Audace Elsa

di
genere
etero

Finalmente rientro a casa. Girare con questo caldo è estenuante. Arrivo al mio pianerottolo. Infilo la chiave e vedo la porta di Elsa aprirsi. Son passati 3 giorni dal nostro ultimo incontro (“Elsa, ancora Elsa”) e anche se sono stanco con lei mi metterei volentieri … no, non sotto la doccia, ma in vasca stavolta, nell’idromassaggio. Mentre fantasticando guardo verso la sua porta convinto di vedere lei, esce la pelata del Moscio, come lo chiama Elsa. “Buonasera Achille!” Lo accolgo salutandolo mentre apro la mia porta. Achille mi saluta, si avvicina a me e vedo che tiene in mano orizzontalmente una borsetta di carta. “Buongiorno Andrea. Elsa l’ha lavata e mi ha detto di restituirtela.”. Dopo un attimo d’interdizione, colgo la necessità di non cadere in contraddizione cercando al contempo di capire cosa poteva aver detto Elsa ad Achille riguardo alla tuta da lavoro. Gli dico “Grazie, le ho detto che non serviva. Non era così sporca, ma ha insistito così tanto…”. Certo mi risponde Achille, ma ad Elsa non si può dire di no” mi risponde lui. Annuisco e dico “Oh, l’ho notato, non si può proprio dirle di no” mentre dentro di me sogghigno per l’allusione che Achille non può aver colto. “Io ti volevo ringraziare invece per averle sistemato la doccia che d’improvviso si è rotta. Mi ha detto che non poteva aspettare e chiudere l’acqua di casa finchè io fossi tornato. Ti ha visto in terrazzo e ti ha chiesto aiuto. E pensa che me l’ha detto due giorni dopo mettendo ad asciugare la tuta. Non voleva farmi sentire in debito con te. Ma io lo sono”. “Ma no Achille, nessun debito. Capirai è stato un piacere darvi una mano” E così dicendo continuo a divertirmi tra me e me pensando a quanto sia stato un piacere. “No” aggiunge lui “Lo sono e anche Elsa è d’accordo. Per sdebitarci vorremmo che stasera, se sei libero, vieni a cenare da noi. Almeno così ci conosciamo un po’ di più.”. “Liberissimo, affare fatto”. Ero sicuro che dietro a tutto ci fosse la regia di Elsa. Chissà cosa aveva architettato. “Bene, alle 19:30 ti aspettiamo”. Ci congediamo e appena chiudo la porta penso che non mi sono scambiato il numero di cellulare con Elsa. Almeno mi avrebbe avvisato ed evitavo l’imbarazzo della tuta.
Doccia, barba, vestiti puliti, un po’ di Sauvage. Puntuale sono alla porta di Elsa ed Achille. Eccola, tiratissima. “Buonasera Elsa! Grazie per l’invito. Non le chiedo come sta perché, non me ne voglia Achille, ma la vedo molto molto bene.” Sorrido, lei ricambia dicendo “eh si mio caro, oggi sono stata dalla parrucchiera, dall’estetista e anche dalla pedicure!l” oh mamma!!! La pedicure!!! Sfacciata! “Vero Achille? Che conto ti ho tirato su!?” Aggiunge ridendo. “ Ah, Andrea, ci diamo del tu, vero? Basta formalismi”. “Certo, grazie signora Elsa” dico mettendo in modo scherzoso l’accento su ‘signora’.
Achille, lo guardo ed il soprannome Moscio gli sta molto meglio di Achille. L’aspettò è … è sgualcito. Pelato, con pancia. Non credo abbia più di 65 anni visto che lavora ancora, ma ne dimostra più di settanta. Che coppia male assortita! Si nota che Elsa è sui sessanta, ma li porta bene e scopa molto meglio di tante donne più giovani di lei. Mentre sono assorto in questi pensieri Elsa si toglie il grembiule e sfoggia una gonnellino appena sopra il ginocchio con una camicetta nera semi-trasparente davanti e trasparente dietro. Noto il gancio del reggiseno e mi vedo già mentre glielo apro. Ha dei sandali che fanno risaltare i piedi ben curati e pronti … pronti per il mio …. “Andrea, Andrea …” Achille mi richiama. Ero talmente dedito ad occuparmi di quel gancio e di quei piedini che non lo sentivo. “Vieni, accomodati.” E mi fa sedere dove l’altro giorno mi masturbavo guardando Elsa cosa faceva col vibratore (“Gocce … di Elsa”). Mi offre l’aperitivo. Elsa poggia il ghiaccio sul tavolino. Me ne metto tre cubetti. Alzo gli occhi. Elsa è alle spalle di Achille e si passa il cubetto di ghiaccio sulle labbra. Resisto per non fare alcun cenno visibile a lui, Vedo Elsa ridere e penso che sarà una lunga e divertente serata.
