Come mmi piace
di
elena1957
genere
esibizionismo
Come mi piace
Il diario dei miei 20 anni non riporta particolari episodi eclatanti a parte forse uno.
I cambiamenti più importanti nella mia vita quell’anno furono il leggero aumento del mio seno, passai da una 3° coppa B ad una coppa C e la cosa non mi dispiaceva affatto, poi avevo cambiato auto, non avevo più la mia 126 avevo comprato una triumph spyder, sempre rossa, ormai ero diventata brava alla guida e avevo scoperto che mi piaceva farmi notare, quindi avevo scelto apposta quel tipo di macchina.
Avevo anche scoperto dei nuovi jeans elasticizzati che delineavano molto le curve del mio corpo e che, una volta indossati costringevano alcuni a girarsi per guardarmi il sederino, come mi piaceva vederli girarsi a guardarmi, lo notavo spesso grazie alle vetrine dove si riflettevano le immagini.
Eravamo ormai in ottobre, faceva già freddino, decisi di andare a fare shopping in centro, un leggero trucco, un bel completo intimo in pizzo di seta nero, niente calze, avevo i nuovi jeans felpati a vita alta che seguivano perfettamente i contorni delle mie gambe lunghe e del mio culetto, sopra solo un giubbetto imbottito e bordato di pelliccia stivali alla caviglia anche quelli bordati di pelliccia, sempre chiaramente sintetica, i capelli raccolti in uno chignon che esaltava il mio collo e le mie piccole orecchie, semplici orecchini d’oro e presa la borsa e le chiavi della macchina ero pronta per uscire.
Lasciata la macchina al parcheggio sotterraneo in largo corsia dei servi mi avviai su Corso Vittorio Emanuele in direzione del Duomo, non avevo fatto colazione ed era ancora presto, c’erano un sacco di impiegati nei bar che prendevano i loro caffè e cappuccini, io , visto che non avevo fretta mi sedetti ad un tavolino e ordinai un cannolo con la crema ed un cappuccino, sbottonai apposta i primi bottoni del mio giubbotto perché si intravedesse il mio seno ed il pizzo nero del reggiseno, notai che qualcuno degli impiegati in attesa al banco mi stava guardando, quando arrivò la mia ordinazione, poi, feci apposta ad imboccare il cannolo sporcandomi le labbra di crema ed usando la lingua per ripulirle, un paio seguirono deglutendo la mia colazione, anche mentre bevevo il mio cappuccino la schiuma sulle mie labbra venne tolta con la lingua e non con il tovagliolino, poi mi alzai e mi chinai in avanti per raccogliere la borsa mettendo bene in evidenza il mio sederino, poi lasciai i soldi sul tavolino ed uscii, lo spettacolo era finito ed io avevo un sorrisetto soddisfatto sul volto.
Passai la mattina facendo acquisti che riposi poi nel baule della macchina e tornai a casa, arrivata c’era un furgone in mezzo al cortile che mi impediva di parcheggiare al mio posto auto allora suonai il clacson un paio di volte, arrivarono subito due uomini in tuta che mi dissero che dovevano scaricare un pianoforte ma il proprietario dell’appartamento sarebbe rientrato solo da lì ad un paio d’ore, per cui dovevano aspettarlo, chiesi loro, comunque, di spostarsi per farmi parcheggiare e poi si sarebbero potuti rimettere lì, lo fecero ed io poi scaricai con molta calma i miei pacchetti dal baule in modo che potessero guardarmi e poi entrai in casa dalla porta di servizio del cortile. Li sentii che parlavano di me
- Hai visto che culo aveva quella li ?
- Una fighetta come quella la farei impazzire
- Seee vabbè, e quando ti capita
- Perché tu tutti i giorni eh?
Ridacchiavo sentendoli, poi tolsi il giacchino, in casa faceva caldo e misi via i miei acquisti. La mia camera da letto aveva la finestra sul cortile quindi tirai su la tapparella e tirai la tenda in modo che potessero vedermi in trasparenza mentre mi spogliavo, tolsi gli stivaletti, poi dimenandomi un po’ i pantaloni, rimasta in intimo slacciai il reggiseno prima e poi tolsi le mutandine chinandomi in avanti, sicuramente erano imbambolati a guardarmi dal furgone dove erano seduti, sempre che non fossero scesi per vedere meglio, poi andai in bagno ed il loro spettacolo terminò.
Quando con un asciugamano intorno al corpo uscii dal bagno il loro furgone era ancora lì ma io li vidi trasportare il pianoforte con delle specie di cinghie sulle spalle, doveva essere ben pesante, si vedeva che facevano fatica.
