Buon compleanno Elsa
di
Th3w4y
genere
trio
Per almeno una decina di giorni dall’ultimo incontro (‘Il dessert di Elsa’) non ho rivisto Andrea. Un po’ lui ha viaggiato per lavoro, e forse per un’altra sua amica, un po’ io sono sta fuori città per qualche giorno perché Achille per il compleanno mi ha regalato un week-end lungo io e lui. Preferivo se me lo regalava con Andrea. Quanto avrei voluto ci fosse stato lui a farmi il massaggio nella spa dove sono andata e che lo avesse finito a modo suo. Ieri finalmente un suo messaggio interessante “Immagino domani Achille sia via per lavoro, quindi passo per farti gli auguri di buon compleanno”. “Attendo te ed il tuo regalo :) dico ad Achille che voglio stare sola con te e che quindi resti fuori a pranzo”. Gli ho risposto. “Ci sarà un regalo per entrambi Elsa” conclude lui.
Mi sento una bambina che freme per aprire i regali. Il cuore mi sussulta quando il campanello suona. Ma quanto è FIGO! I capelli sono stati fatti da poco, la barba appena incolta ma curata. I suoi occhi scuri con le ciglia lunghe che sembra abbia il mascara. Oggi ha una camicia di lino bianco, senza abbottonatura ma con un ambio scollo a V che lascia intravedere i pettorali. La semitrasparenza del tessuto lascia trasparire i sui capezzoli. Pantaloncini corti blu con le gambe perfettamente depilate. Ai piedi delle infradito di cuoio. Di cuoio … quanto lo vorrei vestito di pelle nera, una collare, un gilet e i pantaloni attillati con la patta che si apre sui due lati. Fermo la mia fantasia dicendomi che lui è realtà ed è qui. Mi bacia dolcemente e mi fa gli auguri passandomi una scatola incartata e infiocchettata.
Ci sediamo sul divano, gli accarezzo la coscia, e lui mi sorride. Non aprirei nemmeno la scatola. È dal messaggio di ieri che ho le farfalle nel basso ventre. La voglia è montata all’ennesima potenza. La sera ho dovuto sfogarmi con il mio amico vibrante perché non ne potevo più!
Apro … benda … manette per polsi e per caviglie in pelle nera e stoffa viola … un body super erotico nero che lascia fuori i seni ed poi dal pube in giù. Due bretelle vanno dal basso ventre sino alla schiena per tenerlo fermo. Mi si apre un sorriso che nemmeno la bambina più felice di aver avuto il regalo più bello avrebbe fatto. Salterei di gioia!
Lo bacio, con passione. Le mie labbra si adattano alle sue. Gliele faccio aprire con la punta della lingua ed esploro la sua bocca. Lui dolcemente passa la sua punta ai lati della mia lingua accarezzandola mentre inizia a sbottonarmi il vestito. “Andiamo Elsa, non era questo il tuo regalo”. Ah no!? E quale sarà? Comunque volo verso la camera!
Si siede sulla sedia “Fammi vedere come lo indossi quel body”. Cerco di essere più sensuale che posso spogliandomi lentamente esponendo il meno possibile il mio sesso, coprendo i seni nel limite del possibile. Apro l’anta dell’armadio per coprirmi un po’ per mettere il body, altrimenti sarebbe difficile mantenere il gioco di vedo non vedo. Andrea mi sembra compiaciuto di ciò. Metto fuori una gamba, poi mezzo busto e con esso sborsa il mio seno. Me lo accarezzo e lentamente esco. “Forza, sul letto che iniziò a legarti” esclama con la sua voce profonda e così sensuale. Mi metto supina e lui, già alzatosi, viene verso di me con il necessario per tenermi ferma. Prima le caviglie che blocca ai piedi del letto (benedetto letto in ferro battuto) poi il polso destro ed infine il sinistro. Sono abbastanza comodi, imbottiti, perciò non mi fanno male. Mi benda con cura. Sento il suo profumo, forte, intenso. Non mi bacia dopo avermi bendato. Il gioco è ben che cominciato.
