L’amica di Martina2
di
Roberta74
genere
esibizionismo
Dopo quello che è successo il giorno del mio compleanno con Ludovica l’amica di mia figlia, ho faticato non poco a far pace con Martina.
È mi è costato l’iPhone nuovo e un iPad.
Circa 1300 euro.
Sono passati circa 4 mesi da quel giorno.
Ludovica non si è più vista a casa. E io alla Marty non chiedo! Mi vergogno troppo.
Ma ho tenuto le foto di Ludo.
Troppo bella quella ragazzina.
Sabato mattina.
Estetista.
Ceretta e unghie.
Poi shopping. Al centro commerciale.
Zara.
Vedo dei vestiti...
e....
Mi sento too il cade una spalla.
Mi giro e Ludovica che mi sorride. È con un ragazzo.
“Signora Roberta” mi abbraccia.
“Tesorino ma ciaooooo”
Mi presenta il suo amico
Quattro chiacchiere e li saluto uscendo... Evito di intrattenere rapportii con lei. Hai visto mai...
Sono in u. Negozio di intimo quando il cellulare vibra...
Messaggio.
“ E stato bellissimo rivederla signora Roberta. È sempre bellissima lei”
E allegata una foto: la Ludo nel camerino di schiena riflessa sullo specchio in perizoma con jeans calati. È un avambraccio che le copre i seni enormi.
Non rispondo
Torno a casa. E son sola.
Mi faccio un bagno... e mi sgrilletto la clito.
Orgasmo.
Esco e con l’accappatoio vado in camera mia.
Altro messaggio della Ludo.
“ io vado al cinema. Le va di raggiungermi? Sono sola”
Accetto e le dico si.
Ore 16.30.
Cinema multisala di un centro commerciale.
La vedo che viene verso di me.
Il suo giaccone verde slacciato. Il suo vestito di flanella viola sotto le ginocchia a collo alto. e scarpe a mocassino bere tacco basso. Calze nere.
Coda e occhiali da vista neri.
Io con i miei jeans neri strettissimi, lo stivaletto nero a tacco a spillo. Camicia rossa di raso, slacciata a mezzo seno. Il mio giacchetto di pelle.
Io non porto mai il reggiseno. Seni stra piccoli.
Il mio brasiliano fucsia sotto.
Ci abbracciamo e senza dire una parola pago i biglietti e entriamo nella sala. Film di animazione.
Ci togliamo le giacche e ci sediamo.
Il film comincia. Lei lo guarda con attenzione.
Cerco la borsa appoggiata a terra e noto che il suo vestito è tirato su in alto a mezza coscia. I suoi palmi sopra. Se ne accorge... e alza ancora più usi il vestito.
E con mia sorpresa.... mi rivela il pizzo del bordo delle autoreggenti.
E più su... fino all’inguine.
E naturalmente... il suo baffetto biondo si rivela dalle luci del film.
“Sta puttanella” penso io. Ma sorrido.
Lei rimane così con la vagina in mostra quando...
Finisce il primo tempo.
Luci. Lei rimane così con le grazie in vista.
Nella nostra fila nessuno. Poca gente in sala.
Io la guardo e le dico: “ copriti troietta”.
Lei diventa rossa e obbedisce. Si tira giù il vestito.
Rossa in viso mi sorride.
“Mi piace quando si appella a me con quella parola signora Roberta”
“Cioè uri piace se ti do della troietta?”
Annuisce guardandomi dritta negli occhi.
Ricomincia il film.
Lei si abbassa sulla sedia e si tira su il vestito fin sopra la pancia...
E poi... se lo sfila. Rimane con il reggiseno nero e le autoreggenti.
“ V..va b..ene Signora Roberta? Devo forse coprirmi?” Ammicca lei.
Voglio vedere dove vuole arrivare.
“Rimani così” sussurro io.
La felicità nei suoi occhi. Guarda dritta lo schermo.
Non si muove.
“Rivestiti adesso piccola disgraziata esibizionista”
Lei lo fa velocemente.
Non parlo più e le dico testuali parole: “ adesso stai zitta e parli solo se ti rivolgo la parola”
“Si Signora Roberta”
“Quando ci saranno i titoli di coda ti toglierà il vestito e ti metterai solo il giaccone, che terrai aperto. Mi hai capito zoccoletta?
“Si Signora Roberta”
Titoli di coda: lei si toglie il vestito e mette il giaccone.
Ci alziamo alla fine del film.
