Il sito di incontri (il danno)2
di
Elisabetta e basta
genere
pulp
Sabato. Ore 12.15.
Pianerotto del terzo piano. Il con il vestito strappato. Mentre lui mi tira gomito al collo mano sulla bocca. Da dietro.
Scalcio. Mi salta il tacco...
Mi spinge dentro il salone sbattendo la porta dietro. Cado sulla longuette del divano.
Mentre mi alzo mi arriva uno schiaffone sulla guancia destra... sento crack e un dolore assurdo alla mascella. Cado. Di schiena sul pavimento.
Stordita... gira tutto. Tremo... mi sento la mandibola slogata. Dolore assurdo... “GHHHUUEEbBbbBBLL” provo a strillare...
Mi afferra per un braccio e mano al collo mi solleva.
“Ora ti devasto bastarda infame. E statti zitta perché altrimenti TI AMMAZZO”
Mi spinge a sedere sulla longuette.
Lo guardo che mi tengo sotto il mento. Mi alzo e lui mi afferra per le guance. E strattone che rimette in sede la mandibola.
“AHIIIIIAaaHHGgG” urlo.
Mi spinge ancora sul divano.
“Levati quello straccio da dosso stronza e fallo in silenzio. T’ammazzo” estrae un coltello dalla tasca. Me lo punta alla gola.
Tremo. Annuisco con le lacrime agli occhi.
Lo sfilo. Mi copro i seni nudi...
“In bocca stronza”
E spinge la lama sul collo.
Lo guardo e abbasso il jeans. Il suo pene enorme gonfio e marmoreo.
Tentenno. Paura. Sudo e tremo. Sento i capezzoli turgidi. E il calore della paura mi parte dalla vulva. Esplode nel mio utero per vampare fino al collo.
“DAI troia”
Riesco solo a mormorare con voce tremante “ non farmi male ti prego. Ti prego. Per favore.... lo faccio ma... ti prego no no no.
Implorando. Mentre socchiudo le labbra... mi scorre davanti la vita... mio figlio. Mio marito. La
Mia fede al dito sinistro. Che ho posato con l’altra mano sui suoi inguini.
Piango e prendo il glande in bocca. Sto immobile. Disgustata e mentre sento il cuore in gola... il calore inonda la mia vagina e la coscia sinistra.
Mi sto...
“ daiii TROIAAA”
E spinge il bacino in avanti saltando. Il pene mi arriva in gola e tirandomi dalla nuca spinge ancora più dentro. Il naso mio tocca il suo basso ventre.
Il colpo è così violento che di riflesso ho un conato e “BBBLLLLGGGGHHH” vomito saliva sul pene.
Mi tira indietro e vomito sul pavimento. Saliva acqua e caffè.
Tossisco con il trucco che mi cola.
Non riesco a pensare. Stordita. Impaurita. Abusata. Dolorante.
So solo che stasera questo mi taglia la gola.
Tremo.
Il suo pene enorme che cola viscidamente una melma trasparente, filamentosa e viscida.
Orrore. Ho il cuore che esplode in gola. La mia gamba totalmente bagnata della mia urina.
Mi tira per i capelli in piedi.
Lama sul collo...
“ adesso andiamo a riprendere il tuo tacco là fuori.”
Scuoto la stessa... “no no no no ho paura... i vicini... nuda... no no no.” Poi impaurita “ guarda mi metto il.. il vestito e F...giuro che torno. GIURO.”
“Mi fido... se scappi te la taglio la gola. CHIARO” i suoi occhi iniettati di sangue. Mi spinge allla porta mentre mi metto il vestito strappato. Saltellando su un solo tacco.
Lui apre la porta e mi spinge fuori che inciampo e cado carponi a terra. Mi alzo disperata e raccolgo il tacco. Singhiozzando mi giro alla porta tenendomi il vestito chiuso.
Lui fuori a tre passi da me. Nudo con il pene eretto . Un vikingo zingaro.
“TORNA” urla sulle scale.
Salto in casa. Lui dietro e chiude la porta.
“No no no no sono tornata sono tornata sono torngGHHG(GG...”
Coltello sulla pancia mano al collo che mi strozza.
“Fai come dico io... non fiatare.” Spinge il coltello.
Annuisco.
“In camera da letto subito.” Saltello ... camera.
Mi spinge sul letto.
Metti su il reggicalze troia..
“N...nn non ce l’ho... io non...”
Apre il primo cassetto della cassettiera.
