Sorpresa!
di
Davesun71
genere
tradimenti
L’uomo e la donna arrivarono al motel insieme, sulla macchina di lui. Stefano le teneva la mano sulla coscia e dolcemente la accarezzava, mentre Marta gli appoggiava la testa sulla spalla.
- Mi serve un tuo documento….
Lei sorrise e cominciò a cercare il portafogli nella borsa, mentre lui scendeva per raggiungere la reception.
- Una suite superior per favore…
Marta aspettò che risalisse per fargli la domanda che aspettava di fare, con un’espressione corrucciata sul viso
- Com’è che conosci le tipologie di camere? Non ci sarai già stato con qualcun’altra spero….
- Esiste internet non lo sapevi? Sul sito c’è tutto, e quella che ho scelto per noi – disse lui con un’espressione furbesca che gli dipingeva il volto – è piena zeppa di specchi!
Le guance di Marta si arrossarono mentre immaginava quello che di lì a poco avrebbe fatto e visto.
Parcheggiarono la macchina nel posto loro riservato, di fronte alla porta di ingresso 205. Appena infilarono la chiave magnetica nell’apposita tasca, la tenda oscurante che avrebbe nascosto la loro vettura agli altri avventori del motel cominciò a scendere.
Mentre lei appoggiava la borsetta sul tavolino di cortesia, Stefano da dietro la cinse dolcemente tra le sue braccia, tempestandola di piccoli e lievi baci sul collo elegante mentre Marta inclinava la testa per lasciargli spazio. Le labbra di lui si impossessarono del suo lobo, e la lingua cominciò il suo percorso all’interno dell’orecchio, provocando un brivido ed un sospiro nella donna.
Marta si girò ed offrì le sue labbra all’amante, che colse al volo l’invito e vi unì dolcemente le sue. Le loro lingue si incrociarono e cominciarono il dolce inseguimento, mentre mani ansiose cominciavano a slacciare, sbottonare, sfilare via tutti i vestiti. L’erezione dell’uomo puntava violenta sulla pancia piatta di lei, che nel frattempo sentiva un lago tra le cosce. Mentre Marta si inginocchiava teneva fissi gli occhi in quelli di Stefano, e ne ascoltava il respiro accelerato nell’attesa del piacere che di lì a poco lei gli avrebbe donato.
La mano forte di lui le teneva scostati i capelli, mentre lei con un andirivieni lentissimo accoglieva nella sua bocca quel membro durissimo, mentre lo sfilava e lo titillava con la lingua, e la mano lo muoveva su e giù con estrema delicatezza. Stefano la guardò riflessa nello specchio col suo cazzo in bocca, e sentì di amarla ogni momento di più.
- Basta devo averti! Devo sentirti mia e devo farlo subito!
Quasi gridò mentre la prendeva da sotto le ascelle e la sollevava, per poi adagiarla sul letto. Lei sorrideva felice mentre lui si faceva largo tra le sue cosce. Il pene trovò la strada verso la sua vagina super lubrificata e, lento ed inesorabile, entrò in lei. Quando fu tutto dentro lei lo bloccò cingendolo con le belle gambe e incrociando i piedi dietro la schiena di lui.
- Mmmm ti sento tanto, ti sento pulsare… stai fermo un secondo, lasciami assaporare il momento!
Lui la assecondò, anche se l’istinto e la voglia gli dicevano di andare su e giù. La guardò negli occhi, così azzurri e così belli, mentre appoggiava i gomiti di fianco alla testa di lei e le mani le carezzavano i capelli
- Ti amo Marta….
- Anch’io ti amo, Stefano...
Nel mentre lasciava la presa con le gambe, permettendo al suo uomo di cominciare a muoversi dentro di lei. Alzò lo sguardo verso il soffitto, dove campeggiava uno specchio enorme che in quel momento rimandava la schiena glabra di lui ed il suo sedere che si muoveva nella penetrazione, adagiato tra le sue cosce aperte. Chiuse gli occhi e intuì che mancava poco al suo primo orgasmo. Con Stefano era sempre così, lui riusciva in poco tempo dove altri non erano riusciti in ore. Il verso gutturale che emise tra i sospiri, mentre le sue unghie si conficcavano nella schiena muscolosa, comunicò con assoluta certezza la sua venuta. Stefano rallentò il movimento fino a fermarlo, ma senza togliersi da dentro di lei per qualche minuto. Poi si sfilò e si chinò tra le cosce di Marta, cominciando a berla. Era una cosa che lo faceva impazzire, che la faceva impazzire. Quando ne fu sazio la mise a quattro zampe e la penetrò da dietro. Il secondo orgasmo di lei coincise con quello di lui, che la riempì del suo liquido caldo.
