La villa dimenticata (horror)
di
AlexFree
genere
feticismo
Ciao a tutti, io sono Giulio, vivo in un piccolo paesino delle marche. vivo qui da sempre è. Un posto molto isolato dove l eta media è molto alta. Per fortuna non sono l unico giovane in questo paesino ma ce anche lei, melissa, la mia migliore amica. Io e melissima ci consciamo da sempre , siamo cresciuti insieme e siamo come fratello e sorella, ci piace passare le giornate e le notti insieme, anche perche in questo posto perduto non ci sono molte persone da conoscere. Io ho 18 anni e sono un ragazzo magrino bassino e un po timido, mentre Melissa ne ha 19 ed è un po piu alta di me e di una corporatura robusta, inoltre lei porta circa un 37/38 di piede. Non che me ne importi molto dato che l ho sempre vista come una amica, anche se in questo ultimo periodo è scattato qualcosa in me qualcosa che mi fa vdere melissa in maniera diversa. Ovviamente non avrei mai il coraggio di provarci co lei, sono troppo timido e ho troppo paura di perderla, in piu sono molto fifone al contrario suo, che è molto coraggiosa e inraprendente, con molta vogli di di scoprire cose nuove. Infatti lei mi porta sempre ad esplorare boschi e posti abbandonati; oggi infati viene da me a parlarmi e vedo che tira fuori dallo zaino una mappa dicendomi “allora giulietto sei pronto per l avventura di oggi?” Io gli rispondo” sai che non sono mai pronto alle tue avventure” allora lei dice “sei sempre il solito fifone, dai che questa volta è una cosa serie ho scoperrto una villa abbandonata”. A me si gelava il sangue, una villa abbandonata? A me fa paura casa mia di notte fgurati una villa abbandonata, comunque ovviamente mi convinse e partimmo. Nel viaggio Melissa mi raccontava come aveva rimediato la mappa, dicedomi che l aveva presa di ascosto dall ufficio di suo Nonno che ani fa era il sindaco di questo paesino. Ci inoltravamo nel bosco e mano a mano la vegetazione diventava sempre piu fitta fino quasi non vedere piu la luce, ci fermiamo davati ad un muro di piante e ci guardiamo intorno, io non capisco bene, non ce niente intorno; ma Melissa è convinta di essere arrivata io gli dico:” Melissa qui non ce niene forse dovremmo tornare indietro”.. lei ovviamente risponde “ dai sei solito fifone ci vuole un attimo di pazienza, conosco a memoria questi posti sarà qui da qualche parte “ infatti taglando delle piante n machete che si era portata dietro riesece a trovare un muro di pietra e continuando a seguirlo trovammo un cancello rotto d a dove si poteva entrare. Apenna finito di scavalcare rimango stupito di quello che vedo, una villa enorme e molte vecchie , si presta davanti a noi, ovviamente si vede che è olto malandata e cade quasi tutta a pzzi, io mi sarei fermato gi ali ma dipendevo da Melissa che voleva esplorarle. Entriamo dall atrio principale e dentro è tutto è pieno di vecchie cianfrusaglie, si vede molto bene che all’ epoca era una casa di lusso. Ci guardiamo intorno per vedere un po tutte le ciafrusaglie ecuriosare per vedere se si potesse vedere qualcosa che attirasse la nostra curiosità, nel mentre non posso fare a meno di non notare la bellezza di Melissa, mano a mano che sto con lei mi rendo conto di quanto mi piace, è vestita con una felpa leggera di colore amaranto dei jeans e ai piedi delle scarpe d a montagna basse. Un rumore di scricchiolii mi riporta alla realtà, ma è normale per queste vecchie case. Poi melissa aprendo un cassetto trova una letterra molto strana era da parte di giovnni ma non cera scritto per chi era , la lettera diceva “ cara, mi dispiace, ma non posso piu essere il tuo oggetto. Da quando sono qui ho perso completamente la mia anima mi hai completameto svuotato da ogni emozione, per questo non riesco piu a sopportare questa relazione. Mi dispiace, tuo Giovanni.” Melissa: “ hai visto Giulietto che cosa ce scritto sembra una lettera di un divorzio” io : “ si è vero ma forse non dovremmo curiosare nelle cose degli altri” e lei: “ a quali cose degli