In casa cominciava a fare troppo caldo, il riscaldamento centralizzato produceva questo effetto, allora socchiusi la finestra della camera e mi sdraiai per riposare delle fatiche del mattino, più tardi avrei mangiato uno yogurt e magari un frutto, ora non avevo appetito.
Scesero dopo aver scaricato un po’ ansimanti, si doveva essere davvero pesante quel pianoforte e li sentii di nuovo, ora più distintamente grazie alla finestra socchiusa
- Dai fumiamoci una sigaretta e riprendiamo fiato
- Hai visto quello ? neanche la mancia
- Vabbè, che vuoi fare, più ne hanno più sono di braccino corto
- Chissà quella fighetta di prima cosa starà facendo
- Beh non la vedo più, sarà in un'altra stanza
- Però come glieli darei 4 colpi
- Ah io mi occuperei volentieri del suo culetto, hai visto che roba?
- Eccome se ho visto, era anche giovane, forse non più di vent’anni
- E hai visto le labbra? Chissà che pompini
- Forse ma vedi abita qui è una signora non credo faccia pompini, però non sarebbe male
Risero alle battute uno dell’altro
- Immagina un bel panino tra noi due con lei in mezzo
- Se se possiamo solo immaginarlo, quella non ci si fila neanche morta
Sentii gli sportelli chiudersi ed il furgone mettersi in moto, indossai d’istinto un accappatoio e mi sporsi dalla finestra.
- Ah andate via, allora sono libera di uscire con la macchina
Spensero il motore e scesero
- Si signorina, ci scusi c’è voluto un po’ ma finalmente abbiamo finito
Avevo sciolto i capelli e lasciato leggermente aperto l’accappatoio perché si intravedesse il mio seno
- Sicuri di aver finito?
- Beh si, certo, il pianoforte lo abbiamo consegnato
- No è che vi ho sentito parlare e pensavo voleste fare altro
Si guardarono e mi sembrò quasi che arrossissero e balbettarono
- Beh sa abbiamo visto una bella ragazza come lei e si fantasticava, sa come siamo noi uomini
- No, non lo so come siete voi uomini, perché non parcheggiate qui fuori e poi entrate a spiegarmelo? Vi apro la porta dalla strada
Salirono di corsa sul furgone e misero subito in moto uscendo dal cortile e dopo pochissimo suonò il campanello della porta, andai ad aprire ed entrarono, notai che prima si pulirono le scarpe sul tappetino davanti al portoncino.
- Volete bere qualcosa?
- Uhm grazie signorina, solo un po’ d’acqua
- Perché mentre ve la preparo non andate a darvi una sistemata in bagno ? che ne so, lavarvi le mani o …..altro
- Grazie, davvero
- Da quella parte
E gli indicai la porta del bagno, poi preparai una bottiglia d’acqua e due bicchieri. Ci vollero almeno 10 minuti, quando uscirono avevano tolto le tute e sotto erano vestiti normalmente, pantaloni e maglione, saranno stati sui 40/45 anni, uno era più basso di me, l’altro circa come me.
- Allora dovevate spiegarmi come sono fatti gli uomini e, comunque, avevate ragione, ho 20 anni quindi sono grande abbastanza.
- Beh signorina, vede, tra di noi si fanno battute , a volte sceme, stiamo insieme a lavorare tutto il giorno e capita di ……. Dire stupidate
- A me siete sembrati molto chiari e determinati su quello che avreste voluto fare e su quello che io avrei potuto fare.
Mi divertivo a metterli in difficoltà, nonostante io fossi più giovane erano in leggera soggezione e ci giocavo
- Beh si, in effetti, dopo averla vista
- Siii
- Si pensava a come sarebbe stato se….
- Se
- Se fossimo stati ….. insieme diciamo
Beh era arrivato il momento, erano in piedi vicini davanti a me, mi inginocchiai, gli tirai giù le cerniere dei pantaloni ed infilai le mani nelle loro patte, avevano tutti e due gli slip già gonfi, ne estrassi i loro membri e guardandoli dal basso all’alto
- Volete dire così?
E poi comincia a leccarli e baciarli e succhiarli, un po’ uno ed un po’ l’altro, mi interruppi un attimo mentre si ingrossavano nelle mie mani e, sempre guardandoli
- Ho risposto al vostro interrogativo di prima ?