Ora si riposavano sdraiati sul letto, la testa di lei poggiava nell’incavo del collo di Stefano, e la mano gli carezzava il petto villoso. Lo specchio sul soffitto rifletteva i loro corpi nudi.
- Ste, voglio stare con te!
- Anch’io lo sai… ma ancora non possiamo. Dobbiamo nasconderci ancora per un po', finchè non avremo risolto tutto!
- Lo so ma non ce la faccio più!!!!
Lui le stampò un bacio sulla fronte mentre le accarezzava, guardandola negli occhi, con due dita la guancia dove stava scorrendo una piccola lacrima. La sua mente corse velocemente indietro di sei mesi, quando la aveva conosciuta. Si erano incontrati in un caffè nel centro storico, entrambi afflitti dallo stesso schifoso problema che si era presentato, violento ed indesiderato, nelle loro vite fino a quel momento felici.
Quel giorno avevano parlato tanto ed aveva avuto la sensazione di conoscerla da sempre. Oltretutto, nonostante l’argomento, provava piacere a discorrere con lei e non guastava nemmeno il fatto che la trovasse bellissima. Si erano poi incontrati ancora ed ancora nel corso di due settimane. Poi quella volta, quella meravigliosa volta, stavano passeggiando lungo il fiume che attraversava la città e si erano fermati ad osservare le anatre che pescavano il loro pranzo. Avevano girato la testa entrambi, si erano guardati. Le loro teste si erano avvicinate in sincrono, e le labbra unite per un secondo. Si erano riguardati, e poi le avevano unite di nuovo, questa volta lasciandole incollate mentre anche i loro corpi si abbracciavano e si facevano uno solo.
Ed adesso erano in quel motel, e si erano amati con tutta la mente e tutto il corpo.
- E’ ora che ci prepariamo! – le disse lui, rompendo la magia di quel momento
- Di già?
- Per forza, siamo qui apposta te lo ricordi?
- Si che me lo ricordo! Spero solo di farcela!
- So che ce la farai! Quando ti metti in testa una cosa non ti ferma niente e nessuno!
- Che scemo!
- E’ vero e lo sai. Dai vestiamoci! – le disse lui, dandole un’ultima carezza sul seno scoperto.
Stavano camminando nel corridoio interno del motel osservando i numeri affissi sulle porte. Si fermarono davanti alla 214.
- Sei pronta?
- Sono pronta….
Le nocche di lui colpirono tre volte la porta. Aspettò qualche secondo, poi ripetè il gesto bussando questa volta con più vigore.
Questa volta una voce maschile rispose da dentro la stanza.
- Chi è?
Stefano e Marta si guardarono ancora una volta. Avevano ripetuto la scena molte volte e sapevano quello che avrebbero detto e fatto, nei minimi dettagli.
- Siamo Marta e Stefano, i vostri consorti! Sorpresa!!!!
La voce di Marta era risultata più squillante del solito.
- Non vi allarmate, sappiamo tutto di voi due e non vogliamo farvi niente – intervenì Stefano – solo parlare! E secondo noi è meglio se aprite, così non allarmiamo tutto l’abergo!
Da dentro la stanza proveniva solo la voce di Chiara, la moglie di Stefano, che piagnucolava spaventata.
- Apri Marco, tanto quel che fatto è fatto…
Si sentiva parlottare, senza però la possibilità di capire cosa si stessero dicendo.
- Ok va bene, dateci solo cinque minuti!
- State tranquilli, rivestitevi pure con calma, noi aspettiamo…
I due piccioncini colti sul fatto stavano seduti uno affianco all’altro sul letto, mentre Marta e Stefano sulle poltroncine.
Marta spiegò come lo avessero saputo, sei mesi prima. Di come si fossero incontrati per discutere il da farsi insieme, in un bar del centro. Di come avessero messo un investigatore privato perché fotografasse la loro tresca e di come fossero rimasti delusi ed amareggiati nel sentirsi traditi.
Toccò poi a Stefano calare il pezzo da novanta.
- Ovviamente ho fatto cambiare la serratura di casa, con te Chiara non voglio più avere nulla a che fare. Penso dovrai trovarti un altro posto dove stare…
- E così ho fatto anche io Marco. Di quello che farai non mi interessa più nulla, e spero di vederti solo più alla sentenza di divorzio. A proposito… anche mio padre, che è anche il proprietario dell’azienda per cui lavori, ha detto di non farti più vedere!
- Ora ce ne andiamo, quello che dovevamo dirvi ve lo abbiamo detto!
Marta e Stefano erano di nuovo soli in macchina, ormai ben lontani dal motel ed in viaggio verso la città.