“Adesso usciamo e andiamo in un negozio di scarpe. Che devo comprarmi dei tacchi. Chiaro stronzetta?”
“Certo signora Roberta”
Negozio di scarpe. Lei si tiene il giaccone chiuso con le braccia. Il vestito a mo di sciarpa.
Prendo delle decolte rosse altissime tacchi largo.
Poi vedo delle scarpe nere, plateau con il tacco a spillo. Sono di circa 22 centimetri. Esagerate.
“ ti piacciono biondina cagnetta?”
“Si Signora Roberta”
Mi sorride. Tenendosi il vestito chiuso.
“Bene. Misurale ora”
Prende il 38 . Si siede e se le prova.
Si alza... barcolla ma si tiene... e il giaccone si apre. Il suo monte di venere esposto. E sotto il reggiseno i capezzoli turgidi si intravedono sotto.
Si ricopre.
Rido.
Specchio. Si guarda e si spara le pose.
Prendo il cellulare e le faccio delle foto.
“Apri il giaccone stronzetta”
Lo apre sull’inguine e riflesso sullo specchio il baffetto biondo in bella vista.
Faccio foto.
Lei rossa in viso mi sorride.
“Va bene Signora Roberta?”
“Non parlare piccola passeggiatrice di strada”
Annuisce.
“Togliti il reggiseno”
E da sotto il giaccone se lo sfila.
Sono un lago di umori.
“Lascialo sulla sedia. Adesso vai e paga le nostre scarpe”
Le porgo i soldi. E la seguo alla cassa.
Paga e mostra un seno al cassiere.
Usciamo e andiamo fuori verso il parcheggio. Con quei tacchi sembra cadere ad ogni passo.
Le indico la
Mia macchina. Saliamo e le dico
“Adesso scendi ti togli il giaccone e giri intorno alla macchina. Lentamente. Che voglio farti delle foto. Chiaro stupidina?”
“Si Signora Roberta”
Scende, si toglie il giaccone e... comincia a camminare intorno alla macchina. Sta piovigginando. Fa un giro. Le dico di farne un altro.
Il parcheggio è vuoto.
Faccio foto e le indico di fare un altro giro. Ora piove forte. Lei zuppa e infreddolita. I capezzoli turgidi e le areole enormi che sono raggrinzite.
I capelli bagnati.
Foto.
“Sali baldracca”
“Certo Signora Roberta.” E sale
Infreddolita tremante mi guarda.
“Come stai piccola stupidina?”
“Bene Signora”
Trema. Areole grinzose.
“Tirati i capezzoli. Storcili anche.”
Lo fa con moderazione.
Io prendo un capezzolo tra le dita e tirandolo con le mie ughie rosse pizzicandolo forte lo tiro forte in avanti.
“Ahiooo”
Le unghie che stringono il capezzolo. Stringe i denti. Poi... prendo il lato del seno accanto al costato e lo pizzico a morte.
Salta sul sedile. “Ahioooooooo”
Altro pizzico forte. “AaaashhhiiiaaaaaaaAa”
Le ho fatto i segni rossi.
“Bene. Hai freddo stronza?”
Annuisce.
Oggi mi diverto penso io.
“Il tuo ragazzo sa che sei qui con me?”
“No signora Roberta. Sa che sono con mia madre”
“Ho capito. Avvicinati a me... che ci facciamo un selfie.”
Lei si avvicina e io mi slaccio la camicia. Espongo i seni. Anche i miei capezzoli sono tirati.
“Fai sto selfie piccola assetata di pipì. Perché ti ricordi che hai bevuto la mia pipì vero?”
“Si Signora Roberta. È mi è piaciuta”
“Scatta adesso”
Le nostre guance che si ti toccano. Le afferro un seno e lo stringo con la mano. Forte forte tirandolo verso di me.
“Ahhhhhhaaaahhhhh” lacrrime dagli occhi.
Ee scatta foto mentre stringo il suo seno in mano. Cercando di far penetrare le unghie nella carne morbida del seno.
Comincio a guidare.
Ora siamo sotto casa della Ludo.
“Vestiti troietta e vai a casa.
E stasera mi chiami alle 23.30. Chiaro?”
“Si Signora Roberta”
Si veste. Scende. Mi fa ciao con la
Mano. Chiude lo sportello. Abbasso il finestrino e le dico: “ora mando e foto a quella stronza troia di tua madre. Così impara a fare i pompini a mio marito”
“N... no no no Signora Roberta no la prego. A mia madre no. La supplicoo”
“Ciao sgualdrina e ricordati di chiamarmi.”