Non risposero, fecero solo contemporaneamente cenno di si con la testa, sicuramente non credevano ancora a quello che gli stava accadendo, poi mi alzai e , sempre impugnando i loro membri con entrambe le mani li portai in camera da letto, lì li lasciai per andare a chiudere la tapparella e lasciai cadere a terra l’accappatoio, quando mi girai si stavano spogliando, gli passai vicino per accendere la luce e poi mi sedetti sul bordo del letto continuando a fare con i loro membri quello che facevo prima, adesso li vedevo più concreti, la soggezione era passata, ora uno dei due aveva una mano posata sulla mia testa e l’altro, il piccolo, stava con le mani sui fianchi ed il ventre sporto in avanti. I loro cazzi erano normali, forse quello del piccolino un po’ più grosso dell’altro ma non mi dispiaceva il loro sapore, adesso erano pronti, la situazione si faceva interessante, i loro membri tanto erano rigidi che vibravano nelle mie mani e sulle mie labbra, li lascia liberi e mi allungai prendendo dal mio comodino un tubetto di crema
- Chi era quello che voleva occuparsi del mio culetto?
Chiesi porgendo ai due il tubetto, il più alto dei due lo prese ed io ancora
- Usa questo, con un dito
E mi girai mettendomi in ginocchio sul letto, non se lo fece dire due volte, sentii subito il fresco della crema ed il suo dito che la spargeva infilandosi nel mio buchino, era un dito grosso e nodoso, non avevo guardato le loro mani ma, del resto, con il lavoro che facevano dovevano per forza essere forti, poi mi posò una mano sulla schiena e sentii la punta del suo pene spingere contro il mio buchino che, però, faticava ad aprirsi per farlo entrare, allora dissi
- Aspetta, facciamo così
Lo feci stendere sul letto e mi misi sopra di lui a gambe larghe in piedi voltando la schiena al suo viso, poi piegai le ginocchia, con una mano impugnai il suo scettro, ne puntai la cappella al mio buchino e lentamente, molto lentamente, ondeggiando leggermente con le anche mi ci calai sopra, un po’ di dolore era normale ma quando arrivò in fondo un brivido mi percorse tutto il corpo, poi mi portai un po’ all’indietro, le sue mani artigliarono i miei seni ed io, rivolta al piccolino che era rimasto di fronte a noi con il pene irrigidito in mano
- E tu cosa fai? Non volevi farmi impazzire?
Fece presto a salire sul letto e a sdraiarsi sopra di noi infilandosi in un colpo solo nella mia farfallina, ecco, per una attimo rimanemmo fermi tutti e tre, erano tutti e due dentro di me per tutta la lunghezza dei loro cazzi, rimanevano fuori solo le palle, io alzai le gambe fino a metterle sulle spalle di quello che avevo davanti e cominciarono a muoversi, venni per la prima volta quasi subito e loro imperterriti continuarono, sbuffando a spingere, ormai tra tutti e due si erano anche appropriati dei miei seni e strizzavano, pizzicavano e mordevano la mia carne, i miei capezzoli erano durissimi e ad ogni morso o pizzicotto mi facevano davvero male ma andammo avanti, ogni tanto si fermavano quasi si fossero messi d’accordo e poi riprendevano con più lena, non ci credevo ma andarono avanti per un quarto d’ora prima di venire insieme a me uscendo dal mio corpo e riempendomi di sborra calda, dopo poco mi alzai per andare in bagno a lavarmi e li lasciai sul letto con il respiro un po’ affannoso, pensavo fossero stanchi ma mi sorpresero, anche perché si erano senz’altro ripresi dalla sorpresa ed avevano riacquistato la loro baldanza
- Ragazzina cosa fai ? vieni qui a ripulire questi due cazzi che non abbiamo finito
, mi inginocchiai tra di loro accarezzando i loro ventri e leccando i loro membri con la lingua ben aperta, aste e cappelle e non tralasciai neppure gli scroti, intanto le loro mani esploravano ogni anfratto del mio corpo, e le loro dita si infilarono dappertutto, stringevano, palpeggiavano, pizzicavano e mi sculacciarono anche e sembrava che la cosa li divertisse molto perché ricominciarono con le battute
- Dai che dopo ci facciamo un altro panino
- Stai tranquilla che siamo in grado di andare avanti tutta la notte
- Piccola voglio proprio farti passare le voglie
E giù schiaffi sul culetto ed anche sui seni
- Adesso tocca a me spaccarti il culetto, preparati
Lo feci inginocchiandomi sul letto a pecorina ma stavolta non sentii il fresco della crema, puntò il suo cazzo al mio buchino che già era un po' allargato, mi mise le mani sui fianchi e mi inculò di colpo spingendomi in avanti e quasi facendomi perdere l’equilibrio, inoltre mi fece un po’ male ma poi passò, l’altro, invece mi si mise davanti alla faccia
- Apri la bocca troietta voglio scoparti in gola
E mi prese il mento per farmela aprire ed infilarci il suo cazzo, quello dietro mi stantuffava e ad ogni colpo mi portava in avanti perché erano colpi forti e, quando andavo in avanti e quello nella mia bocca mi arrivava davvero in gola, non avevo appoggi, quello dietro di me mi teneva le mani incrociate sulla schiena e l’altro mi tirava i capelli verso l’alto, poi quello dietro mi venne dentro e la sua sborra mi colava fuori dal buchino sulle mie cosce mischiata agli umori che fuoriuscivano dalla mia farfallina, le mie grandi labbra erano gonfie, non ebbi il tempo di riavermi che l’altro, tenendomi la testa mi sborrò in gola, per respirare dovetti inghiottire tutto ma qualcosa, quando lui uscì dalla mia bocca mi colò sulle labbra ed il mento e poi mi lasciarono andare sul letto. Beh, direi che avevo avuto quello che volevo, o almeno così pensavo
- Ehi signorina non hai niente da bere che non sia acqua?