Lui le prese la mano e la accarezzò, mentre l’altra teneva forte il volante.
- Marta, mi vuoi sposare?
- Mi serve un tuo documento….
Lei sorrise e cominciò a cercare il portafogli nella borsa, mentre lui scendeva per raggiungere la reception.
- Una suite superior per favore…
Marta aspettò che risalisse per fargli la domanda che aspettava di fare, con un’espressione corrucciata sul viso
- Com’è che conosci le tipologie di camere? Non ci sarai già stato con qualcun’altra spero….
- Esiste internet non lo sapevi? Sul sito c’è tutto, e quella che ho scelto per noi – disse lui con un’espressione furbesca che gli dipingeva il volto – è piena zeppa di specchi!
Le guance di Marta si arrossarono mentre immaginava quello che di lì a poco avrebbe fatto e visto.
Parcheggiarono la macchina nel posto loro riservato, di fronte alla porta di ingresso 205. Appena infilarono la chiave magnetica nell’apposita tasca, la tenda oscurante che avrebbe nascosto la loro vettura agli altri avventori del motel cominciò a scendere.
Mentre lei appoggiava la borsetta sul tavolino di cortesia, Stefano da dietro la cinse dolcemente tra le sue braccia, tempestandola di piccoli e lievi baci sul collo elegante mentre Marta inclinava la testa per lasciargli spazio. Le labbra di lui si impossessarono del suo lobo, e la lingua cominciò il suo percorso all’interno dell’orecchio, provocando un brivido ed un sospiro nella donna.
Marta si girò ed offrì le sue labbra all’amante, che colse al volo l’invito e vi unì dolcemente le sue. Le loro lingue si incrociarono e cominciarono il dolce inseguimento, mentre mani ansiose cominciavano a slacciare, sbottonare, sfilare via tutti i vestiti. L’erezione dell’uomo puntava violenta sulla pancia piatta di lei, che nel frattempo sentiva un lago tra le cosce. Mentre Marta si inginocchiava teneva fissi gli occhi in quelli di Stefano, e ne ascoltava il respiro accelerato nell’attesa del piacere che di lì a poco lei gli avrebbe donato.
La mano forte di lui le teneva scostati i capelli, mentre lei con un andirivieni lentissimo accoglieva nella sua bocca quel membro durissimo, mentre lo sfilava e lo titillava con la lingua, e la mano lo muoveva su e giù con estrema delicatezza. Stefano la guardò riflessa nello specchio col suo cazzo in bocca, e sentì di amarla ogni momento di più.
- Basta devo averti! Devo sentirti mia e devo farlo subito!
Quasi gridò mentre la prendeva da sotto le ascelle e la sollevava, per poi adagiarla sul letto. Lei sorrideva felice mentre lui si faceva largo tra le sue cosce. Il pene trovò la strada verso la sua vagina super lubrificata e, lento ed inesorabile, entrò in lei. Quando fu tutto dentro lei lo bloccò cingendolo con le belle gambe e incrociando i piedi dietro la schiena di lui.
- Mmmm ti sento tanto, ti sento pulsare… stai fermo un secondo, lasciami assaporare il momento!
Lui la assecondò, anche se l’istinto e la voglia gli dicevano di andare su e giù. La guardò negli occhi, così azzurri e così belli, mentre appoggiava i gomiti di fianco alla testa di lei e le mani le carezzavano i capelli
- Ti amo Marta….
- Anch’io ti amo, Stefano...
Nel mentre lasciava la presa con le gambe, permettendo al suo uomo di cominciare a muoversi dentro di lei. Alzò lo sguardo verso il soffitto, dove campeggiava uno specchio enorme che in quel momento rimandava la schiena glabra di lui ed il suo sedere che si muoveva nella penetrazione, adagiato tra le sue cosce aperte. Chiuse gli occhi e intuì che mancava poco al suo primo orgasmo. Con Stefano era sempre così, lui riusciva in poco tempo dove altri non erano riusciti in ore. Il verso gutturale che emise tra i sospiri, mentre le sue unghie si conficcavano nella schiena muscolosa, comunicò con assoluta certezza la sua venuta. Stefano rallentò il movimento fino a fermarlo, ma senza togliersi da dentro di lei per qualche minuto. Poi si sfilò e si chinò tra le cosce di Marta, cominciando a berla. Era una cosa che lo faceva impazzire, che la faceva impazzire. Quando ne fu sazio la mise a quattro zampe e la penetrò da dietro. Il secondo orgasmo di lei coincise con quello di lui, che la riempì del suo liquido caldo.
Ora si riposavano sdraiati sul letto, la testa di lei poggiava nell’incavo del collo di Stefano, e la mano gli carezzava il petto villoso. Lo specchio sul soffitto rifletteva i loro corpi nudi.
