Il dessert di Elsa
di
Th3w4y
genere
etero
Quanto mi diverte con quelle espressioni. Voglioso, ma anche sorpreso. Eccitato, ma anche preoccupato. E come mi sa prendere bene, sembra capisca in anticipo i miei desideri. T’avessi conosciuto anni fa aitante e ben dotato Andrea.
Mentre gli sventolo i tre tipi di autoreggenti, noto che alterna i suoi occhi alla porta e alle calze. Io non gli dico quanto può dormire ancora Achille. Achille non dorme, ma sentire come mi hai preso davanti a lui pensando dormisse è stato meraviglioso. E fingere che anch’io ne fossi convinta mi ha eccitato ancor più.
“Su cucciolo, non ci pensare, anzi, non ti piacerebbe ci guardasse mentre lo facciamo!?” Rido e lui che fa, anzi, che dice? “Nero”. In una risposta esaudisce due miei desideri: mi scoperebbe finché Achille ci guarda e non vede l’ora che indossi queste autoreggenti nere.
“Sari il mio schiavetto ora. Farai quanto ti dico. Ok?” Sorride. “È importante Andrea che tu lo faccia. Ne va della mia eccitazione”. E sorrido anch’io. Appoggio un piede sul letto. Mi chino per infilare la prima calza. Lo guardo e dico “Vieni qui sotto. Appoggia la schiena al bordo del letto”. Obbedisce, china una gamba e ci appoggia sopra le braccia. Alza la testa e mi guarda il piede, la mia gestualità nell’infilare la calza, mi guarda la coscia e poi la fica. Oddio mi ci siederei sopra e me lo farei di nuovo, ma devo tenere la parte. Ripeto l’azione con l’altra gamba. Quella a terra col piede tra le sue gambe, e l’altra molto vicino al suo viso. Prova a baciarla “Fermo!! Tu fai quello che dico io”. Obbedisce ancora. Bravo Andrea!
Mi siedo dietro di lui. Tra le mie gambe vedo la sua nuca. Appoggio i piedi sulle sue cosce. Il suo membro è semi-rigido ed inizio a massaggiarlo con la pianta di un piede. Lo smalto sui piedi velati dal nailon nero si nota. Lo so che ti piace Andrea, lo so. Ho visto la tua espressione quando appena arrivato ti ho detto che ero stata anche dal pedicure. Passo le dita sul suo prepuzio. Il glande si gonfia, l’asta è dura. Lo prendo con entrambi i piedi ed inizio a segarlo. Adoro il suo cazzo scalpellato, lucido, candido. Pulsa. Apro le labbra con le dita della mano destra. Indice e anulare le aprono, mentre il medio scivola tra di esse. Infilo la prima falange un po’, la ritraggo. Ancora la stessa azione. Ancora un’altra volta. Poi entra anche la seconda e la piego. Sento che gli umori l’avvolgono. Lentamente i miei piedi continuano il movimento sussultorio sul sesso di Andrea. Sento che muove il bacino, forse per accelerare quello che sto facendo, forse in modo istintivo da stallone qual’è. “Fermo, fermo, non ti azzardare.” Si blocca subito, ma geme. Alza le braccia sotto alle mie gambe e stringe forte le lenzuola. Gli passo il dito che mi ero infilata sulle sue labbra. “Assaggia”. Lo succhia, lo lecca. Sento le sue labbra che lo avvolgono mentre la sua lingua ci passa sopra e sotto.