- Ma forse dovete tornare in ditta
- Naaa siamo noi la ditta, rispondiamo solo a noi stessi, tranquilla ti facciamo divertire ancora
Intanto avevano trovato la vodka in frigo e se ne servirono dandone anche un sorso a me direttamente dalla bottiglia, in effetti avevo bisogno di un piccolo sostegno, ma la giornata era andata meglio del previsto, sia per me che per loro, pensai.
Eravamo in giro nudi per casa, tanto il riscaldamento era acceso e per terra c’era la moquette, allora usava molto, il piccolo, addirittura si semi-sdraiò sul divano ed accese la tv con la bottiglia di vodka in mano mentre l’altro era andato in bagno ed io cercavo di lavarmi il viso nell’acquaio della cucina, poi quello alto arrivò dal bagno ed era di nuovo voglioso
- Adesso tocca a me scoparti bambina
Mi spinse contro il tavolo del soggiorno, si mise dietro di me facendomi sollevare una gamba, ero in equilibrio precario, con una mano mi allargò le grandi labbra, ci appoggiò il pene e con un colpo secco di reni mi penetrò cominciando a pompare con forza ma lentamente, avevo le mani sul tavolo e lui riusciva a spostarlo, dopo una decina di minuti allo stesso ritmo, e dieci minuti sono lunghi, garantisco, iniziò più velocemente ma sempre con forza, e poi ancora, sempre più veloce fino a che la sua sborra bollente inondò la mia vagina, ma quanta ne poteva produrre un uomo? Poi mi spinse sul divano ed il suo amico, continuando a guardare la televisione cominciò ad accarezzarmi con una mano perché nell’altra aveva sempre la bottiglia di vodka
- Adesso ho bisogno di riposare un po’, voi rimanete lì che io vado a stendermi un paio d’ore
e si ritirò nella mia camera da letto, quello piccolo, ormai era stravaccato sul divano con i piedi appoggiati al mio tavolino, mi passò un braccio, quello libero, dietro al collo e mi portò a sdraiarmi sul divano con la testa sul suo grembo, avevo praticamente il suo cazzo contro la faccia ma rimasi li semisdraiata e semi addormentata dopo poco.mi risvegliai perché qualcuno mi aveva preso in braccio, era il piccolo che mi portò in camera da letto, mi stese sul mio letto al centro e si stese vicino a me, ora avevo i due uomini uno per parte che dormivano e mi addormentai di nuovo anch’io.
Mi svegliai perché mi stavano scopando ancora, ero su un fianco, mi tenevano una gamba alzata e ne avevo uno davanti ed uno dietro, il mio corpo reagiva agli stimoli autonomamente, ormai bastava poco che avessi un orgasmo, mi piaceva proprio stare così in dormiveglia e venir scopata delicatamente ma decisamente, usata come companatico per un sandwich tra due uomini che mi volevano, poi ancora sentii il caldo della sborra sul e dentro il mio corpo ed il mio dormiveglia diventò sogno ma non avevo sognato,mi svegliai per il freddo, ad una certa ora spengono il riscaldamento, guardai l’orologio erano le 11 di sera, ero da sola nel letto ma non volevo alzarmi per vedere nel resto dell’appartamento, quindi mi misi sotto le coperte e mi rimisi a dormire.
Il mattino dopo valutai i danni sia sul mio corpo che in casa, sul tavolo del soggiorno un biglietto “grazie” ed un numero di telefono, mi immersi nella vasca da bagno e mi addormentai di nuovo.
