L’s story. Capitolo 3. Mansarda, nido d’amori
di
Laras
genere
dominazione
La domenica dopo la lezione all’ipermercato sto preparando qualcosa in cucina, quando Adelmo chiama Luigi per fare il punto della situazione. Anche se non capisco tutto, sento dalla derivazione in cucina… e comincio a intuire qualcosa del mio destino.
Adelmo esprime soddisfazione per come vanno le cose con me e cerca di spiegare a Luigi la direzione in cui muoversi per aiutarlo, senza però stare a dettagliare troppo le conseguenze che, probabilmente, la nostra vita di coppia avrebbe sperimentato.
A. “Ora che sei allineato sul punto in cui è arrivata L., sarebbe necessario che le facessi fare anche alcuni esercizi quando vi vedete da soli”
L. “Lo farò con grande piacere”, risponde.
A. “Ci contavo. La prima cosa è questa: non mi interessa che tipo di rapporto avete avuto sinora, ma sarebbe bene che d’ora in poi, specie quando siete soli voi due, L. si comporti da schiava. Di fatto, sei tu il suo padrone principale, ed è giusto che lei perda la confidenza che fino ad ora aveva con te”.
L. “Capisco. Domani stesso le comprerò una villa con parco che un socio di mio padre deve vendere. Non ci sono lavori da fare e dirò ad L. che sarà la nostra casa dopo sposati. Ha un parco recintato da alte mura che assicura riservatezza e una mansarda che penso sia molto adatta al nostro scopo. Ma concretamente cosa…?”.
A. “Concretamente, vuol dire che appena restate soli nella casa, lei dovrebbe cambiarsi, indossare qualcosa che le ricordi la sua condizione di persona inferiore e comportarsi di conseguenza”.
L. “Capito. Ma cosa potrebbe essere?”. Dalla voce di Luigi sento che il suo interesse cresce.
A. “Non so, dobbiamo deciderlo insieme e andare piano con lei. Se a te piace che indossi il reggicalze, potrebbe essere utile farla stare solo in reggicalze e scarpe adeguate quando siete soli”.
L. “Sarebbe fantastico… ho anche visto quel piccolo fallo anale con coda che le hai preso al sexy shop…”, commenta.
A. “Quello va benissimo, ti mando una mail con queste disposizioni per lei. Aggiungerò che, quando tu entri in mansarda, lei ti accolga inginocchiandosi e leccandoti il dorso della mano”.
Man mano che parlano sento l’entusiasmo di Luigi crescere. Adelmo raccomanda però di non esagerare e, soprattutto, di non punirmi per nessuna ragione: è troppo presto ed eventualmente mi punirà lui per insegnare a Luigi come farmi sentire molto dolore senza lasciarmi segni. Gli spiega: “Le ragazze nate schiave come Lara, han solo bisogno di una cosa: amore. Se saremo pazienti e dolci, farà tutto quello che deve: si piegherà a tutto pur di essere amata”.
Sola, in cucina, ho un brivido di paura: so già che, con il mio carattere insicuro, non saprò far altro che subire. Però anche Luigi dovrà essere dolce e comprensivo, incoraggiarmi, coccolarmi e persuadermi con le parole.
Adelmo continua a insegnare al mio fidanzato: “E’ anche importante che ogni settimana si faccia un passo avanti nella direzione di concreti preparativi per il matrimonio, che poi è la molla che mi ha convinta a farsi sottomettere: perciò, l’idea di comprarle subito la vostra futura casa è perfetta per indurla a ubbidire a tutto”.
Luigi, concorda su tutto, sembra uno scolaretto cui stanno insegnando come si fa il gelato.
L. “Ok. Questa settimana avrò le chiavi, le intesterò la casa per motivi fiscali. È già arredata in modo moderno e ottimamente tenuta. Cos’altro posso fare?”.
A. “Sempre da questa settimana, cerca una soluzione per la madre malata, così quando comincia la scuola, L. prenda subito servizio nella casa che le comprerai. Dovrai piano piano portarla a restare sempre più in silenzio e a svolgere le faccende domestiche: non vogliamo che sia un gioco solo sessuale, vero?”.
