Dopo il lungo volo, Mile High Club
di
Kiki88
genere
prime esperienze
Una volta tornate giù tu ti rimetti in uniforme e riprendi il servizio, io provo ad addormentarmi, ma non mi è per niente facile. Non riesco a togliermi dalla testa le effusioni che ci siamo scambiate qualche minuto prima su nelle cuccette, né tanto meno mi concilia il sonno guardarti mentre in uniforme ti muovi nel corridoio premurosa di servire ogni passeggero al fine di rendere loro il viaggio confortevole.Ogni volta volta che i nostri sguardi si incontrano ci sorridiamo, sorrisi pieni di sottintesi e di cui solo noi due conosciamo il motivo.
Ti fermi a poche poltrone dalla mia per chiacchierare con un bambino e non riesco a toglierti gli occhi di dosso, per sporgerti verso di lui appoggi un ginocchio sul bordo di una poltroncina sollevando la gamba...sei bellissima nella tua uniforme blu notte, il baschetto sulla testa ed il foulard al collo e quelle scarpe tacco 8 che te le sfilerei lì in quel momento per ammirare la pianta del tuo piede fasciato dal collant blu, ma mi trattengo, ma come potrei dormire con te che mi volteggi intorno ed il profumo della tua pelle che si è impresso nel mio cervello dopo quel piccolo rendez vous che ci siamo regalate qualche centinaio di chilometri fa ormai.
Provo ad assopirmi e incredibilmente ci riesco, complice anche il lasciarmi cullare dal pensiero che ti avrò tutta per me nei prossimi tre giorni. Sorrido da sola al solo pensiero, guardo il finestrino e vedo solo una soffice coltre di nubi, alzo lo sguardo verso il monitor satellitare che indica la posizione attuale, stiamo sorvolando il Congo, mancano lo Zambia, il Botswana e poi inizieremo la discesa verso il Cape Town airport, e se dormirò sono sicura che mi sveglierai tu con un bacio sulla fronte.
“Din don, here's your commander who's talking, we're on way to landing on Cape Town airport, keep your seat belt fastened until the seat belt sign has been turned off. Thank you.”
Apro gli occhi ed il tuo viso si china sul mio, mi stampi un bacio sulla fronte:
”Svegliati dormigliona, stiamo facendo le manovre di discesa e in dieci minuti toccheremo terra. Ti sorrido e sei tu stessa ad allacciarmi la cintura, lasciando poi che una tua mano mi sfiori la felpa all'altezza del seno: “cariño, l'autunno europeo ce lo siamo lasciate 10.000 km fa, qui è primavera inoltrata e la tua felpetta con cappuccio ti farà morire dal caldo”.
Non mi stacchi gli occhi di dosso mentre sorridendoti me la sfilo rimanendo in tshirt, non ho il reggiseno, non avendo avuto il tempo di rimettermelo dopo le nostre effusioni sul cielo del Congo. Ad un tratto la voce del tuo collega Trevor ti riporta all'ordine: ”Kitty please come to sit down and put your seat bealt on!”.
Il momento in cui le ruote dell'aereo toccano la pista di atterraggio è accompagnato dal solito applauso liberatorio di tutti i passeggeri, compreso quello della sottoscritta, totalmente nuova all'esperienza di un volo intercontinentale. Il velivolo una volta rallentata la sua corsa lungo la pista si accinge ad effettuare il percorso di avvicinamento al “finger” a cui è stato assegnato.
Ci slacciamo le cinture e io mi alzo per recuperare le mie borse dalla cappelliera e in quel momento sento le tue braccia cingermi da dietro: “Vale apettami all'uscita del flight crew”, mi baci sul collo dandomi poi una strizzata tra le natiche mentre nel via vai dei passeggeri nessuno fa caso a quel tuo fugace gesto di effusione nei miei confronti. Mi volto a guardarti, ti sorrido e ti do un piccolo bacio a fior di labbra: “ti aspetto lì”.
