Concerto per due violini di Bach: . “La danza erotica di due ragazze che si amano per la prima volta.”
di
Yuko
genere
saffico
Il Concerto per due violini in Re minore di Bach, BWV 1043, secondo movimento: Andante / Largo, ma non tanto.
“La danza erotica di due ragazze che si amano per la prima volta.”
Suona il campanello alla porta e io sono già sopraffatta dall'emozione, dall'ansia, dall'attesa e dall'eccitazione erotica, mentre prende vita improvvisamente nei miei gesti e nella mia mente il primo tempo del concerto, per due violini di Bach BWV 1043.
Apro cercando di trattenere al guinzaglio le mie sensazioni.
La ragazza che mi trovo di fronte mi sorride, uno sguardo incoraggiante.
“Dunque, sei tu?”
Lei annuisce, ma, vinta lei stessa dalla tensione dei sentimenti, riesce solo in quel gesto, mentre gli occhi le si velano di lacrime e stringe le labbra, come per trattenere un pianto di gioia incarcerato a lungo e che ora sta per scoppiare.
Tira su col naso, prende un fazzoletto mentre la faccio entrare e mi accorgo che una lacrima mi sfugge e mi riga una guancia.
Il primo tempo del concerto di due violini per Bach esplode sorprendendoci mentre ci scambiamo le prime parole, mentre ci abbracciamo gonfie di emozione, mentre la tengo per le spalle e la contemplo nella sua capigliatura vaporosa sentendo su di me la carezza del suo sguardo, gravido di attesa e fertile di appagamento per la prima volte che ci incontriamo dal vivo.
La musica è surreale e solo nel cuore percepibile. Nessuna nota, nessun violino, nessuno strumento musicale né versione registrata si sta volgendo nel tiepido appartamento, e la musica esala direttamente dalla nostra epidermide, come un profumo esotico, il colore saturo di un quadro di Gauguin, il sapore dominante di una spezia orientale.
Sentori di zenzero, cumino e coriandolo si mescolano con essenze di sandalo, profumi di incensi, cannella e anice stellato bruciato lentamente.
I tocchi esplosivi sugli archetti e il fondo di basso continuo fanno da cornice alle prime emozioni che ci folgorano nei gesti e negli sguardi.
Il suono della sua voce, le espressioni cangianti dei suoi occhi, i riflessi ambrati dei suoi capelli, il suo seno pieno di donna dell'Europa mediterranea, le sue curve ubertose, la pelle dalle sfumature della curcuma leggera, cui manifesto la nostra prima espressione di contrappunto attraverso i miei tratti orientali, con la mia chioma corvina, il taglio degli occhi e gli zigomi alti, la pelle dai riflessi del mango acerbo, la freschezza della papaia verde.
I nostri discorsi si mescolano in registri diversi senza intersecarsi: due bellissime canzoni indipendenti che ora, ritrovandosi a suonare ognuna lungo il suo percorso indipendente, insieme si scoprono adeguate per sostenersi ed esaltarsi, per accompagnarsi intrecciando le loro note in melodie e coraggiose dissonanze che si ricompongono rapide nei successivi casuali accordi.
I violini si inseguono, nervosi e impazienti; le fughe si alternano ai canoni nelle nostre domande ridondanti, nella sete violenta e incontenibile di conoscere l'anima della donna che reciprocamente ci troviamo di fronte, continenti da scoprire, pianeti da esplorare. Domande a specchio, domande ripetute. Tempesta di curiosità, interrogativi che si inseguono in canoni, fughe in lievi variazioni cromatiche che rincorrono lo stesso argomento sviluppandolo in tonalità minori.
Il tono concitato, gli eccessi dei nostri ormoni e dei nostri baci, carezze sempre più spinte e impazienti, le occhiate nelle scollature e all'imbocchi delle corte maniche per rapire immagini di ascelle rasate accuratamente e l'inizio della curvatura del seno tra le allacciature dei bottoni.