L. “No, no, lo so che non è solo sesso!”, conferma.
A. “Bene, allora i primi giorni le chiederai di fare le pulizie – senza cambiarsi ma restando sempre nuda, o in reggicalze e con la coda inserita su per il sedere, davanti a te -, di riordinare, di prepararti da mangiare. Come credo ti abbia detto, le ho già fatto fare da poggiapiedi e anche se si vergognerà ad ammetterlo, le piace: si è tutta bagnata. Se non ha nulla in cui servire, le farà bene stare in ginocchio, zitta e aspettare: per es. se guardi le partite, la metti accanto al televisore, in ginocchio e a fare niente. Naturalmente te la scopi quando ti va, ma cerca di fare in modo che abbia tutti i suoi orgasmi: serve per tenerla su di morale e, in fondo, sarà molto bello formarla nella direzione sessuale. Sei d’accordo?”.
L. “Assolutamente sì. Sono entusiasta di aiutarti!”. Dal tono di voce è davvero entusiasta.
Adelmo continua spiegando l’esercizio più importante, ma capisco che sta attento a non dire troppo.
A. “Quelle che ti ho detto sinora sono pratiche esterne, la aiuteranno, vedrai. Ma ci sono altri esercizi che sono molto importanti per lei. Si tratta di darle un po’ tempo e lasciarla da sola per pensare a come sta cambiando. Le ho già spiegato che deve ripensare spesso a quello che sta facendo e perché. Le ho detto di farlo anche prima di dormire, la sera a casa con sua mamma, dopo aver spento la luce. È una cosa lunga da spiegarti adesso, ma ripensare a tutto le serve per accettarsi. Perciò ci terrei tanto che tu le dessi almeno dei quarti d’ora in cui farla stare al buio e da sola per l’esercizio del ripensare. Ti va bene?”
L. “Credo di aver capito: L. deve superare la propria repulsione razionale verso la sua condizione di schiava e sono pratiche che servono a questo. Mi piace moltissimo, questa cosa. Gliele faccio fare senz’altro, anche quando avrà finito le vacanze: a volte stiamo insieme da quando esce da scuola fino anche a mezzanotte, il tempo non mancherà”.
Il mio fidanzato ha capito anche troppo. E gli piace la cosa. È in euforia.
A quel punto Adelmo gioca la sua carta.
A. “Senti, adesso c’è una cosa delicata, spero che tu sia pronto”.
L. “Sentiamo”.
A. “Allora… il primo sabato si è fatta leccare tutta e me la sono scopata, e questo lo sai già. Il secondo l’ho fatta godere con la mano e l’ho un po’ umiliata facendomi sbocchinare in fretta. Quindi ho introdotto per la prima volta degli estranei, fino a convincerla a lasciarsi solo palpare. Il prossimo sabato… capisci cosa sto per dirti?”.
L. “Ho capito”. Dal tono sembra che Luigi non faccia una piega.
A. “Cos’hai capito?”.
L. “Dai ho capito. Si deve far scopare da altri”.
Sola, in cucina, sussulto e metto una mano alla bocca per evitare di far sentire eventuali miei lamenti. Luigi ha capito e acconsente! E io tremo, sola, per quel che mi aspetta.
A. “Sì, si deve far scopare da un estraneo. Ma non deve saperlo prima. Ti va bene?”
Luigi mi sorprende: “Non vedevo l’ora. Pensi che un giorno sarà possibile che anche io la veda all’opera?”.
A. “Stavo per chiedertelo. Come prima volta, per come è fatta la sua testolina sensibilissima, sono sicuro che le sarebbe di grande aiuto se sia tu che io fossimo presenti. Si fa?”.
L. “Siiiiiiii!!!!”.
Il mio fidanzato è proprio un gran maiale: è al settimo cielo.
A. “Ok. Mi sei di grandissimo aiuto, sai? Vedrai che alla fine sarai soddisfattissimo dei risultati”, promette.
L. “C’è solo un problema” dice lui, “mi ha detto che questa settimana avrà le sue cose”.
A. “Non è un problema, fate un salto da me sabato pomeriggio, resterete una decina di minuti: comincerai a vederla farmi un bocchino. Ci servirà per verificare se si bagna così tanto anche in tua presenza. Per l’altra cosa rimanderemo alla settimana dopo. L’importante è che si eserciti anche quando siete soli voi due”.