Il diario dei miei 20 anni non riporta particolari episodi eclatanti a parte forse uno.
I cambiamenti più importanti nella mia vita quell’anno furono il leggero aumento del mio seno, passai da una 3° coppa B ad una coppa C e la cosa non mi dispiaceva affatto, poi avevo cambiato auto, non avevo più la mia 126 avevo comprato una triumph spyder, sempre rossa, ormai ero diventata brava alla guida e avevo scoperto che mi piaceva farmi notare, quindi avevo scelto apposta quel tipo di macchina.
Avevo anche scoperto dei nuovi jeans elasticizzati che delineavano molto le curve del mio corpo e che, una volta indossati costringevano alcuni a girarsi per guardarmi il sederino, come mi piaceva vederli girarsi a guardarmi, lo notavo spesso grazie alle vetrine dove si riflettevano le immagini.
Eravamo ormai in ottobre, faceva già freddino, decisi di andare a fare shopping in centro, un leggero trucco, un bel completo intimo in pizzo di seta nero, niente calze, avevo i nuovi jeans felpati a vita alta che seguivano perfettamente i contorni delle mie gambe lunghe e del mio culetto, sopra solo un giubbetto imbottito e bordato di pelliccia stivali alla caviglia anche quelli bordati di pelliccia, sempre chiaramente sintetica, i capelli raccolti in uno chignon che esaltava il mio collo e le mie piccole orecchie, semplici orecchini d’oro e presa la borsa e le chiavi della macchina ero pronta per uscire.
Lasciata la macchina al parcheggio sotterraneo in largo corsia dei servi mi avviai su Corso Vittorio Emanuele in direzione del Duomo, non avevo fatto colazione ed era ancora presto, c’erano un sacco di impiegati nei bar che prendevano i loro caffè e cappuccini, io , visto che non avevo fretta mi sedetti ad un tavolino e ordinai un cannolo con la crema ed un cappuccino, sbottonai apposta i primi bottoni del mio giubbotto perché si intravedesse il mio seno ed il pizzo nero del reggiseno, notai che qualcuno degli impiegati in attesa al banco mi stava guardando, quando arrivò la mia ordinazione, poi, feci apposta ad imboccare il cannolo sporcandomi le labbra di crema ed usando la lingua per ripulirle, un paio seguirono deglutendo la mia colazione, anche mentre bevevo il mio cappuccino la schiuma sulle mie labbra venne tolta con la lingua e non con il tovagliolino, poi mi alzai e mi chinai in avanti per raccogliere la borsa mettendo bene in evidenza il mio sederino, poi lasciai i soldi sul tavolino ed uscii, lo spettacolo era finito ed io avevo un sorrisetto soddisfatto sul volto.
Passai la mattina facendo acquisti che riposi poi nel baule della macchina e tornai a casa, arrivata c’era un furgone in mezzo al cortile che mi impediva di parcheggiare al mio posto auto allora suonai il clacson un paio di volte, arrivarono subito due uomini in tuta che mi dissero che dovevano scaricare un pianoforte ma il proprietario dell’appartamento sarebbe rientrato solo da lì ad un paio d’ore, per cui dovevano aspettarlo, chiesi loro, comunque, di spostarsi per farmi parcheggiare e poi si sarebbero potuti rimettere lì, lo fecero ed io poi scaricai con molta calma i miei pacchetti dal baule in modo che potessero guardarmi e poi entrai in casa dalla porta di servizio del cortile. Li sentii che parlavano di me
- Hai visto che culo aveva quella li ?
- Una fighetta come quella la farei impazzire
- Seee vabbè, e quando ti capita
- Perché tu tutti i giorni eh?
Ridacchiavo sentendoli, poi tolsi il giacchino, in casa faceva caldo e misi via i miei acquisti. La mia camera da letto aveva la finestra sul cortile quindi tirai su la tapparella e tirai la tenda in modo che potessero vedermi in trasparenza mentre mi spogliavo, tolsi gli stivaletti, poi dimenandomi un po’ i pantaloni, rimasta in intimo slacciai il reggiseno prima e poi tolsi le mutandine chinandomi in avanti, sicuramente erano imbambolati a guardarmi dal furgone dove erano seduti, sempre che non fossero scesi per vedere meglio, poi andai in bagno ed il loro spettacolo terminò.
Quando con un asciugamano intorno al corpo uscii dal bagno il loro furgone era ancora lì ma io li vidi trasportare il pianoforte con delle specie di cinghie sulle spalle, doveva essere ben pesante, si vedeva che facevano fatica.