“Hai trovato gli indumenti che ti ho detto?” le chiedo con apprensione.
Lei annuisce e scoppia a ridere, mentre l'eccitazione e l'ansia dell'attesa esplode dalla sua pelle, da quel suo sorriso raggiante e contagioso.
Apre il suo bagaglio, ancora abbandonato all'ingresso ed estrae un velo di seta di ragno, con religioso rispetto, come se stesse maneggiando una reliquia.
Una camicina da notte cortissima e trasparente, con due spalline invisibili.
Io corro a prendere il mio sexy micropigiamino. Calzoncini pubici dai contorni larghi e blusetta quasi invisibile.
Minuscoli ricami costellano il fine tessuto, sobrie farfalle e anonime losanghe perchè i corpi non appaiano completamente nudi, ma ancora in una parvenza di velatura che sfuma i contorni, ammorbidisca i tratti. I contorni dei nostri volti appaiono sfumati, stemperati sono i contrasti e le angolature improvvise degli spigoli e degli occhi, del mento e del naso. La parvenza dei nostri corpi è velata e tenuemente nebbiosa, forse solo per ricordarsi che non si è completamente nude sotto gli occhi di chi assisterà.
Ci guardiamo sopraffatte e incapaci reagire, frenando a stento l'impulso di saltarci addosso, di spogliarci e divorarci lasciando libero sfogo alla passione scatenata, variando ogni volta la nota di inizio, invertendo le sequenze armoniche in strutture simmetriche, come le nostre domande e le nostre carezze si susseguono sui nostri corpi, in risposta una all'altra, in invito reciproco nella costruzione precisa frugale. Un arricchimento del contrappunto fatto da gesti armonici in sequenze indipendenti in canoni e fughe.
Alla fine del primo tempo la passione esplosa della prima conoscenza dei volti, degli occhi e dei capelli, le prime carezze sulle braccia, sulle spalle e sulla schiena, sulle guance e sui colli si seda in un breve stacco musicale che subito introduce la lenta e reciproca seduzione, del secondo movimento “largo, ma non tanto” fatta di accenni, sfioramenti, volteggi tra i trasparenti veli profumati che mostrano i misteri dei corpi accennati, delle segrete curve nascoste agli occhi e che ora si espongono e si manifestano intrecciando i percorsi in costruzioni a ritmi più lenti e posati.
I due violini si inseguono, si raggiungono, si aspettano e si superano in melodie a struttura fugale e canoni a diverse intonazioni. Le sequenze di note si invertono e si intrecciano mentre le braccia delle due donne si incontrano e si sfiorano, gli occhi perlustrano i corpi in manifesta apertura agli sguardi curiosi e suadenti che le due giovani si concedono seguendo ognuna il proprio stile e la propria linea coreografica, creando nell'insieme un'armonia di movimenti, di giochi di luce, sfioramenti di corpi, abbracci sfumati e carezze velate che dal seno si perdono al collo, dal pube alle cosce, dalla schiena al sedere. Rapimento di dita che si infilano leggere nei capelli per avvolgere capi declinati a raccogliere tenerezze.
Il ritmo lento delinea movimenti pacati, tondi e a tutto raggio, nelle carezze, negli abbracci sfiorati e subito abbandonati ripresi dall'altra donna nello stesso canone, ma in tonalità invertita e riproposto con andamento retrogrado e simmetrico.
Due percorsi paralleli in contrappunto, la danza sua e la danza mia, una in punta di piedi, il seno alto ritocca sottili campane, mentre lei lungo le linee del basso continuo e della viola accompagna i miei movimenti come di sottofondo, per poi riprendere i miei gesti ed esaltarli portandoli alla luce in tonalità più esplosiva sulle nuove note che intanto io intorno. Giravolte in cui il mio labile tessuto abbandona la mia pelle per dissolversi nei vapori dei nostri corpi lievemente sudati.