La telefonata volge al termine. Adelmo fa altre raccomandazioni minori e dice che spedirà una mail per me, con le istruzioni essenziali concordate con lui per questa settimana e quella dopo, assieme alle disposizioni sul vestire.
Poi, come per caso, svela che ha alcuni amici di una città vicina che, come lui, amano educare alla sottomissione femminile: sono persone educate, professionisti affermati, ideali per il mio primo rapporto sessuale completo con estranei. Contatterà uno esperto, non troppo vecchio, attraente per non forzarmi troppo. Luigi ne è entusiasta e si danno appuntamento per il sabato successivo
La villa con parco viene acquistata e intestata a me come dono di nozze: sono fuori di me dalla gioia. È immensa e bellissima. Il mio cuoricino cambia: ora farò qualunque cosa per far contento Luigi.
Il sabato vediamo Adelmo nella nuova mansarda e lui verifica che il posto sia adatto anche per altre pratiche “educative”.
Non ho difficoltà a farmi spogliare da Adelmo davanti a Luigi: gli piaccio tanto, lo capisco dall’immediato bozzo al centro dei suoi pantaloni. Nuda, in ginocchio tra le gambe di Adelmo, finalmente vedo il suo sesso alla luce del sole: è molto più grande di quello del mio fidanzato, non enorme ma proporzionato, armonioso, già dritto e arrogante. Ho solo un momento di incertezza quando Luigi avvicina il viso per vedermi da pochi centimetri di distanza, per il resto ubbidisco con facilità a tutto.
Faccio il mio dovere con dolcezza, quasi con amore, riuscendo ad accoglierlo tutto, fin dentro la mia gola. Succhio Adelmo, mentre Luigi mi accarezza la testa bionda, come a una gattina: mi bagno tantissimo, come una maialina.
Sono felice quando sento i tanti spruzzi di Adelmo in gola e penso che se non avessi le mie cose, forse avrei avuto un orgasmone.
Mi lasciano nuda, in ginocchio, col sapore del seme di Adelmo per un’altra oretta, a ripensare.
Poi si salutano.
Continua
Adelmo esprime soddisfazione per come vanno le cose con me e cerca di spiegare a Luigi la direzione in cui muoversi per aiutarlo, senza però stare a dettagliare troppo le conseguenze che, probabilmente, la nostra vita di coppia avrebbe sperimentato.
A. “Ora che sei allineato sul punto in cui è arrivata L., sarebbe necessario che le facessi fare anche alcuni esercizi quando vi vedete da soli”
L. “Lo farò con grande piacere”, risponde.
A. “Ci contavo. La prima cosa è questa: non mi interessa che tipo di rapporto avete avuto sinora, ma sarebbe bene che d’ora in poi, specie quando siete soli voi due, L. si comporti da schiava. Di fatto, sei tu il suo padrone principale, ed è giusto che lei perda la confidenza che fino ad ora aveva con te”.
L. “Capisco. Domani stesso le comprerò una villa con parco che un socio di mio padre deve vendere. Non ci sono lavori da fare e dirò ad L. che sarà la nostra casa dopo sposati. Ha un parco recintato da alte mura che assicura riservatezza e una mansarda che penso sia molto adatta al nostro scopo. Ma concretamente cosa…?”.
A. “Concretamente, vuol dire che appena restate soli nella casa, lei dovrebbe cambiarsi, indossare qualcosa che le ricordi la sua condizione di persona inferiore e comportarsi di conseguenza”.
L. “Capito. Ma cosa potrebbe essere?”. Dalla voce di Luigi sento che il suo interesse cresce.
A. “Non so, dobbiamo deciderlo insieme e andare piano con lei. Se a te piace che indossi il reggicalze, potrebbe essere utile farla stare solo in reggicalze e scarpe adeguate quando siete soli”.