Lo sento allontanarsi, armeggiare in frigo e poi tornare. Mi passa un cubetto di ghiaccio sulle labbra. Insiste. Le apro leggermente e dell’acqua mi cola di lato della bocca; un po’ la raccolgo con la lingua. Scende sul mento e poi giù sul collo e giù in quel canale tra i seni che il primo giorno in cui ci siamo approcciati si è incantato a guardare (‘Gocce’) mentre le gocce di sudore scendevano in esso. La mia pelle calda fa sciogliere in fretta il ghiaccio. Probabilmente non riesce più a tenere il cubetto tra le dita e ne prende un altro. Lo passa ancora nel canale e poi, lentamente, disegna l’areola. Fremo, espiro, Andrea sei meraviglioso. Il silenzio della stanza amplia il mio respiro affannoso. Ora passa il ghiaccio sui capezzoli già duri per l’eccitazione. Brucia ma è un dolce bruciare. Altro cubetto, ma ora è il turno del mio sesso. Prima sfiora attorno, il pube, l’interno coscia, sotto le natiche. Poi mi contraggo quando lo sento sul clitoride. Andrea mi fai impazzire, ti voglio. Glielo urlerei, ma so che devo cercare di tacere, non posso rompere l’atmosfera. Si sposta, credo sia con la testa davanti alle mie labbra. Piego un po’ le ginocchia per quanto la legatura me lo permetta. Il suo viso struscia sulle cosce e poi sento il ghiaccio premere tra le mie labbra, in ogni anfratto, in ogni dove. Sento il suo respiro quando passa il ghiaccio proprio sui bordi delle grandi labbra. Ansimo, fremo, tremo. Ne prende un altro col quale si dedica al mio orifizio vaginale. Quanto durerà a contatto coi miei umori!? Non pensavo così tanto da riuscire a sentire bruciare. Si sposta ancora. Sento il suo respiro vicino a me. Ancora ghiaccio sulle labbra, me lo spinge in bocca. Brucia sulla lingua, sulle guance. Poi le sue labbra sulle mie e la sua lingua si prende il ghiaccio. Ce lo passiamo. Sento il suo petto su di me, dev’essersi tolto la camicia.
Si alza ancora. Ancora ghiaccio? No, la porta d’ingresso si apre. Trasalgo, ma sono legata. Altri passi oltre ai suoi. “Andrea che succede!?”. “Zitta, devi stare zitta e fidarti di me. Se parli ancora c’è ne andiamo”. Mi umetto le labbra con la lingua. Nella mano sinistra si appoggia un cazzo. Lo stringo. È duro e mi sembra quello di Andrea. Tengo la mano chiusa e lo fa scivolare dentro. Sento ogni nervatura, sento il glande gonfio. Le dimensioni decisamente importanti; si è quello di Andrea. Continua a muoverlo nella mia mano e sento che diventa ancora più duro. Mollo un po’ la presa e sento le vene che pulsano, che portano sangue a quel magnifico aggeggio. Lo accarezzo. Sull’altra mano si poggia un altro uccello. Siiii, siiiii, Andrea mi leggi dentro. Non è duro, ma le dimensioni sono enormi. Godo a sentire una cosa del genere in mano. Comincia a diventargli duro, non come quello di Andrea, ma dev’essere di un calibro XXL. Dopo poco me lo toglie, mentre continuo a sentire Andrea che si fa segare da me. L’altro mi lecca i capezzoli. Li succhia, ma facendolo appoggia il petto sul mio ventre…. Oddio, queste sono tette, grosse e pure sode … ma in quanti sono!? È sopra di me; una sua gamba tra le mie. Mi morde i capezzoli. Appoggia il pube…. Ma…. Andrea, porco, porco, porcoooo! Quel cazzone che avevo in mano è di questa tettona …. “Andrea … ma ….” Balbetto, non so che dire. La fica, prima bagnatissima, ora si è un po’ raffreddata. “Shhhh, vedrai quanto godi oggi Elsa” e dicendo così mi toglie la benda, l’altro si stacca e vedo questo, questo … meraviglioso trans con un membro asinino “Ma è il regalo più bello della mia vita” dico. “Bene, ti posso slegare ora, così ti prendiamo meglio. Sono sicuro che non scappi” dice Andrea ridendo. Come mi alzo prendo quell’enorme cazzo e lo meno, gli accarezzo le palle e lui mi passa il preservativo. Lo srotolo su quel ben di Dio mente Andrea dice “Elsa, ti presento Paula”. Il nome è la conferma. La pelle mulatta, i capelli, neri e ricci. Un trans brasiliano magnifico. Andrea deve