In fuga dalle troie succhiatrici

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etero

In fuga dalle troie succhiatrici

Puntuale arrivano, le troie succhiatrici. In Estate proliferano fino a fine settembre. Piccole puttane nere, con il loro pungiglione, microscopiche che te ne accorgi solo quando pungono. E lì, sciaff, immancabile lo schiaffo che te li spalmi sulla pelle, con strisce di sangue e schifezze varie "Odio questo posto" Matilda sembra un direttore d'orchestra, con quelle mani a sventolarsele attorno a scacciare moscerini
A me se ne sono infilate qualcosa come mille mila nel naso, nelle orecchie, in gola. Quando lavori nell’orto non è mai un piacere. Ci vado come un palombaro, in tuta bianca alla CSI, occhiali aderenti, mascherina anti fumi tossici e cappello con visiera. E, nonostante tutto, quelle piccole bastarde si infilano comunque
Matilda odia la pianura, odia la campagna, odia le zanzare. Beh, anche noi odiamo le zanzare anche se, come per la nebbia in inverno, abbiamo stabilito un patto di pacifica convivenza. Non sempre funziona "Prepara la valigia che domani si va' su dai tuoi" dico
Dai suoi, sua madre e il suo patrigno, viticultori a Calvignano Pavese, un piccolo borgo fatto da tre case, una chiesa e un paio di agriturismi
Matilda è avvolta in un vestito unico, con i polsi legati da elastici per impedire alle zanzare di infilarsi in cutanea. Indossa i guanti, stivali di gomma e un vistoso cappello a veletta nera. E fa' un caldo appiccicoso "Ci stabiliamo là?" chiede lei
"Due giorni sono più che sufficienti"
"Ma poi dobbiamo tornare qui, nell'afa e tra le zanzare"
"Fa caldo anche là"
"Ma non ci sono le zanzare"
"Solo due giorni. Sai che non posso lasciare il negozio da solo"

In casa, in doccia, Matilda si è tolta la tenuta anti stupro. Entra prima lei. Ha cinquant’anni, come il sottoscritto, un fisico che regge ancora bene, seppure qualche cedimento appare. La vita sessuale è nella media. E lì, come spesso accade, nuda sotto la doccia, il cliché di ogni film che si rispetti, accende le mie voglie. Entro insieme a lei, glielo faccio sentire tra le chiappe, le afferro le tette, grandi e morbide. Lei ride, si dimena contro di me. Ho una sbarra di ferro pronta all’uso. La volto, mentre l’acqua ci avvolge e ci solletica. La penetro con foga, sollevandole una gamba. Lei mugugna, chiama il mio nome, mi implora di non fermarmi.
Ci do’ dentro come se non esistesse un domani, fino a che la schiena non cede e i dolori da ernia si ripresentano. Soffoco le lacrime e resisto. Al fine cedo, all’orgasmo e alla spina dorsale che vibra come uno xilofono.
Matilda tutta contenta, per suggellare il rapporto, si china e mi esegue un lavoro di bocca da 110 e Lode

Calvignano, adagiato tra le colline dell'Oltrepo' pavese, 480 abitanti. La strada che da Casteggio si snoda tra le colline, dove sontuose aziende vinicole occupano ognuna un cucuzzolo di collina, offre viste mozzafiato. Superata un dosso, la strada si abbassa e si punta al paesello. In giro, nessuno, un paio di turisti sono fermi vicino alla panchina gigante che domina il vigneto dei Travaglino. Loro son lì da duecento anni e han presoi possesso di tutta la collina, finanziato il pan chinone e producono almeno il quaranta per cento di vini di quella parte di oltrepo’
Proseguiamo oltre Calvignano, subito dopo il pan chinone, si gira a sinistra su uno sterrato. Sfioriamo il cimitero e scendiamo per un pendio quasi da montagna russa. Superiamo un piccolo casale e ci immettiamo in un piccolo bosco.
Oltre il bosco si apre una vista di un paio di ettari di vigneto, dominata da una torre cilindrica accorpata ad una piccola cascina, riadatta locanda. Parcheggiamo vicino una vecchia Bentley color verde pastello. Rufi, il barbone dello stalliere, ci viene incontro scodinzolando
La signora Pardi ci viene incontro dalla casa: urla, braccia al cielo. La madre di Matilda è una signora sui settanta, con dei bei capelli color d’argento e un fisico che non ha nulla da invidiare alle donne più giovani. Ha un passato da modella, vedova due volte, ora sposato con un viticulture di nome Manlio Agostini, un bell’uomo dal portamento signorile, folti baffi neri che a me ricorda molto il Garrison di Daitarn 3
Baci e abbraccia da parte della madre. Un cenno di saluto dal patrigno

"Come vanno le cose con MAtilda?" chiede Giacomo, il patrigno. Siamo accomodati in verande e guardiamo la proprietà, i vigneti, i cespugli di lavanda
"Com'è la vita di città? Per MAtilda intendo"
"Ah, lo sai che non viviamo in mezzo alla pazza folla" sorrido "Si scoccia per le zanzare” guardo la sua espressione seria “E tu?”
“Eva mi tradisce” lo butta lì, con voce incolore, quasi come se mi avesse detto il risultato della Champion
“Ah” non so che dire “Ma sei sicuro?”
“Sai che questo è un vecchio podere legato ai duchi di Montalto?” annuisco. Svia la questione. “Il duca aveva l’abitudine di sgattaiolare fuori dalle mura e finire fino a qui, dove incontrava le sue molteplici amanti. La duchessa lo sapeva e faceva finta di niente. Anzi, credo che,mentre il marito si sollazzava sotto le lenzuola con giovani fanciulle, lei si sollazzasse con giovani fanciulli” ammicca nella mia direzione “Nella nostra camera da letto c’è un dipinto che raffigura delle ninfe in adorazione del dio Pan che suona la sua siringa. Dietro c’è un’intercapedine. Eva non lo sa, almeno credo. Una volta non sono andato a Montalto, mi sono fermato vicino al cimitero di Calvignano e mi sono fatto una camminata a ritroso. Sono entrato nel posto segreto et voilà: il figlio dello stalliere che se la montava come una vacca in calore”
“Uh, mi spiace”
“E sai qual è la cosa divertente?”
Intuisco e dico “Non ti spiace guardarla mentre scopa con altri”
“Sono un fottuto guardone” ammette

