Il completino - cap 1
di
Davesun71
genere
tradimenti
Era mercoledì sera ed ero molto felice. Fortunatamente ero potuto rientrare in anticipo dalla mia trasferta di lavoro in Spagna ben due giorni prima di quanto programmato e mi sarei goduto un meritato e desiderato riposo a casa con la mia dolce metà Chiara.
Io sono Claudio e mi occupo di vendita di software di gestione di processi industriali avanzati, ed il mio lavoro mi costringe a volte ad essere in giro per il mondo per qualche giorno a settimana, ma generalmente riesco sempre a rientrare a casa per i week end.
Avevo avvisato Chiara del mio rientro il pomeriggio stesso, facendole una chiamata dall’aeroporto di Madrid poco prima di prendere l’aereo, e quando ero circa tre ore dopo rientrato in casa, lei mi aveva accolto con il solito bacio sulle labbra, qualche stuzzichino su un piattino ed un bel bicchiere di birra fresca.
Come sempre facevo, entrai nel bagno e cominciai a spogliarmi gettando tutto quanto nel cesto della biancheria sporca.
Mi lasciai scorrere l’acqua sulla testa appoggiando le due mani sul muro, mentre i miei muscoli e la mia mente si rilassavano. Improvvisamente mi venne in mente la calamita: infatti ogni volta che viaggiavo in un posto nuovo compravo una calamita da appiccicare al frigorifero. Mi ricordai di averla messa nella tasca dei pantaloni che avevo appena gettato malamente nel cesto della biancheria.
Non appena asciugatomi, con ancora l’accappatoio addosso, mi misi a rovistare nel cesto pieno e recuperai i pantaloni, infilando le mani nelle tasche in cerca della calamita: niente, evidentemente era caduta nel momento in cui li avevo riposti. Così mi armai di pazienza e cominciai a tirare fuori tutta la roba in esso contenuta: calze, calzini, magliette, camicette di mia moglie, quando la mia attenzione venne attirata dalla visione di un paio di mutandine di Chiara. Le riconobbi subito: erano parte di un regalo che le avevo fatto circa un anno prima in occasione del nostro anniversario, quando ebbi la sciagurata idea di comperarle un completino intimo davvero osè composto dalle mutandine nere trasparenti che tenevo ora in mano, un reggiseno trasparente che copriva unicamente i capezzoli con delle decorazioni ed una guepiere abbinata. Nel momento in cui aveva scartato il regalo mi aveva guardato malissimo.
- Ma mi hai presa per una puttana?
- Ma cosa dici… pensavo che….
- Ma secondo te potrei mai indossare una cosa così? Ma sei impazzito?
- Ma era per noi due…
Richiuse la scatola.
- Un regalo peggio di questo non potevi proprio farmelo – mi disse offesa – non lo metterò mai e lo sai benissimo!
Da quella volta non lo avevo più visto ed avevo persino pensato che lo avesse buttato via. Invece eccolo lì! Cercando ancora trovai anche il reggiseno e la guepiere, messi anche loro a lavare dopo essere stati usati, ma non a mio beneficio. E allora di chi?
Rimisi tutto nel cesto dopo aver recuperato la calamita, ma ovviamente il mio umore adesso era completamente diverso.
Io e Chiara ci eravamo messi insieme ai tempi dell’università. Lei studiava fuori sede ed era in appartamento con altre ragazze che venivano dalla sua stessa città, di cui una aveva cominciato ad uscire con il mio migliore amico. Loro ci presentarono e da cosa nacque cosa, ed adesso siamo sposati da quasi sette anni.
Chiara è sempre stata molto morigerata: con me non ha mai apprezzato il sesso orale, né farlo né riceverlo, per cui me lo concede ogni tanto praticamente a livello di favore; la masturbazione è necessaria solo per provocare l’ eccitazione propedeutica alla penetrazione, e quest’ultima la vuole fare quasi unicamente nella classica posizione del missionario. Ovviamente del sesso anale non se ne può nemmeno parlare. In quest’ottica le avevo regalato quel completino, nella speranza di scaldarla un po’. Adesso sospettavo che si fosse scaldata mentre io ero via, e dovevo assolutamente capire con chi.
