L’s story. Capitolo 4/C (1st collar)
di
Laras
genere
dominazione
Luigi non ha resistito e se l'è tirato fuori per menarselo, ma anche Adelmo l'ha rigidissimo e, dall'espressione, anche Bartolo e Giulio son visibilmente eccitati. Luigi si spoglia velocissimo e si precipita dietro a me... mi spinge piano la testa in giù, fino al tappetone e dice a tutti gli altri. “Ora mi inculo la mia bella fidanzatina! Vi apro a strada! guardate come ubbidisce!”.
Posiziona il glande congestionato all’entrata del condotto anale non lubrificato. Inizia a spingere e al mio "ti prego... mi vergogno!", sento il glande entrare nel mio sedere. Tutti battono le mani: è il colmo della mia umiliazione… cerco di spostarmi, ma tutti mi tengono ferma.
Non provo dolore, non è certo la prima volta che lo ricevevo dietro, ma mi scende una lacrima di vergogna lungo la guancia. Luigi spinge più a fondo, io gemo... sino a che i testicoli impossibilitati ad entrare lo fan fermare.
L. "L'’hai tutto nel culo. Tutto!"
Non son mai stata umiliata in pubblico così: le lacrime ora son tante, ma son lacrime di vergogna perché, purtroppo, venire sodomizzata mi dà piacere. Piano piano cerco di convincermi che ricevere uccelli su per il sedere fa parte della mia nuova vita.
Luigi, percepita la mia resa, lo sfila quasi del tutto e poi riaffonda.
L. "Guardate! venite più vicino, guardate! si è sottomessa!". Fa questa cosa più volte, lentamente e in profondità. Quando tutti gli altri quattro sono attorno al mio sedere, spinge con più forza e velocità.
Adelmo mi proibisce, davanti a tutti, ti toccarmi per distrarmi dal bruciore. Ma, in fondo, venire sodomizzata dal mio fidanzato non è così doloroso. Spinge avanti e indietro, dentro e fuori per più minuti. Io subisco, purtroppo mi piace sempre più, forse per merito del cuneo anale con la coda da gattina… forse perché godo nella vergogna.
Le lacrime sono ormai asciugate. Sobbalzo sempre meno ad ogni spinta, ma adesso non mi lamento più... anzi, agevolo la sodomizzazione alzando i fianchi e andandogli incontro con il culetto.
Due dei ragazzi si alzano e dopo aver rimirato per qualche attimo lo stantuffare del mio fidanzato, mi alzano il busto e il visetto, mi si posizionano davanti, abbassano i jeans ed esibiscono due uccelli di nuovo completamente dritti. Bartolo ha un pene normale, ma Giulio ha un uccellone. Me li ritrovo alternativamente in bocca... ormai non do più segni di vergogna, sono tipo in trance, mugolo, miagolo e succhio i due uccelli come una brava bambina il lecca-lecca.
A.: "E' ora che sia farcita!", grida Adelmo.
Non mi portano neanche in camera... per fortuna c’è un morbido tappeto. Adelmo dice a Giulio di distendersi sotto di me, che sono ancora a gattoni, e a mettermelo nella passerina. Penetratami, non resisto e ho subito un bell'orgasmo, accasciandomi sul corpo del ragazzo per riprendere fiato.
Poi fa un rapido cenno a Luigi, come per dirgli “Presto, riempile il culo prima tu”.
Luigi esegue con gioia: "Sì! L. è bella strettina, dovete sentire anche voi che roba!".
Due membri maschili dentro di me! Strabuzzo gli occhi, poi li richiudo e poso la testa sul petto di Giulio: rassegnata penso: “E’ giusto così per me”, sono vinta.
Non fosse per i mugolii e il respiro affannoso, potrebbero credere che sto riposando. Ma Adelmo mi conosce e approfitta di quei minuti per spogliarsi e farsi lasciare il posto da Luigi. Avvicina lentamente la punta del glande alla mia rosellina grinzosa e bagnata dal seme di Luigi e dai miei umori vaginali.
A. "Uno si metta vicino alla bocca nel caso dovesse urlare, non deve sentire nessuno".
Sento le forti mani di Adelmo tenermi ferma e bloccata per i fianchi. Aggiunge: "Sono sei settimane che voglio farmi questo splendido didietro, lo farò lentamente, ma fino a farglielo sparire completamente dentro, deve avere il tempo di assaporare ogni centimetro e sentirsi il suo bel culetto che lentamente va riempiendosi".