Tiro su il finestrino e mando le foto alla madre di Ludo.
È mi è costato l’iPhone nuovo e un iPad.
Circa 1300 euro.
Sono passati circa 4 mesi da quel giorno.
Ludovica non si è più vista a casa. E io alla Marty non chiedo! Mi vergogno troppo.
Ma ho tenuto le foto di Ludo.
Troppo bella quella ragazzina.
Sabato mattina.
Estetista.
Ceretta e unghie.
Poi shopping. Al centro commerciale.
Zara.
Vedo dei vestiti...
e....
Mi sento too il cade una spalla.
Mi giro e Ludovica che mi sorride. È con un ragazzo.
“Signora Roberta” mi abbraccia.
“Tesorino ma ciaooooo”
Mi presenta il suo amico
Quattro chiacchiere e li saluto uscendo... Evito di intrattenere rapportii con lei. Hai visto mai...
Sono in u. Negozio di intimo quando il cellulare vibra...
Messaggio.
“ E stato bellissimo rivederla signora Roberta. È sempre bellissima lei”
E allegata una foto: la Ludo nel camerino di schiena riflessa sullo specchio in perizoma con jeans calati. È un avambraccio che le copre i seni enormi.
Non rispondo
Torno a casa. E son sola.
Mi faccio un bagno... e mi sgrilletto la clito.
Orgasmo.
Esco e con l’accappatoio vado in camera mia.
Altro messaggio della Ludo.
“ io vado al cinema. Le va di raggiungermi? Sono sola”
Accetto e le dico si.
Ore 16.30.
Cinema multisala di un centro commerciale.
La vedo che viene verso di me.
Il suo giaccone verde slacciato. Il suo vestito di flanella viola sotto le ginocchia a collo alto. e scarpe a mocassino bere tacco basso. Calze nere.
Coda e occhiali da vista neri.
Io con i miei jeans neri strettissimi, lo stivaletto nero a tacco a spillo. Camicia rossa di raso, slacciata a mezzo seno. Il mio giacchetto di pelle.
Io non porto mai il reggiseno. Seni stra piccoli.
Il mio brasiliano fucsia sotto.
Ci abbracciamo e senza dire una parola pago i biglietti e entriamo nella sala. Film di animazione.
Ci togliamo le giacche e ci sediamo.
Il film comincia. Lei lo guarda con attenzione.
Cerco la borsa appoggiata a terra e noto che il suo vestito è tirato su in alto a mezza coscia. I suoi palmi sopra. Se ne accorge... e alza ancora più usi il vestito.
E con mia sorpresa.... mi rivela il pizzo del bordo delle autoreggenti.
E più su... fino all’inguine.
E naturalmente... il suo baffetto biondo si rivela dalle luci del film.
“Sta puttanella” penso io. Ma sorrido.
Lei rimane così con la vagina in mostra quando...
Finisce il primo tempo.
Luci. Lei rimane così con le grazie in vista.
Nella nostra fila nessuno. Poca gente in sala.
Io la guardo e le dico: “ copriti troietta”.
Lei diventa rossa e obbedisce. Si tira giù il vestito.
Rossa in viso mi sorride.
“Mi piace quando si appella a me con quella parola signora Roberta”
“Cioè uri piace se ti do della troietta?”
Annuisce guardandomi dritta negli occhi.
Ricomincia il film.
Lei si abbassa sulla sedia e si tira su il vestito fin sopra la pancia...
E poi... se lo sfila. Rimane con il reggiseno nero e le autoreggenti.
“ V..va b..ene Signora Roberta? Devo forse coprirmi?” Ammicca lei.
Voglio vedere dove vuole arrivare.
“Rimani così” sussurro io.
La felicità nei suoi occhi. Guarda dritta lo schermo.
Non si muove.
“Rivestiti adesso piccola disgraziata esibizionista”
Lei lo fa velocemente.
Non parlo più e le dico testuali parole: “ adesso stai zitta e parli solo se ti rivolgo la parola”
“Si Signora Roberta”
“Quando ci saranno i titoli di coda ti toglierà il vestito e ti metterai solo il giaccone, che terrai aperto. Mi hai capito zoccoletta?
“Si Signora Roberta”
Titoli di coda: lei si toglie il vestito e mette il giaccone.
Ci alziamo alla fine del film.
“Adesso usciamo e andiamo in un negozio di scarpe. Che devo comprarmi dei tacchi. Chiaro stronzetta?”
