Tre monelle olandesi
di
Yuko
genere
trio
La targa olandese salta all'occhio, almeno al mio, interessato alla terra dei tulipani.
Tre ragazze armeggiano con una tendina, qui al campeggio 'Les cigales' di Cassis, al confine con le calanques di Marsiglia. Un luogo in cui si respira internazionalità.
Una un po' più bassa delle compagne, con due meravigliose lunghe trecce bionde che le arrivano quasi al sedere, un bel sedere. Un'altra, più alta, castano scura, i capelli sciolti sulle spalle, un seno interessante che spinge sotto una canotta chiara, e una terza, un poco meno femminile, capelli a caschetto castano chiari.
L'odore di erba, decisamente famigliare, che ha raggiunto la piazzola della nostra tenda probabilmente veniva da qui: le ragazze non hanno perso tempo per ambientarsi in terra francese.
Faccio notare la cosa al mio compagno, lui pure olandese.
Qui di orange non se ne vedono poi così tanti in questa stagione, ma non ci facciamo più caso.
Se non fosse che, la stessa notte, dopo esserci strafogati di 'moules et frites' giù al porto di Cassis, lavati i denti ai bagni del camping, ripassiamo davanti alla tenda delle tre olandesi.
L'ora è tarda e, in queste fredde serate di ottobre, quasi tutti ormai dormono per svegliarsi presto domattina, ma un gemito ci fa arrestare nella nostra silenziosa marcia.
Ci fermiamo e riconosciamo la targa dei Paesi Bassi.
Ci guardiamo senza afferrare il significato di quel suono, quando una serie di sospiri rapidi e affannati ci confermano che le tre ragazze non stanno proprio dormendo.
Curiosi e indiscreti rimaniamo in ascolto. In fondo siamo in mezzo alla stradina, a pochi passi dalla nostra tenda.
Dalla tenda ci arrivano poche parole in olandese che Jos mi traduce.
Linguaggio internazionale di ragazze lesbiche in amore attivo.
Mi porto una mano davanti alla bocca, ma non ce la faccio, voglio ascoltare. Il mio compagno sembra della stessa idea, concetto che mi manifesta infilandomi una mano nei calzoni e toccandomi il sedere.
Le tre ragazze sembrano scatenate a darsi amore e piacere, ma con discrezione. Nel senso che non è che la tenda traballi o che si percepiscano urla e implorazioni, rumori di cinghiate e di catene.
Solo un ansimare di intensità variabile, qualche gemito e un sussurrare sommesso.
L'immaginazione fa il resto e ci figuriamo le tre valchirie nude, avvinghiate, a esplorare umidi pertugi, infilare dita e lingue in bocche e fighe, palpeggiamenti di giovani seni e tondi culetti.
Ogni tanto qualche gemito più intenso, un orgasmo rubato alla notte, seguito da un pronto susseguirsi di nuovi baci e carezze che ipotizziamo più audaci.
Il mio compagno trova la strada nei miei slip e continua la ricerca infilandosi oltre al polso nei miei indumenti, e l'eccitazione presto avvinghia pure noi, galeotta.
Quanti orgasmi sono esplosi tra i sottili veli della tenda? O era solo una a concedersi in multiple estasi assaltata dalle altre due?
Jos con due dita è ora riuscito a entrarmi dentro, con quei movimenti disarticolati da contorsionista che solo un uomo riesce a riprodurre quando vuole penetrare con le mani una donna vestita in jeans stretti.
Ora sono io che comincio a perdere la ragione, ma siamo in mezzo alla strada, vicini a una tenda dove si sta consumando sesso e passione.
Di sicuro le tre olandesi non si accorgerebbero dei miei gemiti di piacere, ma non starebbe bene essere scopata qui, in mezzo al vialetto.
Sì, anche lui è eccitato. Immagino la sua dolorosa erezione in torsioni di corpi cavernosi incatenati in stretti calzoni.
Abbiamo sentito abbastanza.
Lasciamo le tre ragazze ai loro giochi erotici e ci infiliamo nella nostra tenda dove i nostri vestiti rapidamente vengono lanciati in qualche angolo.
Ancora un attimo di silenzio per verificare che anche da qui qualche gemito e sospiro giunge alle nostre orecchie.
E poi finalmente siamo noi, con più attenzione e circospezione, a ritrovarci a gemere e sospirare nelle nostre bocche, grati alle tre puledre per averci dato l'incipit per un ottimo finale di serata.