Ci spogliamo una di fronte all'altra, a ogni nuovo giro di giostra, a ogni nuovo sfioramento in cui i nostri balli indipendenti, le nostre storie intrecciate e disgiunte, i nostri contrappunti divisi si ricompongono magicamente in casuali accordi, in armonie composite.
Ci sbirciamo di sottecchi il corpo una dell'altra che si svela centimetro dopo centimetro, senza imbarazzi e con molta curiosità.
Il suo seno generoso, i capelli che si depositano cotonosi sulla pelle abbronzata, i capezzoli grandi e il pube finemente curato. Lei sbircia i miei fianchi, il mio pelo nero, i miei capezzoli scuri.
I due violini riprendono a suonare, a chiamarsi, invitarsi all'amplesso, a inseguirsi lungo i canoni, a intrecciarsi sfiorandosi; ribaltando le sequenze dei nostri gesti in fughe invertite mescolando uno dopo l'altro la melodia, musica di bellezza angelica, accordi e sequenze celestiali che accompagnano la lotta dolce e il tenace inseguimento di veli di fata e ali di libellula.
Le mani, le labbra, i baci e le carezze, le lunghe note scolpite dagli archetti, le pizziccature e i virtuosismi delle dita che si rincorrono e che si scavalcano sulle corde tese.
Si inseguono si aspettano, si scambiano, si rincorrono, si superano e ancora si aspettano, canone e fuga, contrappunto e fusione melodica
E dopo pause di ammirazione, il motivo ritorna con la prima ragazza che allunga un canto di cigno che si scioglie in pianto rinchiudendosi in una stretta del petto finchè il secondo violino, suggerendo lo stesso percorso, giunge a dare giustizia al primo, convoluto in struggente motivo, con implorante coraggio, inventando nuove armoniche in scale più alte o più basse, sempre in inseguimento e lavoro di contrappunto.
Io e Lisa giacciamo ora sul divano, nude e abbracciate, stanche e commosse dalle nostre coreografie, dall'esserci inseguite, aspettate, imitate, scavalcate in carezze che si ripetevano con sempre nuove fantasie, in sempre sorprendenti varianti sul tema, la tenerezza ricevuta, il bacio accennato, il sorriso sfiorato.
Ci baciamo mentre le nostre stanche membra accarezzano in modo impalpabile, i nostri contorni.
L'incontro tra me e Lisa è vissuto sulle tracce della musica di Bach, se ne è disgiunto e a preso il volo da un vortice di note che ora vi propongo nella originaria forma musicale.
Per chi volesse meglio apprezzare sullo spartito i giochi erotici, l'inseguimento, le fughe e i canoni dei due violini, consiglio di seguire il concerto su:
https://www.youtube.com/watch?v=teHzIUqs7uU
a sinistra, sopra e sotto, potrete seguire le partiture dei due violini
a destra il secondo violino, la viola e il continuo.
Per chi volesse godersi il movimento degli archetti nella dolce lotta tra i due violini
molto bella è la resa sonora della versione
https://www.youtube.com/watch?v=DJh6i-t_I1Q
anche se le immagini rendono poco
meglio la versione
https://www.youtube.com/watch?v=0tN7hgkNF14
con un orchestra di archi composta quasi esclusivamente da ragazze, compresa una suonatrice di clavicembalo. Unici maschi sono il contrabbassista, il direttore e, forse, un suonatore di viola.
Si apprezza meglio la struttura musicale a contrappunto dei due violini dominanti (in pratica ognuno dei due sembra fare la musica che gli pare, completamente disgiunto dall'altro; lo si nota osservando come sono diversi i movimenti delle mani delle due violiniste) alternata ad altre sequenze in cui i due violini suonano all'unisono.
Oppure la versione “Estremo oriente” con tutte ragazze orientali tranne il clavicembalista, ove si può apprezzare bene sia l'effetto contrappunto che la struttura fugale (melodie simili che si inseguono a distanza di poche battute)
https://www.youtube.com/watch?v=iXMocy5caTQ
“La danza erotica di due ragazze che si amano per la prima volta.”