altri, questa villa è abbandonata da secoli siamo i primi ad entrari chissa da quanto tempo questa gene sarà morta”. Cosi decidiamo di proseguire, ma le scale del piano di sopra sono rotte allora proviamo ad aprire una porta di legno bianco ma è chiusa, l unica strada proseguire in un salottino vicino. Entriiamo nel salottino e sembra o meglio sembrava molto carino per essere dell epoca ora la polvere e il tempo a a rovinato tutto. Davanti a noi una liberria gigantesca copre tutta la parete con libri di ogni genere e dopo pochi secondi un rumore vicino a noi ci fa gelare il sangue. Un rumore di un vetro rotto dietro di no ci fa spaventare, guardiamo intorno e notmiao una foto in una cornice caduta a testa in giu per terra, Melissa la solleva ed il vetro è rotto ma dalla foto si riesce ad intravedere una giovane donna che sembrerebbe ricca stare i piedi sopra a qualcosa manon si capisce bene di cosa si tratti; la donna aveva un aria felice ma allo stesso tempo molto altezzosa, un po da snob diciamo; poco dopo un altro rumore attira la nostra attezione una risata, una risata di donna provenire dal corridoio. Io ero impauritissimo mentre melissa super determinata va subito a vedere di cosa si tratti e non riesco a fermarla. Il corridoio era molto lungo e pieno di quadri di paesaggi, tranne uno piu piccolo che rappresentava una donna con un guinzaglio in mano probabilmente la donna della foto di prima. Le sorprese non sono finite, perche ad un tratto una altro rumore ci fa gelare il sangue, dalla direzione dove siamo arrivati, sentiamo un ringhio di cane ci giriamo ed infondo al corridoio ce un lupo minaccioso che ci punta. Impauriti corriamo avanri giriamo per le curve del corridoio fino a quando entriamo ina stanzetta , cioe in uno sgabuzzino,melissa tiene la porta mentre mi dice di togliere una grata che ha visto in alto sul muro, salgo sulla sedia e la tolga entrando sentro, lei molla la porta e corre verso la grata sale sulla sedia ma in quel momento il lupo gli morde una scarpa Melissa è quasi sentro ma non riesce ad entrare per via dle lupo, allora per staccarsi d alui, si slaccia la scarpa e ed entra chiudendo la grata. Dopo un breve momento di pausa per rifiatare ci abbracciamo e Melissa mi dice: “sei stato bravissimo ce l abbiamo fatta anche se per poco” io gli rispondo” si ce l abbiamo fatta ma adesso hai perso la scarpa” lei mi risponde “ non ti preoccppare, tanto finche siamo qui sntro non mi serve” e si toglie anche l altra mettendola nello zaino. Adesso melissa era senza scarpe e in me mi suscita un emzoione strana che on avevo mai snetito e non capivo perche ci fosse, dato che l avevo vista senza scarpe e calze molte volte nella mia vita ma sta volta era diverso. Continuiamo ad andare avanti anche perche non avevamo sclta, stiamo striisciando in un cuicolo di metallo come se fosse un impianto dell aria, Melissa coraggiosa come sempre va per priima togliendo tutte le ragnatele che incontra, nel mentre io non posso fare a meno di guardare con la torcia accessa, i piedi o meglio le calze di melissia, che mi sembrano bellissime vorrei avvicinarci la faccia,, infatti andnado un po piu avanti a pposta mi trovo ad un centimentro dal suo piede ed una leggere fragranza mi inebria il naso mandnaadomi in ecstasy e facendoi ingrossare il basso ventre. Fino a che Melissa esclama” eccolo!” Dandomi un leggero calcetto sulle labbra. Aveva trovato una grata di uscita, allora prova ad aprirla mentre io sto dietro di lei, melissa ha entrambe le mani sulla grata intena a spingerla mentre a ranicchiato le gambe per mettersi comoda, adesso è girata sul lato sinistro con le gambe ranicchiate ed una sopra l ‘altra e per sbaglio appoggia i suoi piedi uniti sul mio pacco. Io vedo le stelle, mi imbabolo e la mia erezione crece a dsmisura, non posso fare a meno di guardare quelle calzette grigi e in particolare quei talloni che sono scontrano la parte dei miei pantaloni dove ce la cappella; sol un suo “ dai aiutami “ mi riporta