aver speso una cifra enorme. Questa non è roba da strada. Finisco di mettergli il preservativo e accarezzandogli lo scroto noto che il membro è si grande, ma il glande di Andrea è più gonfio e, lasciatemi dire, più bello. Ma Andrea è Andrea. Vedo che anche Andrea maneggia un preservativo. Noooo… capisco…. E la mia fica pizzica … mi stendo aprendo le gambe e Paula si fa spazio. Mi accarezza i seni, è dolce, ma non quanto il suo sesso. Inizia a penetrarmi e mi sento riempita, soffocante. Tocco i suoi seni che vanno contro la forza di gravità. Sono grossi e duri. Ben fatti direi. Complimenti al chirurgo. Andrea ci guarda e poi si mette sopra di me. Mi poggia lo scroto sulla bocca. Glielo lecco. Goccioline, sempre goccioline, attaccate alla pelle dello sconto, la mia saliva. Ora me lo mette in bocca. Paula si china sul suo culo e credo glielo stia leccando. Andrea geme. Io anche e gemo sul cazzo di andrea. La mi lingua passa attorno al suo glande. Sento il suo sapore. Me lo toglie e si mette il preservativo. Passa dietro a Paula. Le apre le natiche ed esclama “Elsa vedessi che culo, Paula non ha problemi ad essere lubrificata prima”. Paula, finchè mi scopa sempre più duro, dice con una voce non certo fine e con l’accento straniero “Dai porco, inchiodami l’ano, dai!”.
Andrea neon se lo fa dire due volte ed inizia a pomparlo duro. Sento i colpi. Il corpo di Puala su di me. Sento che le schiaffeggia il culo. Poi le mani di Andrea che afferrano i seni di Paula … godo … godo… “siiiiii….. ancoraaaa… dai, daiiii” urlo e impazzisco dal godimento. Stringo le lenzuola mente Andrea prende i fianchi di Paula per penetralo ancor più a fondo.
Improvvisamente Andrea si ferma. Paula sorpreso lo guarda e Andrea si spiega “Il mio seme oggi è tutto per Elsa. Mi fiondo sul suo membro per farlo venire, ma mi ferma. “Paula tu sotto. E ora, tu Elsa in mezzo”. Mai fatto, ma non mi spaventa, anche perché sarà Andrea a farmi l’ano e la mia fica è già adattata al cazzo di Paula. Entra rapido il primo, mentre Andrea mi massaggia l’anellino con dell’olio. Me lo dilata con cura con le dita. Lo fa ammorbidire. Sono rilassata e mi dice infatti “è come il burro tesoro”. Si è tolto il preservativo. Lo punta e la cappella entra effettivamente senza grossi problemi. Mi muovo col bacino. Mi alzo un po’ facendo uscire altrettanto il membro di Paula. E Andrea inizia a scendere nel mio deretano. Si dilata bene e lo prendo facile. Eccoli due cazzi in me, come la più navigata delle pornostar. Potrei svenire, ma il piacere è tanto. Pensavo fosse solo per loro il godimento, ma mi muovo, prendo uno e l’altro. Andrea da il ritmo. Mi fottono e mi sento così puttana e così felice. Mi fanno godere e arrivare al mio secondo orgasmo. Sono sudatissima e Andrea mi lecca le gocce di sudore sulla schiena. Mi stringe i seni e le sue mani si alternano con quelle di Paula. Il massimo è quando mi prende le anche, coi pollici divarica le natiche, ed inizia a colpirmi con forza affondando in me. Avrei potuto far esplodere le tette di Paula da quanto le schiacciavo. Ho avuto un amplesso lungo, forte. Ho urlato. Ero esausta che a malapena ho sentito Andrea sfilarsi. Mi sono trovato il suo membro che passava davanti alla mia bocca. L’ho succhiato, ma lui mi ha fatto chinare il capo verso quello di Paula. Così le nostre bocche e le nostre lingue hanno iniziato a spompinarlo assieme, a leccarlo. Una bocca sopra e una sotto e lui che lo faceva scorrere. Sentivo che era pronto e ci ho messo la lingua. Paula mi ha seguito. Sentivo che inarcava la schiena. Mi ha preso la testa e me l’ha messo in bocca. Se lo teneva alla base con una mano e con l’altra mi tirava i capelli verso di lui finché è esploso in un orgasmo bellissimo. Sentivo il suo sperma caldo e denso nella bocca. Ansima e gemeva. Il bacino dava ancora dei colpi. Avevo la bocca piena e Paula è venuto a raccogliere quanto ne usciva strizzando lo scroto di Andrea.
