Il colmo - cap6 - Rinasce l'orgoglio

di
genere
tradimenti

Il lunedì finalmente ero in ufficio, dove potevo ritrovare la mia dimensione di persona normale, stimata e rispettata. Il sedere mi faceva ancora male ed avevo di nuovo la mia gabbietta tra le gambe. Daniela era stata di parola e la mattina successiva alle olimpiadi me la aveva rimessa.
Avevo pensato molto nel tempo che avevo avuto a disposizione, mentre Daniela ed Angelo si divertivano tra loro e nei momenti in cui non ero costretto a servirli ed a riverirli, ed avevo stilato un elenco delle cose che avrei dovuto fare, che avrei dovuto scoprire.
Cominciai a concentrare la mia attenzione su Angelo: conduceva una vita agiata, guidava una macchina costosa ed aveva una casa fuori città che io al momento non avevo mai visto. Ma da quanto ricordavo mi avesse detto Alessandro alla grigliata a Piacenza era un bull in declino, e allora da dove prendeva i soldi?
In quel momento ebbi come una folgorazione, alzai il telefono e feci il numero interno di Alessio.
- Ciao Alessio, sono Giorgio
- Ciao Giorgio tutto bene?
Non l’avevo praticamente mai chiamato, ma era un ragazzo simpatico e spesso ci si trovava a prendere il caffè insieme al distributore di bevande. Tra le atre cose ero anche il suo capo.
- Tutto a posto, grazie. Avrei bisogno di parlarti un attimo in privato. Appena puoi vieni un secondo nel mio ufficio…
- Certo dammi dieci minuti ed arrivo
- Ti aspetto
Alessio era stato assunto su mia insistenza nella società in cui lavoravo. Dato il mio ruolo di capo dei sistemi informatici ero responsabile anche della sicurezza informatica della mia azienda. Quando per necessità di personale avevamo fatto i colloqui di assunzione io favevo parte della commissione, e lui era uno dei candidati. Si presentò vestito casual, jeans e felpa con cappuccio. I suoi occhi si incrociarono con i miei e ci sorridemmo. Pur essendo così diversi fu simpatia a prima vista. Dopo le solite domande di rito tipo studi, occupazioni precedenti, hobby e sport praticati passammo al dunque e chiesi direttamente perché pensasse di essere il candidato ideale. Mi guardò con i suoi occhi vispi ed intelligenti e mi sorrise.
- Sono il candidato ideale perché la vostra sicurezza fa acqua da tutte le parti!
- In che senso scusi?
Era una coversazione formale ed il lei era d’obbligo.
- Se permette glielo mostro…
Prese dal suo zainetto un pc portatile e lo accese. Cominciò a battere velocemente sui tasti per qualche minuto, poi prese il computer e lo girò verso di noi. Sullo schermo potevo vedere tutti i dati riservati del bilancio aziendale. Agì velocemente sul mouse e comparirono i dati personali dei dipendenti. La mia collega si portò le mani a coprirsi la bocca, mentre il capo del personale diventava pallido come un cencio e cominciava a parlare di denunce e che avrebbe chiamato la polizia.
- Un momento per favore!!! Fatemi parlare col ragazzo!
Tutti si zittirono, in fin dei conti in quel momento ero comunque il più alto in grado a livello gerarchico.
- Vedo che sei riuscito ad entrare nel nostro sistema…ma se ti chiedessi che livello di difficoltà ha comportato violarci, in una scala da uno a dieci, che voto ci daresti?
Ci pensò un secondo
- Direi tre….
- Allora siamo messi proprio male!!!! E tu saresti in grado di fermare gente come te?
- Se sai come farlo sai anche come impedirlo….
Ed ora lavorava da noi da quasi due anni dopo che mi presi personalmente la responsabilità di garantire per lui di fronte a tutti gli altri, compreso il grande capo. Sentii bussare alla porta.
- Eccomi qui. Cosa ho combinato di male?
- Niente, assolutamente niente. E’ che volevo chiederti un piacere personale. Adesso ti spiegherò, ma devi promettermi che quello che ti dirò non uscirà da questa stanza.
- Certo stai tranquillo
Gli raccontai lo stretto necessario sulla mia situazione di coppia, tralasciando ovviamente le parti per me più degradanti. Lui mi fissava allibito.
- E quindi veniamo al piacere che devo chiederti. Ho bisogno di sapere di più su questa persona, voglio leggere le sue mail, vedere il suo conto in banca, i movimenti, e magari anche controllare il suo telefono. E’ una cosa che si può fare?