Più tardi, con Matilda nuda che mi cavalca come un’indemoniata, proietto la mia mente a pensare quello che mi ha detto il suocero. Arrivare a perdonare il tradimento della moglie e diventare un guardone pur di eccitarsi.
Una volta esploso dentro Maty, lasciateci cadere uno a fianco all’altro, lei mi chiede: “A che pensavi?”
“A nulla in particolare”
“Mmm, non me la conti giusta. Quando hai un pensiero, assumi uno sguardo strano, distaccato”
“Tu conosci bene questo luogo?”
“Sì, ci sono cresciuta. Perché?”
“Prometti di non dire nulla, se ti dico una cosa?”
Mette una mano sulla tetta e alza la mano “Promesso”
“Tua madre tradisce il tuo patrigno con il figlio dello stalliere”
“Ah… Avevo un sospetto”
Mi tiro su per i gomiti e la guardo stupita “Lo sapevi?”
“Sì, beh, mia madre è sempre stata una.. infoiata”
“Ah, bene.. cioè, male”
“Ah, non mi farei grossi problemi” scivola su di me “Ora, fammi fare una cavalcata come si deve”
Solo dopo mi viene in mente che, di stanze segrete dietro le camere da letto, potevano essere più di una. Si starà eccitando guardando anche la figlia che fa sesso con me?

La cosa diventa un po’ morbosa verso sera, quando Giacomo accusa una scusa credibile “Devo vedere dei clienti a Fortunago, farò tardi”
“Certo caro, non ti preoccupare”
E sì, mi sa che Eva avrebbe convocato il giovane stalliere per farsi una cavalcata serale. Quello che non ho preventivato era che, avesse voglia di farsi un quartetto
Mentre io e Matilde stavamo svolgendo i preliminare, sentiamo bussare la porta. Senza che nessuno dicesse un avanti o chi è, la porta si apre e compare Eva, in una vestaglia trasparente azzurra, aperta sulle sue nudità. Dietro, il giovane stalliere, in camicia sbottonato e calzoni in pelle lucida, che entra e chiude la porta “Mamma” Matilde tra il sorpreso e lo scandalizzata “Ettore?” MAty nuda ad eccezione di un paio di mutandine. Io, nudo in piena erezione
“Bene, siete già in tensione” sorride Eva
“Mamma, cosa hai intenzione di fare?”
“Tranquilla tesoro, ci si diverte un po’”
Senza che io potessi dire o fare qualcosa, la mamma di Matilde mi è subito a cavalcioni, con la figa premuta contro la mia erezione mentre, lo stalliere, prendeva in disparte Matilde.
In breve tempo, una piccola orgia ebbe inizio. Eva, cavalcatrice navigata, si muoveva sopra e attorno a me. Nella mia testa pregavo che Giacomo non ci stesse guardando, o si sparasse una sega mentre ci stava osservando.
Matilde mi guarda a faccia in giù sul letto, con Ettore che la martella da dietro. Mi fa capire di non preoccuparsi. Sembra di s stare sul set di un film porno. Mi ritrovo Matilde premuta contro di me, io che la posseggo, Eva con la faccia tra di noi a leccarci entrambi, Ettore che pompa Eva da dietro.
Non so quanto duri la cosa ma, alla fine, ci ritroviamo tutti a letto, sfiniti e soddisfatti.
Eva sorride soddisfatta, si alza, recupera la vestaglia ed Ettore e se ne và “Da non crederci” commento
“E’ stato strano” dice Matilde “A te è piaciuto?”
“Mah, strano sì”
“Scusa se mi sono fatta inculare da Ettore”
“Scusa se mi sono scopato tua madre”
Ci scusiamo a vicenda con un’altra bella scopata.

Il giorno dopo, la partenza. Eva ci viene a salutare come il giorno in cui siamo arrivati. Mi strizza l’occhio e se ne và. Lo stalliere ci fa un cenno da lontano.
Giacomo si avvicina, saluta la figliastra, poi, rivolto a me “Tornate pure quando volete”
“Certo, ormai, siamo di casa”
Mi passa vicino e lo sento sussurrare “E’ stato molto eccitante ieri sera” e si allontana
“Quel che successo non è normale” dico
“Sì ma, in qualche modo divertente”
“Sembrava di essere in uno di quei racconti ER che ti piacciono tanto: c’è il guardone, c’è il tradimento, lo scambio di coppia, il sesso tradizionale, l’orgia”
“Beh, potresti scriverlo e spedirlo, tu che dici?”
“Dico che non sarebbe male come idea”
“Che titolo ci metti?
“Boh? Orgia a quattro? Il guardone spia la moglie con lo stalliere, la figliastra e il genero?”
“Fuga dalla città e dalle zanzare”
“Zanzare.. In fuga dalle troie succhiatrici” e scoppiamo a ridere come due idioti

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scritto il
2023-05-30
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