Suona il campanello alla porta e io sono già sopraffatta dall'emozione, dall'ansia, dall'attesa e dall'eccitazione erotica, mentre prende vita improvvisamente nei miei gesti e nella mia mente il primo tempo del concerto, per due violini di Bach BWV 1043.
Apro cercando di trattenere al guinzaglio le mie sensazioni.
La ragazza che mi trovo di fronte mi sorride, uno sguardo incoraggiante.
“Dunque, sei tu?”
Lei annuisce, ma, vinta lei stessa dalla tensione dei sentimenti, riesce solo in quel gesto, mentre gli occhi le si velano di lacrime e stringe le labbra, come per trattenere un pianto di gioia incarcerato a lungo e che ora sta per scoppiare.
Tira su col naso, prende un fazzoletto mentre la faccio entrare e mi accorgo che una lacrima mi sfugge e mi riga una guancia.
Il primo tempo del concerto di due violini per Bach esplode sorprendendoci mentre ci scambiamo le prime parole, mentre ci abbracciamo gonfie di emozione, mentre la tengo per le spalle e la contemplo nella sua capigliatura vaporosa sentendo su di me la carezza del suo sguardo, gravido di attesa e fertile di appagamento per la prima volte che ci incontriamo dal vivo.
La musica è surreale e solo nel cuore percepibile. Nessuna nota, nessun violino, nessuno strumento musicale né versione registrata si sta volgendo nel tiepido appartamento, e la musica esala direttamente dalla nostra epidermide, come un profumo esotico, il colore saturo di un quadro di Gauguin, il sapore dominante di una spezia orientale.
Sentori di zenzero, cumino e coriandolo si mescolano con essenze di sandalo, profumi di incensi, cannella e anice stellato bruciato lentamente.
I tocchi esplosivi sugli archetti e il fondo di basso continuo fanno da cornice alle prime emozioni che ci folgorano nei gesti e negli sguardi.
Il suono della sua voce, le espressioni cangianti dei suoi occhi, i riflessi ambrati dei suoi capelli, il suo seno pieno di donna dell'Europa mediterranea, le sue curve ubertose, la pelle dalle sfumature della curcuma leggera, cui manifesto la nostra prima espressione di contrappunto attraverso i miei tratti orientali, con la mia chioma corvina, il taglio degli occhi e gli zigomi alti, la pelle dai riflessi del mango acerbo, la freschezza della papaia verde.
I nostri discorsi si mescolano in registri diversi senza intersecarsi: due bellissime canzoni indipendenti che ora, ritrovandosi a suonare ognuna lungo il suo percorso indipendente, insieme si scoprono adeguate per sostenersi ed esaltarsi, per accompagnarsi intrecciando le loro note in melodie e coraggiose dissonanze che si ricompongono rapide nei successivi casuali accordi.
I violini si inseguono, nervosi e impazienti; le fughe si alternano ai canoni nelle nostre domande ridondanti, nella sete violenta e incontenibile di conoscere l'anima della donna che reciprocamente ci troviamo di fronte, continenti da scoprire, pianeti da esplorare. Domande a specchio, domande ripetute. Tempesta di curiosità, interrogativi che si inseguono in canoni, fughe in lievi variazioni cromatiche che rincorrono lo stesso argomento sviluppandolo in tonalità minori.
Il tono concitato, gli eccessi dei nostri ormoni e dei nostri baci, carezze sempre più spinte e impazienti, le occhiate nelle scollature e all'imbocchi delle corte maniche per rapire immagini di ascelle rasate accuratamente e l'inizio della curvatura del seno tra le allacciature dei bottoni.
“Hai trovato gli indumenti che ti ho detto?” le chiedo con apprensione.
Lei annuisce e scoppia a ridere, mentre l'eccitazione e l'ansia dell'attesa esplode dalla sua pelle, da quel suo sorriso raggiante e contagioso.
