Eccitanti scopate in terra di mafia
di
Favola Erotica
genere
etero
Avevo una amante semifredda, sposata con uno ricco, e una sera sembrava tutta passionale, ed arrivò anche a prenderlo in bocca. Un lento pompino, studiato, bocca calda, era tutta disponibile e poi, chiavando lanciò urli nell'orgasmo. Di solito si conteneva, era una bonona pazzesca, ne ero quasi schiavo. Ne appofittò per chiedermi di aiutare un suo fratello che operava in zona di mafia.
Ero ora fra quelle montagne, fra brutte facce, un amico originario di la, mi aveva detto che una sua zia, era molto influente, in quella zona, e ce credo, aveva il marito in carcere per mafia, e che anche padre e fratelli mafiosi. E lei non sarebbe mafiosa.?
Non c’erano ristoranti vicini, mi indirizzarono a una panetteria che faceva anche dei panini, una commessa al banco, graziosa, chiamò la padrona, mi avrebbe servito lei. Questa 50enne alta, formosa, ma senza pancia, in abitino nero, poco scollata, ma un bel seno, fianchi e cosce decisamente appetibili. Mi venne da dire che poteva benissimo servirmi la commessa, che, dissi, era forse sua sorella. Lo prese come un complimento, perché mi disse, è mia figlia.
Ebbi un trattamento magnifico, altro che panino, aggiunsero anche qualcosa per la cena, perché sapevano che stavo da solo. Ma come fate a conoscermi? La signora mi disse il mio nome, cosa stavo facendo la, e dove abitavo. Cazzo, ma questa chi è, pensai.
Pensai fosse la zia del mio amico, e dissi, forse lo conoscete? Certo. “È mio nipote, ma qui avete un’amica, e non per mio nipote.” Ne sono lusingato, signora, mi scusi non conosco la zona.” Parlando col voi, mi disse solo “venite a trovarmi”, domattina. Un ordine. Mi piaceva, devo averglielo fatto capire. E non dovevo essergli indifferente. Mi ricordai della mafiosità della famiglia, il marito all’ergastolo, ma sono un pazzo. Non ci posso credere, qui rischio la pelle. E per chi poi? Una 50enne madre di 3 figli? In queste montagne? Niente, la mia soggezione a certa figa, è una mania. La mattina dopo ero da Lei, avevo raccolto dei fiori bellissimi, e quando li portai, non mi aspettavo la reazione . “Qua portano pallottole, non fiori. Qua i poeti li pigliano per ricchioni”
Capii che mi chiedeva se fossi in grado di difendermi. Risposi che avevo fatto il soldato, ma avevo anche cervello per non mettermi sotto il tiro di nessuno. Parve soddisfatta.
Mi disse che gli uomini di quelle parti credevano di essere guappi ed invincibili, ma poi finivano o in carcere, uccisi o sparati. E credevano di essere chissà chi con le donne, ma un “poeta” li poteva riempire di corna. Ci risiamo, col poeta. Mi rivolsi a lei con il “Donna G.”, posso invitarvi a una passeggiata al mare?(30 km) “Venite a tal posto, mi rispose, ho una casa su tale spiaggia, vi aspetto domani a pranzo.”
Eccomi davanti alla villa sul mare, vale molto, suono, mi apre una donna severa in nero, entrate. Lei è in costume, a bordo piscina. Magnifica, si accorge che la ammiro. Mettetevi in costume, e quando esco mi dice che sono in forma, senza panza. Siamo su due sdraio vicine, soli. Mi dice che quella donna è la sorella, vedova di mafia.
E poi, come fosse niente “Ah, ho sistemato quella cosa del fratello della vostra amante, può andarsene da qui e non si faccia più vedere. “Ma Donna G, come sapete della mia amante? “
La conosciamo, è originaria di qui e usa il corpo per sfruttare i fessi ed il marito sa. E ora mi guardava “Che lezione, Donna G, l’ho capito solo ieri, quando mi avete guardato in quel modo. Da ieri, dopo che mi avete guardato, quella donna per me non esiste più.”
Passa al tu. “E secondo te è più bella lei di me?” - No Donna G, quella è una fica qualsiasi, voi siete il mistero della donna e della bellezza, un sogno” . Sono una signora.” Posso chiedere un bacio alla signora? Datemi pure del pazzo, ma ora questo mi farebbe felice”. Incredibile, mi bacia, e con passione anche. “Non lo merito” ed ero sincero, “ma forse i tuoi fiori di campo si.” I corpi vicinissimi si esaltarono entrambi, aveva un seno di marmo senza essere tropo grosso, e sotto il costume si indovinava un monte di venere da sballo.
