Gemelli in vacanza

di
genere
gay

Amo vivere a Laguna Beach ma, per essere perfettamente onesto con voi, non è proprio come nel film, quello non è completamente vero, lo è un po'. La prima volta che ho parcheggiato è stato tra una Ferrari ed una BMW. Ero terrorizzato; ma vedere quel genere di macchine qui è un luogo comune. È stato divertente quando i miei cugini sono venuti a trovarmi, si guardavano intorno atterriti dal numero enorme di Mercedes e Lexus. Ad ogni modo non è di questo che voglio parlarvi ma di quello che accadde l'estate scorsa, quando avevo 18 anni. Ma prima di farlo è meglio che mi descriva: sono alto circa un metro e settantacinque e peso 63 chili, sono in forma perché gioco a calcio. Non direi di avere il miglior corpo del mondo, non mi piace lavorare in palestra così io non ho grandi addominali e roba del genere; ma io pettorali abbastanza sviluppati per le flessioni che faccio in allenamento. Ho capelli castani abbastanza lunghi (le mie ragazze dicono che probabilmente li stiro perché non possono essere così di natura, ma posso assicurarvi che non faccio niente del genere) ed ho occhi marrone scuro.

Vivo in una casa sulla spiaggia e è bello. Passo tutta l’estate praticando surfing di mattina e lavorando in un negozio sulla spiaggia il pomeriggio. La sera i miei compagni ed io facciamo dei falò e cuociamo hotdogs. I nostri vicini vanno via per i mesi estivi ed affittano le loro case a prezzi esorbitanti a ricchi villeggianti che non vogliono stare in albergo. Ci ricavano una fortuna, è incredibile quante persone pagano per passare una settimana a Laguna.

C’è ogni genere di persone come vicini ogni settimana. La mia camera da letto è localizzata in maniera ideale per vedere nella casa dei vicini che, convenientemente, hanno grandi finestre strategicamente disposte. La cosa che dovete capire è che queste case da spiaggia sono veramente vicine e dal mio punto di vista io posso vedere nella camera da letto e nel soggiorno. È ottimo per spiare; ma non fatevi un’idea sbagliata. Questa non è una situazione da “Finestra sul cortile”. Io non guardo le persone col binocolo. Mi capita casualmente di gettare uno sguardo e vedere qualche cosa che vale la pena di vedere. È come una telenovela della vita reale per capirci. Ok, forse è un po' “Finestra sul cortile”.

Nella famiglia che è venuta a stare qui il primo venerdì di agosto c’erano due gemelli dell’apparente età di 18 anni e stupendi. Li vidi mentre sistemavano la loro roba dopo essere arrivati ed io non riuscivo a togliere gli occhi da loro. Erano completamente identici, cosa strana perché di solito, visti da vicino è possibile distinguerli. Avevano capelli biondo sabbia e le camicie pendevano larghe sui loro muscoli ben sviluppati. Avevano occhi vividi e vigili che danzavano sulle loro facce e le loro iridi erano di un blu pallido e penetranti. Non so se “blu pallido” è il modo corretto di descriverli, a mio modo di vedere avevano un che di elettrico, un pezzo acuminato di ghiaccio sarebbe più giusto per descriverli. Erano raggianti.

Esultai nel vedere che i due avevano preso la camera da letto davanti alla mia e la cosa era un po' sorprendente perché c’era dentro solo un grande letto. Suppongo che fosse normale per dei gemelli condividere un letto dato che una volta avevano condiviso un utero.

Ad ogni modo mi acquattai all'angolo della mia finestra e guardai i due vuotare le loro valigie. Chiaramente erano allegri perché disputarono su quale cassetto occupare e cominciarono a tirarsi calze e mutande quasi fossero palle di neve. La lotta cessò quando uno vinse costringendo l'altro con una presa formidabile, misero via le loro cose e si cambiarono in tenuta da spiaggia. Quando si tolsero le camicie il mio cuore sobbalzò. Ambedue avevano incavi profondi che sembravano essere cesellati nei toraci pallidi. Non avevo mai visto addominali così profondi e ben definiti. Se aveste spruzzato con un tubo i loro corpi l’acqua scendendo avrebbe seguito le rientranze dei muscoli del torace come un fiume che cerca la sua strada verso il mare. Sicuramente dovevano essere nuotatori.

