L’isola dei naufraghi-Il riscatto
di
Vandal
genere
sentimentali
L’isola dei naufraghi-Il riscatto
Giulio e Ivana
Giulio è magro, pelle e ossa, gli si vedono le costole e, di certo, non è muscoloso. Ha gli occhiali spessi da miope, i capelli neri ondulati così compatti da sembrare quelli del big jim. E, di conseguenza, le ragazze non lo tirano neanche di striscio. Giulio è la vittima perfetta degli scherzi degli altri. Lui, che nom è un combattente, subisce e si lascia colpire. Anche le ragazze ridono di lui
Ivana è la classica bionda, tutta tette e culo, che attira maschi come api sui fiori. Ivana si vanta di essersi passata metà del liceo. Ha un codazzo di seguaci che le muoiono dietro e baciano la terra su cui passa. Ivana è una di quelle che disprezza e denigra Giulio, definendolo sfigato, rospo, impotente.
Giro in yacht
Un giorno, la classe di Ivana e Giulio fa una gita in barca. Sono su uno yacht di uno studente, un tipo tosto e ricco da fare schifo. Sono lì che tutti si divertono, a prendere il sole come lucertole, a bere alcolici e, ad appartarsi con i ragazzi sottocoperta
Ivana se ne sta lì a prua, seduta a spalmarsi la crema solare sulla pelle, con movimenti lenti e fluidi. I ragazzi la guardano e sbavano. Nel costume, inevitabile, il gonfiore di desiderio
Giulio se ne sta in disparte, sentendosi un pesce fuor d'acqua "Che diavolo fai qui, sfigato?" lo apostrofa Fabio, il belloccio della scuola. Ha il cazzo di fuori e non si preoccupa di ritirarlo, sventolandolo davanti a Giulio "Striscia in coperta, sgorbio"
E, sottocoperta, non è che ci sia un angolo tranquillo. Tutti scopano con tutte. Da una porta vede due ragazze, una bionda e una rossa, in una bollente scena lesbo. Arriva nella zona della cambusa e vede Manlio il cuoco che sta inculando Roberto, il padrone dello yacht. Giulio si rintana in uno sgabuzzino e lì rimane "Che diavolo ci faccio qui?"
Il naufragio
Giulio si è addormentato e si risveglia come se si trovasse su una giostra. Voci concitate, qualcuno che urla. Una sirena bitonale echeggia su tutto lo yacht "Abbandonare la nave!" si sente urlare
Giulio apre la porta dello sgabuzzino ma, si accorge che qualcosa blocca la porta "Ehi, che succede?" chiede "Aiuto!"
"Muoviti, sfigato!" urla il cuoco "La nave affonda"
“Sono bloccato, aiutami” ma il cuoco scappa “Aiuto!”
“Ehi, c’è qualcuno bloccato” sente una voce
“Vieni via, Ivana” urla qualcun altro
“E’ lo sfigato” dice Ivana
“Lascialo perdere e andiamo” dicono le sue amiche
Ma Ivana, che era stronza ma non bastarda, disse alle sue amiche di andare avanti. Ivana aiuta Giulio a liberarsi. La nave imbarca inclinandosi di lato. Ivana finisce contro una parete e Giulio addosso ad Ivana “Non tutte queste confidenza, sfigato” lo respinge. Salgono verso l’alto
Le scialuppe le hanno usate tutte ma, rimane un piccolo gonfiabile “Ingrati!” inveisce Ivana “Non mi hanno nemmeno aspettata”
“Di qua” dice Giulio afferrando la fune del gonfiabile. Lo yacht s’inclina ancora di più. I due finiscono fuori bordo, il gonfiabile cade e si ribalta “Porco cazzo” esclamano all’unisono Ivana e Giulio. Si aggrappano al gonfiabile e nuotano lontani dallo yacht. Con un gemito, lo yacht si inclina ancora di più e cola a picco. Loro due, aggrappati al gonfiabile, guardano mesti un sogno infranto “Porca troia e maledizione a quell’idiota di Marcello”
“Ma cosa è successo?” chiede Giulio
“Marcello si è fatto due strisce e poi si è messo a guidare lo yacht come fosse un dannato off shore. C’erano degli scogli affioranti e lui ci è finito sopra. Idiota, potevamo restarci secchi. E io mi stavo facendo la più colossale delle orge”
“Rimettiamo dritto questo affare” propone Giulio
“E tu cosa stavi facendo, sfigato?”
