I bigliettini per Emma 2 - le mosse di Giovanni

di
genere
etero

In quel periodo mi sono accorta che Giovanni aveva cambiato atteggiamento con me: non so se si fosse accorto di qualcosa o se semplicemente avesse voglia di scoparsi qualche ragazzina e mi avesse messa in lista. Qualsiasi cosa che avesse in mente non ci sarei cascata e non mi sarei fatta scopare da lui!! Ho una dignità!


Giovanni in quel periodo passava spesso da noi, e a volte ci capitava di rimanere qualche momento da soli. Lui si divertiva a mettermi in imbarazzo facendomi delle battute sporche, delle domandine mirate, discorsi con doppi sensi e, … tutto rigorosamente a sfondo sessuale. Io cercavo di far finta di niente lo lasciavo parlare rimanendo abbastanza fredda, anche se qualche volta mi accorgevo di arrossire e lui scoppiava a ridere.


La scorsa estate avevo 21 anni, sono una ragazza con i capelli castani, lunghi fino a metà schiena e lisci. Un bel viso, ho preso da mamma, con occhi marroni, naso e labbra piccole. Sono alta circa 1.60 m fisico asciutto e atletico. Ma a voi interesserà sapere altro. Ho un bel culetto sodo, piccolo e ben definito. Il seno? Piccolino anche quello (purtroppo), una seconda.


Giovanni aveva cominciato a saluta abbracciandomi stringendomi più a lui in modo da sentire le mie forme (anche se non c’è troppo da sentire), io ricambiavo rimanendo fredda e distaccata. Lui molto lentamente, ma mi sono accorta (dopo) che faceva tutto in maniera pensata.


Una sera, mentre i miei facevano una passeggiata serale, Giovanni viene a casa con la scusa di cercare mio papà: sapeva benissimo che non c’era, e trova solo me. Così rimane un po’ con me e si mette a parlare, è un grande oratore, e poi cogliendo un’occasione: “Come va con il fidanzato?”
“Quale fidanzato? Sono single da qualche mese…” speravo la chiudesse lì
“Ma dai, una ragazza così bella, non so quanti ragazzi ti gireranno attorno”
Arrossisco, lui ride, ma non volevo cadere “Ma dai smettila”
“E quindi ho ragione, comunque non serve che sia qualcuno di ufficiale, so come funziona”
“No hai capito male, non sono quel tipo di ragazza con lo scopa amico” lo dico in maniera seccata, ma divento rossa.
“Ecco come lo chiamate voi, scopa amico. Comunque…” e cambia discorso. Sapeva di aver parlato abbastanza. Prima che arrivino i miei mi saluta, ma questa volta mi dà uno schiaffetto al culo “Ciao Emm, e mi raccomando fai la brava con i ragazzi” e mi fa l’occhiolino.
“Ma che fai?” Ci ho messo un secondo di troppo per formulare l’incazzatura e lui era già uscito.


Quando veniva a trovarci e c’era l’occasione mi salutava dandomi uno schiaffetto nel culo, all’inizio protestavo, ma era inutile, forse perché ero sempre meno convinta. Una sera mi saluta come al solito abbracciandomi, ma visto che i miei erano a casa (e tutti i sani di mente non farebbero niente, però lui è diverso), le mani scendono e mi palpano per bene il culo, non me l’aveva mai palpato, volevo protestare, ma c’erano i miei e fare la scenata non era il caso… “Emm, hai proprio un culetto fantastico” mi sussurra all’orecchio e poi mi fa l’occhiolino.


Ci aveva preso gusto a palparmi il culo, e se all’inizio mi dava fastidio, ora quel gesto era diventato una consuetudine e lo lasciavo fare, e se per caso una sera non lo faceva me ne accorgevo.


Una altra sera, quando i miei erano fuori lui è venuto a trovarmi, con la scusa che cercava papà, ma lo sapevamo entrambi che era venuto per me. Sapendo che eravamo da soli mi palpa il culo, non mi lamento, anzi quasi ci speravo però non glielo dico. Si delizia con me per qualche minuto. “Emm, oggi non mi respingi?” mi sfotte.
“Ormai ci ho perso la speranza, però ora smettila” lo dico con poca convinzione.
“In verità ti piace, anche se non me lo dici” mi guarda con un sorrisetto malizioso. Io non rispondo, ma lo prende per un sì.