I loro corpi erano in proporzione perfetta, se fossero nati 2000 anni fa, sarebbero stati modelli e la loro bellezza e gioventù per sempre preservata nel freddo marmo, scolpito dalle mani dei maestri.

I loro uccelli sembravano ballare ad ogni movimento. Abbastanza stranamente uno sembrava essere circonciso e l'altro no. Bene, suppongo che non sarebbe stato così difficile distinguerli dopo tutto.

Il loro cespuglio pubico era dello stesso colore dorato dei loro capelli e sembrava la criniera di un leone. Era folto ma il resto dei loro corpi appariva liscio e pulito, forse rivestiti di peli biondi difficilmente distinguibili da quella distanza.

Naturalmente non erano eretti così era impossibile valutarne le dimensioni, ma sicuramente avevano risvegliato i miei 18 centimetri. Mentre i due si vestivano sentii le mie dita scendere alla mia verga e spremere delicatamente il mio elmo porpora. I due se ne andarono giocando con asciugamani drappeggiati sulle loro spalle larghe.

La mia erezione palpitante non si era ancora abbassata quando andai al mio guardaroba per mettermi i pantaloncini da surf e mi affrettai fuori della porta prendendo la tavola e seguii la famiglia alla spiaggia che non era distante dalle nostre case.

Mi tenni a distanza mentre la famiglia si sistemava sulla spiaggia affollata, poi posai il mio asciugamano vicino in modo da poter continuare ad osservare i due. Ora, non interpretate male le mie azioni: non sono un completo guardone, mi piacciono le persone ed io volevo incontrare i due Adoni. Sono un discreto surfista, i teenager in vacanza sono sempre ansiosi di imparare a fare surf ed io sono sempre disposto a prestare i miei servizi. Spero che non stiate pensando che io sia uno che scambia lezioni di surf per pompini, io cerco veramente di conoscere persone nuove e passare del tempo con loro. Se poi loro riescono ad offrirmi immagini per la mia banca mentale di immagini per le seghe, meglio.

Quei gemelli mi intrigavano. Gli unici altri gemelli che avevo conosciuto erano due miei cugini. Era stupendo vedere quei gemelli che sembravano così simili, ma più li osservavo, più riuscivo a distinguerli. Si muovevano in maniera differente ed uno sembrava avere un carattere silenzioso e dominante, l’altro sembrato più passivo e spensierato. Non che volessi parlarne negativamente, solo avevano personalità diverse, come uno si dovrebbe aspettare, dopo tutto erano persone diverse.

I gemelli andarono in acqua ed io li seguii con calma. Era chiaro che volevano fare del surf e la cosa mi andava bene.

Era chiaro che erano esperti perché nuotarono parecchio fuori per aspettare un'onda. Io nuotai verso di loro fino quando non fui a 3 metri e rimasi lì come uno squalo per almeno 5 minuti; ma evidentemente ero più interessato a fare amicizia che non a mangiarli. Dopo altri 5 minuti feci la mia mossa.

“Come sono oggi le onde?” Chiesi.

“Non sappiamo, siamo appena arrivati.” Disse uno di loro con accento che non riuscivo a riconoscere.

“Oh, bene, un arrivo perfetto, anch’io speravo lo fosse, finito il lavoro sono venuto qui. Voi vivete qui?”

“No, siamo in vacanza.” Disse l'altro. 'Ma stiamo qui vicino in quella strada.”

“Bello, io sto nella 17^ strada, e voi?”

“Um, non ricordo' Disse ed un sorriso grazioso gli comparve sulle labbra. I gemelli erano evidentemente ragazzi veramente belli e socievoli.

“È, um quella.” Disse l'altro indicando la 17^ strada.