Una volta guadagnata l'uscita raggiungo il controllo passaporti, il controllo dei miei bagagli, e dopo aver assolto queste cose cose mi metto alla ricerca dell'uscita degli equipaggi.
L'attesa dura solo dieci minuti, ti vedo spuntare con il tuo trolley e già in abiti civili in mezzo ad un gruppo di tuoi colleghi, alzi lo sguardo, mi vedi, mi sorridi, saluti ognuno di loro e corri ad abbracciarmi.
“Dai Vale andiamo a noleggiare una macchina”. Una volta raggiunto il “rent car” la nostra scelta cade subito su una decapottabile a due posti, l'ideale per goderci la brezza primaverile del Capo. Come due novelle Thelma e Louise partiamo in direzione Victoria&Albert waterfront dove ci aspetta l'hotel e la camera che abbiamo prenotato.
Durante il tragitto che da Matroosfontein ci porta verso il centro città mi parli di tutte le bellezze che vedremo e ti guardo sorridendo..ti volti e mi chiedi: “perchè ridi?”
“Perchè la bellezza ce l'ho al mio fianco”, ed è in quel momento che complice un semaforo rosso, ti stacchi dal volante e mi dai un bacio sulle labbra..bacio a cui mi lascio andare e da cui ci lasciamo travolgere entrambe in un gioco di lingue che si avvolgono..al punto che nemmeno ci accorgiamo che nel frattempo è scattato il verde, e sono i clacson di chi sta dietro di noi a spezzare quel momento meraviglioso riportandoci bruscamente alla realtà.
Scoppiamo a ridere e riparti, entrambe non vediamo l'ora di andare in hotel a darci una rinfrescata e andare alla scoperta di questa meravigliosa e multicolore città.
Mi dici di aver prenotato una matrimoniale al Silo Hotel che proprio nell'area del waterfront..ti guardo con il più luminoso dei sorrisi e ti accarezzo il viso:
“quindi dormiremo nello stesso letto come due fidanzate..”
Mi baci la mano e senza rispondere mi restituisci il sorriso.
Nel giro di dieci minuti siamo davanti all'hotel, posteggiamo, prendiamo i nostri bagagli e ci presentiamo alla reception dove tu fornisci il tuo nome e dici di aver prenotato una camera.
Al banco ci accoglie una bellissima ragazza dai tratti mediorentali e vagamente androgina; alta, capelli lunghi nerissimi, sulla sua targhetta identificativa appuntata sulla divisa il suo nome: Sherazade.
Sembra avere occhi solo per te da come ti sorride e ti guarda, si direbbe che ti stia mangiando con gli occhi. Le porgiamo i documenti, e solo nel momento in cui ci da le chiavi della nostra camera sembra realizzare che abbiamo prenotato una camera matrimoniale, guarda me e mi sorride:
“you're a very lucky girl to share the bed with a such beautiful girl”
“yes Sherazade I know, i'm very lucky” le rispondo sorridendole a mia volta.
Tu arrossisci sentendoti al centro dell'attenzione, lei ti porge la chiave:
“welcome at the Silo Hotel and enjoy your stay”.
La salutiamo e ci dirigiamo verso l'ascensore:
“bene tesoro mio, nel caso tu ti annoiassi con me la bella Sherazade è già bella cotta e pronta per te”. Ti metti a ridere e mi dai un pizzicotto sul sedere.
“Vale ma ti sei accorta quale numero di stanza ci ha riservato?”
Mi mostri il ciondolo della chiave: 69.
Ridiamo e chiuse nell'ascensore ci diamo un bacio.
Arrivate alla porta entriamo e rimaniamo incantate: il letto è posto davanti ad una vetrata che si apre sull'oceano, posiamo le borse e curiosiamo in giro. Il bagno ci lascia a bocca aperta, non c'è la doccia ma una bellissima vasca da bagno e un divanetto subito accanto, e immancabile anche qui una vetrata meravigliosa. Due specchi dove insieme potremo farci belle.
