Cominciammo sul autobus
di
2 di Picche
genere
etero
Mi chiamo Francesca e ho 35anni
Mi amo definirmi ragazza ma sono mora, dal fisico asciutto, le gambe slanciate e una 3^ di reggiseno.
Non ho un uomo anche in gioventù ho avuto un ragazzo,
Da quasi 20 conosco Alessandro che rimasto vedovo da un anno.
Ha quasi 60 anni ma è un uomo atletico e prestante.
Molte mattine saliamo sullo stesso autobus verso Bologna e ci facciamo compagnia per quasi un’ora.
Una mattina d’estate mi sono presentata alla fermata con un vestito corto che lasciava in mostra le mie gambe, che attiravano gli sguardi di molti.
Attirava anche lo sguardo di Alessandro che una volta salito sull’autobus e sistematosi come sempre al mio fianco, non mancò di farmi i complimenti.
“Davvero ti piacciono le mie gambe?”
“Si mi piacciono molto” mi rispose appoggiandoci sopra una mano e accarezzando una coscia.
Mi prese alla sprovvista, volevo fermarlo perché ritenevo la cosa sconveniente, ma non lo feci, guardai in giro e siccome nessuno se n’era accorto lo lasciai fare.
In fondo la cosa mi piaceva, anzi, mi eccitava.
Io scendevo per ultima per cui mi sedevo lato finestrino, guardando fuori lo lasciai fare godendomi quelle carezze.
Ma non aveva notato solo le gambe, il suo occhio cadeva spesso anche nella mia collatura.
Venne ora si scendere e Alessandro mi salutò come al solito, solo allora mi accorsi chi stare a cosce spalancate con le mutande quasi in vista, dato che la gonna del vestito era risalita come la sua mano.
Avevo le mutande fradice, Alessandro era passato dalla coscia alla patatina lisciandola attraverso le mutande portandomi alla soglia dell’orgasmo.
La vota dopo mi ci portò, non perse tempo nel capire se la cosa mi piaceva, ormai gli era chiaro che gradivo la sua mano tra le cosce per cui dopo una rapida carezza alla coscia arrivò subito a torturare la patatina.
Fu un bello sforzo restare impassibile con il viso e fare sembrare che le contrazioni del corpo fossero scossoni delle buche della strada, ma fui brava.
Però il problema ora andare dalla fermata dell’autobus al lavoro con le mutande fradice.
La mattina seguente senza mutande, e questa volta fu Alessandro a sforzarsi di restare impassibile quando ebbe la sorpresa tra le mani.
Non vi volle poi molto ad avere una proposta di uscire assieme e così una sera ci ritrovammo a cena a casa sua, io con un altro vestito corto e scollato e ancora senza mutande, questa volta non avevo nessuna voglia di trattenermi.
Così dopo cena mi misi sul divano a gambe invitanti volutamente aperte.
“Questa sera non mi massaggi la patatina?”
Si mise tra le mie cosce, mi sollevò il vestito fino a scoprirmi l’ombelico e mi sbottonò la scollatura per liberarmi le tette.
Poi si calò i pantaloni e i boxer restando di fronte me con una magnifica erezione.
“Questa sera il massaggio te lo faccio da dentro la figa usando questo al posto del dito.”
Finalmente, ed ero pure libera di non restare impassibile di contorcermi a piacimento quando mi avrebbe fatto godere.
E vi assicuro che è stato veramente una gran massaggio che mi ha provocato una serie di orgasmi che non credevo possibili.
Adoro sentirlo dentro ed essere inondata dal suo sperma, sentire la patatina che si contrae per spremere per bene l’uccello .
È stato così che ci siamo messi insieme, ancora oggi continuiamo con i ditalini durante i viaggi e a casa nostra con magistrali scopate.
Fino a che non siamo passati anche alla scopata sull’autobus quando qualche volta mi siedo su di lui anziché di fianco, e lascio fare alle buche della strada, ma credetemi è dura restare impassibili in pieno orgasmo.
