Segretaria sottomessa - 12
di
CaraBella
genere
dominazione
Sono in metro, la mattina dopo.
In piedi in mezzo alla gente.
Il plug infilato, senza intimo, come sempre.
Ho messo una gonna molto corta che, quasi come un tic per passare da un pensiero all’altro, mi tirò giù come se potesse coprirmi le gambe.
Penso a mille cose contemporaneamente, la mia mente è affollata da immagini. Alcune sono memorie, altri sono desideri. Ci sono le labbra di Laura, c’è il cazzo di Antonio che mi scopa, ci sono io che gioco con il plug che il mio buchetto ormai conosce bene, ci sono io che tocco i seni di Laura, ci sono io che succhio il cazzo a qualcuno che non conosco, c’è Laura che mi lecca la figa, ci sono io che la sditalino, c’è il mio padrone che mi dice che sono una Troia, e di nuovo io che lecco la figa di Laura.
Non mi do pace, vorrei tutte quelle cose. Eppure non so cosa succederà oggi.
L’unica cosa certa è che dovrò mostrarmi a Laura. E dopo ieri, non è più la stessa cosa.
Arrivo in ufficio, lei non c’è ancora. C’è però Antonio che mi aspetta sulla soglia. Sorride.
“Buongiorno Valentina”
“Buongiorno signore”
Entro e l’ufficio è ancora vuoto.
“Nel mio ufficio” è un ordine ovviamente.
Mi fa strada. Entriamo. Chiude la porta. Si va a sedere. Mi dice di sedermi davanti a lui. Eseguo.
“Ho ascoltato la registrazione” esordisce. “Sei stata brava. Ho sentito tutto. Non credevo che mi avresti ubbidito, credevo che ti saresti fatta scopare come una cagnetta lesbica. Ero pronto a punirti. Invece sei stata una brava troia.”
È un po’ deluso ma è anche fiero, si vede. Lo eccita che io sia davvero ai suoi ordini. Non pensava forse che il suo ascendente su di me fosse tale.
“Signore, non le disubbidirei mai. Il mio godimento dipende da lei. Se lei non è felice, io non posso godere.”
“È così, troia”
Pausa
“Avrai una ricompensa. Ci ho pensato a lungo e ho deciso che potrai masturbarti”
I miei occhi lo guardano dritto in viso. Ho imparato che ci sono delle condizioni ai miei orgasmi, aspetto di sapere quali.
“Dovrai farlo e dovrai riprenderti mentre lo fai. E dovrai farlo davanti a Laura, è così che ti mostrerai a lei oggi”
Sorrido. È una bellissima condizione.
“Non farti masturbare da lei, questo è importante. Potrai farlo solo se lo deciderò io.”
“Va bene signore. Devo farlo qui in ufficio o posso farlo entro la giornata di oggi?”
Ci pensa un attimo. “Entro oggi va bene”.
Esco dall’ufficio e lei è appena arrivata. Mi sorride e mi da il buongiorno.
Restituisco il saluto sorridendo. Sbrighiamo le prime cose del mattino.
“Caffè?” Mi chiede lei.
“Vuoi rovesciarmelo addosso?
Ride nervosa. “Solo se poi posso aiutarti a pulirti”
“No grazie, niente caffè.”
Mi sembra quasi delusa
“Laura” riprendo io “dopo ufficio vieni da me?”
Non credo si aspettasse un invito.
“Non chiedermi altro” aggiungo “dimmi solo di sì”
Lei mi scruta sospirando. “Va bene”
Torniamo al lavoro, ma non vedo l’ora che sia fine giornata.
Alle 18.30 saliamo insieme sulla metro affollata e ci ritroviamo schiacciate l’una contro l’altra. Siamo vicine, più di quello che servirebbe. Il padrone ha detto che non posso farmi masturbare da lei, ma non mi ha detto altro che non posso fare. Le metto una mano sul fianco e la stringo a me. Lei mi tocca i capelli con una mano e nasconde il viso tra il mio collo e la spalla. La sua lingua sulla mia pelle con leccate leggere mi fa rabbrividire. È strano come mi abbia già leccato i seni e ora il collo ma non ci siamo mai baciate. Le mie dita stropicciano la sua schiena mentre sospiro eccitata. La sua mano scende sul mio seno e lì si ferma. Non mi palpa, non è il caso di dare spettacolo. “Mi piace la tua lingua” le dico all’orecchio. Lei ride. Mi piace come ride.
Arriviamo a casa mia, senza quasi parlare. La faccio entrare e accomodare sul divano. Mi siedo sulla poltroncina, sono di fronte a lei. Ci guardiamo. “Perché mi hai portata qui? Pensavo non potessimo” dice con un sorriso ironico, sottintendendo a quello che posso e che non posso fare per ordine di Antonio.
