Quando l’erezione arriva al momento sbagliato
di
Vandal
genere
etero
Quando l’erezione arriva al momento sbagliato
Una voglia calda mi pervade, mi prende e mi afferra, sento il cazzo turgido. Non ne posso fare a meno ma non posso alzarmi dalla mia postazione o darei spettacolo ai colleghi dell'ufficio. Allora continuo a battere sulla tastiera, sperando che l'erezione si sciolga, a battere fatture, a spostare denaro "Il capo ti vuole" dice Marta la segretaria del mio boss
"Ora?"
"E' un problema?"
"Un po' imbarazzante"
Lei guarda lo schermo e vede solo le pagine excel, poi vede la mia posizione sotto la scrivania, troppo sotto la scrivania e.. "Non stavi guardando un porno, vero?"
"No ma, stavo pensando ad una cosa successa ieri sera e.. sai come siamo noi maschi" mi picchietto un lato della tempia "Pensiero fisso"
Mi guarda seria "Hai un'erezione?"
“Ehm”
“Ok, avverto il boss che hai avuto un’urgenza” dice lei e mi porge una cartelletta “Copri il corpo del reato” e si allontana verso il fondo degli uffici
Corro in bagno e mi cerco un cesso dove posso svuotarmi in santa pace. Tana libera tutti in fondo. sto per chiudere ma, una mano blocca la porta e, senza che riesca a protestare, Marta è dentro con me con l’erezione premuta sul suo ventre “Uh, bello tonico”
Marta è carina: mini gonna , dolcevita bianco a mezze manica che le disegna due tette misure tre, due occhiali dietro le cui lente si nascondono occhi color turchese “Adesso stai buono e non fiatare” si inginocchia e me lo estrae a fatica, una nerchia da una spanna che salta fuori a molla davanti al suo naso “Cosa hai preso? Viagra?”
“Non sono ancora a quel livello” faccio offeso
“Sia ben chiaro, dopo questo che sto per fare, voglio un invito a cena con susseguirsi scopata da urlo”
“Parola” metto una mano sul cuore
Lei ingoia e comincia a lavorare di lingua e labbra. Su e giù, da vera esperta, me lo ingloba come un calippo su una spiaggia d’estate. Lavora alacremente e penso che, dovrò ricambiare questo lavoro di lingua nel dopo cena.
Un’impresa titanica “Vengo” dieci minuti e, finalmente, le esplodo in gola. Succhia fino in fondo. Lui resta rigido ancora un po’. Lei mi guarda golosa “Avrei voluto farmi avanti in maniera differente ma, immagino anche questa sia un appuntamento”
“Sì… che ne diresti domani sera al Diogene’s”
“Direi che è perfetto. Mio marito è fuori per un paio di giorni”
“Ottimo” sorrido
Apre di un dito la porta del bagno, appura che non ci sia nessuno e se ne va “Wow”. Ritiro l’attrezzatura, torno alla normale vita da ufficio. Alla porta del boss busso. Avanti secco. Lei, seduta sul bordo della scrivania, con una mini fino al ginocchio ed una camicetta a scollo ampio che le mette in risalto due tette da paura “ Chiudi a chiave, uomo”
Obbedisco “Se hai voglia di scopare.. mi sono appena masturbato”
“Lo immaginavo” sorride lei “Hai tempi di ripresa brevissimi, fortunatamente” si alza la gonna a mostrare una fica perfettamente liscia “Vieni qui e leccamela”
“Stasera si fa il bis?”
“Stasera devo uscire. Sto via un paio di giorni” dice lei mentre io mi inginocchio e affondo la lingua tra le sue gambe “Starai a casa da solo a fare il bravo maritino”
Sì, proprio.
Una voglia calda mi pervade, mi prende e mi afferra, sento il cazzo turgido. Non ne posso fare a meno ma non posso alzarmi dalla mia postazione o darei spettacolo ai colleghi dell'ufficio. Allora continuo a battere sulla tastiera, sperando che l'erezione si sciolga, a battere fatture, a spostare denaro "Il capo ti vuole" dice Marta la segretaria del mio boss
"Ora?"
"E' un problema?"
"Un po' imbarazzante"
Lei guarda lo schermo e vede solo le pagine excel, poi vede la mia posizione sotto la scrivania, troppo sotto la scrivania e.. "Non stavi guardando un porno, vero?"
"No ma, stavo pensando ad una cosa successa ieri sera e.. sai come siamo noi maschi" mi picchietto un lato della tempia "Pensiero fisso"
Mi guarda seria "Hai un'erezione?"
“Ehm”
“Ok, avverto il boss che hai avuto un’urgenza” dice lei e mi porge una cartelletta “Copri il corpo del reato” e si allontana verso il fondo degli uffici
Corro in bagno e mi cerco un cesso dove posso svuotarmi in santa pace. Tana libera tutti in fondo. sto per chiudere ma, una mano blocca la porta e, senza che riesca a protestare, Marta è dentro con me con l’erezione premuta sul suo ventre “Uh, bello tonico”
Marta è carina: mini gonna , dolcevita bianco a mezze manica che le disegna due tette misure tre, due occhiali dietro le cui lente si nascondono occhi color turchese “Adesso stai buono e non fiatare” si inginocchia e me lo estrae a fatica, una nerchia da una spanna che salta fuori a molla davanti al suo naso “Cosa hai preso? Viagra?”
“Non sono ancora a quel livello” faccio offeso
“Sia ben chiaro, dopo questo che sto per fare, voglio un invito a cena con susseguirsi scopata da urlo”
“Parola” metto una mano sul cuore
Lei ingoia e comincia a lavorare di lingua e labbra. Su e giù, da vera esperta, me lo ingloba come un calippo su una spiaggia d’estate. Lavora alacremente e penso che, dovrò ricambiare questo lavoro di lingua nel dopo cena.
Un’impresa titanica “Vengo” dieci minuti e, finalmente, le esplodo in gola. Succhia fino in fondo. Lui resta rigido ancora un po’. Lei mi guarda golosa “Avrei voluto farmi avanti in maniera differente ma, immagino anche questa sia un appuntamento”
“Sì… che ne diresti domani sera al Diogene’s”
“Direi che è perfetto. Mio marito è fuori per un paio di giorni”
“Ottimo” sorrido
Apre di un dito la porta del bagno, appura che non ci sia nessuno e se ne va “Wow”. Ritiro l’attrezzatura, torno alla normale vita da ufficio. Alla porta del boss busso. Avanti secco. Lei, seduta sul bordo della scrivania, con una mini fino al ginocchio ed una camicetta a scollo ampio che le mette in risalto due tette da paura “ Chiudi a chiave, uomo”
Obbedisco “Se hai voglia di scopare.. mi sono appena masturbato”
“Lo immaginavo” sorride lei “Hai tempi di ripresa brevissimi, fortunatamente” si alza la gonna a mostrare una fica perfettamente liscia “Vieni qui e leccamela”
“Stasera si fa il bis?”
“Stasera devo uscire. Sto via un paio di giorni” dice lei mentre io mi inginocchio e affondo la lingua tra le sue gambe “Starai a casa da solo a fare il bravo maritino”
Sì, proprio.
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