“Me l’hai detto tu in chat che ce l’hai nel primo cassetto in fondo dietro alle scatoline degli anelli.”
Mi guardo la fede. L’altro dito con il solitario.
Lo guardo. Lui con il reggicalze in mano quelli di raso a nastrinonero.
“Metti puttana...” e mi punta il coltello. Mi alzo.
“Si sì sì lo faccio lo faccio. Sta attento per favore sta attento.
Mi sfilo il vestito...
Forse... dico l’impensabile le parole escono dalla mia bocca senza nessun ritegno nei miei confronti. Soggiogata. Che penso solo a rimanere in vita.... mio ffiglio... mio marito ... mia madre...
“Ascoltami ascolta ti prego. Se... se mi vesto da... si insomma da.... “
“Troia? TROIA quale sei?”
Annuisco tremante e sudata. Ffa caldissimo. Almeno 30 gradi.
“ s...si”
“Vivi” sorride lui.
Mi squilla il cellulare.
“Rispondi bastarda. “ mi segue a raccogliere il cellulare. “Mio marito...”
“Rispondigli mentre ti vesti da troia”. E vedo che il suo cellulare mi sta riprendendo. “Se fai cazzate ti taglioo una gamba.”
Annuisco. Rispondo schiarendomi la gola
“ a...amore c c ciao”
“Viva voce puttana”
Viva voce” Amore la partita comincia ora. È emozionantissimo. Che fai tu”
“Mi s..sto vestendo per per Veronica ti ricordi che pranzo da.. da lei?
“Vestiti troia” esclama lui...
“Ma cos’è sta voce... “
“La la TV amore” esclamo io terrorizzata.
E annuisco entrando in camera...
Parlo in viva voce con mio marito mentre tremante indosso il reggicalze e le autoreggenti. Lui mi riprende
Sto vivendo un film. Dell’orrore.
“Amore ma che succede sei strana. Sembra tu stia tremando.”
“N..no amore io.. io... io...” attacco la conversazione.
Ora questo mi ammazza.
“Rimettiti i tacchi. Prima fai e prima finisce. E se sarai divertente vivi... “
mi metto i tacchi.
Lui mentre mi riprende urla... “in ginocchio e prendi il cazzo in bocca”
“DAI PUTTANA”
Mi inginocchio. Il suo pene che ancora cola del mio vomito. È moscio. Sempre comunque enorme
Coltello alla gola
Lui mi riprende dall’alto.
“Per favore spegni quel telefono spegnilo dai.”
“Succhia merda di donna” spingendo il coltello.
Lo prendo in bocca.. ci entra tutto così. Lui comincia a farlo pulsare nella bocca. Che sento comincia a gonfiarsi. Impaurita guardo in alto. Lui sogghigna con la faccia brutta. Mentre mi riprende in ginocchio che lo succhio.
Si gonfia ancora. Ribrezzo. Ora è enorme e mi sta scopando la bocca. E mi riprende di lato. Mentre io tossisco strozzandomi con il suo pene che sembra strapparmi le labbra dagli angoli.
Sputo saliva. Muco dal naso. Sudata zuppa.
Mi blocca afferrandomi per i capelli.
Solo il glande appoggiato tra le labbra.
“Ferma che altrimenti ti sborro in gola. Alzati e mettiti in ginocchio sul letto con i gomiti appoggiati. Dai TROIA DaaAAIIII”
Salto in piedi mi inginocchio con i gomiti sul letto. Lui mi allarga dall’interno coscia le gambe. Con forza devastante.
Piango in silenzio.
La lama fredda scorre sul fianco destro fin sulla pancia.
“ Allargati le chiappe... dai... sennò ti apro la pancia maledetta imbecille di merda”
Squilla il cellulare. Di nuovo mio marito.
“Lascia squillare e allargati con le mani dai.”
Faccia sul lenzuola. Mani che afferrano i miei fianchi. E divarico. Mi spalanco piangendo... singhiozzando.
Lui punta il coltello sul rene destro adesso.
Sputa sulla mia stellina posteriore. Mi contraggo.
“Zitta e vivi. Lamentati e muori. Fai tu”
Il cellulare smette di squillare...
Io impotente nel silenzio totale. Solo il battito del cuore che mi esplode nelle orecchie. Che fischiano anche.
Con la coda dell’occhio vedo che ancora riprende.
Mi appoggia il pene zuppo di saliva e punta il glande sul mio ano.
