Ci fu un tempo

di
genere
saffico

Si lo so, ha un incipit che ricorda il "C'era una volta.." tipico di alcune fiabe, ma è altamente probabile che le famiglie Clavesana e Della Volta siano esistite davvero secoli fa. Le potremmo collocare ovunque su una mappa dell'Italia del tardo '500, e se cercassimo fonti storiche di queste due famiglie dovremmo perdere mesi e anni a sfogliare plichi polverosi di atti battesimali in chissà quanti archivi delle mille e più diocesi italiane. Ma da brava studiosa delle fonti tardo medievali sono riuscita a individuare la presenza di queste due famiglie nella Liguria di ponente sotto il Marchesato dei Del Carretto, feudatari questi ultimi per disposizione imperiale dal XIV secolo. Sul declino dei Della Volta e dei Clavesana incise la mancanza di eredi maschi e la conseguente impossibilità di poter reclamare le terre cui da secoli amministravano per conto dei marchesi Del Carretto. Ai giorni nostri sono arrivati solo racconti che riguardano le due uniche figlie femmine, i cui nomi risultano presenti negli atti battesimali della diocesi di Albenga: Caterina Clavesana e Valeria Della Volta, nate sul finire del XVI secolo. Di loro si trovano cenni perfino nei registri della Santa Inquisizione su un procedimento promosso da un frate dominicano di nome Gioacchino Terenzi, la nota ormai semi cancellata dal tempo reca però come motivazione del procedimento : "atti contra natura". Ne sono incuriosita, continuo a scorrere, e la storia che mi si dipana davanti agli occhi è lo stesso frate a raccontarla attraverso le testimonianze che egli riuscì a raccogliere, o più probabilmente ad estorcere, visti i ben noti metodi dell'ordine a cui apparteneva. Il quadro che ne esce è quello di due fanciulle cresciute praticamente insieme, dall'infanzia all'adolescenza, ma la cui lente inquisitoria sembra focalizzarsi sulle due ragazze dopo i loro ripetuti rifiuti a matrimoniarsi con giovani di pari lignaggio. Testimoni dell'epoca raccontano di un'amicizia troppo stretta, e a cui tutti coloro che le conobbero raramente capitò di non vederle l'una accanto all'altra. Le testimonianze più dettagliate sembrano essere quelle delle persone a loro più vicine, le fantesche ei fattori del contado, che prestando servizio le une all'interno dei palazzi delle rispettive famiglie e gli altri nei terreni circostanti, sembrano rafforzare le tesi accusatorie in mano allo sgherro in saio bianco e nero. Le posso quasi vedere mentre scorro con le dita quei racconti. Caterina che si arrampica quasi ogni notte sul grande castagno che da sulla finestra della camera di Valeria e la chiama suonando un'ocarina di terracotta, Valeria che le apre la sua finestra, le tende la mano aiutandola ad entrare percorrendo il ramo più robusto, la finestra che si richiude e la luce delle candele che si spengono. Ma le testimonianze non si limitano alle sole supposizioni malevole, altre riempiono quei fogli, c'è chi si azzarda a giurare di vederle raggiungere quasi ogni mattina, montando ognuna la propria cavalla, le rive del torrente Neva, e lì, dopo aver legato le due giumente ad un albero abbracciarsi nude nell'erba alta facendo cose innominabili agli occhi del Signore. Più continuo nella lettura di quei documenti e più il mio cuore diventa pesante temendo che intorno a quell'amore si stia stringendo il cappio dell'Inquisizione. Le immagino mentre si regalano ogni tipo di baci promettendosi amore eterno, ignare del destino che qualcuno le sta preparando. Conosco io stessa, pur essendo una donna del terzo millennio le parole di scherno anche feroci ricevute fin dalla mia adolescenza, ho gli occhi umidi, e non certo a causa della polvere che si alza da quei documenti, è la sorte che le aspetta a farmi sentire tentata di chiudere tutto e uscire da quell'archivio vescovile. Ma è solo un attimo, dopo essermi asciugata gli occhi mi soffermo a ripensarle mentre si amano come se tutto il resto intorno a loro non esistesse, le vedo ridere e le vedo leggersi poesie d'amore, per poi scomparire di nuovo in mezzo all'erba alta per darsi piacere l'una con il viso sul fiore dell'altra, e a vibrare insieme con quella sintonia che sanno ormai donarsi