Ecco, finalmente è l’ora di Moscio. È sulla soglia col suo uccello in una mano che lo mena. Nell’altra libera c’è la videocamera. Andrea lo vede e sussulta. Si sta per alzare, ma lo blocco con le mani, con le gambe e dicendogli “Fermo! Ricordi il nostro accordo? Non ti preoccupare. Fidati di me. Goditi il momento. Giochiamo Andrea”. Dopo il primo agito, sembra ora accettare la cosa. Non dice una parola e sopratutto il suo cazzo non si ammoscia. Passo un piede sullo scroto perfettamente depilato come il suo pube d’altronde. Le dita dell’altro piede spalmano una gocciolina di pre-sperma comparsa sul prepuzio. Achille zooma sulla scena. “Non avvicinarti troppo Achille” non ti voglio vicino. Torna indietro e si mette sulla sedia. Aumenta il ritmo sul suo cazzo. Non ci metterà tanto a venire, mai resistito tanto. Infatti, altri due colpetti e qualche goccia di sangue liquido semi trasparente esce accompagnato da un grugnito. Sorrido mentre Andrea, passando le mani sotto alle ginocchia le stringe. Sento il suo respiro rotto e inizia a segarlo forte con la parte cava della pianta dei piedi. Geme. Pianto le mie unghie sulle sue spalle “Godi Andrea, godi sulle mie calze”. Prende i piedi con le mani in modo che stringano di più sul suo membro. Muove il bacino con colpi secchi. Lo lascio fare e guardo il suo cazzo che struscia. Mi sta per venire un crampo alle gambe, ma finalmente con un meraviglioso e gutturale “Siiiii” esplode imbrattando la mia calza destra del suo seme. Un bianco che risalta molto, così densò da attaccarsi alla calza. Schizza ancora e ancora. Gli pulisco le ultime gocce con le dita dell’altro piede. “Sfila la calza destra piano senza far cadere troppo sperma, ti voglio assaggiare li sopra. Il mio uomo esegue alla perfezione e mi ritrovo a leccare il suo succo. L’avevo assaggiato solo misti ai miei umori, ora posso finalmente sentire il sapore. Lo guardo e lecco, avida. Faccio come in quei filmini che Achille mi ha iniziato a guardare.
Intanto lui riprende. “Riprendi il cazzo di Andrea che guardandomi non si ammoscia”.
Guardando la scena sta andando via di testa e io con lui. Mi butta su un fianco. Si sdraia accanto ma dietro di me. Alza la mia gamba sinistra. Sento la sua cappella premere sulla mia fica. È rossa, infuocata e gonfia. Inizia a penetrarmi. Sento le dita che entrano nella carne della gamba che tiene alzata. Mi stringo i seni. Mi riempie tutta. Lo sento scorrere sulle pareti della vulva. Mi sta prendendo con forza. Colpi duri. Lo fa entrare tutto, tutttooooo. Sento colare copiosi gli umori e la fica che si contrae. Mi sgrilletto tenendo le labbra aperte. Le dita sentono l’asta dura che mi scopa. Strizzo i seni e gemo. Vedo Achille davanti a me che zooma sul palo che mi penetra. Chiudo gli occhi e apposta urlo il nome di Andrea “Andrea, Andreaaaaa….. chiavami di più porco, di piuuuuu”. Si alza un po’, si mette sopra di me. Le braccia sotto le ginocchia facendomi aprire come fosse necessario farmi aprire ancora di più. “Ti voglio, ti voglio, fagli vedere a Moscio come si scopa Elsa”. Queste parole sono frustate eccitanti per Andrea. Io godo ancora e ancora, non ne posso più. Spero venga. Le gambe mi tremano. Eccoloooooo…. Si blocca dentro, esce un po’ e poi a fondo. Sento gli spasmi del suo cazzo e lo sperma che entra in me.
Sono esausta, le mani stringono ancora le lenzuola. Lui lo sfila e sento del liquido che esce da me “Riprendi Achille, riprendi il suo seme che esce”.
Andrea si pulisce col lenzuolo. È tornato lui padrone del momento. Ci baciamo intrecciando li lingue per un po’. Si stacca, sorride e mi guarda “basta sennò mi torna duro. Ridiamo assieme. Si riveste “oh! Il mio viso non deve comparire in questo video Achille! Capito!?” Achille annuisce, ma io dico “nella mia copia invece lo voglio”. Andrea acconsente con la testa, mi bacia “ grazie per la cena signora Elsa. Grazie per la signora Elsa Achille”. Ridiamo tutti. Io e Achille siamo felici così.
