Un pompino con ingoio al cimitero e una inculata su un divano in un negozio.

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tradimenti

Uno dei criteri per capire se un evento porco è frutto di fantasia o è realtà è se viene raccontato fine se stesso o meno.
Se tutti i racconti sono fine a sé stessi (e per questo intendo che non hanno conseguenze future) sono con grandissima probabilità frutto di fantasia. Ovviamente ci sono anche delle eccezioni. Come sempre. Ma in generale non avviene così.
Come ad esempio quando feci alla puttana la prima sorpresa (racconto “Non troia, non puttana…) e si ritrovò in pochi minuti con un cazzo in culo e uno in figa da due emeriti sconosciuti. Tutto nacque da lì, la mia sorpresa successiva in un mattino all’alba e le sue iniziative da puttana che durano fino ad oggi.
Ma quell’episodio diede altri sviluppi. Come ricorderete il momento più eccitante fu la doppietta che vede la vacca completamente nuda ancora con la molletta in testa per raccogliere i capelli. Ovviamente postai quel video nella parte in cui non comparivano i visi. Erano presenti altri video in cui la troia era piena di cazzi e mi chiesi se qualcuno avesse notato la differenza e si fosse chiesto il motivo di questa.
Ai miei occhi la differenza era evidentissima tra l'essere completamente nuda, invece che indossare il consueto corsetto.
Insomma, la risposta corretta sarebbe stata: la differenza tra questa e le altre doppiette consiste che lei è completamente nuda e lo è perché non ha avuto modo di prepararsi in quanto è stata sorpresa. Ovviamente anche con parole diverse ma il contenuto era quello.
“E se facessimo un concorso a premi sul sito?” fu la mia estemporanea idea che girai alla troia la quale mi ascoltò con scarso interesse ma acconsentì sostenendo che nessuno avrebbe indovinato.
Quando le chiesi l’ eventuale premio lei fece giustamente notare che in teoria avrebbe potuto vincere chiunque quindi non era il caso di mettere in palio niente che fosse stato un pompino con ingoio e da farsi fuori di casa nostra.
Postai il quesito con tanto di “premio” dando un paio di giorni di tempo per risolverlo e con nostra sorpresa un singolo iscritto al sito lo risolse!
Ho detto volutamente singolo e non toro perché nonostante fosse iscritto da un paio di anni non aveva feedback e il suo profilo era praticamente anonimo. Comunque la vacca non si fece alcun problema a mantenere fede alla scommessa e commento:” Per fortuna non abbiamo messo una scopata perché non sappiamo nemmeno chi sia e come sia!”
Ed era vero perché in questa circostanza non aveva senso chiedere la foto del viso, la puttana avrebbe dovuto succhiare un cazzo il cui proprietario era completamente anonimo.
Mi colpì (come sempre) la naturalezza con la quale quella sera si vestì, niente di diverso dalla naturalezza che potrebbe avere una professionista del sesso, una prostituta che si accinge a fare una nuova giornata di lavoro. La differenza evidente con questa è nell’abbigliamento, infatti, la puttana indossa i consueti jeans e una ampia e casta maglietta.
È primavera inoltrata e il porco ci aspetta nel parcheggio dove io di consueto do appuntamento ai porci al loro primo incontro per poi portarli in camera dove la troia li aspetta da bendata nella nostra camera. Quanti tori ho visto per la prima volta in questo parcheggio e con quanti ho fatto i pochi passi per andare in casa (racconto: “Un foulard azzurro “).
Scendiamo di casa e la porta dell’appartamento di sua madre è aperta. In questo caso è meglio entrare perché esiste il rischio di essere visti uscire e, in quel caso, il giorno successivo ne avrebbe chiesto il motivo. Quindi meglio togliersi il problema.
All’ interno della casa, oltre alla vecchietta, è presente il figlio maggiore della puttana. Il figliolo non ha mai digerito la separazione della sua mammina con il primo marito e arriva addirittura ad andare a trovare sua nonna senza passare a dare un saluto a mamma. A meno che abbia sentore del fatto che io non ci sia. E all’epoca dei fatti non parliamo di un ragazzino ma di un trentenne.
Se il figliolo sapesse cosa sta andando a fare la sua mammina si metterebbe davanti alla porta e farebbe di tutto per impedirglielo!
Ci fermiamo un istante ed entrambi sembrano interessanti a sapere dove andiamo. È comprensibile. Usciamo raramente nei giorni feriali. Non c’è la necessità, ci penso io a portarle i tori a casa nostra!
Troviamo la classica scusa “un giro e poi un caffè al bar. Vedremo “. Quindi percorriamo i cento metri circa che ci separano dal cancello di uscita poi giriamo a destra e scompariamo dai loro occhi mentre si intravede già il parcheggio del benzinaio dove è consueto dare appuntamento ai porci per portarli a casa. Invece la troia (nel caso vada alle monte) predilige usare il parcheggio delle poste a distanza ancora minore di questo.