Ho paura, non lo ha piccolo come Luigi: ma lui spinge piano e lo sfintere teso comincia ad avvolgere la punta allargando l'anello di carne sempre di più.
Reclino la testa di lato e apro la bocca: gemo più forte, come una gatta in calore, per alcuni secondi. Un lungo tremito per tutto il corpo… sono venuta di nuovo, il mio primo orgasmo anale… ma non mi serve ad ottenere un momento di sosta.
Mentre Giulio si muove dentro la mia patata da un po’, sono penetrata completamente dal sesso di Adelmo, che mi risale su per il sedere fino a che non sento i suoi pelacci contro le mie terga.
A.: “L. è come mettere il cazzo nel burro! Hai il culo più accogliente che ho mai provato… sei fantastica! Tutti dovrebbe farti il culo!”.
Mi lascia così, per qualche secondo, impalata e con i fianchi un po' sollevati dalle sue mani, con gli spasmi e le contrazioni che crescono.
Quindi, con tanta dolcezza:
A. “L., facci capire con parole tue che tutti gli uomini della terra hanno il diritto di mettertelo nel culo”.
Vorrei sprofondare per l’imbarazzo, ma devo ubbidire. Tengo gli occhi chiusi, tra un mugolio e l'altro, faccio sentire la mia vocina da bimba buona:
L. "Padroni, vi prego di farmi l'onore di provare tutti il mio culetto".
E Adelmo me lo fa sentire per bene entrando e uscendo una decina di volte, sempre lentamente, in modo che lo gusti tutto. Poi fa cenno a Bartolo che tocca a lui. Lo sento uscire e noto che Giulio continua a possedermi con enorme piacere da sotto. Mi trovo di nuovo con quello strano sentimento: mi sento tanto utile e non so fare altro che cercare la sua bocca… per un dolcissimo bacio. Bartolo non ha i riguardi di Adelmo: approfittando del fatto che ormai mi hanno aperta per bene in due, entra tutto nello sfintere col primo colpo. Strillo forte, per poi limitarmi a miagolare di continuo: ormai sono domata completamente.
Con la coda dell’occhio vedo che Carlo si sta alzando dal divano, di nuovo quasi in erezione, e si porta davanti a me: mi fa rialzare il busto fino a portarselo all'altezza dell’uccello, mi apre delicatamente la bocca con le mani e lo spinge dentro.
Ora son davvero farcita dai tre universitari contemporaneamente. Sento di nuovo salire quell’onda che… mi travolge i sensi. Esplodo in un altro orgasmo, gemendo sottovoce, a lungo, dolcissimamente. Non saprei dire se sia un orgasmo che non ho mai conosciuto prima, ma sono però le ultime sensazioni che ricordo, perché reclino il capo su di un lato e crollo per l’esser stremata e mi addormento.
Chiaramente, Adelmo lascia che i tre continuino a sbattermi all'unisono e, quando riprendo coscienza, mi vedo in uno specchio, distesa su un letto di una delle camere, a pancia in giù, con i cinque che mi guardano ancora in erezione.
A.: "Sei stata bravissima, ma vedi che noi abbiamo ancora voglia? Ora faremo un gioco, rimettiti a gattoni in modo che tu possa vederti nello specchio. Ecco così, devi vedere tutto il tuo corpo. Ora ci pregherai di prenderti messa così, come una cagnolina in calore, uno ad uno ma nell'ordine che vuoi tu, e noi avremo 5 minuti ciascuno”.
Ubbidisco anche a questo… mi muovo come intontita, guardo la sveglia digitale sul comodino.
A. “Noi possiamo scegliere se venire o aspettare un altro turno. Ogni volta che uno si staccherà, lo ringrazierai. L., chi scegli per primo?".
La risposta è ovvia: "Luigi, il mio futuro marito".
Luigi sale e si pone dietro di me, spinge, entra, mi blocca i fianchi e spinge con colpi veloci e profondi. Fa presto a venire, non ha alcuna intenzione di trattenersi e credo che voglia soprattutto vedere lo spettacolo degli altri quattro uomini “dietro” alla sua prossima mogliettina.