In casa cominciava a fare troppo caldo, il riscaldamento centralizzato produceva questo effetto, allora socchiusi la finestra della camera e mi sdraiai per riposare delle fatiche del mattino, più tardi avrei mangiato uno yogurt e magari un frutto, ora non avevo appetito.
Scesero dopo aver scaricato un po’ ansimanti, si doveva essere davvero pesante quel pianoforte e li sentii di nuovo, ora più distintamente grazie alla finestra socchiusa
- Dai fumiamoci una sigaretta e riprendiamo fiato
- Hai visto quello ? neanche la mancia
- Vabbè, che vuoi fare, più ne hanno più sono di braccino corto
- Chissà quella fighetta di prima cosa starà facendo
- Beh non la vedo più, sarà in un'altra stanza
- Però come glieli darei 4 colpi
- Ah io mi occuperei volentieri del suo culetto, hai visto che roba?
- Eccome se ho visto, era anche giovane, forse non più di vent’anni
- E hai visto le labbra? Chissà che pompini
- Forse ma vedi abita qui è una signora non credo faccia pompini, però non sarebbe male
Risero alle battute uno dell’altro
- Immagina un bel panino tra noi due con lei in mezzo
- Se se possiamo solo immaginarlo, quella non ci si fila neanche morta
Sentii gli sportelli chiudersi ed il furgone mettersi in moto, indossai d’istinto un accappatoio e mi sporsi dalla finestra.
- Ah andate via, allora sono libera di uscire con la macchina
Spensero il motore e scesero
- Si signorina, ci scusi c’è voluto un po’ ma finalmente abbiamo finito
Avevo sciolto i capelli e lasciato leggermente aperto l’accappatoio perché si intravedesse il mio seno
- Sicuri di aver finito?
- Beh si, certo, il pianoforte lo abbiamo consegnato
- No è che vi ho sentito parlare e pensavo voleste fare altro
Si guardarono e mi sembrò quasi che arrossissero e balbettarono
- Beh sa abbiamo visto una bella ragazza come lei e si fantasticava, sa come siamo noi uomini
- No, non lo so come siete voi uomini, perché non parcheggiate qui fuori e poi entrate a spiegarmelo? Vi apro la porta dalla strada
Salirono di corsa sul furgone e misero subito in moto uscendo dal cortile e dopo pochissimo suonò il campanello della porta, andai ad aprire ed entrarono, notai che prima si pulirono le scarpe sul tappetino davanti al portoncino.
- Volete bere qualcosa?
- Uhm grazie signorina, solo un po’ d’acqua
- Perché mentre ve la preparo non andate a darvi una sistemata in bagno ? che ne so, lavarvi le mani o …..altro
- Grazie, davvero
- Da quella parte
E gli indicai la porta del bagno, poi preparai una bottiglia d’acqua e due bicchieri. Ci vollero almeno 10 minuti, quando uscirono avevano tolto le tute e sotto erano vestiti normalmente, pantaloni e maglione, saranno stati sui 40/45 anni, uno era più basso di me, l’altro circa come me.
- Allora dovevate spiegarmi come sono fatti gli uomini e, comunque, avevate ragione, ho 20 anni quindi sono grande abbastanza.
- Beh signorina, vede, tra di noi si fanno battute , a volte sceme, stiamo insieme a lavorare tutto il giorno e capita di ……. Dire stupidate
- A me siete sembrati molto chiari e determinati su quello che avreste voluto fare e su quello che io avrei potuto fare.
Mi divertivo a metterli in difficoltà, nonostante io fossi più giovane erano in leggera soggezione e ci giocavo
- Beh si, in effetti, dopo averla vista
- Siii
- Si pensava a come sarebbe stato se….
- Se
- Se fossimo stati ….. insieme diciamo
Beh era arrivato il momento, erano in piedi vicini davanti a me, mi inginocchiai, gli tirai giù le cerniere dei pantaloni ed infilai le mani nelle loro patte, avevano tutti e due gli slip già gonfi, ne estrassi i loro membri e guardandoli dal basso all’alto
- Volete dire così?
E poi comincia a leccarli e baciarli e succhiarli, un po’ uno ed un po’ l’altro, mi interruppi un attimo mentre si ingrossavano nelle mie mani e, sempre guardandoli
- Ho risposto al vostro interrogativo di prima ?