Ci mettiamo comodi, e ricominciamo come la scorsa volta a parlare di discorsi non adatti ai minori. È stato stranamente divertente e più rilassato rispetto alla volta scorsa questo momento di public relations. Prima di andare mi lascia un bigliettino, mi dice di non aprirlo, che mi dirà lui quando potrò. La cosa mi incuriosisce assai, ma manterrò la promessa. Era arrivato il momento dei saluti ero consapevole che sarebbe arrivata anche la palpata di rito, e infatti arriva. Mentre mi impastava il culo una mano sale alle tette. La sua mano destra va alla mia tetta sinistra. “Ancora ancora il culo ok, ma ora smettila non esageriamo, smettila” Lui tergiversa un po’ e poi mi saluta.


Quando veniva dai miei coglieva ogni occasione per avere un attimo con me fuori da occhi indiscreti per palparmi il culo e le tette, dopo un inizio di opposizione e muro, in cui lui andava più cauto: passandoci sopra una mano sfiorandomele per farmi eccitare… ma un giorno mentre faceva quel giochino: aveva le sue mani a un millimetro dai miei seni, ma non me li toccava, attendeva che cedessi: “Sai quanto vorrei strizzartele, me le sogno di notte…” mi diceva spesso. Quel giorno feci mezzo passo in avanti: “Prendimele – e gliele metto tra le mani – ahhh” dico senza volerlo. Lui tutto soddisfatto mi dice di non fare rumore che ci sono i miei genitori nell’altra stanza.

Ma che cazzo stavo facendo?? Giovanni mi stava trascinando nella sua spirale e io non riuscivo a tirarmi indietro, ok, ma adesso nulla di più. I suoi modi, lasciandomi abituare ai suoi desideri e facendo un passetto per volta, mi stavano legando a lui, mi stava lavorando psicologicamente, ma dovevo stopparmi qui.

Da quel giorno ormai le tette erano andate e quindi mi lasciavo palpare quando c’era l’occasione, e sotto sotto mi piaceva anche, e a volte gli davo io l’occasione per stare con me.

Era ormai l’inizio dell’estate, faceva parecchio caldo e anche la sera era fastidioso, per cui mi capitava spesso di rimanere a casa in reggiseno. Quella sera, i miei erano usciti, io ero in camera. Suona il campanello e senza pensarci (avevo perso la cognizione del tempo) apro senza chiedere chi fosse: ero sicura fossero i miei e invece era Giovanni. Cazzo! Ero senza maglietta. Quando lo vedo divento rossa, ma mi accorgo anche di un altro dettaglio: ha il cazzo duro: si vedeva un rigonfiamento notevole tra le gambe, ma non si era gonfiato vedendomi: ce l’aveva anche prima di vedermi… “Wow Emm, che sorpresa mi hai fatto” io comincio a borbottare una risposta e intanto Giovanni mi stava palpeggiando le tette tutto contento. Era venuto sicuramente per passare a uno step successivo e il trovarmi così l’aveva preso come un mio segnale di assenso.

Mi palpa le tette, poi passa al culo e poi salendo con le mani da dietro con un movimento rapido, segno dell’esperienza, mi slaccia il reggiseno: “Ops, scusa – mi sorride provocandomi, mi si avvicina all’orecchio – tocca a te scegliere cosa fare: riallacciarlo o farmi vedere cosa nasconde”

Dovevo decidere di riallacciarmelo, ma qualcosa mi diceva di no, ero indecisa, mi ero ripromessa di fermarmi… Rimango in silenzio, ferma…

Lui prende l’iniziativa me lo toglie e lo appoggia al divano: “Visto che non decidi, decido io. Poi sai dov’è e se cambi idea basta che lo prendi.”

Comincia a palparmi e giochicchiare con i capezzoli, si diverte e io stavo apprezzando, se non fosse stata questa occasione avrei anche fatto qualche mugugno di piacere, ma non potevo, volevo, così mi mordicchiavo il labbro. Vedermi resistergli gli piaceva, si vedeva un senso di soddisfazione nel sedurmi e io che non riuscivo a resistergli. Mi chiede di girarmi, praticamente mettendomi a 90 perché voleva palparmi le tette da dietro. Ho accettato anche questa sua richiesta…

Praticamente mentre mi palpava le tette, avevo il mio culo sul suo inguine (come se stessimo scopando), mi appoggia il suo corpo al mio culo, aveva il suo cazzo duro lo sentivo chiaramente (e dovrebbe essere stato anche abbastanza grosso). Mi da un colpetto di inguine e io involontariamente gemo. Poi un altro, e un altro ancora… fa finta di scoparmi. “Giovanni, basta, non voglio – mi correggo – non posso”

Continua
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2022-07-19
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