“Giulio. Il mio nome è Giulio, cazzo”
Lei sorride “Bene, Giulio Cazzo” sbadiglia “Che ne diresti di rimanere sveglio mentre aspettiamo gli altri?”
“Sarebbero già tornati indietro, non credi?”
“Non essere ridicolo: non possono abbandonarci qui, in mezzo al nulla. Almeno, non io”
“Già, perché la tua vita è meglio della mia”
“Taci, sfigato. Non era per te, sarei insieme agli altri”
“E io in fondo al mare”
L’ isola
Passa la notte ma nessuno si vede. Passa un giorno e arriva la notte. Il sonno li vince, crollano sul fondo del gonfiabile.
Giulio si sveglia per primo. Gabbiani sopra le loro teste. Si tira su a sedere e si accorge che, la deriva, li ha portati sulla spiaggia di un’isola “Ivana, sveglia” la scuote
“Ehi, giù le mani sfigato”
“Giulio, maledizione! Mi chiamo Giulio” salta giù dall’imbarcazione, su una spiaggia di sabbia bianchissima. Sguardo d’intorno: qualche roccia, qualche palma. Si muove lungo la spiaggia
“Ehi, dove credi di andare?” lo apostrofa lei
“Devo capire quanto è grande quest’isola” e si allontana
Ivana sbuffa, si guarda in giro. Nella concitazione del momento, si era dimenticata del cellulare. Salvo nella sua borsetta ma, con la batteria ridotta al 15%. E non c’è campo “Maledizione” scende dal gonfiabile e, decide di allontanarsi in una direzione opposta a quella presa da Giulio.
Si ritrovano dall’altra parte dell’isola a ridosso di una corona di palme “Siamo fottuti” dice Giulio
“Verranno a cercarci” replica fiduciosa Ivana
“Chi? I tuoi amici che ci hanno lasciato sullo yacht?”
“Non dovevo rimanere ad aiutarti, sfigato”
“Ma vai a fare in culo” Giulio si allontana da lei, incazzatissimo
“Ma sì, vattene, sfigato”
Lui si volta, si gira verso di lei: ne aveva abbastanza di essere chiamato sfigato. Si lancia verso di lei con urlo ferale, un piccolo toro alla carica. Lei, colta alla sprovvista, rimane ferma e si lascia travolgere da quel ragazzo secco e per nulla
Lui le urla contro tutta la sua rabbia e frustrazione. La preme contro una parete di roccia, tenendola ferma per le braccia, premendo il suo corpo contro di lei..
E…
Sente il sesso di lui che “Oh, Dio!” ansima lei
Giulio si ritrae, tremante, un po’ spaventato da quell’irruenza. Gli viene da piangere “Accidenti a voi! Perché diavolo mi avete invitato su quel maledetto yacht?” si allontana prossimo al pianto
Giulia rimane lì, ansante, massaggiandosi i polsi. Si pente di essere stata irriverente nei confronti di Giulio.
E poi, cos’era successo prima? Era bastato quel semplice contatto di furia per farle nascere un certo desiderio di…
Sesso. Scuote la testa. No, uno sfigato non si rivaleggia per il solo sesso..
Guarda Giulio. Diavolo, perché si sente così in colpa?
Si avvicina a lui che è raggomitolato a terra con la testa tra le ginocchia “Senti..”
“Lasciami stare”
“Senti, io volevo scusarmi”
“Ho detto di lasciarmi in pace, per favore”
Lei si allontana, mortificata. “Verranno mai a cercarci?”