Mi giro e ti vedo già nuda mentre apri il rubinetto della vasca, mi spoglio anche io e tenendoci per mano ci immergiamo:
“dimmi che non è un sogno Vale”
“se lo è non svegliarmi Kitty...e poi tu hai anche la bella Sherazade per arricchire e colorare il tuo sogno”, ti dico ridendo.
“Ay que tonta que eres, nadie es mas guapa que ti”, e dicendo così mi schizzi la schiuma in faccia, e ridiamo...iniziando poi a spalmarci il bagnoschiuma a vicenda guardandoci silenziose.
Ti insapono quel seno stupendo, così abbondante e morbido che sembra scolpito dagli dei.
Sento una delle tue mani scivolarmi sul pube e le tue dita giocare tra le mie grandi labbra mentre con un piede mi accarezzi i seni pizzicandomi i capezzoli per poi appoggiarmelo sulle labbra, bacio e mordo dolcemente ognuna delle tue dita lasciando che poi la mia lingua si intrufoli tra ognuna di esse..e inizio a vibrare come una corda di violino appena le tue dita entrano in me.
Sarai pure etero ma sai benissimo come far godere un'altra donna, e ti bastano pochi movimenti delle dita per farmi venire, orgasmo che profuma del bagnoschiuma al gelsomino dentro la cui schiuma siamo entrambe immerse. Ti alzi in piedi, mi dai la mano e raggiungiamo il letto, questo bellissimo letto dalla testiera alta di colore azzurro come l'oceano che abbiamo di fronte.
Ti distendi e senza una parola divarichi le gambe offrendomi il tuo fiore, i tuoi due petali sono un richiamo irresistibile per la mia bocca che brama dalla voglia di assaporarti...mi chino a baciarti le ginocchia...bacio l'interno delle tue cosce ed infine poso le mie labbra sulla tua natura, ti guardo e hai gli occhi socchiusi mentre le tue mani si serrano tra le lenzuola...come un pennellino la mia lingua solca i tuoi due petali ed il tuo sapore salato si mischia ai fili della mia saliva...ti sento vibrare non appena inizio a giocare sul tuo clitoride...aumento i piccoli colpetti della mia lingua che accoglie i rivoli ormai copiosi della tua rugiada...gocce che bevo come se fossi una dispersa nel deserto alla prima fonte d'acqua pura trovata...aumenti a tua volta i movimenti del tuo bacino quando la mia lingua è interamente dentro di te.. gemi e avvolgi le tue gambe dietro la mia chiena mentre l'onda inarrestabile dell'orgasmo ti coglie facendo contrarre le tue pareti vaginali intorno alla mia lingua...risalgo a baciarti l'ombelico..il ventre ed entrambi i tuoi seni...e poi sono le tua labbra che vengo a cercare con le mie...è il tuo sapore che ti dono mentre le nostre lingue si intrecciano e si rincorrono l'una nella bocca dell'altra, loro, che come due ponti mettono in contatto la mia anima alla tua. Rimaniamo abbracciate accarezzandoci, ma non è neanche mezzogiorno:
“Vale dai vestiamoci, voglio farti fare un tour meraviglioso”.
Una volta rivestiteci ci chiudiamo la porta alle spalle pronte a partire alla scoperta di questa città. Usciamo dall'ascensore e passando davanti alla reception ci sentiamo chiamare da Sherazade:
“ladies wait just a second please”. Ci sorride mostrandoci un cartoncino; ci avviciniamo incuriosite e sottovoce prosegue:
”tonight we'll have a party and I would like so much having you both”.
Ci porge il cartoncino: “The Pink Candy Night Club”.
Le sorridiamo dicendole che se non saremo troppo stanche dal tour ci farà molto piacere venire.