alla realtà. Allora stendo il mil braccio sinitro sulla grata per fare forza e lei dal nulla, inizia a spingere con entrambe le piante i piedi sul mio pacco per farsi forza, ovviamnete non renendosene conto, io in quel momento sono in paradiso, anche se la pressione è forte mi piae un sacco e vorrei che non smettesse mai, ma prorpio in quel momento la grata si aprii e cademmmo insieme nella stazetta. Un po intotiti ci tiriamo su e ci guardiamo intorno, la stanzetta sembra una stanza privata di quella donna ci fosse molti suoi ritrtti e una toilette per truccarsi in legno, sopra c era una sua foto vestia tutta di nero con la scritta “la tua Dea”. Io e melissa non possiamo fare a meno di commentarla anche se una porticina della stanza ci sembra molto interessante. La aprimao ed era una grandissima scarpiera piena per lo piu di stivali da donna. Lcosa strana e che questi stivali erano tutti di una taglia molto grande e molti sembravano rivinanti non solo da strane macchie fuori ma anche da strane macchie all interno delle scarpe. Non troviamo nulla di interessante, cosi proviamo ad uscire da una latra porta che da su un altro corridoio. In quel momento dico a melissa” Meli ma sicura che non vuoi mettertii l altro scarponcino o provare ad indossarne uno stivale anche se grande?” Mi rispode “ no tranquillo che dobbiamo correre come prima mi rallenterebbe e basta”. Usciamo dalla stanza e scegliamo di andare da un lato del corridio che è pieno come per il resto della casa di cifrusaglie, arriviamo fino in fondo e ce un comodino in egno dove sopra ce un cofnetto doro. melissa lo apre e dentro ce un anello con una pietra nera, a melissa non piace molto ma comunque se lo mette in tasca. Continuiamo ed arriviamo una stanza grandissima , una vecchia sala da pranzo con un sacco di cose dorate sparse dappertutto. In quel momento Melissa dice “ahii!!! Ho pestato qualcosa” ci sediamo su dlle sedie antiche io su quella destra e lei su quella sinistra, melissa alza il piedoe vicisno alla mia faccia e dice” ce qualcosa?”gli rispndo” non mi sembra” e nel mentre lei lo appoggia sulla gamba solo che per via di una piccola erezione il suo tallone si appoggia sul mio pene e di nuovo mi fa scattare una serie di emozioni fortissime, io controlo meglio e tolgo dalla calze, con un po di difficolta un pzzo di vetro che si era iincastrato e poi rimaniamo un atimo a riposarci. Dopo poco ci alziamo e iizamo agurardi inrno il problema è che tutte le porte sono chiuse enon abbiamo niente per sfondarle, cosi melissa vede una scala di legno che pero rimane un po alta per arrivarci e gli dico” che cosa vuoi fare?” Capendo le sue intenzioni e lei mi ripsonde” mi voglio arrampicare ovviamente” io sbuffo ma non ho altra scelta allora le dico” ma poi come faccio a salire?” E lei2 non sali vado io a cercare qualcosa di utile tu rimani qui” dicendo cosi si toglie lo zaiono che cade per terra e dice “ dammi una mano dai”. Mi metto nella parte posteriore della scala e metto le mani a conchetta, lei mette il suo piede destro sulle mie mani e gia in quel momento mi fa crescere una srana sensazione nei pantaloni, poi pero mi dice” dai Giulio tirami piu cosi on vdi che non ce la faccio” allora scende e ci riproviamo cosi tengo le mani poco sopra all altezza del pene , lei mette il piede destro sulle mie mani, ma con le dita mi tocca la cappella mandondomi per l ennesima volta in estasy; coninua a salire etendo il piede sinistro sulla spalla e sale sulla scala a pioli di legno fino in cima andnado al piano di spra e dicnedomi “ resta qui che torno subito”. Passano 20 minuti e ancora niete mi sto annoiando e l anisa mi perade, poi noto che ce qui l suo zaietto allora mi avvicino e lo apro, dnetro ce ra il suo scarponcino e in me nasce una sensazione di ansia e di curiosita, cosi prendo lo scarponcino che è ancora caldo e lo annusso perdendomici dnetro per vari minuti, in attesa del ritorno di Melissa…
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