“Oh, che caso, è dove sto anch’io, la casa gialla.”

“Stai scherzando; probabilmente siamo vicini.”

“Veramente divertente' Dissi anche se effettivamente non era così divertente. “Io mi chiamo Will.”

“Felici di conoscerti, io sono Erik e lui è Anton.”

In quel momento vi fu un’onda.

“Scusatemi per un secondo” Dissi nuotando sull’onda e prendendola perfettamente. Non era una grande onda così i due gemelli la fallirono. Perfetto, stavo facendo la figura del ‘figo’ locale e sapevo che loro avrebbero voluto conoscermi meglio.

Dopo aver cavalcato l'onda nuotai verso i gemelli.

“Mi spiace.” Dissi allegramente. “Ma quando vedi un’onda devi prenderla; giusto?”

I gemelli risero insieme ed io andai a prendere l’onda successiva dopo di che nuotai di nuovo verso di loro.

“Wow, sei bravo.” Disse Anton.

“Basta fare un po’ di allenamento.” Dissi io.

Continuammo a parlare e prendere onde, io diedi alcuni consigli. Erik era molto migliore di Anton ed avevo l’impressione che lui ne fosse frustrato.

“Ehi, penso che ti chiamerò. Forse sarà meglio di mattina.” disse Anton.

“No, dai amico, io non voglio ritornare e sai che la mamma non mi permetterà di stare qui da solo.”

Decisi di intervenire e chiesi ad Anton se avesse mai provato lo skimboard. Lui disse di no ed io gli dissi che poteva provare sulla mia tavola. Andai a prendere la tavola che avevo nascosto sotto il mio asciugamano. Mentre tornavo sentii i gemelli dire ai loro genitori di quel ragazzo che avevano appena incontrato ed io sorrisi avvicinandomi con la piccola tavola sotto il braccio.

I gemelli non si erano asciugati e l'acqua sulla loro pelle brillava nel sole caldo d’estate. Le loro gambe si flettevano per sostenerli sulla superficie disuguale e si increspavano nello sforzo. Il loro pantaloncini erano attaccati alle cosce e facevano sembrare le gambe degli alberi diritti. Erano stupendi i loro corpi. Ogni muscolo era definito perfettamente ed il loro dolce accento rendeva le parole che si formavano sulle loro labbra caldo miele nelle mie orecchie.

Mi presentarono ai loro genitori e poi noi tre tornammo all’acqua. Ci fermammo sulla battigia ed io mostrai Anton come usare lo skimboard. Lo gettai sulla sabbia bagnata e gli corsi dietro saltandoci poi sopra quando ne ero abbastanza vicino ed andai schiumando nelle onde prima di saltare giù. Gli occhi di Anton si allargarono.

“È tutto tuo!” Dissi ed indietreggiai osservando i muscoli delle sue braccia contrarsi mentre gettava l'asse e le sue belle gambe lo spingevano con la grazia e la dignità di un cigno. Amavo il modo in cui tutti i muscoli nel suo corpo sembravano lavorare in un tandem perfetto. Saltò giù ed un largo sorriso gli attraversò le labbra mostrando i suoi denti bianchi. Non avevo mai visto qualcuno imparare così rapidamente.

“È grande!” Gridò Anton.

“Credo che tu ti sia fatto un amico per la vita” Disse Erik ridendo.

“Sono contento di sentirtelo dire.” Dissi alla risata di Erik. “Ma se gli succede qualche cosa…”

Anton promise di stare attento ed io effettivamente non ero preoccupato, non c'era nulla che lui avrebbe potuto fare di pericoloso. Voglio dire, era solo un pezzo di legno levigato, cosa poteva accadere? Allegramente Erik ed io nuotammo nelle onde lasciando Anton a giocare sullo skimboard.