Ci accomodiamo a tavola, Achille di fronte ed Elsa accanto a me. Elsa è anche una brava cuoca. Ha una cucina piccante, ma forse, spero, l’abbia fatta piccante apposta per me. Ci conosciamo. Achille è discretamente affabile. Lei ride, mi guarda, poi sento la sua mano sul ginocchio. Achille non può vedere. La tavola e la tovaglia ci coprono. Sale delicatamente. Sorrido. Mi accarezza tra le gambe. Sorrido mentre ile palle iniziano a solleticare. Sento che apre un bottone e poi un altro e un altro ancora. Deglutisco e guardo Achille. Cazzo, no, la cintura no. E invece in un attimo è aperta. Lei parla come nulla fosse, sono io che fatico. E la stronza mi fa pure delle domande. La mano tira giù il lembo dei boxer e poi le dita accarezzano la parte sottostante del mio membro che per quanto è duro e per la posizione, mi fa male. Apro di più le gambe, guardandola e sfidandola. Possibile che Achille non veda il braccio muoversi? Forse ha già preso qualche bicchiere di troppo. In effetti beve il vecchio, anche perché Elsa gli riempie sempre il bicchiere con il vino. Me lo afferra, ma non lo mena, probabilmente perché il movimento sussultorio sarebbe troppo evidente . “Achille, vai a prendere nella cantinetta un altra bottiglia di questo vino?”. “Certo”. Si alza e come volte le spalle Elsa inizia a masturbarmi. “Mi mandi via di testa. Porca!”. Mi guarda continuando con la sega e dice”No, sono una gran troia ora, come piace a te!”. Toglie la mano, se la lecca e me la rimette sul cazzo. Dopo poco torna Achille. Lei toglie la mano e si alza. Come infilare il cazzo nei boxer e chiudere i pantaloni? Sopratutto quando la vedo annusarsi le dita che mi avevano toccato mentre Achille non vede. Mi parte una fitta dai testicoli sino alla punta del glande. Devo essere paonazzo. Achille mi fa “Tutto bene Andrea?”. “Credo di aver mangiato troppo Achille, dovrò fare un bel po’ di movimento per smaltire tutto” dico guardando Elsa.
“Caffè?” Propone Achille.” Si, tesoro. Fallo tu che sei più bravo” risponde lei. Achille si alza ed Elsa torna a sedersi, ma stavolta di fronte a me approfittando del posto vuoto. “Eccola” penso. Per fortuna non l’ho ancora reinfilato al suo posto. Mente Achille prepara il caffè il suo piede destro si appoggia al mio membro. Sento il pollice massaggiare sotto al glande. Torna a diventare subito duro ed Elsa dice “Stasera lo voglio ..” pausa “…. Lungo…” pausa “…e forte” e mi guarda fisso negli occhi mentre la pianta del suo piede continua a muoversi sulla mia asta. Alluce e melluce si allargano il più possibile mentre cercano di segarmi. Achille si siede accanto ad Elsa”mi freghi il posto?” Dice. “Beh, lo guarderò pure bene questo bel giovanotto” risponde lei ridacchiando come fosse una battuta. “Quanti anni mi date?” Dico io. E lei subito “42 …. L’l’ho letto nei documenti che ha mandato l’amministratore. E quindi vuoi dirmi che non sei un giovanotto? Per noi lo sei. Io ne ho 62 e Achille 64”. Eccola là! Confermato che mi stavo facendo una granny! Beata vecchiaia però! Il caffè sale, come sta montando lo sperma nel mio sesso. Fermo il piede di Elsa. Non resisto più. Vorrei innondare quel fantastico piedino. “Poi finisco “ esclama lei. Io strabuzzò gli occhi, mentre Achille dice” cosa Elsa?”. E prontamente lei” Dico che più tardi finisco di sparecchiare. Ora vuoi far vedere ad Andrea il video che hai girato?” Achille si versa la grappa per pulire la tazzina del caffè. Ne mette tanta. Io ed Elsa finiamo il nostro. Lui annuisce e va verso il soggiorno facendomi segno di seguirlo mentre Elsa dice “Sai, Andrea, Achille fa delle riprese, dei video, è molto bravo. Se ti va ti facciamo vedere un suo lavoro”. “Certo che mi va” dico pensando dove vuole andare a parare lei.
