I bigliettini per Emma 6 - una ragazza precoce

di
genere
etero

Scopiamo per almeno un oretta, ne esco appagate e questa forse è stata meglio della precedente: il suo cazzo mi ha dato meno fastidio ed ho potuto godere di più e apprezzarlo meglio. [Scusatemi se non vi racconto cosa abbiamo fatto, ma sapete come si scopa la sua torre tra le mie labbra].
“Emm è ora di aprire il bigliettino”
“Già??” non mi risponde, lo apro:
> era entro il 10 e oggi era il 8.
“Con te dovrò accorciare tutte le mie tempistiche standard” e ride e io con lui.
Mi dà un pacchettino: lo apro ed è… un plug anale: metallico con un bottone azzurrino. No, non mi faccio inculare; non da lui ce l’ha troppo grosso.
“La prossima volta che ci vediamo vieni con quello nel culo se non soffrirai troppo – e mi dà anche il classico bigliettino”
“No l’anale non lo faccio” mi ero già fatta inculare, ma da dimensioni nettamente più limitate
“Non hai capito, la prossima volta ti inculo! Se non vuoi darmi il tuo culetto allora non chiedermi più di scopare. Non si discute”
“Ma…”
“Io non ti obbligo a scopare, è una tua scelta vedi te” e ci salutiamo.

Che cazzo vuole non mi faccio inculare, esclamo nella mente fino che torno a casa. Però che altra scopata fantastica mi ha fatto. No non avrei più scopato con lui, sarebbe stato lui a riformulare la richiesta.
Passano due giorni e sempre più penso al sesso con Giovanni, poi un giorno viene da noi e io mi bagno, però lui non mi tocca nemmeno mi ignora, lo faceva apposta!! Mi innervosivo, ma lo volevo. In tanto quel plug era nel mio comodino e ogni tanto mi chiedevo se mi avrebbe veramente fatto male… quella notte mi metto, dopo averlo leccato, il plug nel culo non dava fastidio anzi dopo un po’ mi sono abituata. Ma un plug è una cosa una mazza un'altra. No lo metto via e quel giorno non ci penso, ma qualcosa va sempre lì: un pensiero, una sensazione… quando sento un discorso con un doppio senso penso subito a Giovanni. Cazzo, penso! Sapevo di essere sua, lui ne era pienamente a conoscenza, sarei ceduta oggi, domani o fra una settimana ma sarei ceduta. Allora perché aspettare e prolungare l’agonia?

Lubrifico il plug anale, non l’avevo mai usato, lo spingo (non vi nego la resistenza del mio culetto e il dolore) entra e si blocca dentro di me. Dopo il fastidio iniziale mi abituo.
Mi faccio una foto al culetto e…: “Giovanni domani pomeriggio sono da te!”
“Emm, che porca che sei! Lo sapevo… Ti aspetto ho voglia di spaccarti il tuo culetto”
“Non dirmi che sono in anticipo rispetto alle tue predizioni?”
“Lo scoprirai quando te lo metto in culo”

In tarda mattina mi preparo, mi metto il plug nel culo e penso a cosa succederà nel pomeriggio, al mio culo sfondato a fare un anale con la A maiuscola. Ero spaventata, ma allo stesso tempo elettrizzata.

Finalmente arriva il pomeriggio… scelgo una gonna corta e nera, sotto un perizoma a filo. Sopra una maglietta bianca sotto la quale risaltava il reggiseno nero.
Vado da lui di corsa e appena lo vedo: “Giovanni inculami velocemente – glielo dico tra un limone e l’altro – ho paura, ma non posso rimanere senza di te…”
Lui mi palpava il culo e con un sorriso soddisfatto sapeva che da lì a poco me l’avrebbe aperto, la prova era quel plug nel mio culetto che a lui piaceva tanto. Lo desiderava, si vedeva chiaramente nei suo occhi, nella bramosia nel palparmi, nel suo cazzo che lo sentivo duro sotto le mutande.

continua
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2022-08-03
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