Laguna blu
Cinque giorni e ancora nulla. Ivana è nuda, sdraiata sulla spiaggia. Giulio non lo vede da un paio di giorni ma, sa che è ancora vivo. Si arrampica sugli scogli ogni giorno a guardarlo mentre pesca e si accende un fuoco sulla spiaggia. Un perfetto boy scout. Indossa solo i suoi pantaloncini. A torso nudo, si immerge nell’acqua a pescare, con una pazienza infinita
Una volta l’ha sorpreso nudo, mentre faceva asciugare i pantaloncini sulla roccia. E lì, Ivana, aveva avuto uno sturbo, osservando una superdotazione in Giulio. Altro che sfigato: era più grosso di quello di Bruno, uno dei suoi amanti. Si chiede se Giulio è ancora vergine, se si masturba, se volesse..
Lei, si fa scivolare a terra, nascosta, continuando a masturbarsi. Ha voglia di cazzo, è in crisi di astinenza da un po’.
Va’ in estasi, sta per venire. Butta la testa all’indietro chiudendo gli occhi. Squirta. Apre gli occhi: sopra di lei, affacciato, Giulio che arrossisce e si ritrae velocemente. Per la prima volta nella sua vita, Ivana si sente in imbarazzo
Il sole è un globo arancione che incendia la laguna. Incomincia a fare caldo presto. In breve, al riparo di un telo tra due palme, Giulio osserva quella tavolozza di blu intenso accarezzato dal sole.
Un fruscio alle sue spalle attira l’attenzione. Afferra un machete che usa per tirare giù le noci di cocco.
Ivana alza le mani “Vengo in pace”
Lui la guarda e arrossisce, ricordandosi di quanto visto il giorno prima. Si trova a pensare di come riesce ad essere così bella anche in situazioni disastrate come quella. “Che vuoi?” dice lui borbottando
“Seppellire l’ascia di guerra”
Lui fa un cenno e annuisce. Rimangono seduti un po’ distanti tra loro, a contemplare il mare piatto “Sei rimani lì ti prenderai un’insolazione” dice lui
Lei annuisce e si va a sedere sotto il telo.
“Ci verranno a prendere?” chiede lei con un sospiro
“Sono passati cinque giorni. Mi sa che avevano voglia di liberarsi della zavorra” commenta Giulio. Con la coda dell’occhio la guarda e pensa che è veramente bella, con quel bikini striminzito che lascia poco all’immaginazione. E lui, che vuole sperare, con quel fisico osseo e per nulla attraente
“Mi faccio una nuotata” dice lei alzandosi. Si toglie l’intimo, ammicca verso di lui e si getta nelle limpide acque blu.
Giulio sente salirgli in gola un forte desiderio di seguirla “Vieni, l’acqua è magnifica. Non avrai paura di nuotare, vero?”
“Sono il re del nuoto” dice lui alzandosi. Si toglie i pantaloncini, bando alla timidezza, si getta in acqua, nuota. Ridono e scherzano. Tornano alla spiaggia e si lasciano cadere sulla sabbia
“Sei il re del nuoto” ride lei
Lui si volta a guardarla. Vederla lì, a poca distanza, nuda. Grandi tette, grandi capezzoli rosa e un taglio tra le gambe con un piccolo ciuffo di peli. Gli si rizza immediatamente e lei ride afferrandoglielo. E lo bacia, intensamente, lo colpisce con la lingua mentre il suo sesso diventa ferreo “Sei vergine?” chiede lei
Lui, imbarazzato “Sì”
“Allora faccio io” e gli monta sopra, guidando il cazzo dentro di lei. S’impala con ardore, si aggrappa a lui “Ce l’hai così grosso che mi viene mal di testa” e poi prende a muoversi selvaggia su di lui, aumentando sempre di più. Finchè lui non esplode in lei e lascia che i loro umori si mescolino
La seconda volta lo fanno più piano. Lui entra timidamente e si muove con inaudita dolcezza. Giulia gli accarezza il viso e si trova a pensare = Non lo avrei mai fatto se non fossimo stati gli unici su quest’isola. Non lo avrei mai fatto se non avessi mai visto il suo grande cazzo =
Soccorsi
Due giorni dopo, Giulio sembra avere acquisito più famigliarità. Il suo sesso era diventato l’oggetto del desiderio di Giulia. Ora che aveva ripreso il ritmo, poteva affondare anche l’isola che a lei non importava.