Ero sfinita e così Andrea mi ha lasciata sul letto quando è andato via. Prima ha accompagnato Puala alla porta, poi è venuto lì, si è rivestito, mi ha baciata facendomi ancora gli auguri ed è andato via. Ho avuto la forza di dire solo poche parole nel congedo, ma credo che il mio sguardo fosse eloquente.
Mi sento una bambina che freme per aprire i regali. Il cuore mi sussulta quando il campanello suona. Ma quanto è FIGO! I capelli sono stati fatti da poco, la barba appena incolta ma curata. I suoi occhi scuri con le ciglia lunghe che sembra abbia il mascara. Oggi ha una camicia di lino bianco, senza abbottonatura ma con un ambio scollo a V che lascia intravedere i pettorali. La semitrasparenza del tessuto lascia trasparire i sui capezzoli. Pantaloncini corti blu con le gambe perfettamente depilate. Ai piedi delle infradito di cuoio. Di cuoio … quanto lo vorrei vestito di pelle nera, una collare, un gilet e i pantaloni attillati con la patta che si apre sui due lati. Fermo la mia fantasia dicendomi che lui è realtà ed è qui. Mi bacia dolcemente e mi fa gli auguri passandomi una scatola incartata e infiocchettata.
Ci sediamo sul divano, gli accarezzo la coscia, e lui mi sorride. Non aprirei nemmeno la scatola. È dal messaggio di ieri che ho le farfalle nel basso ventre. La voglia è montata all’ennesima potenza. La sera ho dovuto sfogarmi con il mio amico vibrante perché non ne potevo più!
Apro … benda … manette per polsi e per caviglie in pelle nera e stoffa viola … un body super erotico nero che lascia fuori i seni ed poi dal pube in giù. Due bretelle vanno dal basso ventre sino alla schiena per tenerlo fermo. Mi si apre un sorriso che nemmeno la bambina più felice di aver avuto il regalo più bello avrebbe fatto. Salterei di gioia!
Lo bacio, con passione. Le mie labbra si adattano alle sue. Gliele faccio aprire con la punta della lingua ed esploro la sua bocca. Lui dolcemente passa la sua punta ai lati della mia lingua accarezzandola mentre inizia a sbottonarmi il vestito. “Andiamo Elsa, non era questo il tuo regalo”. Ah no!? E quale sarà? Comunque volo verso la camera!
Si siede sulla sedia “Fammi vedere come lo indossi quel body”. Cerco di essere più sensuale che posso spogliandomi lentamente esponendo il meno possibile il mio sesso, coprendo i seni nel limite del possibile. Apro l’anta dell’armadio per coprirmi un po’ per mettere il body, altrimenti sarebbe difficile mantenere il gioco di vedo non vedo. Andrea mi sembra compiaciuto di ciò. Metto fuori una gamba, poi mezzo busto e con esso sborsa il mio seno. Me lo accarezzo e lentamente esco. “Forza, sul letto che iniziò a legarti” esclama con la sua voce profonda e così sensuale. Mi metto supina e lui, già alzatosi, viene verso di me con il necessario per tenermi ferma. Prima le caviglie che blocca ai piedi del letto (benedetto letto in ferro battuto) poi il polso destro ed infine il sinistro. Sono abbastanza comodi, imbottiti, perciò non mi fanno male. Mi benda con cura. Sento il suo profumo, forte, intenso. Non mi bacia dopo avermi bendato. Il gioco è ben che cominciato.