- Giorgio quello che mi stai chiedendo è illegale…..
- Posso dirti che a me servono le informazioni e solo quelle, non toccherò e non farò nulla delle sue cose!
Non so se fu il mio sguardo tra il supplichevole ed il disperato, oppure la sua perenne voglia di trasgredire, oppure la riconoscenza per averlo fatto assumere a farlo accettare. Comunque accettò.
- Ok d’accordo, ma in caso succedesse qualcosa e questa cosa venisse scoperta io non voglio entrarci….chiaro?
- Chiarissimo. Grazie mille. Dimmi cosa ti serve.
Nei giorni successivi mentre Angelo era a letto con Daniela fu un gioco da ragazzi fotografargli i documenti e le carte di credito tenute nel portafoglio, dato il fatto che praticamente viveva a casa mia per tre o quattro giorni alla settimana ed abbandonava i pantaloni in giro. Tutto quello che avevo fotografato lo trasmisi ad Alessio. Dopo poco mi chiamò.
- Giorgio questa roba non mi basta…
- E cosa ti serve? Allora non ho capito bene…
- Mi servirebbe avere accesso ai suoi dispositivi….mi bastano dieci minuti ma devo potervi accedere altrimenti non riesco a fare nulla!
- Cazzo questo è difficile… fammici pensare ti faccio sapere….
Come avrei potuto rubagli il telefono e peggio ancora il tablet che qualche volta avevo visto senza farmene accorgere? E soprattutto quando lui era da me avevo scarsa libertà di movimento. L’unica soluzione che mi venne in mente è che fosse Alessio a venire da noi, se davvero gli sarebbero bastati pochi minuti sarebbe stata una cosa fattibile anche se tremendamente pericolosa.
Nei giorni seguenti feci molta attenzione a vedere quale fosse il codice di sblocco del tablet di Angelo, mentre lui lo componeva. Lo ripetei a memoria per non dimenticarlo e me lo scrissi successivamente sul mio telefono. Ora tutto era pronto per l’intervento di Alessio. Concordai con lui per il sabato sera, fiducioso del fatto che tanto i due piccioncini avrebbero fatto sesso e io come sempre sarei stato da solo in salotto.
Quella sera quando andarono in camera feci uno squillo ad Alessio che aspettava sotto casa nel mentre aprivo il portone e facendo meno rumore possibile la porta di casa. Entrò in silenzio e gli indicai il tablet che giaceva sul tavolo del salone. In mano tenevo il codice di accesso e glielo mostrai. Alessio cominciò ad armeggiare sul tablet con fare esperto, mentre io sudavo freddo e continuavo a tenere d’occhio il corridoio con la paura di veder spuntare Angelo o Daniela all’improvviso. Nel frattempo si sentivano i gemiti di Daniela e persino lo sciack sciack dei colpi che Angelo stava dando a mia moglie. Alessio mi guardò con fare interrogativo mentre io aprivo le braccia in segno di rassegnazione.
- Ci sono quasi….altri cinque minuti ed ho finito!
Mi disse Alessio con un filo di voce. Nello stesso momento sentii Daniela chiamarmi.
- Giorgio cornutone abbiamo finito! Devi venire a fare il tuo compitino!
Alessio mi guardò allarmato ed io gli feci segno di non fermarsi, di continuare.
- Già che ci sei fai che preparare due bicchieri di vino bianco, che abbiamo sete!!! – si intromise Angelo - tanto tu da bere qui ne hai già!!!!
E risero insieme. Mi avviai verso il mobile bar e presi i due bicchieri, li portai vicino al frigorifero e li riempii per metà di chardonnay ovviamente comprato da me, poi ritornai calmo verso Alessio, mentre Daniela mi chiamava ancora
- Muoviti Giorgio che altimenti cola tutto sulle lenzuola e poi devi rifarci il letto, sai che non ci piace stare dove appiccica!!!!
- Arrivo Daniela, un minuto e sono lì, fammi finire di preparare il vino!
Alessio mi fece il pollice su come segno che aveva finito con successo l’operazione. Gli sorrisi e lo accompagnai verso la porta facendogli capire a gesti che ci saremmo sentiti. Mentre usciva mi guardava con compassione, provava pena per me. Echeggiò ancora il vocione di Angelo
- Sbrigati cornuto che il mio sperma è buono caldo….