Usciamo e mentre ci dirigiamo verso la macchina mi chiedi cosa mi suggerisce la parola ”aerial cableway”...ci penso un po' su..”una funivia?”...”esatto Vale, e ci porterà lassù”, alzi lo sguardo indicandomi la grande montagna che sovrasta la città: “la famosa Table Mountain di cui mi avevigià accennato..”...”correcto mi guapisima amiga”. Non mi entusiasma l'idea di salire su una cosa appesa ad un cavo, me ne sono sempre tenuta lontana anche quelle poche volte che sono stata sulle montagne italiane, ma ti vedo talmente felice che taccio e incrocio le dita.
Ti fermi a poche poltrone dalla mia per chiacchierare con un bambino e non riesco a toglierti gli occhi di dosso, per sporgerti verso di lui appoggi un ginocchio sul bordo di una poltroncina sollevando la gamba...sei bellissima nella tua uniforme blu notte, il baschetto sulla testa ed il foulard al collo e quelle scarpe tacco 8 che te le sfilerei lì in quel momento per ammirare la pianta del tuo piede fasciato dal collant blu, ma mi trattengo, ma come potrei dormire con te che mi volteggi intorno ed il profumo della tua pelle che si è impresso nel mio cervello dopo quel piccolo rendez vous che ci siamo regalate qualche centinaio di chilometri fa ormai.
Provo ad assopirmi e incredibilmente ci riesco, complice anche il lasciarmi cullare dal pensiero che ti avrò tutta per me nei prossimi tre giorni. Sorrido da sola al solo pensiero, guardo il finestrino e vedo solo una soffice coltre di nubi, alzo lo sguardo verso il monitor satellitare che indica la posizione attuale, stiamo sorvolando il Congo, mancano lo Zambia, il Botswana e poi inizieremo la discesa verso il Cape Town airport, e se dormirò sono sicura che mi sveglierai tu con un bacio sulla fronte.
“Din don, here's your commander who's talking, we're on way to landing on Cape Town airport, keep your seat belt fastened until the seat belt sign has been turned off. Thank you.”
Apro gli occhi ed il tuo viso si china sul mio, mi stampi un bacio sulla fronte:
”Svegliati dormigliona, stiamo facendo le manovre di discesa e in dieci minuti toccheremo terra. Ti sorrido e sei tu stessa ad allacciarmi la cintura, lasciando poi che una tua mano mi sfiori la felpa all'altezza del seno: “cariño, l'autunno europeo ce lo siamo lasciate 10.000 km fa, qui è primavera inoltrata e la tua felpetta con cappuccio ti farà morire dal caldo”.
Non mi stacchi gli occhi di dosso mentre sorridendoti me la sfilo rimanendo in tshirt, non ho il reggiseno, non avendo avuto il tempo di rimettermelo dopo le nostre effusioni sul cielo del Congo. Ad un tratto la voce del tuo collega Trevor ti riporta all'ordine: ”Kitty please come to sit down and put your seat bealt on!”.
Il momento in cui le ruote dell'aereo toccano la pista di atterraggio è accompagnato dal solito applauso liberatorio di tutti i passeggeri, compreso quello della sottoscritta, totalmente nuova all'esperienza di un volo intercontinentale. Il velivolo una volta rallentata la sua corsa lungo la pista si accinge ad effettuare il percorso di avvicinamento al “finger” a cui è stato assegnato.
Ci slacciamo le cinture e io mi alzo per recuperare le mie borse dalla cappelliera e in quel momento sento le tue braccia cingermi da dietro: “Vale apettami all'uscita del flight crew”, mi baci sul collo dandomi poi una strizzata tra le natiche mentre nel via vai dei passeggeri nessuno fa caso a quel tuo fugace gesto di effusione nei miei confronti. Mi volto a guardarti, ti sorrido e ti do un piccolo bacio a fior di labbra: “ti aspetto lì”.
Una volta guadagnata l'uscita raggiungo il controllo passaporti, il controllo dei miei bagagli, e dopo aver assolto queste cose cose mi metto alla ricerca dell'uscita degli equipaggi.
L'attesa dura solo dieci minuti, ti vedo spuntare con il tuo trolley e già in abiti civili in mezzo ad un gruppo di tuoi colleghi, alzi lo sguardo, mi vedi, mi sorridi, saluti ognuno di loro e corri ad abbracciarmi.