Lo sento allontanarsi, armeggiare in frigo e poi tornare. Mi passa un cubetto di ghiaccio sulle labbra. Insiste. Le apro leggermente e dell’acqua mi cola di lato della bocca; un po’ la raccolgo con la lingua. Scende sul mento e poi giù sul collo e giù in quel canale tra i seni che il primo giorno in cui ci siamo approcciati si è incantato a guardare (‘Gocce’) mentre le gocce di sudore scendevano in esso. La mia pelle calda fa sciogliere in fretta il ghiaccio. Probabilmente non riesce più a tenere il cubetto tra le dita e ne prende un altro. Lo passa ancora nel canale e poi, lentamente, disegna l’areola. Fremo, espiro, Andrea sei meraviglioso. Il silenzio della stanza amplia il mio respiro affannoso. Ora passa il ghiaccio sui capezzoli già duri per l’eccitazione. Brucia ma è un dolce bruciare. Altro cubetto, ma ora è il turno del mio sesso. Prima sfiora attorno, il pube, l’interno coscia, sotto le natiche. Poi mi contraggo quando lo sento sul clitoride. Andrea mi fai impazzire, ti voglio. Glielo urlerei, ma so che devo cercare di tacere, non posso rompere l’atmosfera. Si sposta, credo sia con la testa davanti alle mie labbra. Piego un po’ le ginocchia per quanto la legatura me lo permetta. Il suo viso struscia sulle cosce e poi sento il ghiaccio premere tra le mie labbra, in ogni anfratto, in ogni dove. Sento il suo respiro quando passa il ghiaccio proprio sui bordi delle grandi labbra. Ansimo, fremo, tremo. Ne prende un altro col quale si dedica al mio orifizio vaginale. Quanto durerà a contatto coi miei umori!? Non pensavo così tanto da riuscire a sentire bruciare. Si sposta ancora. Sento il suo respiro vicino a me. Ancora ghiaccio sulle labbra, me lo spinge in bocca. Brucia sulla lingua, sulle guance. Poi le sue labbra sulle mie e la sua lingua si prende il ghiaccio. Ce lo passiamo. Sento il suo petto su di me, dev’essersi tolto la camicia.
Si alza ancora. Ancora ghiaccio? No, la porta d’ingresso si apre. Trasalgo, ma sono legata. Altri passi oltre ai suoi. “Andrea che succede!?”. “Zitta, devi stare zitta e fidarti di me. Se parli ancora c’è ne andiamo”. Mi umetto le labbra con la lingua. Nella mano sinistra si appoggia un cazzo. Lo stringo. È duro e mi sembra quello di Andrea. Tengo la mano chiusa e lo fa scivolare dentro. Sento ogni nervatura, sento il glande gonfio. Le dimensioni decisamente importanti; si è quello di Andrea. Continua a muoverlo nella mia mano e sento che diventa ancora più duro. Mollo un po’ la presa e sento le vene che pulsano, che portano sangue a quel magnifico aggeggio. Lo accarezzo. Sull’altra mano si poggia un altro uccello. Siiii, siiiii, Andrea mi leggi dentro. Non è duro, ma le dimensioni sono enormi. Godo a sentire una cosa del genere in mano. Comincia a diventargli duro, non come quello di Andrea, ma dev’essere di un calibro XXL. Dopo poco me lo toglie, mentre continuo a sentire Andrea che si fa segare da me. L’altro mi lecca i capezzoli. Li succhia, ma facendolo appoggia il petto sul mio ventre…. Oddio, queste sono tette, grosse e pure sode … ma in quanti sono!? È sopra di me; una sua gamba tra le mie. Mi morde i capezzoli. Appoggia il pube…. Ma…. Andrea, porco, porco, porcoooo! Quel cazzone che avevo in mano è di questa tettona …. “Andrea … ma ….” Balbetto, non so che dire. La fica, prima bagnatissima, ora si è un po’ raffreddata. “Shhhh, vedrai quanto godi oggi Elsa” e dicendo così mi toglie la benda, l’altro si stacca e vedo questo, questo … meraviglioso trans con un membro asinino “Ma è il regalo più bello della mia vita” dico. “Bene, ti posso slegare ora, così ti prendiamo meglio. Sono sicuro che non scappi” dice Andrea ridendo. Come mi alzo prendo quell’enorme cazzo e lo meno, gli accarezzo le palle e lui mi passa il preservativo. Lo srotolo su quel ben di Dio mente Andrea dice “Elsa, ti presento Paula”. Il nome è la conferma. La pelle mulatta, i capelli, neri e ricci. Un trans brasiliano magnifico. Andrea deve aver speso una cifra enorme. Questa non è roba da strada. Finisco di mettergli il preservativo e accarezzandogli lo scroto noto che il membro è si grande, ma il glande di Andrea è più gonfio e, lasciatemi dire, più bello. Ma Andrea è Andrea. Vedo che anche Andrea maneggia un preservativo. Noooo… capisco…. E la mia fica pizzica … mi stendo aprendo le gambe e Paula si fa spazio. Mi accarezza i seni, è dolce, ma non quanto il suo sesso. Inizia a penetrarmi e mi sento riempita, soffocante. Tocco i suoi seni che vanno contro la forza di gravità. Sono grossi e duri. Ben fatti direi. Complimenti al chirurgo. Andrea ci guarda e poi si mette sopra di me. Mi poggia lo scroto sulla bocca. Glielo lecco. Goccioline, sempre goccioline, attaccate alla pelle dello sconto, la mia saliva. Ora me lo mette in bocca. Paula si china sul suo culo e credo glielo stia leccando. Andrea geme. Io anche e gemo sul cazzo di andrea. La mi lingua passa attorno al suo glande. Sento il suo sapore. Me lo toglie e si mette il preservativo. Passa dietro a Paula. Le apre le natiche ed esclama “Elsa vedessi che culo, Paula non ha problemi ad essere lubrificata prima”. Paula, finchè mi scopa sempre più duro, dice con una voce non certo fine e con l’accento straniero “Dai porco, inchiodami l’ano, dai!”.