Mi misi la tuta da casa ed uscii dal bagno. La mia faccia doveva avere un’espressione terribile, perché lei subito mi chiese cosa avessi.
- Non so, mi è venuto un forte mal di testa e persino voglia di vomitare, come se qualcosa mi fosse rimasto sullo stomaco…
Ovviamente non capì l’allusione e immaginò fosse una questione di alimentazione
- Allora magari preparo qualcosa in bianco. Chissà che schifezze mangi quando sei via!!!
Alla sera e fino al lunedì, con nella mente quel sospetto che mi tormentava, non riuscii nemmeno ad avvicinarmi a lei per cercare di fare l’amore. Il martedì sarei dovuto andare a Berlino per un paio di giorni, ma il pensiero di non poter restare a casa mi tormentava. Così cominciai ad informarmi su internet e, mentre ero a Berlino, acquistai non una, ma addirittura due telecamere spia, da posizionare all’interno della camera da letto e del salotto, in grado di registrare audio e video in caso di movimento. Quando mia moglie uscì per la fare il suo part time lavorativo presso una società di assistenza legata alla parrocchia, installai le telecamere nascoste e provai sul mio tablet il loro funzionamento.
Dal mio ufficio ora potevo osservare Chiara che riordinava il salotto di casa nostra, in sottofondo il rumore dell’aspirapolvere e la televisione accesa. Quello che stavo guardando era di una noia mortale, e cominciò a venirmi il dubbio di stare esagerando: forse ero stato troppo sospettoso e mi ero inventato tutto. Chiusi il tablet e cercai di concentrarmi sul lavoro che in quella giornata avevo ampiamente trascurato: sentii il prossimo cliente che avrei dovuto incontrare in Francia e concordammo che sarei andato da lui a Parigi il giovedì e venerdì successivi. Comunicai quindi alla mia collega che si occupava di queste cose che avrei avuto bisogno del biglietto aereo e della prenotazione dell’albergo per quelle date.
Quando rientrai a casa non potei fare a meno di guardare verso le telecamere, ben conscio del fatto che stavano registrando anche me. Durante la cena comunicai a Chiara i giorni in cui sarei stato assente e la destinazione da raggiungere mentre osservavo attentamente le sue reazioni: non mi sembrò di notare nulla di strano e mi convinsi sempre più di essere stato troppo sospettoso ed ingiusto.
Quella sera facemmo l’amore nel solito modo e mi addormentai finalmente sereno, senza pensieri maligni ad insidiare le mie sicurezze. La mattina successiva mi alzai con la convinzione di aver fatto qualcosa di orribile nei confronti di Chiara nell’averla spiata, e decisi che alla prima occasione utile avrei smontato le telecamere che avevo installato.
La giornata in ufficio trascorse nella preparazione del materiale che il giorno successivo avrei dovuto portarmi in viaggio e nella definizione degli ultimi dettagli dello stesso. Alle 16 avevo finito di fare tutto: appoggiai la schiena alla sedia anatomica stirandomi, ed il mio sguardo cadde sul tablet nell’angolo della scrivania.
- Ma si, diamo un’occhiata!
Pensai tra me e me. Sullo schermo apparvero le immagini del mio salotto e della camera da letto, ed il silenzio era totale: evidentemente Chiara era uscita per fare qualche commissione. In basso sullo schermo il tasto delle registrazioni automatiche effettuate: più per far passare il tempo che per effettiva curiosità cominciai a scorrerle. Nel primo video mia moglie si preparava freneticamente per andare a lavoro: camminava velocissima nel modo che conoscevo tra camera da letto, salotto e bagno, fino a quando messasi il giubbotto uscì di corsa. Il secondo video immortalava il suo ritorno: la vidi togliersi le scarpe e mettersi la tuta con cui abitualmente stava in casa, e poi sedersi sul divano, le gambe raccolte lateralmente mentre si beveva il suo thè guardando la televisione. Insomma tutto normale. Accelerai lo scorrimento del video a sei volte la velocità e seguii distrattamente lo scorrere delle immagini, fino a quando vidi che si era alzata ed aveva preso il telefono dalla borsetta. Rimisi le immagini in modalità normale in modo da poter ascoltare l’audio.
- Ciao!
- Anch’io sono contenta di sentirti….anche tu mi manchi…
- Si si, va a Parigi…giovedì e venerdì…
- Anch’io ho voglia te….