l'una all'altra. Una volta ripresa la forza di leggere quegli atti di accusa è il turno delle testimonianze dei loro famigliari, della loro sorpresa, per quanto ben consci dell'insofferenza ad accettare marito fossero le due ragazze, ma che mai e poi mai loro ebbero sentore che tra le due niente altro ci fosse oltre che una semplice amicizia risalente all'infanzia. Ma nessuno dei famigliari si sentì di giurare sulla Bibbia che le accuse fossero infondate, si limitarono ad esprimere sorpresa e tornarono alle rispettive residenze. Venne poi il turno della fantesca dei Della Volta, e fu su di lei che il dominicano fece maggiore pressione. Fiammetta era una donna semplice, timorata di Dio e di coloro che ne rappresentavano il potere terreno. E cedette ammettendo ciò che sapeva, disse di sospettare da tempo che tra le due giovani esisteva un legame innaturale, di averle vedute rincorrersi tra le stanze del palazzo come è d'uso accadere tra due innamorati. A quelle parole frà Gioacchino avvampò di collera rimproverando la malcapitata Fiammetta che non avrebbe tollerato oltre racconti di semplici giochi innocenti: " Voi non siete davanti a me per parlarmi di ciò che sospettate, avete veduto con i vostri stessi occhi le due ragazze unirsi in amplesso insultando il disegno naturale di nostro Signore?""No eccellenza, tutto quello che vidi sono stati quei giochi, le ho vedute travestirsi da principe e principessa e in tal guisa giurarsi eterno amore, le ho sentite gemere e ansimare durante più notti mentre spinta dalla curiosità accostavo l'orecchio alla porta di madonna Valeria, ma davanti al Signore giuro di non averle mai vedute unirsi carnalmente".Nel leggere la testimonianza di Fiammetta mi si allargò il cuore, nessuna prova dalla testimone che più di ogni altro conosceva Valeria nella sua sfera più intima. Fiammetta ammise di sospettare, ben sapendo che al domenicano non sarebbe stato sufficiente il solo sospetto per procedere e portare le due ragazze davanti al tribunale della Santa Inquisizione. Le righe conclusive della procura d'accusa furono per me quasi un balsamo: "Si ritiene che alla Sacra Congregazione Romana della Fede Universale nulla di quanto da me raccolto abbia rilevanza nei confronti delle due nobili dame a nome di Caterina Clavesana e Valeria Della Volta circa una loro abominevole unione. Restante però ferma l'attenzione sulle condotte future delle due sopra dette, il Santo Uffizio da me rappresentato le ritiene libere. Frate Gioacchino Terenzi. Anno del Signore 1592."Di avere il fiato dell'Inquisizione sul collo Caterina e Valeria lo seppero solo a sera, stavano rientrando camminando in mezzo alle cavalle e tenendosi per mano, la direzione, neanche a dirlo, era il palazzo dei Della Volta , dove avrebbero cenato con i genitori di Valeria per poi passare una notte meravigliosa a fare l'amore. Ma giunte sul piazzale davanti all'edificio la loro sorpresa fu grande, i genitori di entrambe le stavano attendendo, cosa inusuale essendo rare le frequentazioni tra i Clavesana e i Della Volta. E poi quegli sguardi severi. Fecero per portare le due giumente alle stalle ma le figure imponenti dei loro padri vennero loro incontro. Alle due ragazze venne raccontato quanto accaduto, e vennero invitate a sellare di nuovo le giumente per raggiungere la Francia e mettersi in salvo. Abbracciarono i rispettivi genitori e partirono con una meta ben precisa, un fondaco nei pressi di Avignone per ritirare il denaro che le loro famiglie avevano depositato affinchè non viaggiassero grasse come agnellini in un mondo di lupi. Di loro non si seppe più nulla fino all'anno successivo, quando nello stesso giorno due lettere sigillate da ceralacca e provenienti dal nuovo mondo francese furono recapitate alle famiglie. Erano in salute e in agiatezza economica, ma cosa più importante era il fatto che laggiù nessuno le riteneva abominevoli. Le vergarono insieme quelle due lettere dalfienile della loro piccola casa in Quebec, nude l'una di fianco all'altra, le sigillarono,si scambiarono un sorriso e dopo essersi intrecciate fecero l'amore fino al tramonto.
di
scritto il
2022-07-16
2 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.