L. “Sarebbe fantastico… ho anche visto quel piccolo fallo anale con coda che le hai preso al sexy shop…”, commenta.
A. “Quello va benissimo, ti mando una mail con queste disposizioni per lei. Aggiungerò che, quando tu entri in mansarda, lei ti accolga inginocchiandosi e leccandoti il dorso della mano”.
Man mano che parlano sento l’entusiasmo di Luigi crescere. Adelmo raccomanda però di non esagerare e, soprattutto, di non punirmi per nessuna ragione: è troppo presto ed eventualmente mi punirà lui per insegnare a Luigi come farmi sentire molto dolore senza lasciarmi segni. Gli spiega: “Le ragazze nate schiave come Lara, han solo bisogno di una cosa: amore. Se saremo pazienti e dolci, farà tutto quello che deve: si piegherà a tutto pur di essere amata”.
Sola, in cucina, ho un brivido di paura: so già che, con il mio carattere insicuro, non saprò far altro che subire. Però anche Luigi dovrà essere dolce e comprensivo, incoraggiarmi, coccolarmi e persuadermi con le parole.
Adelmo continua a insegnare al mio fidanzato: “E’ anche importante che ogni settimana si faccia un passo avanti nella direzione di concreti preparativi per il matrimonio, che poi è la molla che mi ha convinta a farsi sottomettere: perciò, l’idea di comprarle subito la vostra futura casa è perfetta per indurla a ubbidire a tutto”.
Luigi, concorda su tutto, sembra uno scolaretto cui stanno insegnando come si fa il gelato.
L. “Ok. Questa settimana avrò le chiavi, le intesterò la casa per motivi fiscali. È già arredata in modo moderno e ottimamente tenuta. Cos’altro posso fare?”.
A. “Sempre da questa settimana, cerca una soluzione per la madre malata, così quando comincia la scuola, L. prenda subito servizio nella casa che le comprerai. Dovrai piano piano portarla a restare sempre più in silenzio e a svolgere le faccende domestiche: non vogliamo che sia un gioco solo sessuale, vero?”.
L. “No, no, lo so che non è solo sesso!”, conferma.
A. “Bene, allora i primi giorni le chiederai di fare le pulizie – senza cambiarsi ma restando sempre nuda, o in reggicalze e con la coda inserita su per il sedere, davanti a te -, di riordinare, di prepararti da mangiare. Come credo ti abbia detto, le ho già fatto fare da poggiapiedi e anche se si vergognerà ad ammetterlo, le piace: si è tutta bagnata. Se non ha nulla in cui servire, le farà bene stare in ginocchio, zitta e aspettare: per es. se guardi le partite, la metti accanto al televisore, in ginocchio e a fare niente. Naturalmente te la scopi quando ti va, ma cerca di fare in modo che abbia tutti i suoi orgasmi: serve per tenerla su di morale e, in fondo, sarà molto bello formarla nella direzione sessuale. Sei d’accordo?”.
L. “Assolutamente sì. Sono entusiasta di aiutarti!”. Dal tono di voce è davvero entusiasta.
Adelmo continua spiegando l’esercizio più importante, ma capisco che sta attento a non dire troppo.
A. “Quelle che ti ho detto sinora sono pratiche esterne, la aiuteranno, vedrai. Ma ci sono altri esercizi che sono molto importanti per lei. Si tratta di darle un po’ tempo e lasciarla da sola per pensare a come sta cambiando. Le ho già spiegato che deve ripensare spesso a quello che sta facendo e perché. Le ho detto di farlo anche prima di dormire, la sera a casa con sua mamma, dopo aver spento la luce. È una cosa lunga da spiegarti adesso, ma ripensare a tutto le serve per accettarsi. Perciò ci terrei tanto che tu le dessi almeno dei quarti d’ora in cui farla stare al buio e da sola per l’esercizio del ripensare. Ti va bene?”
L. “Credo di aver capito: L. deve superare la propria repulsione razionale verso la sua condizione di schiava e sono pratiche che servono a questo. Mi piace moltissimo, questa cosa. Gliele faccio fare senz’altro, anche quando avrà finito le vacanze: a volte stiamo insieme da quando esce da scuola fino anche a mezzanotte, il tempo non mancherà”.
Il mio fidanzato ha capito anche troppo. E gli piace la cosa. È in euforia.