Apre il suo bagaglio, ancora abbandonato all'ingresso ed estrae un velo di seta di ragno, con religioso rispetto, come se stesse maneggiando una reliquia.
Una camicina da notte cortissima e trasparente, con due spalline invisibili.
Io corro a prendere il mio sexy micropigiamino. Calzoncini pubici dai contorni larghi e blusetta quasi invisibile.
Minuscoli ricami costellano il fine tessuto, sobrie farfalle e anonime losanghe perchè i corpi non appaiano completamente nudi, ma ancora in una parvenza di velatura che sfuma i contorni, ammorbidisca i tratti. I contorni dei nostri volti appaiono sfumati, stemperati sono i contrasti e le angolature improvvise degli spigoli e degli occhi, del mento e del naso. La parvenza dei nostri corpi è velata e tenuemente nebbiosa, forse solo per ricordarsi che non si è completamente nude sotto gli occhi di chi assisterà.
Ci guardiamo sopraffatte e incapaci reagire, frenando a stento l'impulso di saltarci addosso, di spogliarci e divorarci lasciando libero sfogo alla passione scatenata, variando ogni volta la nota di inizio, invertendo le sequenze armoniche in strutture simmetriche, come le nostre domande e le nostre carezze si susseguono sui nostri corpi, in risposta una all'altra, in invito reciproco nella costruzione precisa frugale. Un arricchimento del contrappunto fatto da gesti armonici in sequenze indipendenti in canoni e fughe.
Alla fine del primo tempo la passione esplosa della prima conoscenza dei volti, degli occhi e dei capelli, le prime carezze sulle braccia, sulle spalle e sulla schiena, sulle guance e sui colli si seda in un breve stacco musicale che subito introduce la lenta e reciproca seduzione, del secondo movimento “largo, ma non tanto” fatta di accenni, sfioramenti, volteggi tra i trasparenti veli profumati che mostrano i misteri dei corpi accennati, delle segrete curve nascoste agli occhi e che ora si espongono e si manifestano intrecciando i percorsi in costruzioni a ritmi più lenti e posati.
I due violini si inseguono, si raggiungono, si aspettano e si superano in melodie a struttura fugale e canoni a diverse intonazioni. Le sequenze di note si invertono e si intrecciano mentre le braccia delle due donne si incontrano e si sfiorano, gli occhi perlustrano i corpi in manifesta apertura agli sguardi curiosi e suadenti che le due giovani si concedono seguendo ognuna il proprio stile e la propria linea coreografica, creando nell'insieme un'armonia di movimenti, di giochi di luce, sfioramenti di corpi, abbracci sfumati e carezze velate che dal seno si perdono al collo, dal pube alle cosce, dalla schiena al sedere. Rapimento di dita che si infilano leggere nei capelli per avvolgere capi declinati a raccogliere tenerezze.
Il ritmo lento delinea movimenti pacati, tondi e a tutto raggio, nelle carezze, negli abbracci sfiorati e subito abbandonati ripresi dall'altra donna nello stesso canone, ma in tonalità invertita e riproposto con andamento retrogrado e simmetrico.
Due percorsi paralleli in contrappunto, la danza sua e la danza mia, una in punta di piedi, il seno alto ritocca sottili campane, mentre lei lungo le linee del basso continuo e della viola accompagna i miei movimenti come di sottofondo, per poi riprendere i miei gesti ed esaltarli portandoli alla luce in tonalità più esplosiva sulle nuove note che intanto io intorno. Giravolte in cui il mio labile tessuto abbandona la mia pelle per dissolversi nei vapori dei nostri corpi lievemente sudati.
Ci spogliamo una di fronte all'altra, a ogni nuovo giro di giostra, a ogni nuovo sfioramento in cui i nostri balli indipendenti, le nostre storie intrecciate e disgiunte, i nostri contrappunti divisi si ricompongono magicamente in casuali accordi, in armonie composite.