- Dai lo sai che mi vergogno a dirlo….
- E va bene… ho voglia del tuo cazzo….
- Ho voglia di sentirlo mentre mi scava dentro… Oddio cosa mi fai dire….
- Si lo abbiamo fatto ieri…dai lo sai che non posso dirgli sempre di no… Ho fatto finta come al solito, lo sai che con lui non godo, te l’ho detto mille volte….mi sdraio e apro le gambe e lo lascio fare quei cinque minuti….
- No, lo sai che prendo in bocca solo il tuo….
- Ma che scemo…no che non gli ho sbadigliato in faccia!!! Guarda che sono un’attrice mancata sai?
- Che stupido…non sono un’attrice porno mancata!
- Va bene, te lo dico solo perché so che ti piace sentirmelo dire…. Sono la tua troia….
- Anch’io sono eccitata…sono tutta bagnata…
- Non vedo l’ora… si anche lì se vorrai….
- Lo sai che il mio culetto è solo per te…ma mi fai sempre male….
- Lo so che ti piace vedermi soffrire un pochino….ma a me fa parecchio male perché ce l’hai grosso….
- Ok torna a lavorare….
- Ci vediamo giovedì pomeriggio…
- Si lenzuola pulite…
- Un bacio anche te, ciao!
Rimasi pietrificato sulla sedia, non potevo crederci: sulla mia testa c’erano un paio di corna che a loro confronto il campanile era un filo d’erba! La bile mi faceva bruciare fortemente lo stomaco, mentre riavvolgevo e riascoltavo per l’ennesima volta l’audio della telefonata. Dopo un po' però la disperazione cominciò a scemare, lasciando il posto a una rabbia quasi cieca e foschi pensieri cominciarono a mulinarmi nel cervello: arrivai persino a pensare a come uccidere quella puttana di mia moglie insieme al suo amante.
- Cerca di calmarti e di ragionare in modo lucido….
Pensavo tra me e me
- Ci sono altri modi….ci sono altri modi…..
Arrivai alla conclusione che tanto ero già stato tradito chissà quante volte, ed una più una meno non avrebbe fatto la differenza. In compenso avrei avuto la possibilità di vedere in faccia quello che si scopava la mia signora oltrettutto proprio in casa mia, nel mio letto.
A casa cercai di comportarmi nel modo più normale possibile, anche se avevo la morte nel cuore e spesso rimanevo con lo sguardo fisso a guardare la donna che avevo amato negli ultimi dodici anni e che pensavo di conoscere, mentre adesso mi rendevo conto che non la conoscevo per nulla. Non la conoscevo perché non mi aveva dato l’opportunità di conoscerla veramente, opportunità che invece io le avevo concesso.
Passai praticamente tutta la notte in bianco steso accanto a lei che dormiva beata. Mi interrogavo, come capita a tutte le persone nella mia situazione, cercando di capire i motivi che la avevano portata ad avere un altro uomo: l’avevo trascurata? Non la avevo fatta sentire importante? Non ero stato abbastanza bravo a letto? L’avevo annoiata?
Finalmente si fece mattino e potei uscire dalla mia casa che avevo sempre considerato accogliente e sicura, mentre adesso assomigliava ad una specie di carcere, un posto da cui fuggire il più in fretta possibile.
La giornata a Parigi non scorreva mai. Dovetti anche andare a cena con i clienti e purtroppo fui di scarsissima compagnia: la mia mente era altrove, e finalmente adesso che era quasi mezzanotte potevo rientrare al mio albergo, accompagnato dall’unico pensiero che avevo avuto per tutta la giornata. Non appena entrato in camera puntai direttamente il mio tablet in carica sullo scrittoio. Dopo averlo afferrato lo accesi mentre mi toglievo le scarpe senza slacciarle aiutandomi alternativamente con i piedi. Mi preparai mentalmente a vedere cose che sicuramente non mi sarebbero piaciute. Cominciai a guardare dal rientro in casa di Chiara dal lavoro, aumentai la velocità fino a quando non la vidi parlare al telefono.
- Ciao…
- Si è partito stamattina…sono sola….
- Giusto, ancora per poco…a proposito per che ora arrivi?