Sdraiata su una tavola nella tenda che avevano montato, le gambe in aria, si faceva montare da Giulio
Voci. Non ci fa caso. “Più forte! Più forte!” urla
“Sono qui” grida qualcuno
L’orgasmo arriva mentre due tizi scostano la tenda e li sorprendono così, con Giulio dentro la fica di Ivana. “Oh, cazzo” fa uno dei due
“Oh cazzo” fanno i due ragazzi
Ritorno
Erano tornati alla vita normale. Ma, sia Giulia che Ivano sapevano che, una parte di loro era rimasta su quell’isola. Venti giorni in isolamento con tutti che li cercavano in ogni dove “Povero tesoro, chissà che patimento” i genitori di Giulio
“Povera cara, dividere l’isola con quello sfigato” le amiche di Ivana “Pensa che roba disgustosa”
“Giulio” dice lei
“Come?” fanno le amiche
“Non si chiama sfigato, si chiama Giulio. E se non era per lui, ci annegavo in quel cazzo di mare” si alza in piedi “Stupide puttane. Mi avete lasciato lì a morire. Ci avete lasciati lì”
“Ma, Ivana, cara..”
“Andate tutti a farvi fottere”
Giulio cammina in strada, zaino in spalle. La mortificante vita da sfigato. Una strisciata rosa si ferma accanto a lui. Un’auto d’epoca dipinta di rosa. “Ehi, sfigato” una voce famigliare “Ti va’ di farti un giro”
Lui sale dalla parte del passeggero, sotto gli occhi attoniti dei suoi bulli “Dove vuoi andare?”
“In un posto dove nessuno può disturbarci” gli strizza l’occhio Ivana
Guardano l’elicottero volare via. Tornerà entro una settimana da quel momento. Giulio si guarda intorno: l’isola, come l’avevano lasciata. No “Una capanna?”
“Sì, ci ho fatto costruire una casetta con qualche comfort”
“Per noi?” fa stupito Giulio
“Nessuno ci disturberà per un’intera settimana”
“Uh”
“Sì” lei si spoglia completamente “Andiamo, re del nuoto”
Lui sorride, si spoglia e la segua nella laguna color del cielo.
===
Giulio e Ivana
Giulio è magro, pelle e ossa, gli si vedono le costole e, di certo, non è muscoloso. Ha gli occhiali spessi da miope, i capelli neri ondulati così compatti da sembrare quelli del big jim. E, di conseguenza, le ragazze non lo tirano neanche di striscio. Giulio è la vittima perfetta degli scherzi degli altri. Lui, che nom è un combattente, subisce e si lascia colpire. Anche le ragazze ridono di lui
Ivana è la classica bionda, tutta tette e culo, che attira maschi come api sui fiori. Ivana si vanta di essersi passata metà del liceo. Ha un codazzo di seguaci che le muoiono dietro e baciano la terra su cui passa. Ivana è una di quelle che disprezza e denigra Giulio, definendolo sfigato, rospo, impotente.
Giro in yacht
Un giorno, la classe di Ivana e Giulio fa una gita in barca. Sono su uno yacht di uno studente, un tipo tosto e ricco da fare schifo. Sono lì che tutti si divertono, a prendere il sole come lucertole, a bere alcolici e, ad appartarsi con i ragazzi sottocoperta
Ivana se ne sta lì a prua, seduta a spalmarsi la crema solare sulla pelle, con movimenti lenti e fluidi. I ragazzi la guardano e sbavano. Nel costume, inevitabile, il gonfiore di desiderio
Giulio se ne sta in disparte, sentendosi un pesce fuor d'acqua "Che diavolo fai qui, sfigato?" lo apostrofa Fabio, il belloccio della scuola. Ha il cazzo di fuori e non si preoccupa di ritirarlo, sventolandolo davanti a Giulio "Striscia in coperta, sgorbio"
E, sottocoperta, non è che ci sia un angolo tranquillo. Tutti scopano con tutte. Da una porta vede due ragazze, una bionda e una rossa, in una bollente scena lesbo. Arriva nella zona della cambusa e vede Manlio il cuoco che sta inculando Roberto, il padrone dello yacht. Giulio si rintana in uno sgabuzzino e lì rimane "Che diavolo ci faccio qui?"