Andrea neon se lo fa dire due volte ed inizia a pomparlo duro. Sento i colpi. Il corpo di Puala su di me. Sento che le schiaffeggia il culo. Poi le mani di Andrea che afferrano i seni di Paula … godo … godo… “siiiiii….. ancoraaaa… dai, daiiii” urlo e impazzisco dal godimento. Stringo le lenzuola mente Andrea prende i fianchi di Paula per penetralo ancor più a fondo.
Improvvisamente Andrea si ferma. Paula sorpreso lo guarda e Andrea si spiega “Il mio seme oggi è tutto per Elsa. Mi fiondo sul suo membro per farlo venire, ma mi ferma. “Paula tu sotto. E ora, tu Elsa in mezzo”. Mai fatto, ma non mi spaventa, anche perché sarà Andrea a farmi l’ano e la mia fica è già adattata al cazzo di Paula. Entra rapido il primo, mentre Andrea mi massaggia l’anellino con dell’olio. Me lo dilata con cura con le dita. Lo fa ammorbidire. Sono rilassata e mi dice infatti “è come il burro tesoro”. Si è tolto il preservativo. Lo punta e la cappella entra effettivamente senza grossi problemi. Mi muovo col bacino. Mi alzo un po’ facendo uscire altrettanto il membro di Paula. E Andrea inizia a scendere nel mio deretano. Si dilata bene e lo prendo facile. Eccoli due cazzi in me, come la più navigata delle pornostar. Potrei svenire, ma il piacere è tanto. Pensavo fosse solo per loro il godimento, ma mi muovo, prendo uno e l’altro. Andrea da il ritmo. Mi fottono e mi sento così puttana e così felice. Mi fanno godere e arrivare al mio secondo orgasmo. Sono sudatissima e Andrea mi lecca le gocce di sudore sulla schiena. Mi stringe i seni e le sue mani si alternano con quelle di Paula. Il massimo è quando mi prende le anche, coi pollici divarica le natiche, ed inizia a colpirmi con forza affondando in me. Avrei potuto far esplodere le tette di Paula da quanto le schiacciavo. Ho avuto un amplesso lungo, forte. Ho urlato. Ero esausta che a malapena ho sentito Andrea sfilarsi. Mi sono trovato il suo membro che passava davanti alla mia bocca. L’ho succhiato, ma lui mi ha fatto chinare il capo verso quello di Paula. Così le nostre bocche e le nostre lingue hanno iniziato a spompinarlo assieme, a leccarlo. Una bocca sopra e una sotto e lui che lo faceva scorrere. Sentivo che era pronto e ci ho messo la lingua. Paula mi ha seguito. Sentivo che inarcava la schiena. Mi ha preso la testa e me l’ha messo in bocca. Se lo teneva alla base con una mano e con l’altra mi tirava i capelli verso di lui finché è esploso in un orgasmo bellissimo. Sentivo il suo sperma caldo e denso nella bocca. Ansima e gemeva. Il bacino dava ancora dei colpi. Avevo la bocca piena e Paula è venuto a raccogliere quanto ne usciva strizzando lo scroto di Andrea.
Ero sfinita e così Andrea mi ha lasciata sul letto quando è andato via. Prima ha accompagnato Puala alla porta, poi è venuto lì, si è rivestito, mi ha baciata facendomi ancora gli auguri ed è andato via. Ho avuto la forza di dire solo poche parole nel congedo, ma credo che il mio sguardo fosse eloquente.
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