“Certo signora Roberta”
Negozio di scarpe. Lei si tiene il giaccone chiuso con le braccia. Il vestito a mo di sciarpa.
Prendo delle decolte rosse altissime tacchi largo.
Poi vedo delle scarpe nere, plateau con il tacco a spillo. Sono di circa 22 centimetri. Esagerate.
“ ti piacciono biondina cagnetta?”
“Si Signora Roberta”
Mi sorride. Tenendosi il vestito chiuso.
“Bene. Misurale ora”
Prende il 38 . Si siede e se le prova.
Si alza... barcolla ma si tiene... e il giaccone si apre. Il suo monte di venere esposto. E sotto il reggiseno i capezzoli turgidi si intravedono sotto.
Si ricopre.
Rido.
Specchio. Si guarda e si spara le pose.
Prendo il cellulare e le faccio delle foto.
“Apri il giaccone stronzetta”
Lo apre sull’inguine e riflesso sullo specchio il baffetto biondo in bella vista.
Faccio foto.
Lei rossa in viso mi sorride.
“Va bene Signora Roberta?”
“Non parlare piccola passeggiatrice di strada”
Annuisce.
“Togliti il reggiseno”
E da sotto il giaccone se lo sfila.
Sono un lago di umori.
“Lascialo sulla sedia. Adesso vai e paga le nostre scarpe”
Le porgo i soldi. E la seguo alla cassa.
Paga e mostra un seno al cassiere.
Usciamo e andiamo fuori verso il parcheggio. Con quei tacchi sembra cadere ad ogni passo.
Le indico la
Mia macchina. Saliamo e le dico
“Adesso scendi ti togli il giaccone e giri intorno alla macchina. Lentamente. Che voglio farti delle foto. Chiaro stupidina?”
“Si Signora Roberta”
Scende, si toglie il giaccone e... comincia a camminare intorno alla macchina. Sta piovigginando. Fa un giro. Le dico di farne un altro.
Il parcheggio è vuoto.
Faccio foto e le indico di fare un altro giro. Ora piove forte. Lei zuppa e infreddolita. I capezzoli turgidi e le areole enormi che sono raggrinzite.
I capelli bagnati.
Foto.
“Sali baldracca”
“Certo Signora Roberta.” E sale
Infreddolita tremante mi guarda.
“Come stai piccola stupidina?”
“Bene Signora”
Trema. Areole grinzose.
“Tirati i capezzoli. Storcili anche.”
Lo fa con moderazione.
Io prendo un capezzolo tra le dita e tirandolo con le mie ughie rosse pizzicandolo forte lo tiro forte in avanti.
“Ahiooo”
Le unghie che stringono il capezzolo. Stringe i denti. Poi... prendo il lato del seno accanto al costato e lo pizzico a morte.
Salta sul sedile. “Ahioooooooo”
Altro pizzico forte. “AaaashhhiiiaaaaaaaAa”
Le ho fatto i segni rossi.
“Bene. Hai freddo stronza?”
Annuisce.
Oggi mi diverto penso io.
“Il tuo ragazzo sa che sei qui con me?”
“No signora Roberta. Sa che sono con mia madre”
“Ho capito. Avvicinati a me... che ci facciamo un selfie.”
Lei si avvicina e io mi slaccio la camicia. Espongo i seni. Anche i miei capezzoli sono tirati.
“Fai sto selfie piccola assetata di pipì. Perché ti ricordi che hai bevuto la mia pipì vero?”
“Si Signora Roberta. È mi è piaciuta”
“Scatta adesso”
Le nostre guance che si ti toccano. Le afferro un seno e lo stringo con la mano. Forte forte tirandolo verso di me.
“Ahhhhhhaaaahhhhh” lacrrime dagli occhi.
Ee scatta foto mentre stringo il suo seno in mano. Cercando di far penetrare le unghie nella carne morbida del seno.
Comincio a guidare.
Ora siamo sotto casa della Ludo.
“Vestiti troietta e vai a casa.
E stasera mi chiami alle 23.30. Chiaro?”
“Si Signora Roberta”
Si veste. Scende. Mi fa ciao con la
Mano. Chiude lo sportello. Abbasso il finestrino e le dico: “ora mando e foto a quella stronza troia di tua madre. Così impara a fare i pompini a mio marito”
“N... no no no Signora Roberta no la prego. A mia madre no. La supplicoo”
“Ciao sgualdrina e ricordati di chiamarmi.”
Tiro su il finestrino e mando le foto alla madre di Ludo.
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