Mi amo definirmi ragazza ma sono mora, dal fisico asciutto, le gambe slanciate e una 3^ di reggiseno.
Non ho un uomo anche in gioventù ho avuto un ragazzo,
Da quasi 20 conosco Alessandro che rimasto vedovo da un anno.
Ha quasi 60 anni ma è un uomo atletico e prestante.
Molte mattine saliamo sullo stesso autobus verso Bologna e ci facciamo compagnia per quasi un’ora.
Una mattina d’estate mi sono presentata alla fermata con un vestito corto che lasciava in mostra le mie gambe, che attiravano gli sguardi di molti.
Attirava anche lo sguardo di Alessandro che una volta salito sull’autobus e sistematosi come sempre al mio fianco, non mancò di farmi i complimenti.
“Davvero ti piacciono le mie gambe?”
“Si mi piacciono molto” mi rispose appoggiandoci sopra una mano e accarezzando una coscia.
Mi prese alla sprovvista, volevo fermarlo perché ritenevo la cosa sconveniente, ma non lo feci, guardai in giro e siccome nessuno se n’era accorto lo lasciai fare.
In fondo la cosa mi piaceva, anzi, mi eccitava.
Io scendevo per ultima per cui mi sedevo lato finestrino, guardando fuori lo lasciai fare godendomi quelle carezze.
Ma non aveva notato solo le gambe, il suo occhio cadeva spesso anche nella mia collatura.
Venne ora si scendere e Alessandro mi salutò come al solito, solo allora mi accorsi chi stare a cosce spalancate con le mutande quasi in vista, dato che la gonna del vestito era risalita come la sua mano.
Avevo le mutande fradice, Alessandro era passato dalla coscia alla patatina lisciandola attraverso le mutande portandomi alla soglia dell’orgasmo.
La vota dopo mi ci portò, non perse tempo nel capire se la cosa mi piaceva, ormai gli era chiaro che gradivo la sua mano tra le cosce per cui dopo una rapida carezza alla coscia arrivò subito a torturare la patatina.
Fu un bello sforzo restare impassibile con il viso e fare sembrare che le contrazioni del corpo fossero scossoni delle buche della strada, ma fui brava.
Però il problema ora andare dalla fermata dell’autobus al lavoro con le mutande fradice.
La mattina seguente senza mutande, e questa volta fu Alessandro a sforzarsi di restare impassibile quando ebbe la sorpresa tra le mani.
Non vi volle poi molto ad avere una proposta di uscire assieme e così una sera ci ritrovammo a cena a casa sua, io con un altro vestito corto e scollato e ancora senza mutande, questa volta non avevo nessuna voglia di trattenermi.
Così dopo cena mi misi sul divano a gambe invitanti volutamente aperte.
“Questa sera non mi massaggi la patatina?”
Si mise tra le mie cosce, mi sollevò il vestito fino a scoprirmi l’ombelico e mi sbottonò la scollatura per liberarmi le tette.
Poi si calò i pantaloni e i boxer restando di fronte me con una magnifica erezione.
“Questa sera il massaggio te lo faccio da dentro la figa usando questo al posto del dito.”
Finalmente, ed ero pure libera di non restare impassibile di contorcermi a piacimento quando mi avrebbe fatto godere.
E vi assicuro che è stato veramente una gran massaggio che mi ha provocato una serie di orgasmi che non credevo possibili.
Adoro sentirlo dentro ed essere inondata dal suo sperma, sentire la patatina che si contrae per spremere per bene l’uccello .
È stato così che ci siamo messi insieme, ancora oggi continuiamo con i ditalini durante i viaggi e a casa nostra con magistrali scopate.
Fino a che non siamo passati anche alla scopata sull’autobus quando qualche volta mi siedo su di lui anziché di fianco, e lascio fare alle buche della strada, ma credetemi è dura restare impassibili in pieno orgasmo.
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