Al ritorno praticamente dovemmo portare via a calci Anton che gridava; diceva che non si era mai divertito tanto in vita sua. Gli dissi che avrebbe potuto tenere la mia tavola, soprattutto perché pensai che altrimenti avrei dovuto strappargliela dalle dita e promisi di incontrarli di nuovo alla spiaggia la mattina seguente per insegnare ad Erik come fare del surf corretto. Mi offrii di insegnare anche ad Anton; ma lui disse che lui avrebbe preferito perfezionare quelle che lui chiamava ‘le sue tecniche da ninja sullo skimmboard.' Risi e dissi che avremmo usato il suo ‘Sega’ portatile per predire il futuro; ma lui non sembrò capire e si limitò a darmi un'occhiata strana mentre i due si incamminavano per raggiungere i genitori.

“Vieni a casa mia domani alle 7, Erik' Dissi. “ti insegnerò come usare il mio surfboad; e comincerai ad usarlo.”

“Aspetterò con ansia!” Disse lui da sopra una spalla ridendo.

Anton si voltò stringendo il mio skimboard al suo torace cesellato e mi ringraziò di nuovo per avergli permesso di usarlo. Io sorrisi e li salutai agitando una mano.

* * *

Non potei evitare di guardare nella loro finestra quella notte; era direttamente davanti alla mia, dopo tutto, non penso che possiate biasimarmi per questo. Ok, bene, dovrei ammettere che presi il tè nella mia stanza con gli occhi incollati alla finestra che guardava nella loro stanza.

Vidi Erik ed Anton spogliarsi e prepararsi ad andare a letto. Non so quello che pensavo di vedere. Loro scherzarono e giocarono prima di mettersi finalmente insieme nel grande letto. Quello che mi fece mancare il fiato fu il fatto che nessuno dei due si era vestito per andare a letto, i due bei ragazzi dormivano nudi e la cosa mi sembrò un po' strana considerato che dividevano il letto. Era come se non sentissero quello che gli altri pensano del nudo, la casa era piena di specchi.

Le lenzuola drappeggiavano delicatamente i loro corpi muscolosi. Guardai i loro toraci alzarsi ed abbassarsi in accordo col loro respiro. Ma poi osservai qualche cosa. C'era un frusciare strano sotto il lenzuolo, sembrava si stessero strofinando l'un l'altro gli uccelli sotto le coperte…ma non poteva essere.

Un sorriso sfacciato attraversò le labbra di Anton e lentamente il lenzuolo scese mettendo in mostra i torsi definiti dei due ragazzi. Erano sdraiati sulla schiena, una mano che teneva l'uccello dell'altro. Lentamente le loro mani si muovevano su e giù sull'altra grossa asta. Dal mio punto di vista vidi anche come le vene che si incurvano sulla lunghezza delle loro aste fossero simili.

Abilmente muovevano le mani su e giù sulle le aste lubrificate sputando sulle loro mani; ma probabilmente la saliva non sarebbe stata necessaria quando quello che sembrò un fiume di chiara pre eiaculazioni cominciò a fluire liberamente dai loro elmi. Il fluido scendeva lungo la lunghezza delle loro aste e veniva strofinato sulla pelle dalle loro mani forti che si muovevano lentamente e decisamente sugli uccelli. Tutto quello che facevano, lo facevano in simmetria perfetta. Ogni qualvolta uno cambiava la presa, lo faceva anche l'altro. In qualche modo doveva essere come se stessero carezzando il loro cazzo, ma era diverso. Mi ricordai qualche cosa che i miei cugini, i gemelli, mi avevano detto: essere un gemello è come essere più di una persona; ma meno di due. Guardare Erik ed Anton mi fece comprendere quanto doveva essere vero, carezzare il pene dell’altro era esattamente come se fosse il proprio.