Il naufragio
Giulio si è addormentato e si risveglia come se si trovasse su una giostra. Voci concitate, qualcuno che urla. Una sirena bitonale echeggia su tutto lo yacht "Abbandonare la nave!" si sente urlare
Giulio apre la porta dello sgabuzzino ma, si accorge che qualcosa blocca la porta "Ehi, che succede?" chiede "Aiuto!"
"Muoviti, sfigato!" urla il cuoco "La nave affonda"
“Sono bloccato, aiutami” ma il cuoco scappa “Aiuto!”
“Ehi, c’è qualcuno bloccato” sente una voce
“Vieni via, Ivana” urla qualcun altro
“E’ lo sfigato” dice Ivana
“Lascialo perdere e andiamo” dicono le sue amiche
Ma Ivana, che era stronza ma non bastarda, disse alle sue amiche di andare avanti. Ivana aiuta Giulio a liberarsi. La nave imbarca inclinandosi di lato. Ivana finisce contro una parete e Giulio addosso ad Ivana “Non tutte queste confidenza, sfigato” lo respinge. Salgono verso l’alto
Le scialuppe le hanno usate tutte ma, rimane un piccolo gonfiabile “Ingrati!” inveisce Ivana “Non mi hanno nemmeno aspettata”
“Di qua” dice Giulio afferrando la fune del gonfiabile. Lo yacht s’inclina ancora di più. I due finiscono fuori bordo, il gonfiabile cade e si ribalta “Porco cazzo” esclamano all’unisono Ivana e Giulio. Si aggrappano al gonfiabile e nuotano lontani dallo yacht. Con un gemito, lo yacht si inclina ancora di più e cola a picco. Loro due, aggrappati al gonfiabile, guardano mesti un sogno infranto “Porca troia e maledizione a quell’idiota di Marcello”
“Ma cosa è successo?” chiede Giulio
“Marcello si è fatto due strisce e poi si è messo a guidare lo yacht come fosse un dannato off shore. C’erano degli scogli affioranti e lui ci è finito sopra. Idiota, potevamo restarci secchi. E io mi stavo facendo la più colossale delle orge”
“Rimettiamo dritto questo affare” propone Giulio
“E tu cosa stavi facendo, sfigato?”
“Giulio. Il mio nome è Giulio, cazzo”
Lei sorride “Bene, Giulio Cazzo” sbadiglia “Che ne diresti di rimanere sveglio mentre aspettiamo gli altri?”
“Sarebbero già tornati indietro, non credi?”
“Non essere ridicolo: non possono abbandonarci qui, in mezzo al nulla. Almeno, non io”
“Già, perché la tua vita è meglio della mia”
“Taci, sfigato. Non era per te, sarei insieme agli altri”
“E io in fondo al mare”
L’ isola
Passa la notte ma nessuno si vede. Passa un giorno e arriva la notte. Il sonno li vince, crollano sul fondo del gonfiabile.
Giulio si sveglia per primo. Gabbiani sopra le loro teste. Si tira su a sedere e si accorge che, la deriva, li ha portati sulla spiaggia di un’isola “Ivana, sveglia” la scuote
“Ehi, giù le mani sfigato”
“Giulio, maledizione! Mi chiamo Giulio” salta giù dall’imbarcazione, su una spiaggia di sabbia bianchissima. Sguardo d’intorno: qualche roccia, qualche palma. Si muove lungo la spiaggia
“Ehi, dove credi di andare?” lo apostrofa lei
“Devo capire quanto è grande quest’isola” e si allontana
Ivana sbuffa, si guarda in giro. Nella concitazione del momento, si era dimenticata del cellulare. Salvo nella sua borsetta ma, con la batteria ridotta al 15%. E non c’è campo “Maledizione” scende dal gonfiabile e, decide di allontanarsi in una direzione opposta a quella presa da Giulio.
Si ritrovano dall’altra parte dell’isola a ridosso di una corona di palme “Siamo fottuti” dice Giulio
“Verranno a cercarci” replica fiduciosa Ivana
“Chi? I tuoi amici che ci hanno lasciato sullo yacht?”