Poi guarda in camera del telefono e urla “ adesso le spacco il culo a sta puttana!”
Lancia il telefono sul letto e afferrandosi la base del pene contrae i fianchi e di un colpo spinge dentro.
Strillo. Mentre sento il dolore lancinante della penetrazione.
“Aaaaahh)hhhHhhHHHHHH”
Lo estrae e di colpo....
Lo spinge a morte nel mio sfintere.
Mi sento mucose interne del retto che cedono.
Bruciore. Il fuoco.
Lo estrae.
Crollo sul lato del letto. Lui mi tira e mi appoggia di lato al bordo. Sono stesa sul mio lato destro.
“Riprenditi con il mio telefono o te la dò una coltellata.”
Lo prendo e mi riprendo il viso.
“Inquadra anche me troia. Lo faccio estendendo il braccia. E lui penetra la mia vagina di colpo. Scivola dentro tutto. “Ooouuugggghhhhhh”
E comincia a sbattermi.... il mio fianco rimbalza con la cellulite che a ogni colpo provoca grinze sul gluteo e fianco e interno coscia.
Mentre sento il suo pene gonfiarsi sempre di più che fa male da morire...
Mi sto riprendendo che mi violenta.
“Ti riempi la figa i ti sborro in faccia troia? Veloce rispondi”
Il coltello che spinge mentre spinge il suo cazzo fino a devastarmi la vagina
“F...accia”
Meglio in faccia che dentro. Sono fertile
“No ti sborro dentro troia....”
“Nooooooooo”
Sento calore interno e il pene comincia sguazzare. Tanto di sperma che fuoriesce.
“No no noooooooo”
Lo estrae che schizza ancora e tirandomi per i capelli mi da sedere sul letto e finisce con altri sue spruzzi sul mio occhio e sulle labbra strette.
Piango. Il muco mi cAla dal naso
“Puliscilo che me ne vado. Lecca adesso”
Lo faccio lecco via umori e sperma dal pene floscio adesso.
Singhiozzo.
“Si riveste mentre piango.
Prende il cellulare e mi dice. “ ti ho ripreso. Silenzio o.... lo vedranno tutti.”
Si gira. Se ne va.
Esce.
Sono viva.
Dolorante fisicamente. Anima distrutta.
Violata. Violentata.
Pianerotto del terzo piano. Il con il vestito strappato. Mentre lui mi tira gomito al collo mano sulla bocca. Da dietro.
Scalcio. Mi salta il tacco...
Mi spinge dentro il salone sbattendo la porta dietro. Cado sulla longuette del divano.
Mentre mi alzo mi arriva uno schiaffone sulla guancia destra... sento crack e un dolore assurdo alla mascella. Cado. Di schiena sul pavimento.
Stordita... gira tutto. Tremo... mi sento la mandibola slogata. Dolore assurdo... “GHHHUUEEbBbbBBLL” provo a strillare...
Mi afferra per un braccio e mano al collo mi solleva.
“Ora ti devasto bastarda infame. E statti zitta perché altrimenti TI AMMAZZO”
Mi spinge a sedere sulla longuette.
Lo guardo che mi tengo sotto il mento. Mi alzo e lui mi afferra per le guance. E strattone che rimette in sede la mandibola.
“AHIIIIIAaaHHGgG” urlo.
Mi spinge ancora sul divano.
“Levati quello straccio da dosso stronza e fallo in silenzio. T’ammazzo” estrae un coltello dalla tasca. Me lo punta alla gola.
Tremo. Annuisco con le lacrime agli occhi.
Lo sfilo. Mi copro i seni nudi...
“In bocca stronza”
E spinge la lama sul collo.
Lo guardo e abbasso il jeans. Il suo pene enorme gonfio e marmoreo.
Tentenno. Paura. Sudo e tremo. Sento i capezzoli turgidi. E il calore della paura mi parte dalla vulva. Esplode nel mio utero per vampare fino al collo.
“DAI troia”
Riesco solo a mormorare con voce tremante “ non farmi male ti prego. Ti prego. Per favore.... lo faccio ma... ti prego no no no.
Implorando. Mentre socchiudo le labbra... mi scorre davanti la vita... mio figlio. Mio marito. La
Mia fede al dito sinistro. Che ho posato con l’altra mano sui suoi inguini.
Piango e prendo il glande in bocca. Sto immobile. Disgustata e mentre sento il cuore in gola... il calore inonda la mia vagina e la coscia sinistra.