Alessio sentì tutto mentre usciva. Chiusi la porta dietro di lui e mi avviai a fare il mio dovere.
Non so come avesse fatto quel ragazzo, ma due settimane dopo sullo schermo del mio computer in ufficio vedevo tutto quello che era archiviato sugli apparecchi informatici di Angelo, riuscivo persino a vedere in tempo reale i messaggi inviati e ricevuti sia sul telefono che tramite piattaforme, oltre alla posizione esatta in cui si trovasse. Soprattutto avevo sotto gli occhi in quel momento il suo estratto conto. Mi balzarono immediatamente agli occhi quattro bonifici che gli venivano erogati da conti esteri ogni mese, ciascuno da qualche migliaio di euro. Quelle erano le sue entrate, ma chi glieli faceva e perché era ancora un mistero.
Cominciai così a leggere le sue mail degli ultimi due anni in ingresso, e poi passai a quelle in uscita. E finalmente feci bingo: trovai una mail ad un indirizzo tedesco con allegate alcune fotografie rubate in una camera da letto. Si distinguevano nitidamente le tre persone presenti tra le quali riconobbi solo il volto di Angelo. In una foto il lui della coppia stava guidando il pene di Angelo all’interno della vagina della moglie, in un’altra la coppia stava facendo un sessantanove mentre Angelo sodomizzava lei, e nell’ultima una pratica a me ben conosciuta, lui che puliva la fica di lei piena di sperma. Lessi il testo in inglese della mail:
“ In allegato alcune foto estratte da un filmino in mio possesso. Se non volete che le pubblichi sentiamoci”
E così quel bastardo di Angelo li stava ricattando. Sfogliando altre mail trovai quelle relative alle altre tre coppie, ed il cerchio con i bonifici si chiudeva. Ora dovevo scoprire chi fossero quelle persone.
Quella sera tornai a casa da lavoro pieno di entusiasmo e di speranza per i progressi fatti. Daniela e Angelo che ormai non si schiodava quasi più da casa mia erano stranamente gentili nei miei confronti: avevo ormai imparato sulla mia pelle che questi atteggiamenti non portavano mai a nulla di buono.
- Stasera puoi fare con calma Giorgio! Io e Angelo abbiamo deciso di ordinare le pizze per tutti!
Pizze che tanto avrei pagato io. Dissi che avrei fatto una lunga doccia, oltretutto era complicato tenere l’igiene del mio pisello con sempre la gabbietta addosso.
Quando uscii dal bagno le pizze erano già arrivate. Loro la stavano mangiando seduti sul divano, mentre la mia faceva bella mostra di sé nel cartone sul tavolo della cucina. La aprii e cominciai a mangiarla li dove mi trovavo.
- Giorgio non ci tieni compagnia?
- Grazie Angelo, mi va bene qui…
- Vieni Gio così parliamo un po'…abbiamo una novità!
Cominciò a venirmi paura, avevo imparato a temere le loro novità. Ma in me resisteva il pensiero che presto le cose sarebbero cambiate. Qualsiasi cosa mi avessero costretto a fare mi ero ripromesso di farla, accontentandoli in tutto e per tutto fino al momento della mia riscossa.
Mi sedetti dalla parte opposta a quella dove si erano accomodati loro e mi preparai ad ascoltarli. Dentro di me continuavo a ripetermi di avere pazienza, che il mio momento presto sarebbe arrivato.
Mentre addentavo la mia fetta di pizza Angelo cominciò
- Sai Giorgio, la relazione tra noi tre sta ormai diventando stabile
Alzai gli occhi e lo guardai con sorpresa
- Noi tre siamo una famiglia, e quindi io e lei pensavamo di allargarla….
Mia moglie si intromise tutta eccitata
- Abbiamo deciso di avere un figlio, Gio!!!
- Chi avrà un figlio Daniela?
- Noi tre!!! D’accordo con Angelo ho deciso di smettere di prendere la pillola in modo tale da poter rimanere incinta!!! Sei contento? Tutti e tre avremo un figlio!!!
Questo era veramente il colmo! Tutti i miei propositi di sopportazione in attesa della mia vendetta vennero meno in un secondo, e così feci un grave, gravissimo errore. Mi ribellai.
- Siete impazziti? E pensate davvero che io possa essere d’accordo con con questa cosa? Ma lo usate il cervello o ve l’ha mangiato il gatto? Ma tiratene fuori un’altra, questa non fa ridere….