- Ok fammi uno squillo quando sei sotto così ti apro… meglio se non ti fai vedere tanto dai vicini…
- Puoi fermarti per cena?
- Che peccato… ma se devi rientrare….
- Lo so che staresti volentieri…non ti preoccupare….
- Ok allora a dopo….non vedo l’ora…bacio!!!
Si vedeva chiaramente che mia moglie era tutta eccitata. Misi nuovamente la velocità al massimo e la vidi entrare in bagno. Ne uscì solo tre quarti d’ora dopo e la vidi camminare verso lo sgabuzzino completamente avvolta nell’accappatoio. Purtroppo non era più nella visuale della telecamera, ma un paio di minuti dopo la vidi ricomparire con in mano un paio di scarpe nere, lucide con il tacco a spillo che le avevo vista usare in qualche occasione speciale. Si sedette sul divano appoggiandole davanti a sé, e solo allora notai che si era truccata e pettinata ed al di sotto del bordo dell’accappatoio si potevano vedere i collant. Si accese la televisione e cominciò distrattamente a guardarla, probabilmente per ingannare l’attesa del suo amante.
Nè lei, né purtroppo io, dovemmo aspettare molto. Il telefonino squillò e lei rispose immediatamente
- Sei qui sotto? Ok ti apro!
Vidi Chiara chinarsi ed infilarsi velocemente le scarpe. Poi si tirò in piedi e tolse l’accappatoio: sotto era completamente nuda, eccezion fatta per le calze autoreggenti. Camminò rapida verso il bagno dove buttò l’accappatoio, poi velocemente tornò,socchiuse la porta di ingresso e sporse la testa dalla fessura, restando con il corpo nascosto dalla porta stessa, in attesa del suo amante. Quando lo vide aprì la porta per farlo entrare, e non appena lui varcò la soglia la richiuse velocemente.
- Sorpresa!
Lui la guardò e sorrise, poi la prese tra le sue braccia e la baciò ardentemente.
Seduto sul mio letto, nella mia camera d’albergo di Parigi, io ero rimasto pietrificato eccezion fatta per le mani che mi tremavano e scuotevano il tablet che stavano sorreggendo. Non solo mia moglie era una gran puttana, non solo mi tradiva e faceva cose col suo amante che con me non si era mai sognata di fare. Ma io lui lo conoscevo, eccome se lo conoscevo!
Io sono Claudio e mi occupo di vendita di software di gestione di processi industriali avanzati, ed il mio lavoro mi costringe a volte ad essere in giro per il mondo per qualche giorno a settimana, ma generalmente riesco sempre a rientrare a casa per i week end.
Avevo avvisato Chiara del mio rientro il pomeriggio stesso, facendole una chiamata dall’aeroporto di Madrid poco prima di prendere l’aereo, e quando ero circa tre ore dopo rientrato in casa, lei mi aveva accolto con il solito bacio sulle labbra, qualche stuzzichino su un piattino ed un bel bicchiere di birra fresca.
Come sempre facevo, entrai nel bagno e cominciai a spogliarmi gettando tutto quanto nel cesto della biancheria sporca.
Mi lasciai scorrere l’acqua sulla testa appoggiando le due mani sul muro, mentre i miei muscoli e la mia mente si rilassavano. Improvvisamente mi venne in mente la calamita: infatti ogni volta che viaggiavo in un posto nuovo compravo una calamita da appiccicare al frigorifero. Mi ricordai di averla messa nella tasca dei pantaloni che avevo appena gettato malamente nel cesto della biancheria.
Non appena asciugatomi, con ancora l’accappatoio addosso, mi misi a rovistare nel cesto pieno e recuperai i pantaloni, infilando le mani nelle tasche in cerca della calamita: niente, evidentemente era caduta nel momento in cui li avevo riposti. Così mi armai di pazienza e cominciai a tirare fuori tutta la roba in esso contenuta: calze, calzini, magliette, camicette di mia moglie, quando la mia attenzione venne attirata dalla visione di un paio di mutandine di Chiara. Le riconobbi subito: erano parte di un regalo che le avevo fatto circa un anno prima in occasione del nostro anniversario, quando ebbi la sciagurata idea di comperarle un completino intimo davvero osè composto dalle mutandine nere trasparenti che tenevo ora in mano, un reggiseno trasparente che copriva unicamente i capezzoli con delle decorazioni ed una guepiere abbinata. Nel momento in cui aveva scartato il regalo mi aveva guardato malissimo.