Ci sbirciamo di sottecchi il corpo una dell'altra che si svela centimetro dopo centimetro, senza imbarazzi e con molta curiosità.
Il suo seno generoso, i capelli che si depositano cotonosi sulla pelle abbronzata, i capezzoli grandi e il pube finemente curato. Lei sbircia i miei fianchi, il mio pelo nero, i miei capezzoli scuri.
I due violini riprendono a suonare, a chiamarsi, invitarsi all'amplesso, a inseguirsi lungo i canoni, a intrecciarsi sfiorandosi; ribaltando le sequenze dei nostri gesti in fughe invertite mescolando uno dopo l'altro la melodia, musica di bellezza angelica, accordi e sequenze celestiali che accompagnano la lotta dolce e il tenace inseguimento di veli di fata e ali di libellula.
Le mani, le labbra, i baci e le carezze, le lunghe note scolpite dagli archetti, le pizziccature e i virtuosismi delle dita che si rincorrono e che si scavalcano sulle corde tese.
Si inseguono si aspettano, si scambiano, si rincorrono, si superano e ancora si aspettano, canone e fuga, contrappunto e fusione melodica
E dopo pause di ammirazione, il motivo ritorna con la prima ragazza che allunga un canto di cigno che si scioglie in pianto rinchiudendosi in una stretta del petto finchè il secondo violino, suggerendo lo stesso percorso, giunge a dare giustizia al primo, convoluto in struggente motivo, con implorante coraggio, inventando nuove armoniche in scale più alte o più basse, sempre in inseguimento e lavoro di contrappunto.
Io e Lisa giacciamo ora sul divano, nude e abbracciate, stanche e commosse dalle nostre coreografie, dall'esserci inseguite, aspettate, imitate, scavalcate in carezze che si ripetevano con sempre nuove fantasie, in sempre sorprendenti varianti sul tema, la tenerezza ricevuta, il bacio accennato, il sorriso sfiorato.
Ci baciamo mentre le nostre stanche membra accarezzano in modo impalpabile, i nostri contorni.
L'incontro tra me e Lisa è vissuto sulle tracce della musica di Bach, se ne è disgiunto e a preso il volo da un vortice di note che ora vi propongo nella originaria forma musicale.
Per chi volesse meglio apprezzare sullo spartito i giochi erotici, l'inseguimento, le fughe e i canoni dei due violini, consiglio di seguire il concerto su:
https://www.youtube.com/watch?v=teHzIUqs7uU
a sinistra, sopra e sotto, potrete seguire le partiture dei due violini
a destra il secondo violino, la viola e il continuo.
Per chi volesse godersi il movimento degli archetti nella dolce lotta tra i due violini
molto bella è la resa sonora della versione
https://www.youtube.com/watch?v=DJh6i-t_I1Q
anche se le immagini rendono poco
meglio la versione
https://www.youtube.com/watch?v=0tN7hgkNF14
con un orchestra di archi composta quasi esclusivamente da ragazze, compresa una suonatrice di clavicembalo. Unici maschi sono il contrabbassista, il direttore e, forse, un suonatore di viola.
Si apprezza meglio la struttura musicale a contrappunto dei due violini dominanti (in pratica ognuno dei due sembra fare la musica che gli pare, completamente disgiunto dall'altro; lo si nota osservando come sono diversi i movimenti delle mani delle due violiniste) alternata ad altre sequenze in cui i due violini suonano all'unisono.
Oppure la versione “Estremo oriente” con tutte ragazze orientali tranne il clavicembalista, ove si può apprezzare bene sia l'effetto contrappunto che la struttura fugale (melodie simili che si inseguono a distanza di poche battute)
https://www.youtube.com/watch?v=iXMocy5caTQ
2
voti
voti
valutazione
8
8
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Briciole di tenerezzeracconto sucessivo
Hallo, Kitty!
Commenti dei lettori al racconto erotico