“Dai Vale andiamo a noleggiare una macchina”. Una volta raggiunto il “rent car” la nostra scelta cade subito su una decapottabile a due posti, l'ideale per goderci la brezza primaverile del Capo. Come due novelle Thelma e Louise partiamo in direzione Victoria&Albert waterfront dove ci aspetta l'hotel e la camera che abbiamo prenotato.
Durante il tragitto che da Matroosfontein ci porta verso il centro città mi parli di tutte le bellezze che vedremo e ti guardo sorridendo..ti volti e mi chiedi: “perchè ridi?”
“Perchè la bellezza ce l'ho al mio fianco”, ed è in quel momento che complice un semaforo rosso, ti stacchi dal volante e mi dai un bacio sulle labbra..bacio a cui mi lascio andare e da cui ci lasciamo travolgere entrambe in un gioco di lingue che si avvolgono..al punto che nemmeno ci accorgiamo che nel frattempo è scattato il verde, e sono i clacson di chi sta dietro di noi a spezzare quel momento meraviglioso riportandoci bruscamente alla realtà.
Scoppiamo a ridere e riparti, entrambe non vediamo l'ora di andare in hotel a darci una rinfrescata e andare alla scoperta di questa meravigliosa e multicolore città.
Mi dici di aver prenotato una matrimoniale al Silo Hotel che proprio nell'area del waterfront..ti guardo con il più luminoso dei sorrisi e ti accarezzo il viso:
“quindi dormiremo nello stesso letto come due fidanzate..”
Mi baci la mano e senza rispondere mi restituisci il sorriso.
Nel giro di dieci minuti siamo davanti all'hotel, posteggiamo, prendiamo i nostri bagagli e ci presentiamo alla reception dove tu fornisci il tuo nome e dici di aver prenotato una camera.
Al banco ci accoglie una bellissima ragazza dai tratti mediorentali e vagamente androgina; alta, capelli lunghi nerissimi, sulla sua targhetta identificativa appuntata sulla divisa il suo nome: Sherazade.
Sembra avere occhi solo per te da come ti sorride e ti guarda, si direbbe che ti stia mangiando con gli occhi. Le porgiamo i documenti, e solo nel momento in cui ci da le chiavi della nostra camera sembra realizzare che abbiamo prenotato una camera matrimoniale, guarda me e mi sorride:
“you're a very lucky girl to share the bed with a such beautiful girl”
“yes Sherazade I know, i'm very lucky” le rispondo sorridendole a mia volta.
Tu arrossisci sentendoti al centro dell'attenzione, lei ti porge la chiave:
“welcome at the Silo Hotel and enjoy your stay”.
La salutiamo e ci dirigiamo verso l'ascensore:
“bene tesoro mio, nel caso tu ti annoiassi con me la bella Sherazade è già bella cotta e pronta per te”. Ti metti a ridere e mi dai un pizzicotto sul sedere.
“Vale ma ti sei accorta quale numero di stanza ci ha riservato?”
Mi mostri il ciondolo della chiave: 69.
Ridiamo e chiuse nell'ascensore ci diamo un bacio.
Arrivate alla porta entriamo e rimaniamo incantate: il letto è posto davanti ad una vetrata che si apre sull'oceano, posiamo le borse e curiosiamo in giro. Il bagno ci lascia a bocca aperta, non c'è la doccia ma una bellissima vasca da bagno e un divanetto subito accanto, e immancabile anche qui una vetrata meravigliosa. Due specchi dove insieme potremo farci belle.
Mi giro e ti vedo già nuda mentre apri il rubinetto della vasca, mi spoglio anche io e tenendoci per mano ci immergiamo:
“dimmi che non è un sogno Vale”
“se lo è non svegliarmi Kitty...e poi tu hai anche la bella Sherazade per arricchire e colorare il tuo sogno”, ti dico ridendo.