Da parte mia i miei pantaloni erano intorno alle caviglie e mi stavo carezzando furiosamente l’uccello che stava gocciolando pre eiaculazione sopra il pavimento. Guardai quattro palle rotonde rimbalzare in un unisono perfetto. Vedevo che i due erano schiavi di una passione, questo era più di un semplice masturbarsi reciprocamente tra due persone. Le loro labbra ringhiavano ed io potevo praticamente sentire i loro lamenti silenziosi. Le loro anche si muovevano su e giù ed i muscoli magri dei loro torsi si flettevano e contraevano ad ogni movimento. I loro addominali divennero ancora più definiti e si incresparono quando la loro respirazione accelerò. Era chiaro che il loro piacere era imminente. Vedevo le loro dita dei piedi arricciarsi sotto il lino leggero e con un lamento collettivo, spararono scarica dopo scarica di sperma caldo sopra i loro toraci. Le ultime gocce della loro sborra calda gocciolarono fuori dalla punta dei loro uccelli e corsero sulle loro mani. Allo stesso tempo ambedue girarono la testa e sembrò che si guardassero l’un l’altro sorridendo.

Rimasero sdraiati coi toraci nudi coperti di sperma; i due erano totalmente assorbiti nel loro reciproco piacere. Erik si alzò, prese una calza dal pavimento e si asciugò il bel torace. Mentre lo faceva si rivolse verso la mia finestra. Mi resi conto che le mie luci erano accese ma ero fiducioso che non potesse vedermi acquattato nel mio angolo. Si rivolse al letto ed usò la stessa calza per pulire il torace del fratello prima di lasciarla cadere sul pavimento e strisciare nel grande letto col gemello.

* * *

La mattina seguente Erik era alla mia porta con un sorriso raggiante sul viso. Lo condussi al garage e gli dissi di prendere due tavole e di metterle sul tetto della mia macchina. Per un momento sentii sensi di colpa per quello che avevo visto la notte precedente; ma furono dimenticati rapidamente quando il mio sguardo si posò sui bei contorni del suo didietro.

Anton stava aspettandoci vicino alla porta ed insieme andammo alla spiaggia dove stendemmo i nostri asciugamani. Dissi ad Erik che dovevo spiegargli qualche cosa prima di andare in acqua e lui mi rivolse impazientemente la sua attenzione; ma Anton, vedendo le onde frangersi contro la spiaggia corse via col mio skimboard gridando qualche cosa di impercettibile nel vento che giunse ai nostri orecchi come un: “Ci…ve…tardi….” Erik ed io ridemmo ed incominciai la lezione.

Mi misi dietro di lui con le mani sulle sue anche e gli mostrai come abbassare il suo centro della gravità. Sentii il suo profumo muschiato e il mettere le mani sulla pelle del suo torso aveva cominciato ad eccitarmi così tagliai un po' corto la lezione ed andammo in acqua. Mi misi a gambe divaricate sulla mia asse e gli diedi delle istruzioni. Lui era un allievo veloce nell’apprendere tanto che decidemmo di ritornare qualche ora più tardi. C’era il problema di allontanare Anton dall'acqua, ma il pensiero del pranzo fu troppo allettante e fu sufficiente per accordarci per tornare entro un’ora. Erik si lagnò sul costo esorbitante del mangiare in alcuni posti sulla spiaggia. Io dissi io che potevamo tornare a casa mia per prepararci qualche cosa ed i due furono d’accordo con quel piano.

Dopo aver soddisfatto i nostri appetiti, i gemelli chiesero di vedere la mia stanza così io ve li condussi. Ammirarono i miei manifesti e poi commentarono il fatto che io avrei dovuto essere in grado di vedere nella loro stanza la notte precedente. Io feci lo gnorri; ma loro non mi credettero, capirono che avevo guardato ed avevano qualche cosa in mente.
“Bene, considerando che sei già una porta aperta, abbiamo pensato che potevi essere giudice in una scommessa.” Disse Anton.

“Vedi” Disse Erik intervenendo: “Abbiamo discusso su chi fa meglio i pompini ed abbiamo pensato che tu potevi stabilirlo una volta per tutte, abbiamo fiducia nel tuo giudizio.”

Io non sapevo cosa dire così fissai in modo assente i due.

“Oh” Disse Anton “Naturalmente non devi vedere.”

“Hai qualche cosa per bendarti?” chiese Erik cominciando a frugare tra i miei vestiti. Trovò una calza lunga e disse: “Questo va bene, puoi sdraiarti sul letto, per favore?”