Chiamo quindi Adelmo, poi Bartolo e Carlo, lasciando Giulio per ultimo: ho paura di quello che mi farà col suo cosone enorme - e mi fa - standomi dietro.
Vengo presa senza sosta, sono sempre più convinta che è giusto per me venire trattata come un oggetto di piacere. Loro alternano davanti e dietro a piacere, il mio corpicino viene sbattuto o dondolato dalle loro spinte.
Luigi, il mio amore, vede la sua donna trasformata in una bambolina il cui unico scopo è far divertire altri uomini... mi vede fremere per altri orgasmi... e ancora altri: non è quello che mi aveva chiesto?
Quando finiscono il turno subito si accomoda dentro di me il successivo per tornare a prendermi con voga. Siccome c'è un quarto d'ora da aspettare ogni volta, quello che sta per entrare se lo fa rimettere in tiro poggiandolo in bocca a me, proprio come se ormai fossi una vera schiava.
Perdo il conto dei miei orgasmi: quel giorno scopro di essere una ragazza naturalmente molto calda.
Vengo passata da uno all’altro per un paio d'ore, poi decidono di farla finita perché sono quasi le quattro.
Carlo mi spruzza il suo seme nella vagina, i suoi due amici provano l'esperienza di sporcarmi il visino e Adelmo… voleva proprio venirmi nel sedere e lo fa.
Distrutti, ai ragazzi non viene in mente di chiedere come ricontattarci. Per fortuna, Luigi è ben sveglio: si riveste e mi aiuta a lavarmi e vestirmi.
Torniamo al suo macchinone e mi riporta direttamente alla (mia!) villa.
Io son sdraiata dietro, distrutta, che scambio baci d’amore con Adelmo, teneramente abbracciata.
Arrivati alla villa sono tipo in coma. Adelmo raccomanda di non mandarmi a casa sola da mia madre subito, di farmi passare una domenica dolcissima, di non parlarmi di cosa mi han fatto in modo da non ferirmi… (tanto ci avrei ripensato da sola).
Salutandoci, mi fa inginocchiare, mi mette il cuneo anale con la coda da gattina, mi dice di adorargli i testicoli con la lingua.
Mentre ubbidisco a tutto, mi mette al collo un bellissimo collare di oro bianco, con tanti piccoli smeraldi che componevano la parola “schiava”.
Piango dalla felicità.
Dice a Luigi di chiamarlo l'indomani sera, dopo avermi riportata da mia mamma, per essere sicuri della mia serenità e possa andare a scuola.
Continua
Posiziona il glande congestionato all’entrata del condotto anale non lubrificato. Inizia a spingere e al mio "ti prego... mi vergogno!", sento il glande entrare nel mio sedere. Tutti battono le mani: è il colmo della mia umiliazione… cerco di spostarmi, ma tutti mi tengono ferma.
Non provo dolore, non è certo la prima volta che lo ricevevo dietro, ma mi scende una lacrima di vergogna lungo la guancia. Luigi spinge più a fondo, io gemo... sino a che i testicoli impossibilitati ad entrare lo fan fermare.
L. "L'’hai tutto nel culo. Tutto!"
Non son mai stata umiliata in pubblico così: le lacrime ora son tante, ma son lacrime di vergogna perché, purtroppo, venire sodomizzata mi dà piacere. Piano piano cerco di convincermi che ricevere uccelli su per il sedere fa parte della mia nuova vita.
Luigi, percepita la mia resa, lo sfila quasi del tutto e poi riaffonda.
L. "Guardate! venite più vicino, guardate! si è sottomessa!". Fa questa cosa più volte, lentamente e in profondità. Quando tutti gli altri quattro sono attorno al mio sedere, spinge con più forza e velocità.
Adelmo mi proibisce, davanti a tutti, ti toccarmi per distrarmi dal bruciore. Ma, in fondo, venire sodomizzata dal mio fidanzato non è così doloroso. Spinge avanti e indietro, dentro e fuori per più minuti. Io subisco, purtroppo mi piace sempre più, forse per merito del cuneo anale con la coda da gattina… forse perché godo nella vergogna.
Le lacrime sono ormai asciugate. Sobbalzo sempre meno ad ogni spinta, ma adesso non mi lamento più... anzi, agevolo la sodomizzazione alzando i fianchi e andandogli incontro con il culetto.