Ora la volevo, volevo fondermi con lei, mi aveva preso con quei suoi silenzi e sentenze .
Mi portò in camera quasi non osavo, ma lei mi aveva scelto, non ero come i maschi che la volevano, ero secondo lei in "poeta", virile e delicato insieme, aveva bisogno di far l'amore con chi la curasse, invece di essere egoista, ed indovinò.
Mi dedicai a quel seno, alle sue cosce, a quel monte di venere, la figa era perfino profumata, era sana, per fortuna non era interessata alle dimensioni soltanto, mi disse, sembra che il tuo cazzo sia stato fabbricato per la mia fica. Era così, tutto si armonizzava, era capace di darsi, non mi sorvegliava. quando misi la testa fra le sue cosce si sentiva quasi svenire, ricambiava, anche curiosa di provare cose più delicate delle sbrigative cura del marito. Non guardammo l’orologio, ma la sera sarebbero arrivati i figli, ebbi l’impressione che fosse stata felice con me. E che avesse molto fuoco nella fica, altro che la mia ex amante che se la tirava. Non facevo più l’amore con donne che mi volessero davvero da anni. E lei mi voleva.
Da solo nel mio albergo pensavo a quando avevo baciato quel seno, senza stringere, alle sue braccia che mi tenevano mentre raggiungeva l’orgasmo. Mi piace il tuo odore mi aveva detto, ma aveva un corpo sano, ed anche lei emanava un buon profumo. Impazzivo per le sue cosce, perfette.
.
Aspettai, ma il giorno dopo era domenica e la incontrai che usciva di messa e poi faceva una passeggiata sulla spiaggia, sorella a fianco, figlia avanti col fidanzato. Era bellissima, ma la gente non alzava troppo lo sguardo, sapevano chi fosse. Ebbi per caso uno screzio con un guappetto del posto, non solo non mi feci intimidire, ma lo misi a posto, ma arrivarono subito un paio di bestie a menarlo e chiedermi scusa.
Lei aveva osservato , era incazzata, di guappi e delinquenti ne ho già troppi, io voglio un uomo che aiuti i miei figli a crescere onesti e rispettosi. Voglio un poeta. Aveva ragione.
I figli partivano per la sera, lei sarebbe rimasta in villa. Fu una notte meravigliosa, ci accorgemmo entrambi che sessualmente eravamo fatti l’uno per l’altra, quando ero dentro di lei, volevo prolungarmi fondermi, sentivo il mio cazzo come facesse parte di lei, e lei di me. Si giocammo anche di bocca, e altro, ed era molto eccitante e ci potevamo scherzare.
“Non hai paura che ti ammazzino, bel poeta? “ per te morirei felice. Per la tua bella figa, sarei io ad ammazzare qualcuno. E facemmo ancora l’amore, in modo appassionato come mai.
Ma i tempi incalzavano dovevo ripartire.
Ma lei aveva in serbo una sua tattica per vedermi ancora. Mandò un figlio e la figlia a studiare nella mia città, prese due appartamenti, io mi occupavo di loro, li seguivo, e lei veniva a trovarli, nel più innocente dei modi. Anzi, seppi che la gente di quelle parti pensava che io fossi uno generoso, a rischiare di essere sorvegliato dalla polizia per aiutare quei mafiosi.
La figlia non ignorava, e quindi potevamo passare delle notti assieme.
Che amante che divenne, sembrava che libera da quell’orribile ambiente volesse essere solo donna, anche innamorata, e con me era felice. Le nostre notti di sesso erano diventate poesia mi diceva, si sentiva libera. Volle provare ogni tipo di intimità. Mi sfotteva, le tue amanti erano come me?
Ma era saggia, il marito non sarebbe tornato più dal carcere, ma lei non lo abbandonava.
“Non ho un futuro con te, mi disse, godiamoci questi momenti, e non innamorarti di me, come io non posso innamorarmi di te”. La vita mi ha dato mille schiavitù, ora i figli, un marito ergastolano ed assassino, un ambiente di delinquenti. “
”Con te ho vissuto il solo momento bello della mia vita.