Non risposero, fecero solo contemporaneamente cenno di si con la testa, sicuramente non credevano ancora a quello che gli stava accadendo, poi mi alzai e , sempre impugnando i loro membri con entrambe le mani li portai in camera da letto, lì li lasciai per andare a chiudere la tapparella e lasciai cadere a terra l’accappatoio, quando mi girai si stavano spogliando, gli passai vicino per accendere la luce e poi mi sedetti sul bordo del letto continuando a fare con i loro membri quello che facevo prima, adesso li vedevo più concreti, la soggezione era passata, ora uno dei due aveva una mano posata sulla mia testa e l’altro, il piccolo, stava con le mani sui fianchi ed il ventre sporto in avanti. I loro cazzi erano normali, forse quello del piccolino un po’ più grosso dell’altro ma non mi dispiaceva il loro sapore, adesso erano pronti, la situazione si faceva interessante, i loro membri tanto erano rigidi che vibravano nelle mie mani e sulle mie labbra, li lascia liberi e mi allungai prendendo dal mio comodino un tubetto di crema
- Chi era quello che voleva occuparsi del mio culetto?
Chiesi porgendo ai due il tubetto, il più alto dei due lo prese ed io ancora
- Usa questo, con un dito
E mi girai mettendomi in ginocchio sul letto, non se lo fece dire due volte, sentii subito il fresco della crema ed il suo dito che la spargeva infilandosi nel mio buchino, era un dito grosso e nodoso, non avevo guardato le loro mani ma, del resto, con il lavoro che facevano dovevano per forza essere forti, poi mi posò una mano sulla schiena e sentii la punta del suo pene spingere contro il mio buchino che, però, faticava ad aprirsi per farlo entrare, allora dissi
- Aspetta, facciamo così
Lo feci stendere sul letto e mi misi sopra di lui a gambe larghe in piedi voltando la schiena al suo viso, poi piegai le ginocchia, con una mano impugnai il suo scettro, ne puntai la cappella al mio buchino e lentamente, molto lentamente, ondeggiando leggermente con le anche mi ci calai sopra, un po’ di dolore era normale ma quando arrivò in fondo un brivido mi percorse tutto il corpo, poi mi portai un po’ all’indietro, le sue mani artigliarono i miei seni ed io, rivolta al piccolino che era rimasto di fronte a noi con il pene irrigidito in mano
- E tu cosa fai? Non volevi farmi impazzire?
Fece presto a salire sul letto e a sdraiarsi sopra di noi infilandosi in un colpo solo nella mia farfallina, ecco, per una attimo rimanemmo fermi tutti e tre, erano tutti e due dentro di me per tutta la lunghezza dei loro cazzi, rimanevano fuori solo le palle, io alzai le gambe fino a metterle sulle spalle di quello che avevo davanti e cominciarono a muoversi, venni per la prima volta quasi subito e loro imperterriti continuarono, sbuffando a spingere, ormai tra tutti e due si erano anche appropriati dei miei seni e strizzavano, pizzicavano e mordevano la mia carne, i miei capezzoli erano durissimi e ad ogni morso o pizzicotto mi facevano davvero male ma andammo avanti, ogni tanto si fermavano quasi si fossero messi d’accordo e poi riprendevano con più lena, non ci credevo ma andarono avanti per un quarto d’ora prima di venire insieme a me uscendo dal mio corpo e riempendomi di sborra calda, dopo poco mi alzai per andare in bagno a lavarmi e li lasciai sul letto con il respiro un po’ affannoso, pensavo fossero stanchi ma mi sorpresero, anche perché si erano senz’altro ripresi dalla sorpresa ed avevano riacquistato la loro baldanza
- Ragazzina cosa fai ? vieni qui a ripulire questi due cazzi che non abbiamo finito
, mi inginocchiai tra di loro accarezzando i loro ventri e leccando i loro membri con la lingua ben aperta, aste e cappelle e non tralasciai neppure gli scroti, intanto le loro mani esploravano ogni anfratto del mio corpo, e le loro dita si infilarono dappertutto, stringevano, palpeggiavano, pizzicavano e mi sculacciarono anche e sembrava che la cosa li divertisse molto perché ricominciarono con le battute
- Dai che dopo ci facciamo un altro panino
- Stai tranquilla che siamo in grado di andare avanti tutta la notte
- Piccola voglio proprio farti passare le voglie
E giù schiaffi sul culetto ed anche sui seni
- Adesso tocca a me spaccarti il culetto, preparati
Lo feci inginocchiandomi sul letto a pecorina ma stavolta non sentii il fresco della crema, puntò il suo cazzo al mio buchino che già era un po' allargato, mi mise le mani sui fianchi e mi inculò di colpo spingendomi in avanti e quasi facendomi perdere l’equilibrio, inoltre mi fece un po’ male ma poi passò, l’altro, invece mi si mise davanti alla faccia
- Apri la bocca troietta voglio scoparti in gola
E mi prese il mento per farmela aprire ed infilarci il suo cazzo, quello dietro mi stantuffava e ad ogni colpo mi portava in avanti perché erano colpi forti e, quando andavo in avanti e quello nella mia bocca mi arrivava davvero in gola, non avevo appoggi, quello dietro di me mi teneva le mani incrociate sulla schiena e l’altro mi tirava i capelli verso l’alto, poi quello dietro mi venne dentro e la sua sborra mi colava fuori dal buchino sulle mie cosce mischiata agli umori che fuoriuscivano dalla mia farfallina, le mie grandi labbra erano gonfie, non ebbi il tempo di riavermi che l’altro, tenendomi la testa mi sborrò in gola, per respirare dovetti inghiottire tutto ma qualcosa, quando lui uscì dalla mia bocca mi colò sulle labbra ed il mento e poi mi lasciarono andare sul letto. Beh, direi che avevo avuto quello che volevo, o almeno così pensavo
- Ehi signorina non hai niente da bere che non sia acqua?