Mentre gli sventolo i tre tipi di autoreggenti, noto che alterna i suoi occhi alla porta e alle calze. Io non gli dico quanto può dormire ancora Achille. Achille non dorme, ma sentire come mi hai preso davanti a lui pensando dormisse è stato meraviglioso. E fingere che anch’io ne fossi convinta mi ha eccitato ancor più.
“Su cucciolo, non ci pensare, anzi, non ti piacerebbe ci guardasse mentre lo facciamo!?” Rido e lui che fa, anzi, che dice? “Nero”. In una risposta esaudisce due miei desideri: mi scoperebbe finché Achille ci guarda e non vede l’ora che indossi queste autoreggenti nere.
“Sari il mio schiavetto ora. Farai quanto ti dico. Ok?” Sorride. “È importante Andrea che tu lo faccia. Ne va della mia eccitazione”. E sorrido anch’io. Appoggio un piede sul letto. Mi chino per infilare la prima calza. Lo guardo e dico “Vieni qui sotto. Appoggia la schiena al bordo del letto”. Obbedisce, china una gamba e ci appoggia sopra le braccia. Alza la testa e mi guarda il piede, la mia gestualità nell’infilare la calza, mi guarda la coscia e poi la fica. Oddio mi ci siederei sopra e me lo farei di nuovo, ma devo tenere la parte. Ripeto l’azione con l’altra gamba. Quella a terra col piede tra le sue gambe, e l’altra molto vicino al suo viso. Prova a baciarla “Fermo!! Tu fai quello che dico io”. Obbedisce ancora. Bravo Andrea!
Mi siedo dietro di lui. Tra le mie gambe vedo la sua nuca. Appoggio i piedi sulle sue cosce. Il suo membro è semi-rigido ed inizio a massaggiarlo con la pianta di un piede. Lo smalto sui piedi velati dal nailon nero si nota. Lo so che ti piace Andrea, lo so. Ho visto la tua espressione quando appena arrivato ti ho detto che ero stata anche dal pedicure. Passo le dita sul suo prepuzio. Il glande si gonfia, l’asta è dura. Lo prendo con entrambi i piedi ed inizio a segarlo. Adoro il suo cazzo scalpellato, lucido, candido. Pulsa. Apro le labbra con le dita della mano destra. Indice e anulare le aprono, mentre il medio scivola tra di esse. Infilo la prima falange un po’, la ritraggo. Ancora la stessa azione. Ancora un’altra volta. Poi entra anche la seconda e la piego. Sento che gli umori l’avvolgono. Lentamente i miei piedi continuano il movimento sussultorio sul sesso di Andrea. Sento che muove il bacino, forse per accelerare quello che sto facendo, forse in modo istintivo da stallone qual’è. “Fermo, fermo, non ti azzardare.” Si blocca subito, ma geme. Alza le braccia sotto alle mie gambe e stringe forte le lenzuola. Gli passo il dito che mi ero infilata sulle sue labbra. “Assaggia”. Lo succhia, lo lecca. Sento le sue labbra che lo avvolgono mentre la sua lingua ci passa sopra e sotto.