Grazie. Non posso amarti, e non puoi tu, sarebbe la tua morte.
Facciamo l’amore, bel poeta, fammi provare la tua voglia, ed il tuo amore.
Questa è la cosa più bella che ci può capitare, godiamo insieme.
Ero ora fra quelle montagne, fra brutte facce, un amico originario di la, mi aveva detto che una sua zia, era molto influente, in quella zona, e ce credo, aveva il marito in carcere per mafia, e che anche padre e fratelli mafiosi. E lei non sarebbe mafiosa.?
Non c’erano ristoranti vicini, mi indirizzarono a una panetteria che faceva anche dei panini, una commessa al banco, graziosa, chiamò la padrona, mi avrebbe servito lei. Questa 50enne alta, formosa, ma senza pancia, in abitino nero, poco scollata, ma un bel seno, fianchi e cosce decisamente appetibili. Mi venne da dire che poteva benissimo servirmi la commessa, che, dissi, era forse sua sorella. Lo prese come un complimento, perché mi disse, è mia figlia.
Ebbi un trattamento magnifico, altro che panino, aggiunsero anche qualcosa per la cena, perché sapevano che stavo da solo. Ma come fate a conoscermi? La signora mi disse il mio nome, cosa stavo facendo la, e dove abitavo. Cazzo, ma questa chi è, pensai.
Pensai fosse la zia del mio amico, e dissi, forse lo conoscete? Certo. “È mio nipote, ma qui avete un’amica, e non per mio nipote.” Ne sono lusingato, signora, mi scusi non conosco la zona.” Parlando col voi, mi disse solo “venite a trovarmi”, domattina. Un ordine. Mi piaceva, devo averglielo fatto capire. E non dovevo essergli indifferente. Mi ricordai della mafiosità della famiglia, il marito all’ergastolo, ma sono un pazzo. Non ci posso credere, qui rischio la pelle. E per chi poi? Una 50enne madre di 3 figli? In queste montagne? Niente, la mia soggezione a certa figa, è una mania. La mattina dopo ero da Lei, avevo raccolto dei fiori bellissimi, e quando li portai, non mi aspettavo la reazione . “Qua portano pallottole, non fiori. Qua i poeti li pigliano per ricchioni”
Capii che mi chiedeva se fossi in grado di difendermi. Risposi che avevo fatto il soldato, ma avevo anche cervello per non mettermi sotto il tiro di nessuno. Parve soddisfatta.
Mi disse che gli uomini di quelle parti credevano di essere guappi ed invincibili, ma poi finivano o in carcere, uccisi o sparati. E credevano di essere chissà chi con le donne, ma un “poeta” li poteva riempire di corna. Ci risiamo, col poeta. Mi rivolsi a lei con il “Donna G.”, posso invitarvi a una passeggiata al mare?(30 km) “Venite a tal posto, mi rispose, ho una casa su tale spiaggia, vi aspetto domani a pranzo.”
Eccomi davanti alla villa sul mare, vale molto, suono, mi apre una donna severa in nero, entrate. Lei è in costume, a bordo piscina. Magnifica, si accorge che la ammiro. Mettetevi in costume, e quando esco mi dice che sono in forma, senza panza. Siamo su due sdraio vicine, soli. Mi dice che quella donna è la sorella, vedova di mafia.
E poi, come fosse niente “Ah, ho sistemato quella cosa del fratello della vostra amante, può andarsene da qui e non si faccia più vedere. “Ma Donna G, come sapete della mia amante? “
La conosciamo, è originaria di qui e usa il corpo per sfruttare i fessi ed il marito sa. E ora mi guardava “Che lezione, Donna G, l’ho capito solo ieri, quando mi avete guardato in quel modo. Da ieri, dopo che mi avete guardato, quella donna per me non esiste più.”
Passa al tu. “E secondo te è più bella lei di me?” - No Donna G, quella è una fica qualsiasi, voi siete il mistero della donna e della bellezza, un sogno” . Sono una signora.” Posso chiedere un bacio alla signora? Datemi pure del pazzo, ma ora questo mi farebbe felice”. Incredibile, mi bacia, e con passione anche. “Non lo merito” ed ero sincero, “ma forse i tuoi fiori di campo si.” I corpi vicinissimi si esaltarono entrambi, aveva un seno di marmo senza essere tropo grosso, e sotto il costume si indovinava un monte di venere da sballo.