Io non potevo credere a quello che stava accadendo ed improvvisamente ero terrorizzato. Prima ero inorridito perché avevano capito che li avevo spiati ed ora questo! Ero completamente in loro potere e non c'era molto che potessi fare. Inoltre, ero incredibilmente eccitato. Erik mise la calza sui miei occhi ed il mondo divenne scuro. Sentii le sue mani forti spingermi indietro contro il letto con le gambe penzolanti di fianco.

Sentii delle agili dita afferrare i miei pantaloncini e poi un soffio di aria quando furono tirati rapidamente al pavimento. Senza dubbio avevo l’uccello completamente eretto.

“Bene, ci sta dando qualcosa su cui lavorare!” Scherzò uno.

“Ok.” Disse l'altro: “Ora non devi riconoscerci dalla voce, ok?”

“No.” Risposi.

“Buono, cominciamo. Ora ci sarà la persona A per prima, ricordati come fa e poi la confronterai con la persona B che verrà dopo.”

Prima che potessi rispondere sentii delle labbra calde appoggiate contro il mio elmo fino a che la testa porpora del mio cazzo non fu completamente nella bocca umida della persona A. Non scese sulla mia asta; ma piuttosto si concentrò solo sulla punta della mia verga. Lentamente fece correre la sua calda lingua intorno alla punta in lenti cerchi antiorari. Colpì leggermente la piccola falda di pelle sulla parte inferiore della mia manopola. Le sue labbra non erano pigiate troppo ermeticamente contro il mio pungiglione, così potevo sentire il suo caldo ed umido alito viaggiare in giù sulla la lunghezza della mia asta che ora cominciava a pulsare.

Poi sentii delle dita lunghe ed affusolate avvolgersi intorno alla base della mia verga. Strinsero il mio uccello come una matita, tra il pollice, indice e medio e lentamente cominciò a salire lungo la mia dura e venata asta. La pressione delle dita si muoveva su e giù sulla verga. Ogni volta che salivano spingevano contro le labbra morbide e flessibili che erano intorno alla testa del mio uccello.

Silenziosamente lisciava la mia asta con le dita, la lingua continuava a leccare intorno alla mia testa, ora in un movimento destrorso. La sue dita carezzarono su e giù la lunghezza pulsante della mia carne sempre più velocemente. Il ritmo della sua lingua aumentò creando cerchi più veloci intorno alla mia verga. Lui stava anelando ed il suo alito caldo scese a cascata sulla mia asta ed il calore si sparse sulla mia carne esposta.

Le mie palle si contrassero e sentii le mie anche, involontariamente, cominciare a girare sul letto. Lui chiuse con forza le labbra intorno al mio elmo e cominciò a succhiare, come se si trattasse di una cannuccia, silenziosamente le sue dita si mossero sempre più veloci su e giù lungo il mio uccello. Finalmente io venni e lui succhiò scarica dopo scarica del mio caldo sperma. Lasciò andare la mia verga dalla sua bocca e si sdraiò sul mio corpo magro.

“Bene, sembra che ci vorrà un po’ di tempo prima che sia ancora pronto.” Disse qualcuno.

“Sì” Rispose qualcun altro: “Cosa possiamo fare per far passare il tempo?”

La calza era ancora allacciata sui miei occhi quando sentii le loro mani forti sulle mie spalle ed insieme mi alzarono a sedere sull'orlo del letto.

“Ci sembra corretto che se noi due ti facciamo un pompino, anche tu dovresti farlo a noi. Non pensi?”

“Bene, penso di sì.” Riuscii a mormorare, la mia testa stava ancora nuotando in una nebbia di confusione ed ilarità.

I gemelli dovettero aver messo una gamba sul lato del letto ed una sul pavimento perché io potessi sentire i loro caldi corpi pigiare contro di me su ambo i lati. Sentivo i loro grossi uccelli strisciare contro le mie labbra. Aprii la bocca ed ambedue fecero scivolare delicatamente le loro verghe sulle mie vibranti labbra. Ambedue le cappelle erano nella mia bocca e potevo sentire la loro essenza sudata. Facevo del mio meglio per chiudere le labbra intorno alle aste, ma era difficile. I due uccelli erano agli angoli della mia bocca ed era impossibile chiuderla.