Due dei ragazzi si alzano e dopo aver rimirato per qualche attimo lo stantuffare del mio fidanzato, mi alzano il busto e il visetto, mi si posizionano davanti, abbassano i jeans ed esibiscono due uccelli di nuovo completamente dritti. Bartolo ha un pene normale, ma Giulio ha un uccellone. Me li ritrovo alternativamente in bocca... ormai non do più segni di vergogna, sono tipo in trance, mugolo, miagolo e succhio i due uccelli come una brava bambina il lecca-lecca.
A.: "E' ora che sia farcita!", grida Adelmo.
Non mi portano neanche in camera... per fortuna c’è un morbido tappeto. Adelmo dice a Giulio di distendersi sotto di me, che sono ancora a gattoni, e a mettermelo nella passerina. Penetratami, non resisto e ho subito un bell'orgasmo, accasciandomi sul corpo del ragazzo per riprendere fiato.
Poi fa un rapido cenno a Luigi, come per dirgli “Presto, riempile il culo prima tu”.
Luigi esegue con gioia: "Sì! L. è bella strettina, dovete sentire anche voi che roba!".
Due membri maschili dentro di me! Strabuzzo gli occhi, poi li richiudo e poso la testa sul petto di Giulio: rassegnata penso: “E’ giusto così per me”, sono vinta.
Non fosse per i mugolii e il respiro affannoso, potrebbero credere che sto riposando. Ma Adelmo mi conosce e approfitta di quei minuti per spogliarsi e farsi lasciare il posto da Luigi. Avvicina lentamente la punta del glande alla mia rosellina grinzosa e bagnata dal seme di Luigi e dai miei umori vaginali.
A. "Uno si metta vicino alla bocca nel caso dovesse urlare, non deve sentire nessuno".
Sento le forti mani di Adelmo tenermi ferma e bloccata per i fianchi. Aggiunge: "Sono sei settimane che voglio farmi questo splendido didietro, lo farò lentamente, ma fino a farglielo sparire completamente dentro, deve avere il tempo di assaporare ogni centimetro e sentirsi il suo bel culetto che lentamente va riempiendosi".
Ho paura, non lo ha piccolo come Luigi: ma lui spinge piano e lo sfintere teso comincia ad avvolgere la punta allargando l'anello di carne sempre di più.
Reclino la testa di lato e apro la bocca: gemo più forte, come una gatta in calore, per alcuni secondi. Un lungo tremito per tutto il corpo… sono venuta di nuovo, il mio primo orgasmo anale… ma non mi serve ad ottenere un momento di sosta.
Mentre Giulio si muove dentro la mia patata da un po’, sono penetrata completamente dal sesso di Adelmo, che mi risale su per il sedere fino a che non sento i suoi pelacci contro le mie terga.
A.: “L. è come mettere il cazzo nel burro! Hai il culo più accogliente che ho mai provato… sei fantastica! Tutti dovrebbe farti il culo!”.
Mi lascia così, per qualche secondo, impalata e con i fianchi un po' sollevati dalle sue mani, con gli spasmi e le contrazioni che crescono.
Quindi, con tanta dolcezza:
A. “L., facci capire con parole tue che tutti gli uomini della terra hanno il diritto di mettertelo nel culo”.
Vorrei sprofondare per l’imbarazzo, ma devo ubbidire. Tengo gli occhi chiusi, tra un mugolio e l'altro, faccio sentire la mia vocina da bimba buona:
L. "Padroni, vi prego di farmi l'onore di provare tutti il mio culetto".
E Adelmo me lo fa sentire per bene entrando e uscendo una decina di volte, sempre lentamente, in modo che lo gusti tutto. Poi fa cenno a Bartolo che tocca a lui. Lo sento uscire e noto che Giulio continua a possedermi con enorme piacere da sotto. Mi trovo di nuovo con quello strano sentimento: mi sento tanto utile e non so fare altro che cercare la sua bocca… per un dolcissimo bacio. Bartolo non ha i riguardi di Adelmo: approfittando del fatto che ormai mi hanno aperta per bene in due, entra tutto nello sfintere col primo colpo. Strillo forte, per poi limitarmi a miagolare di continuo: ormai sono domata completamente.
Con la coda dell’occhio vedo che Carlo si sta alzando dal divano, di nuovo quasi in erezione, e si porta davanti a me: mi fa rialzare il busto fino a portarselo all'altezza dell’uccello, mi apre delicatamente la bocca con le mani e lo spinge dentro.