- Ma forse dovete tornare in ditta
- Naaa siamo noi la ditta, rispondiamo solo a noi stessi, tranquilla ti facciamo divertire ancora
Intanto avevano trovato la vodka in frigo e se ne servirono dandone anche un sorso a me direttamente dalla bottiglia, in effetti avevo bisogno di un piccolo sostegno, ma la giornata era andata meglio del previsto, sia per me che per loro, pensai.
Eravamo in giro nudi per casa, tanto il riscaldamento era acceso e per terra c’era la moquette, allora usava molto, il piccolo, addirittura si semi-sdraiò sul divano ed accese la tv con la bottiglia di vodka in mano mentre l’altro era andato in bagno ed io cercavo di lavarmi il viso nell’acquaio della cucina, poi quello alto arrivò dal bagno ed era di nuovo voglioso
- Adesso tocca a me scoparti bambina
Mi spinse contro il tavolo del soggiorno, si mise dietro di me facendomi sollevare una gamba, ero in equilibrio precario, con una mano mi allargò le grandi labbra, ci appoggiò il pene e con un colpo secco di reni mi penetrò cominciando a pompare con forza ma lentamente, avevo le mani sul tavolo e lui riusciva a spostarlo, dopo una decina di minuti allo stesso ritmo, e dieci minuti sono lunghi, garantisco, iniziò più velocemente ma sempre con forza, e poi ancora, sempre più veloce fino a che la sua sborra bollente inondò la mia vagina, ma quanta ne poteva produrre un uomo? Poi mi spinse sul divano ed il suo amico, continuando a guardare la televisione cominciò ad accarezzarmi con una mano perché nell’altra aveva sempre la bottiglia di vodka
- Adesso ho bisogno di riposare un po’, voi rimanete lì che io vado a stendermi un paio d’ore
e si ritirò nella mia camera da letto, quello piccolo, ormai era stravaccato sul divano con i piedi appoggiati al mio tavolino, mi passò un braccio, quello libero, dietro al collo e mi portò a sdraiarmi sul divano con la testa sul suo grembo, avevo praticamente il suo cazzo contro la faccia ma rimasi li semisdraiata e semi addormentata dopo poco.mi risvegliai perché qualcuno mi aveva preso in braccio, era il piccolo che mi portò in camera da letto, mi stese sul mio letto al centro e si stese vicino a me, ora avevo i due uomini uno per parte che dormivano e mi addormentai di nuovo anch’io.
Mi svegliai perché mi stavano scopando ancora, ero su un fianco, mi tenevano una gamba alzata e ne avevo uno davanti ed uno dietro, il mio corpo reagiva agli stimoli autonomamente, ormai bastava poco che avessi un orgasmo, mi piaceva proprio stare così in dormiveglia e venir scopata delicatamente ma decisamente, usata come companatico per un sandwich tra due uomini che mi volevano, poi ancora sentii il caldo della sborra sul e dentro il mio corpo ed il mio dormiveglia diventò sogno ma non avevo sognato,mi svegliai per il freddo, ad una certa ora spengono il riscaldamento, guardai l’orologio erano le 11 di sera, ero da sola nel letto ma non volevo alzarmi per vedere nel resto dell’appartamento, quindi mi misi sotto le coperte e mi rimisi a dormire.
Il mattino dopo valutai i danni sia sul mio corpo che in casa, sul tavolo del soggiorno un biglietto “grazie” ed un numero di telefono, mi immersi nella vasca da bagno e mi addormentai di nuovo.
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