Identifichiamo immediata l’auto. Una grossa berlina scura, molto elegante, costosa e ben tenuta. La troia ovviamente sale davanti, io dietro e a malapena intravedo la sagoma del porco.
È corpulento, testa ovale contornata da occhialini, molto ben vestito e dalla sua voce si capisce che è molto emozionato.
Quando chiesi alla troia dove avrebbe preferito andare mi rispose:” Al cimitero. Non so neanche io quanti pompini ho fatto da ragazza li!”. Ovviamente per “il cimitero “intendeva il viale del cimitero, non certo il cimitero stesso.
Dista poche centinaia di metri e appena il tipo avvia l’auto ( anche con mia sorpresa) la troia si getta immediatamente sul cazzo del tipo. Si abbassa, gli slaccia la zip, estrae il cazzo e comincia a divorarlo con la consueta voracità.
Il porco è sorpreso e dice che non riesce a guidare con una bocca simile. Io lo tranquillizzo dicendogli che mancava pochissimo alla meta. Appena arrivati lui spegne precipitosamente l’auto. Mai visto spegnere un’auto a quella velocità. Quindi appoggia il capo all’appoggiatesta e si gode la pompa.
La vacca ha un talento unico per capire come fare sborrare un porco e anche in caso di primissimo incontro, in pochi istanti ha capito che fare. E non sbaglia mai!!!
Troppo esperta la Regina dell’ingoio.
Ha molte varianti: potrebbe segare la base dell’uccello mentre succhia la cappella, oppure leccarlo interamente alternando il prenderlo in bocca e succhiarlo, oppure ancora segarlo con una mano mentre ingoia le palle.
O come un questo caso fargli una vera pompa!!
Io intravedevo la testa della vacca che andava su e giù vorticosamente. Il cazzo completamente in bocca. Il porco che di tanto in tanto accompagnava il movimento con le due mani anche se non sarebbe servito.
Era un maiale che quando sborrava lo faceva rumorosamente tanto che il suo grugnito da porco riempì l’abitacolo dell’auto. Poco prima lo aveva preavvisato dicendo:” Ci sono puttana! Dai che ti disseto zoccola! Dai che ti disseto!”
Dopo il grugnito la vacca non si alzò immediatamente ma fece la consueta pulizia dell’uccello e solo dopo si ricompose.
Il porco avrebbe voluto spendere qualche parola ma lei fece capire che avrebbe gradito rientrare a casa. Ci congedammo mentre la puttana raccomandava al tipo di postare il fatto che lei la sua scommessa la aveva pagata! Ci teneva alla sua nomina da “zoccolona”, come diceva il nostro Nick.
Quando rientrammo a casa la porta di mamma era ancora aperta e ripassammo dentro. Il figlio della troia era già andato via e la vecchietta ci chiese il motivo per cui eravamo già rientrati. Ovvio la vacca della figlia aveva sempre una scusa pronta.
Ma non fu l’unico episodio che portò ad ulteriori sviluppi. Se avete letto attentamente il racconto “Non troia, non puttana…” a fine monta, dopo averle riempito il viso di sborra i due porci si congedarono, ma uno di questi non ebbe timore di lasciare il suo bigliettino da visita su un ripiano. Può sembrare ingenuo invece se ci pensate bene che timori poteva avere? Era stato a casa nostra e si era scopato (ma soprattutto inculato) una all’epoca quarantasettenne insospettabile!
Comunque, dopo qualche giorno io mi ero dimenticato del biglietto il quale scomparve nella borsetta della puttana. Il biglietto portava indirizzo di una esposizione di mobili a Milano, esposizione di cui era il proprietario.
Passarono qualche mese e in quel periodo io lavoravo a Milano. Il venerdì pomeriggio si interrompeva prima e la troia mi raggiungeva e con l’occasione si andava da qualche parte, in genere al cinema a vedere l’ ultima proiezioni pomeridiana.
La troia usciva di casa prima e gironzolava per negozi e all’ ora indicata mi aspettava in zona.
Di quello che accade quel venerdì pomeriggio ho solo il riscontro delle parole della puttana e ne venni a sapere solo a distanza di tempo. Ad avviso della zoccola fa parte di quella collezione di corna che mi fece senza darmene immediatamente conto. Come alcuni secondi incontri con tori di cui venni a sapere solo successivamente. In realtà, in molti di questi casi non avrei avuto alcuna obiezione, fu uno “scrupolo” della puttana. Lei fa ragionamenti elementari del tipo probabilmente non farà obiezioni ma perché correre il rischio se non serve?
Comunque, la troia identificò il negozio ed entro senza timori. Le venne incontro una donna di mezza età né brutta né attraente, era la moglie del porco, immediatamente dietro lui, che la riconobbero immediatamente.