- Ma mi hai presa per una puttana?
- Ma cosa dici… pensavo che….
- Ma secondo te potrei mai indossare una cosa così? Ma sei impazzito?
- Ma era per noi due…
Richiuse la scatola.
- Un regalo peggio di questo non potevi proprio farmelo – mi disse offesa – non lo metterò mai e lo sai benissimo!
Da quella volta non lo avevo più visto ed avevo persino pensato che lo avesse buttato via. Invece eccolo lì! Cercando ancora trovai anche il reggiseno e la guepiere, messi anche loro a lavare dopo essere stati usati, ma non a mio beneficio. E allora di chi?
Rimisi tutto nel cesto dopo aver recuperato la calamita, ma ovviamente il mio umore adesso era completamente diverso.
Io e Chiara ci eravamo messi insieme ai tempi dell’università. Lei studiava fuori sede ed era in appartamento con altre ragazze che venivano dalla sua stessa città, di cui una aveva cominciato ad uscire con il mio migliore amico. Loro ci presentarono e da cosa nacque cosa, ed adesso siamo sposati da quasi sette anni.
Chiara è sempre stata molto morigerata: con me non ha mai apprezzato il sesso orale, né farlo né riceverlo, per cui me lo concede ogni tanto praticamente a livello di favore; la masturbazione è necessaria solo per provocare l’ eccitazione propedeutica alla penetrazione, e quest’ultima la vuole fare quasi unicamente nella classica posizione del missionario. Ovviamente del sesso anale non se ne può nemmeno parlare. In quest’ottica le avevo regalato quel completino, nella speranza di scaldarla un po’. Adesso sospettavo che si fosse scaldata mentre io ero via, e dovevo assolutamente capire con chi.
Mi misi la tuta da casa ed uscii dal bagno. La mia faccia doveva avere un’espressione terribile, perché lei subito mi chiese cosa avessi.
- Non so, mi è venuto un forte mal di testa e persino voglia di vomitare, come se qualcosa mi fosse rimasto sullo stomaco…
Ovviamente non capì l’allusione e immaginò fosse una questione di alimentazione
- Allora magari preparo qualcosa in bianco. Chissà che schifezze mangi quando sei via!!!
Alla sera e fino al lunedì, con nella mente quel sospetto che mi tormentava, non riuscii nemmeno ad avvicinarmi a lei per cercare di fare l’amore. Il martedì sarei dovuto andare a Berlino per un paio di giorni, ma il pensiero di non poter restare a casa mi tormentava. Così cominciai ad informarmi su internet e, mentre ero a Berlino, acquistai non una, ma addirittura due telecamere spia, da posizionare all’interno della camera da letto e del salotto, in grado di registrare audio e video in caso di movimento. Quando mia moglie uscì per la fare il suo part time lavorativo presso una società di assistenza legata alla parrocchia, installai le telecamere nascoste e provai sul mio tablet il loro funzionamento.
Dal mio ufficio ora potevo osservare Chiara che riordinava il salotto di casa nostra, in sottofondo il rumore dell’aspirapolvere e la televisione accesa. Quello che stavo guardando era di una noia mortale, e cominciò a venirmi il dubbio di stare esagerando: forse ero stato troppo sospettoso e mi ero inventato tutto. Chiusi il tablet e cercai di concentrarmi sul lavoro che in quella giornata avevo ampiamente trascurato: sentii il prossimo cliente che avrei dovuto incontrare in Francia e concordammo che sarei andato da lui a Parigi il giovedì e venerdì successivi. Comunicai quindi alla mia collega che si occupava di queste cose che avrei avuto bisogno del biglietto aereo e della prenotazione dell’albergo per quelle date.
Quando rientrai a casa non potei fare a meno di guardare verso le telecamere, ben conscio del fatto che stavano registrando anche me. Durante la cena comunicai a Chiara i giorni in cui sarei stato assente e la destinazione da raggiungere mentre osservavo attentamente le sue reazioni: non mi sembrò di notare nulla di strano e mi convinsi sempre più di essere stato troppo sospettoso ed ingiusto.