Mi sto...
“ daiii TROIAAA”
E spinge il bacino in avanti saltando. Il pene mi arriva in gola e tirandomi dalla nuca spinge ancora più dentro. Il naso mio tocca il suo basso ventre.
Il colpo è così violento che di riflesso ho un conato e “BBBLLLLGGGGHHH” vomito saliva sul pene.
Mi tira indietro e vomito sul pavimento. Saliva acqua e caffè.
Tossisco con il trucco che mi cola.
Non riesco a pensare. Stordita. Impaurita. Abusata. Dolorante.
So solo che stasera questo mi taglia la gola.
Tremo.
Il suo pene enorme che cola viscidamente una melma trasparente, filamentosa e viscida.
Orrore. Ho il cuore che esplode in gola. La mia gamba totalmente bagnata della mia urina.
Mi tira per i capelli in piedi.
Lama sul collo...
“ adesso andiamo a riprendere il tuo tacco là fuori.”
Scuoto la stessa... “no no no no ho paura... i vicini... nuda... no no no.” Poi impaurita “ guarda mi metto il.. il vestito e F...giuro che torno. GIURO.”
“Mi fido... se scappi te la taglio la gola. CHIARO” i suoi occhi iniettati di sangue. Mi spinge allla porta mentre mi metto il vestito strappato. Saltellando su un solo tacco.
Lui apre la porta e mi spinge fuori che inciampo e cado carponi a terra. Mi alzo disperata e raccolgo il tacco. Singhiozzando mi giro alla porta tenendomi il vestito chiuso.
Lui fuori a tre passi da me. Nudo con il pene eretto . Un vikingo zingaro.
“TORNA” urla sulle scale.
Salto in casa. Lui dietro e chiude la porta.
“No no no no sono tornata sono tornata sono torngGHHG(GG...”
Coltello sulla pancia mano al collo che mi strozza.
“Fai come dico io... non fiatare.” Spinge il coltello.
Annuisco.
“In camera da letto subito.” Saltello ... camera.
Mi spinge sul letto.
Metti su il reggicalze troia..
“N...nn non ce l’ho... io non...”
Apre il primo cassetto della cassettiera.
“Me l’hai detto tu in chat che ce l’hai nel primo cassetto in fondo dietro alle scatoline degli anelli.”
Mi guardo la fede. L’altro dito con il solitario.
Lo guardo. Lui con il reggicalze in mano quelli di raso a nastrinonero.
“Metti puttana...” e mi punta il coltello. Mi alzo.
“Si sì sì lo faccio lo faccio. Sta attento per favore sta attento.
Mi sfilo il vestito...
Forse... dico l’impensabile le parole escono dalla mia bocca senza nessun ritegno nei miei confronti. Soggiogata. Che penso solo a rimanere in vita.... mio ffiglio... mio marito ... mia madre...
“Ascoltami ascolta ti prego. Se... se mi vesto da... si insomma da.... “
“Troia? TROIA quale sei?”
Annuisco tremante e sudata. Ffa caldissimo. Almeno 30 gradi.
“ s...si”
“Vivi” sorride lui.
Mi squilla il cellulare.
“Rispondi bastarda. “ mi segue a raccogliere il cellulare. “Mio marito...”
“Rispondigli mentre ti vesti da troia”. E vedo che il suo cellulare mi sta riprendendo. “Se fai cazzate ti taglioo una gamba.”
Annuisco. Rispondo schiarendomi la gola
“ a...amore c c ciao”
“Viva voce puttana”
Viva voce” Amore la partita comincia ora. È emozionantissimo. Che fai tu”
“Mi s..sto vestendo per per Veronica ti ricordi che pranzo da.. da lei?
“Vestiti troia” esclama lui...
“Ma cos’è sta voce... “
“La la TV amore” esclamo io terrorizzata.
E annuisco entrando in camera...
Parlo in viva voce con mio marito mentre tremante indosso il reggicalze e le autoreggenti. Lui mi riprende
Sto vivendo un film. Dell’orrore.
“Amore ma che succede sei strana. Sembra tu stia tremando.”
“N..no amore io.. io... io...” attacco la conversazione.
Ora questo mi ammazza.
“Rimettiti i tacchi. Prima fai e prima finisce. E se sarai divertente vivi... “
mi metto i tacchi.