A quel punto Adelmo gioca la sua carta.
A. “Senti, adesso c’è una cosa delicata, spero che tu sia pronto”.
L. “Sentiamo”.
A. “Allora… il primo sabato si è fatta leccare tutta e me la sono scopata, e questo lo sai già. Il secondo l’ho fatta godere con la mano e l’ho un po’ umiliata facendomi sbocchinare in fretta. Quindi ho introdotto per la prima volta degli estranei, fino a convincerla a lasciarsi solo palpare. Il prossimo sabato… capisci cosa sto per dirti?”.
L. “Ho capito”. Dal tono sembra che Luigi non faccia una piega.
A. “Cos’hai capito?”.
L. “Dai ho capito. Si deve far scopare da altri”.
Sola, in cucina, sussulto e metto una mano alla bocca per evitare di far sentire eventuali miei lamenti. Luigi ha capito e acconsente! E io tremo, sola, per quel che mi aspetta.
A. “Sì, si deve far scopare da un estraneo. Ma non deve saperlo prima. Ti va bene?”
Luigi mi sorprende: “Non vedevo l’ora. Pensi che un giorno sarà possibile che anche io la veda all’opera?”.
A. “Stavo per chiedertelo. Come prima volta, per come è fatta la sua testolina sensibilissima, sono sicuro che le sarebbe di grande aiuto se sia tu che io fossimo presenti. Si fa?”.
L. “Siiiiiiii!!!!”.
Il mio fidanzato è proprio un gran maiale: è al settimo cielo.
A. “Ok. Mi sei di grandissimo aiuto, sai? Vedrai che alla fine sarai soddisfattissimo dei risultati”, promette.
L. “C’è solo un problema” dice lui, “mi ha detto che questa settimana avrà le sue cose”.
A. “Non è un problema, fate un salto da me sabato pomeriggio, resterete una decina di minuti: comincerai a vederla farmi un bocchino. Ci servirà per verificare se si bagna così tanto anche in tua presenza. Per l’altra cosa rimanderemo alla settimana dopo. L’importante è che si eserciti anche quando siete soli voi due”.
La telefonata volge al termine. Adelmo fa altre raccomandazioni minori e dice che spedirà una mail per me, con le istruzioni essenziali concordate con lui per questa settimana e quella dopo, assieme alle disposizioni sul vestire.
Poi, come per caso, svela che ha alcuni amici di una città vicina che, come lui, amano educare alla sottomissione femminile: sono persone educate, professionisti affermati, ideali per il mio primo rapporto sessuale completo con estranei. Contatterà uno esperto, non troppo vecchio, attraente per non forzarmi troppo. Luigi ne è entusiasta e si danno appuntamento per il sabato successivo
La villa con parco viene acquistata e intestata a me come dono di nozze: sono fuori di me dalla gioia. È immensa e bellissima. Il mio cuoricino cambia: ora farò qualunque cosa per far contento Luigi.
Il sabato vediamo Adelmo nella nuova mansarda e lui verifica che il posto sia adatto anche per altre pratiche “educative”.
Non ho difficoltà a farmi spogliare da Adelmo davanti a Luigi: gli piaccio tanto, lo capisco dall’immediato bozzo al centro dei suoi pantaloni. Nuda, in ginocchio tra le gambe di Adelmo, finalmente vedo il suo sesso alla luce del sole: è molto più grande di quello del mio fidanzato, non enorme ma proporzionato, armonioso, già dritto e arrogante. Ho solo un momento di incertezza quando Luigi avvicina il viso per vedermi da pochi centimetri di distanza, per il resto ubbidisco con facilità a tutto.
Faccio il mio dovere con dolcezza, quasi con amore, riuscendo ad accoglierlo tutto, fin dentro la mia gola. Succhio Adelmo, mentre Luigi mi accarezza la testa bionda, come a una gattina: mi bagno tantissimo, come una maialina.
Sono felice quando sento i tanti spruzzi di Adelmo in gola e penso che se non avessi le mie cose, forse avrei avuto un orgasmone.
Mi lasciano nuda, in ginocchio, col sapore del seme di Adelmo per un’altra oretta, a ripensare.
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