Quella sera facemmo l’amore nel solito modo e mi addormentai finalmente sereno, senza pensieri maligni ad insidiare le mie sicurezze. La mattina successiva mi alzai con la convinzione di aver fatto qualcosa di orribile nei confronti di Chiara nell’averla spiata, e decisi che alla prima occasione utile avrei smontato le telecamere che avevo installato.
La giornata in ufficio trascorse nella preparazione del materiale che il giorno successivo avrei dovuto portarmi in viaggio e nella definizione degli ultimi dettagli dello stesso. Alle 16 avevo finito di fare tutto: appoggiai la schiena alla sedia anatomica stirandomi, ed il mio sguardo cadde sul tablet nell’angolo della scrivania.
- Ma si, diamo un’occhiata!
Pensai tra me e me. Sullo schermo apparvero le immagini del mio salotto e della camera da letto, ed il silenzio era totale: evidentemente Chiara era uscita per fare qualche commissione. In basso sullo schermo il tasto delle registrazioni automatiche effettuate: più per far passare il tempo che per effettiva curiosità cominciai a scorrerle. Nel primo video mia moglie si preparava freneticamente per andare a lavoro: camminava velocissima nel modo che conoscevo tra camera da letto, salotto e bagno, fino a quando messasi il giubbotto uscì di corsa. Il secondo video immortalava il suo ritorno: la vidi togliersi le scarpe e mettersi la tuta con cui abitualmente stava in casa, e poi sedersi sul divano, le gambe raccolte lateralmente mentre si beveva il suo thè guardando la televisione. Insomma tutto normale. Accelerai lo scorrimento del video a sei volte la velocità e seguii distrattamente lo scorrere delle immagini, fino a quando vidi che si era alzata ed aveva preso il telefono dalla borsetta. Rimisi le immagini in modalità normale in modo da poter ascoltare l’audio.
- Ciao!
- Anch’io sono contenta di sentirti….anche tu mi manchi…
- Si si, va a Parigi…giovedì e venerdì…
- Anch’io ho voglia te….
- Dai lo sai che mi vergogno a dirlo….
- E va bene… ho voglia del tuo cazzo….
- Ho voglia di sentirlo mentre mi scava dentro… Oddio cosa mi fai dire….
- Si lo abbiamo fatto ieri…dai lo sai che non posso dirgli sempre di no… Ho fatto finta come al solito, lo sai che con lui non godo, te l’ho detto mille volte….mi sdraio e apro le gambe e lo lascio fare quei cinque minuti….
- No, lo sai che prendo in bocca solo il tuo….
- Ma che scemo…no che non gli ho sbadigliato in faccia!!! Guarda che sono un’attrice mancata sai?
- Che stupido…non sono un’attrice porno mancata!
- Va bene, te lo dico solo perché so che ti piace sentirmelo dire…. Sono la tua troia….
- Anch’io sono eccitata…sono tutta bagnata…
- Non vedo l’ora… si anche lì se vorrai….
- Lo sai che il mio culetto è solo per te…ma mi fai sempre male….
- Lo so che ti piace vedermi soffrire un pochino….ma a me fa parecchio male perché ce l’hai grosso….
- Ok torna a lavorare….
- Ci vediamo giovedì pomeriggio…
- Si lenzuola pulite…
- Un bacio anche te, ciao!
Rimasi pietrificato sulla sedia, non potevo crederci: sulla mia testa c’erano un paio di corna che a loro confronto il campanile era un filo d’erba! La bile mi faceva bruciare fortemente lo stomaco, mentre riavvolgevo e riascoltavo per l’ennesima volta l’audio della telefonata. Dopo un po' però la disperazione cominciò a scemare, lasciando il posto a una rabbia quasi cieca e foschi pensieri cominciarono a mulinarmi nel cervello: arrivai persino a pensare a come uccidere quella puttana di mia moglie insieme al suo amante.
- Cerca di calmarti e di ragionare in modo lucido….
Pensavo tra me e me
- Ci sono altri modi….ci sono altri modi…..
Arrivai alla conclusione che tanto ero già stato tradito chissà quante volte, ed una più una meno non avrebbe fatto la differenza. In compenso avrei avuto la possibilità di vedere in faccia quello che si scopava la mia signora oltrettutto proprio in casa mia, nel mio letto.