Ora la volevo, volevo fondermi con lei, mi aveva preso con quei suoi silenzi e sentenze .
Mi portò in camera quasi non osavo, ma lei mi aveva scelto, non ero come i maschi che la volevano, ero secondo lei in "poeta", virile e delicato insieme, aveva bisogno di far l'amore con chi la curasse, invece di essere egoista, ed indovinò.
Mi dedicai a quel seno, alle sue cosce, a quel monte di venere, la figa era perfino profumata, era sana, per fortuna non era interessata alle dimensioni soltanto, mi disse, sembra che il tuo cazzo sia stato fabbricato per la mia fica. Era così, tutto si armonizzava, era capace di darsi, non mi sorvegliava. quando misi la testa fra le sue cosce si sentiva quasi svenire, ricambiava, anche curiosa di provare cose più delicate delle sbrigative cura del marito. Non guardammo l’orologio, ma la sera sarebbero arrivati i figli, ebbi l’impressione che fosse stata felice con me. E che avesse molto fuoco nella fica, altro che la mia ex amante che se la tirava. Non facevo più l’amore con donne che mi volessero davvero da anni. E lei mi voleva.
Da solo nel mio albergo pensavo a quando avevo baciato quel seno, senza stringere, alle sue braccia che mi tenevano mentre raggiungeva l’orgasmo. Mi piace il tuo odore mi aveva detto, ma aveva un corpo sano, ed anche lei emanava un buon profumo. Impazzivo per le sue cosce, perfette.
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Aspettai, ma il giorno dopo era domenica e la incontrai che usciva di messa e poi faceva una passeggiata sulla spiaggia, sorella a fianco, figlia avanti col fidanzato. Era bellissima, ma la gente non alzava troppo lo sguardo, sapevano chi fosse. Ebbi per caso uno screzio con un guappetto del posto, non solo non mi feci intimidire, ma lo misi a posto, ma arrivarono subito un paio di bestie a menarlo e chiedermi scusa.
Lei aveva osservato , era incazzata, di guappi e delinquenti ne ho già troppi, io voglio un uomo che aiuti i miei figli a crescere onesti e rispettosi. Voglio un poeta. Aveva ragione.
I figli partivano per la sera, lei sarebbe rimasta in villa. Fu una notte meravigliosa, ci accorgemmo entrambi che sessualmente eravamo fatti l’uno per l’altra, quando ero dentro di lei, volevo prolungarmi fondermi, sentivo il mio cazzo come facesse parte di lei, e lei di me. Si giocammo anche di bocca, e altro, ed era molto eccitante e ci potevamo scherzare.
“Non hai paura che ti ammazzino, bel poeta? “ per te morirei felice. Per la tua bella figa, sarei io ad ammazzare qualcuno. E facemmo ancora l’amore, in modo appassionato come mai.
Ma i tempi incalzavano dovevo ripartire.
Ma lei aveva in serbo una sua tattica per vedermi ancora. Mandò un figlio e la figlia a studiare nella mia città, prese due appartamenti, io mi occupavo di loro, li seguivo, e lei veniva a trovarli, nel più innocente dei modi. Anzi, seppi che la gente di quelle parti pensava che io fossi uno generoso, a rischiare di essere sorvegliato dalla polizia per aiutare quei mafiosi.
La figlia non ignorava, e quindi potevamo passare delle notti assieme.
Che amante che divenne, sembrava che libera da quell’orribile ambiente volesse essere solo donna, anche innamorata, e con me era felice. Le nostre notti di sesso erano diventate poesia mi diceva, si sentiva libera. Volle provare ogni tipo di intimità. Mi sfotteva, le tue amanti erano come me?
Ma era saggia, il marito non sarebbe tornato più dal carcere, ma lei non lo abbandonava.
“Non ho un futuro con te, mi disse, godiamoci questi momenti, e non innamorarti di me, come io non posso innamorarmi di te”. La vita mi ha dato mille schiavitù, ora i figli, un marito ergastolano ed assassino, un ambiente di delinquenti. “
”Con te ho vissuto il solo momento bello della mia vita.
Grazie. Non posso amarti, e non puoi tu, sarebbe la tua morte.
Facciamo l’amore, bel poeta, fammi provare la tua voglia, ed il tuo amore.
Questa è la cosa più bella che ci può capitare, godiamo insieme.
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