Tre ragazze armeggiano con una tendina, qui al campeggio 'Les cigales' di Cassis, al confine con le calanques di Marsiglia. Un luogo in cui si respira internazionalità.
Una un po' più bassa delle compagne, con due meravigliose lunghe trecce bionde che le arrivano quasi al sedere, un bel sedere. Un'altra, più alta, castano scura, i capelli sciolti sulle spalle, un seno interessante che spinge sotto una canotta chiara, e una terza, un poco meno femminile, capelli a caschetto castano chiari.
L'odore di erba, decisamente famigliare, che ha raggiunto la piazzola della nostra tenda probabilmente veniva da qui: le ragazze non hanno perso tempo per ambientarsi in terra francese.
Faccio notare la cosa al mio compagno, lui pure olandese.
Qui di orange non se ne vedono poi così tanti in questa stagione, ma non ci facciamo più caso.
Se non fosse che, la stessa notte, dopo esserci strafogati di 'moules et frites' giù al porto di Cassis, lavati i denti ai bagni del camping, ripassiamo davanti alla tenda delle tre olandesi.
L'ora è tarda e, in queste fredde serate di ottobre, quasi tutti ormai dormono per svegliarsi presto domattina, ma un gemito ci fa arrestare nella nostra silenziosa marcia.
Ci fermiamo e riconosciamo la targa dei Paesi Bassi.
Ci guardiamo senza afferrare il significato di quel suono, quando una serie di sospiri rapidi e affannati ci confermano che le tre ragazze non stanno proprio dormendo.
Curiosi e indiscreti rimaniamo in ascolto. In fondo siamo in mezzo alla stradina, a pochi passi dalla nostra tenda.
Dalla tenda ci arrivano poche parole in olandese che Jos mi traduce.
Linguaggio internazionale di ragazze lesbiche in amore attivo.
Mi porto una mano davanti alla bocca, ma non ce la faccio, voglio ascoltare. Il mio compagno sembra della stessa idea, concetto che mi manifesta infilandomi una mano nei calzoni e toccandomi il sedere.
Le tre ragazze sembrano scatenate a darsi amore e piacere, ma con discrezione. Nel senso che non è che la tenda traballi o che si percepiscano urla e implorazioni, rumori di cinghiate e di catene.
Solo un ansimare di intensità variabile, qualche gemito e un sussurrare sommesso.
L'immaginazione fa il resto e ci figuriamo le tre valchirie nude, avvinghiate, a esplorare umidi pertugi, infilare dita e lingue in bocche e fighe, palpeggiamenti di giovani seni e tondi culetti.
Ogni tanto qualche gemito più intenso, un orgasmo rubato alla notte, seguito da un pronto susseguirsi di nuovi baci e carezze che ipotizziamo più audaci.
Il mio compagno trova la strada nei miei slip e continua la ricerca infilandosi oltre al polso nei miei indumenti, e l'eccitazione presto avvinghia pure noi, galeotta.
Quanti orgasmi sono esplosi tra i sottili veli della tenda? O era solo una a concedersi in multiple estasi assaltata dalle altre due?
Jos con due dita è ora riuscito a entrarmi dentro, con quei movimenti disarticolati da contorsionista che solo un uomo riesce a riprodurre quando vuole penetrare con le mani una donna vestita in jeans stretti.
Ora sono io che comincio a perdere la ragione, ma siamo in mezzo alla strada, vicini a una tenda dove si sta consumando sesso e passione.
Di sicuro le tre olandesi non si accorgerebbero dei miei gemiti di piacere, ma non starebbe bene essere scopata qui, in mezzo al vialetto.
Sì, anche lui è eccitato. Immagino la sua dolorosa erezione in torsioni di corpi cavernosi incatenati in stretti calzoni.
Abbiamo sentito abbastanza.
Lasciamo le tre ragazze ai loro giochi erotici e ci infiliamo nella nostra tenda dove i nostri vestiti rapidamente vengono lanciati in qualche angolo.
Ancora un attimo di silenzio per verificare che anche da qui qualche gemito e sospiro giunge alle nostre orecchie.
E poi finalmente siamo noi, con più attenzione e circospezione, a ritrovarci a gemere e sospirare nelle nostre bocche, grati alle tre puledre per averci dato l'incipit per un ottimo finale di serata.
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