“Non dovevo rimanere ad aiutarti, sfigato”
“Ma vai a fare in culo” Giulio si allontana da lei, incazzatissimo
“Ma sì, vattene, sfigato”
Lui si volta, si gira verso di lei: ne aveva abbastanza di essere chiamato sfigato. Si lancia verso di lei con urlo ferale, un piccolo toro alla carica. Lei, colta alla sprovvista, rimane ferma e si lascia travolgere da quel ragazzo secco e per nulla
Lui le urla contro tutta la sua rabbia e frustrazione. La preme contro una parete di roccia, tenendola ferma per le braccia, premendo il suo corpo contro di lei..
E…
Sente il sesso di lui che “Oh, Dio!” ansima lei
Giulio si ritrae, tremante, un po’ spaventato da quell’irruenza. Gli viene da piangere “Accidenti a voi! Perché diavolo mi avete invitato su quel maledetto yacht?” si allontana prossimo al pianto
Giulia rimane lì, ansante, massaggiandosi i polsi. Si pente di essere stata irriverente nei confronti di Giulio.
E poi, cos’era successo prima? Era bastato quel semplice contatto di furia per farle nascere un certo desiderio di…
Sesso. Scuote la testa. No, uno sfigato non si rivaleggia per il solo sesso..
Guarda Giulio. Diavolo, perché si sente così in colpa?
Si avvicina a lui che è raggomitolato a terra con la testa tra le ginocchia “Senti..”
“Lasciami stare”
“Senti, io volevo scusarmi”
“Ho detto di lasciarmi in pace, per favore”
Lei si allontana, mortificata. “Verranno mai a cercarci?”
Laguna blu
Cinque giorni e ancora nulla. Ivana è nuda, sdraiata sulla spiaggia. Giulio non lo vede da un paio di giorni ma, sa che è ancora vivo. Si arrampica sugli scogli ogni giorno a guardarlo mentre pesca e si accende un fuoco sulla spiaggia. Un perfetto boy scout. Indossa solo i suoi pantaloncini. A torso nudo, si immerge nell’acqua a pescare, con una pazienza infinita
Una volta l’ha sorpreso nudo, mentre faceva asciugare i pantaloncini sulla roccia. E lì, Ivana, aveva avuto uno sturbo, osservando una superdotazione in Giulio. Altro che sfigato: era più grosso di quello di Bruno, uno dei suoi amanti. Si chiede se Giulio è ancora vergine, se si masturba, se volesse..
Lei, si fa scivolare a terra, nascosta, continuando a masturbarsi. Ha voglia di cazzo, è in crisi di astinenza da un po’.
Va’ in estasi, sta per venire. Butta la testa all’indietro chiudendo gli occhi. Squirta. Apre gli occhi: sopra di lei, affacciato, Giulio che arrossisce e si ritrae velocemente. Per la prima volta nella sua vita, Ivana si sente in imbarazzo
Il sole è un globo arancione che incendia la laguna. Incomincia a fare caldo presto. In breve, al riparo di un telo tra due palme, Giulio osserva quella tavolozza di blu intenso accarezzato dal sole.
Un fruscio alle sue spalle attira l’attenzione. Afferra un machete che usa per tirare giù le noci di cocco.
Ivana alza le mani “Vengo in pace”
Lui la guarda e arrossisce, ricordandosi di quanto visto il giorno prima. Si trova a pensare di come riesce ad essere così bella anche in situazioni disastrate come quella. “Che vuoi?” dice lui borbottando
“Seppellire l’ascia di guerra”
Lui fa un cenno e annuisce. Rimangono seduti un po’ distanti tra loro, a contemplare il mare piatto “Sei rimani lì ti prenderai un’insolazione” dice lui
Lei annuisce e si va a sedere sotto il telo.
“Ci verranno a prendere?” chiede lei con un sospiro
“Sono passati cinque giorni. Mi sa che avevano voglia di liberarsi della zavorra” commenta Giulio. Con la coda dell’occhio la guarda e pensa che è veramente bella, con quel bikini striminzito che lascia poco all’immaginazione. E lui, che vuole sperare, con quel fisico osseo e per nulla attraente
“Mi faccio una nuotata” dice lei alzandosi. Si toglie l’intimo, ammicca verso di lui e si getta nelle limpide acque blu.