“Ay que tonta que eres, nadie es mas guapa que ti”, e dicendo così mi schizzi la schiuma in faccia, e ridiamo...iniziando poi a spalmarci il bagnoschiuma a vicenda guardandoci silenziose.
Ti insapono quel seno stupendo, così abbondante e morbido che sembra scolpito dagli dei.
Sento una delle tue mani scivolarmi sul pube e le tue dita giocare tra le mie grandi labbra mentre con un piede mi accarezzi i seni pizzicandomi i capezzoli per poi appoggiarmelo sulle labbra, bacio e mordo dolcemente ognuna delle tue dita lasciando che poi la mia lingua si intrufoli tra ognuna di esse..e inizio a vibrare come una corda di violino appena le tue dita entrano in me.
Sarai pure etero ma sai benissimo come far godere un'altra donna, e ti bastano pochi movimenti delle dita per farmi venire, orgasmo che profuma del bagnoschiuma al gelsomino dentro la cui schiuma siamo entrambe immerse. Ti alzi in piedi, mi dai la mano e raggiungiamo il letto, questo bellissimo letto dalla testiera alta di colore azzurro come l'oceano che abbiamo di fronte.
Ti distendi e senza una parola divarichi le gambe offrendomi il tuo fiore, i tuoi due petali sono un richiamo irresistibile per la mia bocca che brama dalla voglia di assaporarti...mi chino a baciarti le ginocchia...bacio l'interno delle tue cosce ed infine poso le mie labbra sulla tua natura, ti guardo e hai gli occhi socchiusi mentre le tue mani si serrano tra le lenzuola...come un pennellino la mia lingua solca i tuoi due petali ed il tuo sapore salato si mischia ai fili della mia saliva...ti sento vibrare non appena inizio a giocare sul tuo clitoride...aumento i piccoli colpetti della mia lingua che accoglie i rivoli ormai copiosi della tua rugiada...gocce che bevo come se fossi una dispersa nel deserto alla prima fonte d'acqua pura trovata...aumenti a tua volta i movimenti del tuo bacino quando la mia lingua è interamente dentro di te.. gemi e avvolgi le tue gambe dietro la mia chiena mentre l'onda inarrestabile dell'orgasmo ti coglie facendo contrarre le tue pareti vaginali intorno alla mia lingua...risalgo a baciarti l'ombelico..il ventre ed entrambi i tuoi seni...e poi sono le tua labbra che vengo a cercare con le mie...è il tuo sapore che ti dono mentre le nostre lingue si intrecciano e si rincorrono l'una nella bocca dell'altra, loro, che come due ponti mettono in contatto la mia anima alla tua. Rimaniamo abbracciate accarezzandoci, ma non è neanche mezzogiorno:
“Vale dai vestiamoci, voglio farti fare un tour meraviglioso”.
Una volta rivestiteci ci chiudiamo la porta alle spalle pronte a partire alla scoperta di questa città. Usciamo dall'ascensore e passando davanti alla reception ci sentiamo chiamare da Sherazade:
“ladies wait just a second please”. Ci sorride mostrandoci un cartoncino; ci avviciniamo incuriosite e sottovoce prosegue:
”tonight we'll have a party and I would like so much having you both”.
Ci porge il cartoncino: “The Pink Candy Night Club”.
Le sorridiamo dicendole che se non saremo troppo stanche dal tour ci farà molto piacere venire.
Usciamo e mentre ci dirigiamo verso la macchina mi chiedi cosa mi suggerisce la parola ”aerial cableway”...ci penso un po' su..”una funivia?”...”esatto Vale, e ci porterà lassù”, alzi lo sguardo indicandomi la grande montagna che sovrasta la città: “la famosa Table Mountain di cui mi avevigià accennato..”...”correcto mi guapisima amiga”. Non mi entusiasma l'idea di salire su una cosa appesa ad un cavo, me ne sono sempre tenuta lontana anche quelle poche volte che sono stata sulle montagne italiane, ma ti vedo talmente felice che taccio e incrocio le dita.
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