Trascinai la lingua sulle due punte con un movimento ad 8 per circondarle entrambe. In tandem mossero lentamente gli uccelli dentro e fuori della mia bocca. Io ero in grado di prenderne solo pochi centimetri ma la mia lingua continuava a carezzare le loro teste e le due aste strofinavano l’una contro l'altra, scivolando rapidamente e con facilità a causa della mia saliva.

Non ci volle molto perché i due cominciassero a sgroppare contro di me quando la schiavitù dei loro orgasmi li avvolse. Ambedue cominciarono a sparare carico dopo carico di sperma caldo e bianco nella mia bocca. Io ingoiai tutto. Quando le loro erezioni cominciarono ad abbassarsi, li tolsero dalla mia bocca. Uno passò le dita tra i miei lunghi capelli e l’altro mi diede un bacio sulla guancia.

“E’ stato veramente speciale” Uno disse.

“Grazie” Disse l'altro dopo avermi baciato.

Io tentai di riprendere la calma sempre bendato.

“Bene, penso che dovrò valutare anche l’altro.” Dissi e ripresi la posizione con le gambe a penzoloni.

L’altro gemello, la persona B, quasi immediatamente cominciò lo show del pompino. Io ero già completamente eretto e lui cominciò a percorrere le vene che si incurvano sul mio uccello con la sua lingua bagnata e calda. Devo avere 3 o 4 grandi vene che percorrono la lunghezza della mia grossa verga e lui fece correre la lingua su e giù su ognuna con precisione meticolosa seguendole dall’inizio alla fine dalla base alle testa del mio uccello palpitante.

Una mano era avvolta ermeticamente intorno alla base della verga. Questo mi fece diventare anche più duro e le mie vene sporsero di più dalla mia asta che vibrò quando il suo alito toccò la striscia di saliva che ora seguiva l'incavo ed i contorni di ogni vena.

Dopo circa 5 minuti prese ogni centimetro del mio uccello finché non sentii il suo naso annidiarsi contro i miei peli pubici. Lentamente alzò la testa fino a che solo la punta del mio cazzo rimase nella sua bocca, trattenuta dalla stretta delle sue calde labbra. Poi discese di nuovo alla base dell’asta prendendola tutta dentro la bocca calda. Continuò sul mio polo su e giù ed aumentò il ritmo. Sentivo la mia carne palpitante scivolare oltre la sua lingua morbida nella cavità scura della sua bocca.

Cominciai a lamentarmi e lui aumentò la velocità del suo assalto. Io non potevo resistere oltre e con un grugnito di piacere venni ancora. Quando lui alzò la faccia dalla mia verga, io ero esaurito fisicamente e spiritualmente. Questo era stato l'incontro sessuale più intenso della mia vita. Non alzai la testa e nell'oscurità sentii le voci dei gemelli che mi avevano dato tanto piacere.

“Wow, non sapevo che riuscivi a fare un gola profonda simile!” Disse uno.

“Sì, forse ti insegnerò una volta o l'altra, fratello” Disse l'altro in tono giocoso.

“Ok, allora A o B?” Chiesero contemporaneamente.

Io avevo ancora la calza sugli occhi.

“Siete stati ambedue stupendi” Cominciai: “Ma direi che B era migliore. Nessuno mi aveva mai fatto una cosa del genere.”

“Merda!”

“Hai perso!” Disse B in trionfo.

Erik mi tolse la calza e vidi che ambedue i gemelli avevano sorrisi identici.
“Bene, bene, ora che tutto è in ordine facciamo un po’ di surf?”
Sorrisi ed accettai la sua mano per alzarmi dal letto. Presi la tavola sorpreso che nessuno si sentisse imbarazzato ed andammo sulla spiaggia aspettando ansiosamente la fine della giornata.
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2012-08-31
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