A casa cercai di comportarmi nel modo più normale possibile, anche se avevo la morte nel cuore e spesso rimanevo con lo sguardo fisso a guardare la donna che avevo amato negli ultimi dodici anni e che pensavo di conoscere, mentre adesso mi rendevo conto che non la conoscevo per nulla. Non la conoscevo perché non mi aveva dato l’opportunità di conoscerla veramente, opportunità che invece io le avevo concesso.
Passai praticamente tutta la notte in bianco steso accanto a lei che dormiva beata. Mi interrogavo, come capita a tutte le persone nella mia situazione, cercando di capire i motivi che la avevano portata ad avere un altro uomo: l’avevo trascurata? Non la avevo fatta sentire importante? Non ero stato abbastanza bravo a letto? L’avevo annoiata?
Finalmente si fece mattino e potei uscire dalla mia casa che avevo sempre considerato accogliente e sicura, mentre adesso assomigliava ad una specie di carcere, un posto da cui fuggire il più in fretta possibile.
La giornata a Parigi non scorreva mai. Dovetti anche andare a cena con i clienti e purtroppo fui di scarsissima compagnia: la mia mente era altrove, e finalmente adesso che era quasi mezzanotte potevo rientrare al mio albergo, accompagnato dall’unico pensiero che avevo avuto per tutta la giornata. Non appena entrato in camera puntai direttamente il mio tablet in carica sullo scrittoio. Dopo averlo afferrato lo accesi mentre mi toglievo le scarpe senza slacciarle aiutandomi alternativamente con i piedi. Mi preparai mentalmente a vedere cose che sicuramente non mi sarebbero piaciute. Cominciai a guardare dal rientro in casa di Chiara dal lavoro, aumentai la velocità fino a quando non la vidi parlare al telefono.
- Ciao…
- Si è partito stamattina…sono sola….
- Giusto, ancora per poco…a proposito per che ora arrivi?
- Ok fammi uno squillo quando sei sotto così ti apro… meglio se non ti fai vedere tanto dai vicini…
- Puoi fermarti per cena?
- Che peccato… ma se devi rientrare….
- Lo so che staresti volentieri…non ti preoccupare….
- Ok allora a dopo….non vedo l’ora…bacio!!!
Si vedeva chiaramente che mia moglie era tutta eccitata. Misi nuovamente la velocità al massimo e la vidi entrare in bagno. Ne uscì solo tre quarti d’ora dopo e la vidi camminare verso lo sgabuzzino completamente avvolta nell’accappatoio. Purtroppo non era più nella visuale della telecamera, ma un paio di minuti dopo la vidi ricomparire con in mano un paio di scarpe nere, lucide con il tacco a spillo che le avevo vista usare in qualche occasione speciale. Si sedette sul divano appoggiandole davanti a sé, e solo allora notai che si era truccata e pettinata ed al di sotto del bordo dell’accappatoio si potevano vedere i collant. Si accese la televisione e cominciò distrattamente a guardarla, probabilmente per ingannare l’attesa del suo amante.
Nè lei, né purtroppo io, dovemmo aspettare molto. Il telefonino squillò e lei rispose immediatamente
- Sei qui sotto? Ok ti apro!
Vidi Chiara chinarsi ed infilarsi velocemente le scarpe. Poi si tirò in piedi e tolse l’accappatoio: sotto era completamente nuda, eccezion fatta per le calze autoreggenti. Camminò rapida verso il bagno dove buttò l’accappatoio, poi velocemente tornò,socchiuse la porta di ingresso e sporse la testa dalla fessura, restando con il corpo nascosto dalla porta stessa, in attesa del suo amante. Quando lo vide aprì la porta per farlo entrare, e non appena lui varcò la soglia la richiuse velocemente.
- Sorpresa!
Lui la guardò e sorrise, poi la prese tra le sue braccia e la baciò ardentemente.
Seduto sul mio letto, nella mia camera d’albergo di Parigi, io ero rimasto pietrificato eccezion fatta per le mani che mi tremavano e scuotevano il tablet che stavano sorreggendo. Non solo mia moglie era una gran puttana, non solo mi tradiva e faceva cose col suo amante che con me non si era mai sognata di fare. Ma io lui lo conoscevo, eccome se lo conoscevo!
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