Io e lei sul divano, Achille su un cuscino tra il tavolino e noi. Comincio ad immaginare. Lui ci da le spalle. Elsa alla mia sinistra. Non puo vedere cosa facciamo dietro di lui, nemmeno dal riflesso sulla tv. “Arrivo subito” fa lei alzandosi. In un attimo torna mentre Achille ancora armeggia coi CD. “Guarda Achille che è nel PC.”. Lui si alza e appena gira l’angolo, mi trovo la mano di Elsa che mi preme della stoffa sotto il naso e sulla bocca. Sono le sue mutande. Profumo di donna, di Elsa. Un po’ bagnate. Sussurra “Senti cosa mi capitava mentre ti toccavo?”. Me le infila in tasca “un ricordino Andrea”.
Achille torna, a fatica, infila il CD, a fatica. Il suo occhio è spento. Si rimette sul cuscino davanti a noi. Sopra al tavolo una console. Ci armeggia. Penso sia un mixer o qualcosa del genere. Ci infila l’uscita di una telecamera e dice “Vedrai che roba. Faccio così perché devo ancora mettere la musica di sottofondo, musica che è nel CD. “Parla, ma non l’ascolto. La mia mano sta già accarezzando la fica di Elsa. Non pensavo fosse così eccitante farlo dietro al marito. Il cazzo torna duro. Elsa guarda la patta e sorride. Alza una gamba. Piegata ed aperta la metta sul divano, esponendo il suo sesso alla mia mano. Il video parte. Natura. Silenzio. Pallosissimo. Secondo me Moscio ogni tanto s’abbiocca. La fica di Elsa si bagna. Si morde il labbro per non gemere. Il dito medio la sgrilletta. Poi con l’indice affondano dentro di lei mentre il palmo della mano massaggia pube e clito. Lei come le mani spalanca le grandi e le piccole labbra. Sento il profumo dei suoi umori e spero non li senta Achille.
Lo vedo muovere e in un batter d’occhio mi tolgo. Elsa aveva gli occhi socchiusi ma capisce. Rapidi ci ricomponiamo. Si siede sulla poltrona, non quella del mio gioco erotico, ma una accanto a noi. Guardo Elsa. Lei dice “Hai sonno Achille?” Lui mugugna qualcosa. Elsa aspetta un paio di minuti guardando il video e poi dice “Che voglia di cazzo”. Sono impietrito. Achille non muove un muscolo. Lo guardo ed è con la bocca aperta che dorme. Lei sussurra…. “Sempre così. Basta dargli vino abbondante e ciao ciao Moscio!” Si gira verso di me ed inizia ad armeggiare di nuovo coi miei pantaloni, che con tanta fatica ho chiuso e che lei con tanta rapidità e facilità ha riaperto. “Noooo Elsa” sussurro. “Zitto, e lasciami fare. Lo so che ti eccita da matti la cosa” infatti già era barzotto il mio amico lì sotto. Qualche carezza ed eccolo che svetta in tutta la sua bellezza. Si abbassa verso di lui, ci fa colare della saliva e poi la spalma con le dita. Guardo un po’ cosa fa e un po’ Achille. Quando sono lubrificato a dovere, si alza e viene a sedersi sopra di me dandomi le spalle. “Se si sveglia gli dici che ho insistito io a venirti in braccio. Ok” e ride. Potrebbe sembrare; la gonnellina copre tutto, copre il mio fallo che s’infila in lei. Tiene le gambe strette e sembra quasi che la sua fica sia stretta. Geme. Muove la testa. Cazzo sta già per venire. La situazione la eccita più di me. “Achille, guarda come me lo scopo!” Questa volta non sussurra. Le metto la mano sulla bocca, ma il gesto la fa infoiare ancor più. Me la morde. E gode. Con forti spasmi accompagnati da colpi che fanno entrare il cazzo in lei di più e di più ancora.