Ora son davvero farcita dai tre universitari contemporaneamente. Sento di nuovo salire quell’onda che… mi travolge i sensi. Esplodo in un altro orgasmo, gemendo sottovoce, a lungo, dolcissimamente. Non saprei dire se sia un orgasmo che non ho mai conosciuto prima, ma sono però le ultime sensazioni che ricordo, perché reclino il capo su di un lato e crollo per l’esser stremata e mi addormento.
Chiaramente, Adelmo lascia che i tre continuino a sbattermi all'unisono e, quando riprendo coscienza, mi vedo in uno specchio, distesa su un letto di una delle camere, a pancia in giù, con i cinque che mi guardano ancora in erezione.
A.: "Sei stata bravissima, ma vedi che noi abbiamo ancora voglia? Ora faremo un gioco, rimettiti a gattoni in modo che tu possa vederti nello specchio. Ecco così, devi vedere tutto il tuo corpo. Ora ci pregherai di prenderti messa così, come una cagnolina in calore, uno ad uno ma nell'ordine che vuoi tu, e noi avremo 5 minuti ciascuno”.
Ubbidisco anche a questo… mi muovo come intontita, guardo la sveglia digitale sul comodino.
A. “Noi possiamo scegliere se venire o aspettare un altro turno. Ogni volta che uno si staccherà, lo ringrazierai. L., chi scegli per primo?".
La risposta è ovvia: "Luigi, il mio futuro marito".
Luigi sale e si pone dietro di me, spinge, entra, mi blocca i fianchi e spinge con colpi veloci e profondi. Fa presto a venire, non ha alcuna intenzione di trattenersi e credo che voglia soprattutto vedere lo spettacolo degli altri quattro uomini “dietro” alla sua prossima mogliettina.
Chiamo quindi Adelmo, poi Bartolo e Carlo, lasciando Giulio per ultimo: ho paura di quello che mi farà col suo cosone enorme - e mi fa - standomi dietro.
Vengo presa senza sosta, sono sempre più convinta che è giusto per me venire trattata come un oggetto di piacere. Loro alternano davanti e dietro a piacere, il mio corpicino viene sbattuto o dondolato dalle loro spinte.
Luigi, il mio amore, vede la sua donna trasformata in una bambolina il cui unico scopo è far divertire altri uomini... mi vede fremere per altri orgasmi... e ancora altri: non è quello che mi aveva chiesto?
Quando finiscono il turno subito si accomoda dentro di me il successivo per tornare a prendermi con voga. Siccome c'è un quarto d'ora da aspettare ogni volta, quello che sta per entrare se lo fa rimettere in tiro poggiandolo in bocca a me, proprio come se ormai fossi una vera schiava.
Perdo il conto dei miei orgasmi: quel giorno scopro di essere una ragazza naturalmente molto calda.
Vengo passata da uno all’altro per un paio d'ore, poi decidono di farla finita perché sono quasi le quattro.
Carlo mi spruzza il suo seme nella vagina, i suoi due amici provano l'esperienza di sporcarmi il visino e Adelmo… voleva proprio venirmi nel sedere e lo fa.
Distrutti, ai ragazzi non viene in mente di chiedere come ricontattarci. Per fortuna, Luigi è ben sveglio: si riveste e mi aiuta a lavarmi e vestirmi.
Torniamo al suo macchinone e mi riporta direttamente alla (mia!) villa.
Io son sdraiata dietro, distrutta, che scambio baci d’amore con Adelmo, teneramente abbracciata.
Arrivati alla villa sono tipo in coma. Adelmo raccomanda di non mandarmi a casa sola da mia madre subito, di farmi passare una domenica dolcissima, di non parlarmi di cosa mi han fatto in modo da non ferirmi… (tanto ci avrei ripensato da sola).
Salutandoci, mi fa inginocchiare, mi mette il cuneo anale con la coda da gattina, mi dice di adorargli i testicoli con la lingua.
Mentre ubbidisco a tutto, mi mette al collo un bellissimo collare di oro bianco, con tanti piccoli smeraldi che componevano la parola “schiava”.
Piango dalla felicità.
Dice a Luigi di chiamarlo l'indomani sera, dopo avermi riportata da mia mamma, per essere sicuri della mia serenità e possa andare a scuola.
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