Lui mentre mi riprende urla... “in ginocchio e prendi il cazzo in bocca”
“DAI PUTTANA”
Mi inginocchio. Il suo pene che ancora cola del mio vomito. È moscio. Sempre comunque enorme
Coltello alla gola
Lui mi riprende dall’alto.
“Per favore spegni quel telefono spegnilo dai.”
“Succhia merda di donna” spingendo il coltello.
Lo prendo in bocca.. ci entra tutto così. Lui comincia a farlo pulsare nella bocca. Che sento comincia a gonfiarsi. Impaurita guardo in alto. Lui sogghigna con la faccia brutta. Mentre mi riprende in ginocchio che lo succhio.
Si gonfia ancora. Ribrezzo. Ora è enorme e mi sta scopando la bocca. E mi riprende di lato. Mentre io tossisco strozzandomi con il suo pene che sembra strapparmi le labbra dagli angoli.
Sputo saliva. Muco dal naso. Sudata zuppa.
Mi blocca afferrandomi per i capelli.
Solo il glande appoggiato tra le labbra.
“Ferma che altrimenti ti sborro in gola. Alzati e mettiti in ginocchio sul letto con i gomiti appoggiati. Dai TROIA DaaAAIIII”
Salto in piedi mi inginocchio con i gomiti sul letto. Lui mi allarga dall’interno coscia le gambe. Con forza devastante.
Piango in silenzio.
La lama fredda scorre sul fianco destro fin sulla pancia.
“ Allargati le chiappe... dai... sennò ti apro la pancia maledetta imbecille di merda”
Squilla il cellulare. Di nuovo mio marito.
“Lascia squillare e allargati con le mani dai.”
Faccia sul lenzuola. Mani che afferrano i miei fianchi. E divarico. Mi spalanco piangendo... singhiozzando.
Lui punta il coltello sul rene destro adesso.
Sputa sulla mia stellina posteriore. Mi contraggo.
“Zitta e vivi. Lamentati e muori. Fai tu”
Il cellulare smette di squillare...
Io impotente nel silenzio totale. Solo il battito del cuore che mi esplode nelle orecchie. Che fischiano anche.
Con la coda dell’occhio vedo che ancora riprende.
Mi appoggia il pene zuppo di saliva e punta il glande sul mio ano.
Poi guarda in camera del telefono e urla “ adesso le spacco il culo a sta puttana!”
Lancia il telefono sul letto e afferrandosi la base del pene contrae i fianchi e di un colpo spinge dentro.
Strillo. Mentre sento il dolore lancinante della penetrazione.
“Aaaaahh)hhhHhhHHHHHH”
Lo estrae e di colpo....
Lo spinge a morte nel mio sfintere.
Mi sento mucose interne del retto che cedono.
Bruciore. Il fuoco.
Lo estrae.
Crollo sul lato del letto. Lui mi tira e mi appoggia di lato al bordo. Sono stesa sul mio lato destro.
“Riprenditi con il mio telefono o te la dò una coltellata.”
Lo prendo e mi riprendo il viso.
“Inquadra anche me troia. Lo faccio estendendo il braccia. E lui penetra la mia vagina di colpo. Scivola dentro tutto. “Ooouuugggghhhhhh”
E comincia a sbattermi.... il mio fianco rimbalza con la cellulite che a ogni colpo provoca grinze sul gluteo e fianco e interno coscia.
Mentre sento il suo pene gonfiarsi sempre di più che fa male da morire...
Mi sto riprendendo che mi violenta.
“Ti riempi la figa i ti sborro in faccia troia? Veloce rispondi”
Il coltello che spinge mentre spinge il suo cazzo fino a devastarmi la vagina
“F...accia”
Meglio in faccia che dentro. Sono fertile
“No ti sborro dentro troia....”
“Nooooooooo”
Sento calore interno e il pene comincia sguazzare. Tanto di sperma che fuoriesce.
“No no noooooooo”
Lo estrae che schizza ancora e tirandomi per i capelli mi da sedere sul letto e finisce con altri sue spruzzi sul mio occhio e sulle labbra strette.
Piango. Il muco mi cAla dal naso
“Puliscilo che me ne vado. Lecca adesso”
Lo faccio lecco via umori e sperma dal pene floscio adesso.
Singhiozzo.
“Si riveste mentre piango.
Prende il cellulare e mi dice. “ ti ho ripreso. Silenzio o.... lo vedranno tutti.”
Si gira. Se ne va.
Esce.
Sono viva.
Dolorante fisicamente. Anima distrutta.
Violata. Violentata.
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