva. Sulla cappella, sull’asta. Ne cade a terra e ne mette ancora. Poi inizia a segarmi. Si sente il rumore della mano che con la saliva scivola sul mio cazzo ormai durissimo con il glande gonfio “ohhhhhh …. Siiiii, mettine ancora Elsa”. Continuando a menarmelo piano ne mette ancora, per poi far sparire mezza asta nella sua bocca facendo uscire dai lati ancora tanto del suo liquido. Mi prende le palle le stringe facendomi sentire le unghie. Estrae il mio pene dalla bocca, lo guarda, è intriso della sua saliva. Passa l’indice sopra il prepuzio e poi con la lingua va a raccogliere una gocciolina di presperma che aveva fatto capolino dopo la sua carezza col dito.
Si alza “senti che buon sapore ha il tuo cazzo” e mi bacia passando la sua lingua sulla mia come una lieve carezza. Mi spinge sul letto e si mette a cavalcioni su di me. Raccoglie il vestito sulle anche, senza toglierlo. Sento la sua fica che struscia sul mio membro. Scivola e sento le labbra che lo avvolgo. Era nuda sotto quel vestito leggero e come lei anch’io la volevo avere senza toglierlo. Abbassa la testa sul mio petto ed inizia a leccarmi il sudore. Lo lecca, lo beve, ne è avida.” Sai di buono Andrea” Riesco a mettere una mano nel suo vestito sotto e di lato al seno. È fradicia … spalmo quelle gocce che corrono sul suo corpo. Alza il busto per permettermi di farlo meglio. La seguo col mio e lecco quei seni salati. Geme e mi spinge giù; alza il bacino e viene con la fica verso la mia bocca. La testa sotto il vestito e la sua fica che mi riempie la bocca. Le sue ginocchia ai lati della il testa, solleva e abbassa il bacino con maestria e inizio a scoparla con la lingua. Inclina il busto indietro e con la mano cerca il mio membro. Mi guarda, lo trova e inizia a segarmi. Impazzisco quando sento i suoi umori sulla mia lingua, gli spasmi della sua fica, il suo gemere. Molla la presa dal mio membro, toglie la fica dalla mia bocca, si gira. Lo afferra con la mano passandola dietro alle sue natiche. Lo tiene stretto mentre lo strofina tra le labbra. Bagna il glande dei sui umori e della mia saliva. Scivola in lei, sento la cappella strofinare nelle pareti della sua vulva. Si sistema. Le apro le natiche e godo nel vedere il mio cazzo che entra ed esce da lei. Appoggia le mani dietro di lei, le afferro i polsi. Il busto s”inclina un po’ verso di me e inizia a scoparmi più forte.
Si muove, e gemiamo assieme sussurrando i nostri nomi. Le prendo un seno da dietro. La mano lo raccoglie, lo stringe. Il capezzolo è duro. Lo spingo verso l’alto. Ora Elsa si spinge in avanti e lo fa entrare tutto. Si ferma, dondola un po’. “Mmhhhh come sono brava!” Si guarda allo specchio dell’armadio di fronte a lei. Nelle penombra si guarda mentre fa sparire e ricomparire quel membro duro e gonfio. Sento la fica stringersi su di esso, arrivano gli spasmi, Elsa ora geme forte, sta godendo, butta la testa all’indietro e stringe con forza le lenzuola. Dopo poco fa uscire il mio cazzo, con la mano lo tiene tra le labbra e lo fa scorre tra di esse. Le dita scivolano sotto il glande. È fantastica…fantastica, tanto che arrivo così all’orgasmo “Ohhhhhh”. Cola il mio seme sul suo ventre, sulle labbra della fica, sulle dita. Continua a muoversi sino a tirarmi fuori l’ultima goccia. Anche il suo vestito s’imbratta del mio seme, ma è pure fradicio dei nostri sudori.
Esausti ci sdraiamo uno accanto all’altro. “Scusami se sono entrata così a casa tua stasera, ma hai capito che non mi era bastato stamattina e non mi basterebbe neppure ora, ma devo rincasare”. La bacio. Si alza. Il vestito è impresentabile. Le presto una tuta da lavoro che uso per imbiancare. Abbondante, ma va benissimo per rincasare.
Dallo spioncino guardo che non ci siano luci accese nel vano scale. Libero.
L’occhiolino e velocemente scompare a casa sua.
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