Inizia a rilassarsi. Da dietro le bacio il collo. Guarda suo marito che dorme mentre ora la mordicchio. “Vieni”. Si alza e mi prende per il cazzo. Quanto mi piace sta cosa. Andiamo dietro il bancone della cucina. Ora siamo coperti da Achille… ma che fa lei!? Si spoglia completamente e poi si mette il solo grembiule da cucina. I seni sbordano dalla pettorina; sto partendo per la tangente. Mi bacia, mi accarezza. Il mio cazzo pulsa forte mentre continua a segarlo lentamente. “Voglio provare il culo ora…. Ti va?”. Mi va!?! Quel culo burroso lo voglio da quando ti ho avuta la prima volta. In tutta risposta la giro ma mi blocca. “Piano è da tanto che non mi ripassano l’ano” e prende l’olio d’oliva. “Elsa non so se questo va bene”. “Piuttosto che a secco fa lei”. Se lo mette sulla mano e poi mi liscia l’asta, il glande. Lo spalma. Capisco. La giro, mi bagno un dito con l’olio e ungo l’esterno del suo orifizio. Poi un po’ nella parte interna. Lo ribagno e spingo la punta oliando bene dentro. Poggio l’olio. Lei mette le mani sul bancone, Achille sbuffa. Ridiamo. Apro le natiche, lo punto. La cappella preme sull’anellino. Si piega un po’ ma la visione è tremendamente eccitante. Elsa si sporge di più in avanti e spinge il bacino verso di me, contemporaneamente spingo il mio cazzo. L’anello si dilata stringendo il mio glande sino alla base. Lei soffre un po’ mollo una chiappa con una mano, mentre l’altra affonda le dita nel culo burroso di Elsa. La mano libera passa davanti e va sotto al grembiule iniziando ad accarezzarle il clito. Si rilassa e spingo. Emette un gemito di dolore quando quasi metà del mio cazzo è dentro. “È troppo grosso Andrea, fa male.” Le schiaffeggio il culo. Metto le mani sulle anche ed inizio a muovermi piano in lei. Quasi solo con la punta. Si sta rilassando. Il culo si apre. Ora è un misto di dolore e piacere. Vedo i seni sobbalzare. Toccano il piano della cucina, sbattono. Lei geme forte quando inizio a riempirle il culo col mio randello. Quasi urla e fa girare Achille. Ci fermiamo un attimo ma Elsa mi dice “No di più, di più, fregatene di lui”.
Un ordine è un ordine, non si può dire di no ad Elsa. Lo dice anche il Moscio. “Vienimi dentro Andrea, vienimi dentro it prego” aumento il ritmo. Sento il mio pube che sbatte sulle sue chiappe. Le dita afferrano la carne. Le tette sbattono. Lei sbava dal piacere. Le prendo i capelli, le faccio girare la testa “guardami in faccia mentre godo inculandoti davanti a tuo marito troia”. Gl spasmi che ha mentre le dico questo mi fanno spruzzare nel suo culo. Un fiotto, due, tre, grondo in lei, mentre premo il cazzo nel suo culo. La stringo rimanendo ancora in lei. Le mani sui seni. La fronte sulla sua spalla. Ancora sussulta. “Ho goduto Andrea, avevo solo fatto godere sino ad ora con il culo, ma tu mi hai fatto venire come non mai.” Il cazzo si sfila. Mi guarda negli occhi mi bacia. E mi dice “vieni che te lo lavo cucciolo”.
Mi fa accovacciare sul bidè. Lei accanto a me con cura lo lava. Lo sciacqua e lo rilava. Le sua mani affusolate sul mio membro. Quelle carezze dolci. Lei ancora in grembiule. Mi passa la mano sotto le palle. Va vicina all’ano e poi di nuovo sulle palle. E rieccolo riprendersi “Sorpresaaa!” Fa lei felice. “Lo sai che devo finire di … sparecchiare” aggiunge. Ci siamo già capiti e andiamo verso la camera da letto. “Quanto dura l’effetto vino?” Dico io. E lei, mentre apre un cassettone e mostrandomi delle auto reggenti mi fa “nere, color carne o bianche?” ….
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scritto il
2022-07-08
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