- Ste, voglio stare con te!
- Anch’io lo sai… ma ancora non possiamo. Dobbiamo nasconderci ancora per un po', finchè non avremo risolto tutto!
- Lo so ma non ce la faccio più!!!!
Lui le stampò un bacio sulla fronte mentre le accarezzava, guardandola negli occhi, con due dita la guancia dove stava scorrendo una piccola lacrima. La sua mente corse velocemente indietro di sei mesi, quando la aveva conosciuta. Si erano incontrati in un caffè nel centro storico, entrambi afflitti dallo stesso schifoso problema che si era presentato, violento ed indesiderato, nelle loro vite fino a quel momento felici.
Quel giorno avevano parlato tanto ed aveva avuto la sensazione di conoscerla da sempre. Oltretutto, nonostante l’argomento, provava piacere a discorrere con lei e non guastava nemmeno il fatto che la trovasse bellissima. Si erano poi incontrati ancora ed ancora nel corso di due settimane. Poi quella volta, quella meravigliosa volta, stavano passeggiando lungo il fiume che attraversava la città e si erano fermati ad osservare le anatre che pescavano il loro pranzo. Avevano girato la testa entrambi, si erano guardati. Le loro teste si erano avvicinate in sincrono, e le labbra unite per un secondo. Si erano riguardati, e poi le avevano unite di nuovo, questa volta lasciandole incollate mentre anche i loro corpi si abbracciavano e si facevano uno solo.
Ed adesso erano in quel motel, e si erano amati con tutta la mente e tutto il corpo.
- E’ ora che ci prepariamo! – le disse lui, rompendo la magia di quel momento
- Di già?
- Per forza, siamo qui apposta te lo ricordi?
- Si che me lo ricordo! Spero solo di farcela!
- So che ce la farai! Quando ti metti in testa una cosa non ti ferma niente e nessuno!
- Che scemo!
- E’ vero e lo sai. Dai vestiamoci! – le disse lui, dandole un’ultima carezza sul seno scoperto.
Stavano camminando nel corridoio interno del motel osservando i numeri affissi sulle porte. Si fermarono davanti alla 214.
- Sei pronta?
- Sono pronta….
Le nocche di lui colpirono tre volte la porta. Aspettò qualche secondo, poi ripetè il gesto bussando questa volta con più vigore.
Questa volta una voce maschile rispose da dentro la stanza.
- Chi è?
Stefano e Marta si guardarono ancora una volta. Avevano ripetuto la scena molte volte e sapevano quello che avrebbero detto e fatto, nei minimi dettagli.
- Siamo Marta e Stefano, i vostri consorti! Sorpresa!!!!
La voce di Marta era risultata più squillante del solito.
- Non vi allarmate, sappiamo tutto di voi due e non vogliamo farvi niente – intervenì Stefano – solo parlare! E secondo noi è meglio se aprite, così non allarmiamo tutto l’abergo!
Da dentro la stanza proveniva solo la voce di Chiara, la moglie di Stefano, che piagnucolava spaventata.
- Apri Marco, tanto quel che fatto è fatto…
Si sentiva parlottare, senza però la possibilità di capire cosa si stessero dicendo.
- Ok va bene, dateci solo cinque minuti!
- State tranquilli, rivestitevi pure con calma, noi aspettiamo…
I due piccioncini colti sul fatto stavano seduti uno affianco all’altro sul letto, mentre Marta e Stefano sulle poltroncine.
Marta spiegò come lo avessero saputo, sei mesi prima. Di come si fossero incontrati per discutere il da farsi insieme, in un bar del centro. Di come avessero messo un investigatore privato perché fotografasse la loro tresca e di come fossero rimasti delusi ed amareggiati nel sentirsi traditi.
Toccò poi a Stefano calare il pezzo da novanta.
- Ovviamente ho fatto cambiare la serratura di casa, con te Chiara non voglio più avere nulla a che fare. Penso dovrai trovarti un altro posto dove stare…
- E così ho fatto anche io Marco. Di quello che farai non mi interessa più nulla, e spero di vederti solo più alla sentenza di divorzio. A proposito… anche mio padre, che è anche il proprietario dell’azienda per cui lavori, ha detto di non farti più vedere!
- Ora ce ne andiamo, quello che dovevamo dirvi ve lo abbiamo detto!
Marta e Stefano erano di nuovo soli in macchina, ormai ben lontani dal motel ed in viaggio verso la città.
Lui le prese la mano e la accarezzò, mentre l’altra teneva forte il volante.
- Marta, mi vuoi sposare?
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Il completino - cap 1racconto sucessivo
La media rovinata
Commenti dei lettori al racconto erotico