Giulio sente salirgli in gola un forte desiderio di seguirla “Vieni, l’acqua è magnifica. Non avrai paura di nuotare, vero?”
“Sono il re del nuoto” dice lui alzandosi. Si toglie i pantaloncini, bando alla timidezza, si getta in acqua, nuota. Ridono e scherzano. Tornano alla spiaggia e si lasciano cadere sulla sabbia
“Sei il re del nuoto” ride lei
Lui si volta a guardarla. Vederla lì, a poca distanza, nuda. Grandi tette, grandi capezzoli rosa e un taglio tra le gambe con un piccolo ciuffo di peli. Gli si rizza immediatamente e lei ride afferrandoglielo. E lo bacia, intensamente, lo colpisce con la lingua mentre il suo sesso diventa ferreo “Sei vergine?” chiede lei
Lui, imbarazzato “Sì”
“Allora faccio io” e gli monta sopra, guidando il cazzo dentro di lei. S’impala con ardore, si aggrappa a lui “Ce l’hai così grosso che mi viene mal di testa” e poi prende a muoversi selvaggia su di lui, aumentando sempre di più. Finchè lui non esplode in lei e lascia che i loro umori si mescolino
La seconda volta lo fanno più piano. Lui entra timidamente e si muove con inaudita dolcezza. Giulia gli accarezza il viso e si trova a pensare = Non lo avrei mai fatto se non fossimo stati gli unici su quest’isola. Non lo avrei mai fatto se non avessi mai visto il suo grande cazzo =
Soccorsi
Due giorni dopo, Giulio sembra avere acquisito più famigliarità. Il suo sesso era diventato l’oggetto del desiderio di Giulia. Ora che aveva ripreso il ritmo, poteva affondare anche l’isola che a lei non importava.
Sdraiata su una tavola nella tenda che avevano montato, le gambe in aria, si faceva montare da Giulio
Voci. Non ci fa caso. “Più forte! Più forte!” urla
“Sono qui” grida qualcuno
L’orgasmo arriva mentre due tizi scostano la tenda e li sorprendono così, con Giulio dentro la fica di Ivana. “Oh, cazzo” fa uno dei due
“Oh cazzo” fanno i due ragazzi
Ritorno
Erano tornati alla vita normale. Ma, sia Giulia che Ivano sapevano che, una parte di loro era rimasta su quell’isola. Venti giorni in isolamento con tutti che li cercavano in ogni dove “Povero tesoro, chissà che patimento” i genitori di Giulio
“Povera cara, dividere l’isola con quello sfigato” le amiche di Ivana “Pensa che roba disgustosa”
“Giulio” dice lei
“Come?” fanno le amiche
“Non si chiama sfigato, si chiama Giulio. E se non era per lui, ci annegavo in quel cazzo di mare” si alza in piedi “Stupide puttane. Mi avete lasciato lì a morire. Ci avete lasciati lì”
“Ma, Ivana, cara..”
“Andate tutti a farvi fottere”
Giulio cammina in strada, zaino in spalle. La mortificante vita da sfigato. Una strisciata rosa si ferma accanto a lui. Un’auto d’epoca dipinta di rosa. “Ehi, sfigato” una voce famigliare “Ti va’ di farti un giro”
Lui sale dalla parte del passeggero, sotto gli occhi attoniti dei suoi bulli “Dove vuoi andare?”
“In un posto dove nessuno può disturbarci” gli strizza l’occhio Ivana
Guardano l’elicottero volare via. Tornerà entro una settimana da quel momento. Giulio si guarda intorno: l’isola, come l’avevano lasciata. No “Una capanna?”
“Sì, ci ho fatto costruire una casetta con qualche comfort”
“Per noi?” fa stupito Giulio
“Nessuno ci disturberà per un’intera settimana”
“Uh”
“Sì” lei si spoglia completamente “Andiamo, re del nuoto”
Lui sorride, si spoglia e la segua nella laguna color del cielo.
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