Mi guardarono come si guarda un extraterrestre.
- Complimenti Gio, ti sei appena guadagnato una punizione….
- Ma per cosa? Per aver detto che siete due matti?
- Ma bravo!!! La punizione è appena raddoppiata…
- Daniela ha ragione, questa volta te la sei proprio meritata. Sai che devi portare rispetto….
Angelo si alzò di scatto e mi afferrò la spalla con la mano, stringendo forte. Era fisicamente molto più prestante di me e non aveva difficoltà a soverchiarmi. La stretta mi immobilizzava completamente.
- Daniela prendi qualcosa per legargli le mani! Adesso vedrai cornuto irrispettoso!
Daniela tornò con il nastro adesivo. Mi fece mettere le mani dietro la schiena mentre Angelo non allentava la presa e fece molti giri intorno ai miei polsi. A quel punto Angelo lasciò la mia spalla, mi fece alzare e con un colpo nello stomaco mi fece piegare in avanti facendomi cadere con la pancia sul bracciolo del divano. A quel punto mi mise una mano sulla schiena e diede la possibilità a mia moglie di fare qualche giro di nastro anche intorno alle mie caviglie. Non avevo più scampo. Daniela sparì nel corridoio mentre Angelo mi slacciava con violenza la cintura ed i calzoni, tirandomeli giù insieme ai boxer fino alle ginocchia. Vidi tornare Daniela con in mano una canna di bambù identica a quella che le mie natiche avevano conosciuto alle olimpiadi.
- La vedi Gio? L’ abbiamo comprata insieme alla cintura di castità, parecchio tempo fa…Non avrei mai pensato di usarla, ma invece eccoci qui…
Si colpiva il palmo della mano con la canna.
- Purtroppo devo dare ragione ad Angelo, che mi aveva suggerito ogni tanto di punirti per farti ricordare il tuo ruolo, ma io ho sempre pensato che non ce ne fosse bisogno. Ora invece ti sei guadagnato non una, ma bensì due punizioni. Quindi sono 50 colpi per la prima, ed altrettanti per la seconda! Povero maritino mio! Non vorrei essere al tuo posto, secondo me non ti siederai per una settimana!
In mio aiuto, si fa per dire, intervenne Angelo
- Però se ad ogni colpo tu contassi, chiedessi scusa e promettessi di non farlo mai più potremmo farti uno sconto vero Daniela?
- Fammici pensare… e va bene…se farà come dici tu possiamo scontargliene una ventina….
Ero cieco dalla rabbia per la storia del figlio e non pensai alle conseguenze di quello che stavo per dire
- Scordatevelo pure!
- Dai Daniela allora comincia…vedrai che il galletto abbasserà la cresta!
Daniela senza risparmiarsi mi colpì. Il dolore fu come la volta prima fortissimo ed urlai, e così feci con i dieci colpi successivi.
- Fermati un secondo Daniela….così ci sente tutto il palazzo e non vorrei che qualcuno chiamasse i Carabinieri!
- Hai ragione….e allora come possiamo fare?
- Sfilati le mutandine!
Daniela si alzò la gonna e sfilò il suo perizoma porgendolo poi ad Angelo.
- Dagli un altro paio di colpi!
Daniela eseguì. Mentre aprivo la bocca per urlare lui mi infilò le mutandine di mia moglie in bocca, poi prese il rotolo di nastro e fece in modo che non potessi sputarle. Quando me le aveva messe in bocca avevo sentito che erano bagnatissime. Daniela si era eccitata all’idea di punirmi e la cosa mi fece ribrezzo.
- Ora che non puoi più gridare - mi disse Angelo avvicinandosi al mio orecchio – quando deciderai che sei pentito, dovrai fare un bel verso acuto ripetuto, in modo che noi possiamo capirlo. Dovrai essere convinto perché quando ti toglieremo il bavaglio vorremo sentire le tue più sentite scuse. Mi sono spiegato?
Cercai di pronunciare un vaffanculo che risultò solamente un verso, ma credo che lui avesse capito cosa io avessi voluto dirgli. Mi sorrise e mi scompigliò i capelli.
- Adesso vedremo se sei davvero un uomo o solo un cornutello frocetto….dai Daniela, continua!
Nella testa avevo le immagini del film Braveheart, dove il protagonista resisteva alle torture e moriva gridando “libertà”. Ero deciso a non cedere, avrei sopportato.