Ecco, finalmente è l’ora di Moscio. È sulla soglia col suo uccello in una mano che lo mena. Nell’altra libera c’è la videocamera. Andrea lo vede e sussulta. Si sta per alzare, ma lo blocco con le mani, con le gambe e dicendogli “Fermo! Ricordi il nostro accordo? Non ti preoccupare. Fidati di me. Goditi il momento. Giochiamo Andrea”. Dopo il primo agito, sembra ora accettare la cosa. Non dice una parola e sopratutto il suo cazzo non si ammoscia. Passo un piede sullo scroto perfettamente depilato come il suo pube d’altronde. Le dita dell’altro piede spalmano una gocciolina di pre-sperma comparsa sul prepuzio. Achille zooma sulla scena. “Non avvicinarti troppo Achille” non ti voglio vicino. Torna indietro e si mette sulla sedia. Aumenta il ritmo sul suo cazzo. Non ci metterà tanto a venire, mai resistito tanto. Infatti, altri due colpetti e qualche goccia di sangue liquido semi trasparente esce accompagnato da un grugnito. Sorrido mentre Andrea, passando le mani sotto alle ginocchia le stringe. Sento il suo respiro rotto e inizia a segarlo forte con la parte cava della pianta dei piedi. Geme. Pianto le mie unghie sulle sue spalle “Godi Andrea, godi sulle mie calze”. Prende i piedi con le mani in modo che stringano di più sul suo membro. Muove il bacino con colpi secchi. Lo lascio fare e guardo il suo cazzo che struscia. Mi sta per venire un crampo alle gambe, ma finalmente con un meraviglioso e gutturale “Siiiii” esplode imbrattando la mia calza destra del suo seme. Un bianco che risalta molto, così densò da attaccarsi alla calza. Schizza ancora e ancora. Gli pulisco le ultime gocce con le dita dell’altro piede. “Sfila la calza destra piano senza far cadere troppo sperma, ti voglio assaggiare li sopra. Il mio uomo esegue alla perfezione e mi ritrovo a leccare il suo succo. L’avevo assaggiato solo misti ai miei umori, ora posso finalmente sentire il sapore. Lo guardo e lecco, avida. Faccio come in quei filmini che Achille mi ha iniziato a guardare.
Intanto lui riprende. “Riprendi il cazzo di Andrea che guardandomi non si ammoscia”.
Guardando la scena sta andando via di testa e io con lui. Mi butta su un fianco. Si sdraia accanto ma dietro di me. Alza la mia gamba sinistra. Sento la sua cappella premere sulla mia fica. È rossa, infuocata e gonfia. Inizia a penetrarmi. Sento le dita che entrano nella carne della gamba che tiene alzata. Mi stringo i seni. Mi riempie tutta. Lo sento scorrere sulle pareti della vulva. Mi sta prendendo con forza. Colpi duri. Lo fa entrare tutto, tutttooooo. Sento colare copiosi gli umori e la fica che si contrae. Mi sgrilletto tenendo le labbra aperte. Le dita sentono l’asta dura che mi scopa. Strizzo i seni e gemo. Vedo Achille davanti a me che zooma sul palo che mi penetra. Chiudo gli occhi e apposta urlo il nome di Andrea “Andrea, Andreaaaaa….. chiavami di più porco, di piuuuuu”. Si alza un po’, si mette sopra di me. Le braccia sotto le ginocchia facendomi aprire come fosse necessario farmi aprire ancora di più. “Ti voglio, ti voglio, fagli vedere a Moscio come si scopa Elsa”. Queste parole sono frustate eccitanti per Andrea. Io godo ancora e ancora, non ne posso più. Spero venga. Le gambe mi tremano. Eccoloooooo…. Si blocca dentro, esce un po’ e poi a fondo. Sento gli spasmi del suo cazzo e lo sperma che entra in me.
Sono esausta, le mani stringono ancora le lenzuola. Lui lo sfila e sento del liquido che esce da me “Riprendi Achille, riprendi il suo seme che esce”.
Andrea si pulisce col lenzuolo. È tornato lui padrone del momento. Ci baciamo intrecciando li lingue per un po’. Si stacca, sorride e mi guarda “basta sennò mi torna duro. Ridiamo assieme. Si riveste “oh! Il mio viso non deve comparire in questo video Achille! Capito!?” Achille annuisce, ma io dico “nella mia copia invece lo voglio”. Andrea acconsente con la testa, mi bacia “ grazie per la cena signora Elsa. Grazie per la signora Elsa Achille”. Ridiamo tutti. Io e Achille siamo felici così.
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