La donna le chiese se fosse interessata a qualcosa e la puttana rispose se fosse possibile solo dare un occhio e la donna le disse:” Certo, guardi pure se ha bisogno mi chiami”. Quindi lei e il porco andarono nel retro.
Dopo pochi minuti (quando la troia era in procinto di andarsene) riapparì la mogliettina del toro e aveva un aria decisamente infastidita, come se le avessero dato una incombenza improvvisa e soprattutto indesiderata. Aveva qualche foglio tra le mani e uscì precipitosamente dal negozio.
Come si dice in gergo il tempo di girare l’angolo ed ecco arrivare il maiale. Solo chi ha vissuto realmente queste situazioni è in grado di capire che, in questi casi, non servono parole, in modo particolare se abbiamo a che fare con una vacca simile e con un porco esperto e deciso. Ai suoi occhi era evidente che la troia non si sarebbe tirata indietro tanto che andò sulle spicce dicendole: “Abbiamo poco tempo, seguimi”.
Si ritrovarono nel retro, nell’ ufficio in cui era presente anche un divano sicuramente su cui riposare durante le pause. La vacca ricorda che lui le disse che avrebbe tenuta aperta la porta per sentire il campanello di ingresso nel caso fosse entrato qualcuno.
Il tempo era effettivamente poco!
Ci fu un rapido istante in cui si mise in ginocchio per succhiarglielo. Di spogliarsi completamente neanche a pensarlo. La troia si limitò a togliersi i jeans, il porco ad abbassare i pantaloni. Lui le indico il divano e lei si mise alla pecorina consapevole (così mi disse) che quel maiale le avrebbe fatto immediatamente il culo senza passare dalla figa.
Fu una delle inculate più rapide ma, forse anche per questo, una delle più animalesche. La vacca si trastullava il clitoride mentre il porco (cito le sue parole) “mi cavalcava il culo “. L’ unico inconveniente, il poco tempo a disposizione a parte e per la troia fu non poter godere rumorosamente come faceva in genere. In compenso il toro, seppur non potesse anche lui farsi sentire, non le lesinava i vari “rotta in culo” oppure “ sei solo una troia, una cagna “.
Nel frattempo, il sottoscritto ignorava beatamente cosa stesse accadendo tanto che da lì a poco si sarebbe presentata fuori dal cantiere nel quale stavo lavorando. Mi avrebbe salutato con un bacio e mi avrebbe detto:” Dove andiamo? Cinema o a fare un giro?”. In realtà avrebbe potuto tranquillamente farmelo sapere ma fu una di quelle corna fatte “per scrupolo “, nel dubbio che io avrei potuto obiettare qualcosa.
Tornando alla monta, il porco le sborro in culo. A pelle. Quindi la troia chiese di ricomporsi e andò in bagno per pulirsi. Quindi fu il turno del porco.
Quando uscirono si resero conto che avevano ancora tempo e fu lei a dirgli di tirarlo ancora fuori e gli evidenzio senza troppi giri di parole che la volta precedente lui e il suo amico porco le avevano sborrato in faccia e ora lui nel culo e che, per la Regina dell’ingoio, era un affronto non avere ancora assaggiato la sua sborra nonostante una prima e una seconda volta!!
Piccola digressione. Non ricordo se ho già raccontato quando durante una numerosa gang a casa nostra uno dei tori (durante la terza replica) disse che avrebbe tolto il disturbo. Appena la troia se ne accorse (e stava scopando in quel momento!) gli disse che non lo avrebbe fatto andare via senza prima aver assaggiato la sua sborra. A poco servirono le obiezioni del tipo che sarebbe stata la terza e non era sicuro che ci sarebbe riuscito. La vacca lo blindò sul corridoio e, inutile dirlo, lo lasciò andare via solo dopo aver bevuto anche la sua sborra.
Quindi, quando il porco del negozio le fece la medesima obiezione la vacca gli disse: “Non ti preoccupare. Vedrai che sborri!!” Si mise in ginocchio e si alzò solo dopo aver gustato la sua sborra!!!
All’epoca la troia aveva quarantotto anni!
Quindi venne il momento di lasciare il negozio anche perché da lì a poco sarebbe tornata la mogliettina.
Quando la vacca uscì da quel negozio si rese conto che disponeva ancora del tempo e che la giornata era gradevole. Notò un bar nelle vicinanze con dei tavoli fuori e si fermo per un caffè. In realtà la vacca era eccitata da un'altra possibile situazione: rivedere il rientro in negozio della cornuta. È perversa. Si eccita anche solo a osservare le foto e i visi delle povere e ignare cornute anche se apoteosi raggiunta nel racconto “un profilo da cornuta” è irraggiungibile

scritto il
2023-01-06
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