Mia moglie mi colpì contando i colpi arrivando rapidamente a cinquanta. A quel punto si fermò per riposarsi un attimo. Io ero una maschera di dolore e sentivo il sudore colarmi da tutte le parti. Dopo una decina di minuti il mio martirio ricominciò, se possibile più doloroso ancora. Non c’era più parte del mio povero sedere che non fosse stata colpita più e più volte. Piangevo ed i versi che emettevo erano continui. Alla fine dovetti cedere e feci i versi che Angelo mi aveva detto di fare.
- Ne sei sicuro cornuto? Guarda che se ti tolgo il bavaglio e tu non ti penti ne guadagni altre cinquanta, mi hai capito?
- Mmmmhhh mhhhhh - e scossi la testa in segno di assenso.
Angelo strappò il nastro e mi tolse le mutandine dalla bocca. Presi un lungo sospiro di aria fresca mentre continuavo a singhiozzare senza sosta. Vidi mia moglie mettersi dove potevo vederla ed incrociare le braccia in segno di impaziente attesa.
- Vi chiedo scusa per quello che ho detto….prometto di non farlo mai più…
- Prometti che d’ora in poi sarai un cornuto rispettoso?
- Si lo prometto, però vi prego basta punizione…
- Tu sei nostro Giorgio, mio e di Angelo. Noi siamo sicuri che un giorno sarai felice di quello che sei, ma ci vanno pazienza ed addestramento perché tu possa apprezzarlo…
Mentre Daniela mi parlava vidi comparire di fianco a lei Angelo, completamente nudo. Mia moglie riprese le sue mutandine impregnate della mia saliva
- Apri che dobbiamo rimetterle!
- No basta ti prego! Ho promesso!
- Apri senza discutere altrimenti ricomincio con la canna!
Aprii la bocca e lasciai che lei mi infilasse nuovamente dentro il suo perizoma. La sua mano prese a masturbare Angelo facendogli aumentare l’erezione.
- Avremmo voluto che succedesse in un’altra occasione, magari più serena, ma tant’è! Adesso Angelo ti fa, Giorgio!
Mi misi a emettere versi ed a scuotere la testa a destra e a sinistra. Questo proprio no!
- Molti altri cornuti riescono a godere così Giorgio. Alla fine si abituano e provano piacere dal fatto di accontentare anche loro sessualmente il bull. Tu non farai eccezione, vedrai…
Vidi Angelo scomparire alle mie spalle e sentii che sputava sul mio buchetto. Mia moglie mi accarezzò la guancia.
- Non resistere lascia che entri…se resisti fa più male….
Sentii la cappella dell’enorme pene di Angelo appoggiarsi al mio sfintere. Fece due o tre finte e poi diede un colpo che ne fece entrare metà dentro di me. Mi sentii squartare mentre gridavo nelle mutandine tutto il mio dolore e la mia umiliazione. Attese un po' e poi cominciò a muoversi dentro di me sempre più velocemente. Non so quanto durò ma alla fine lo sentii spruzzare nelle mie viscere. Daniela mi tolse le mutandine dalla bocca e si spostò dietro di me per guardarmi.
- Mamma mia Giorgio, ti ha proprio aperto! Vedrai che la prossima volta che lo vorrà fare non ti farà più così male, stai sicuro!
Angelo tagliò il nastro che mi teneva prigioniero. Mi rannicchiai sul divano in posizione fetale, completamente distrutto nell’anima, mentre loro andavano in camera da letto a fare i loro comodi.
Rimasi così per non so quanto tempo, con lo sguardo fisso nel vuoto. Forse dieci minuti, forse due ore.
Sentii la mano di Daniela sulla mia spalla che mi scuoteva.
- Sono stata sotto in farmacia. Ti ho comprato una crema antibiotica per le ferite ed una lenitiva per…vabbè hai capito! Ti conviene metterle stai perdendo sangue da dietro….
Mi fece una carezza sulla testa, non me ne aveva più fatte da un bel po' di tempo.
- Mi dispiace Giorgio per quello che ti abbiamo fatto….
Stupidamente in me si accese ancora una volta la luce della speranza, forse dopo tutto questo aveva capito di essere in errore
- Ma te lo sei proprio meritato!!! Hai rovinato un momento bellissimo ti rendi conto?
No, non me ne rendevo conto. Ma di una cosa ero sicuro: prima poi me la avrebbero pagata cara.
scritto il
2022-10-24
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