“Non ti ricordi che devo mostrarmi a te?”
“Si, è vero. Oggi non lo hai fatto.”
“Non ancora”
Mi alzo e metto il telefono sulla libreria, avvio il video.
Lei capisce.
“Lo farai ora?”
Io non rispondo. Mi limito a sciogliere il fiocco al vestito, a slacciare i nastri che lo chiudono e a toglierlo.
Da vestita rimango completamente nuda, nel giro di pochi secondi.
Laura mi guarda concentrata ed estasiata. Le piace quello che vede, glielo leggo in viso. Rimane immobile. Sa che sono io quella che deve agire.
Vado verso di lei e rimango in piedi. Lei alza lo sguardo e mi osserva. Le accarezzo la guancia e quando la tocco fremiamo entrambe. Mi metto a cavalcioni su di lei, con movimenti lenti. Lei mi chiude in un abbraccio mentre piano piano mi strofino sul suo corpo vestito. Ho paura che sia troppo per il mio padrone, è vero che non mi ha detto che non posso farlo ma non voglio rischiare. Mi alzo e mi allontano. Avvicino la poltrona al divano, mi semisdraio e alzo le gambe, appoggio i piedi sui braccioli e espongo a lei il mio sesso e il culo riempito con il plug. Lei non dice nulla, continua a fissarmi.
Mi porto un dito alla bocca e lo lecco. Da quando sono nuda nessuno ha ancora detto qualcosa.
“Cosa vorresti che succedesse ora?”
Mente glielo chiedo mi insalivo il dito, come se fosse un cazzo che sto ciucciando.
“Posso decidere o solo di indovinare?”
Mi piacciono le sue domande.
“Indovinare”
“Mmm” dice pensierosa “mi mostrerai quanto puoi essere porca?”
Rido con il dito in bocca “diciamo di sì”
Lo porto verso la figa. Con una mano inizio a massaggiarmi la clitoride, il dito invece accarezza la spacca già fradicia. Il tocco mi scuote. “Il padrone mi ha detto che posso toccarmi” dico sospirando “davanti a te”.
Laura sorride e si tende in avanti. Il suo viso è a pochi centimetri dal mio sesso e dalle mie mani che lo stanno accarezzando.
“Non posso fare nulla vero?”
“No non puoi”
Il dito entra dentro e io gemo di riflesso.
“Anche se vorrei che tu potessi” continuo iniziando a masturbarmi “vorrei che potessi leccarmi e toccarmi.”
Il dito esce ed entra, l’altra mano solletica la clitoride. Guardo Laura negli occhi mentre mi tocco, prima piano e poi più veloce. Capisco che è eccitata. Chi non lo sarebbe con una ragazza nuda che si masturba davanti a te.
Le dita diventano due.
“Ti piace quello che vedi?”
“Si” la sua risposta è secca e immediata. “Si mi piace molto”
Inizio a gemere. “Vorrei che le dita fossero le tue”
“Non possono proprio?”
“No non possono”
Laura sospira. Io mi apro le grandi labbra e con l’altra mano aumento il ritmo. “Mmmmm” gemo a voce più alta. Nella stanza c’è solo il rumore dei miei umori che bagnano le mie dita nei loro movimenti ritmici. “Mi eccita toccatemi davanti a te” le dico sempre gemendo.
“A cosa pensi?” Mi chiede
“Alla tua lingua sul mio seno, quanto starebbe bene sulla mia figa” dico senza ragionarci troppo.
“E poi?”
“A quanto vorrei leccartela”
“E poi?”
“E poi” le rispondo godendo sempre di più “e poi a quanto sarà felice il mio padrone vedendo questo video”
“Cosa farà quando vedrai quello che stai facendo?”
Non mi aspettavo questa domanda, mi sorprende.
“Dirà che sono la sua brava puttanella” le dita nella figa diventano tre “e magari mi darà una ricompensa”
“Che ricompensa vorresti?”
Apro gli occhi e mi rendo conto solo a quel punto che li avevo chiusi. Laura è sempre sul divano, si è tirata su la gonna e ha una mano dentro le mutandine di pizzo nero. Si accarezza guardandomi.
Quella visione mi eccita ancora di più.
“Il suo cazzo” è la mia risposta.
“Lo vorresti anche ora?”
“Cazzo si lo vorrei”
“Infilati qualcosa dentro” non è un ordine, è quasi una supplica. Non ci avevo pensato ma ora che ho il permesso di masturbarmi posso farlo con quello che voglio. Mi fermo un istante e vado a prendere il dildo che ho nel cassetto e non uso da troppo tempo.
Torno che Laura ha abbandonato le sue mutande e si sta toccando in attesa del mio ritorno.
Torno a sedere, mi infilo il dildo dentro e continuo a massaggiare la clitoride. Il piacere è così intenso che quasi urlo.
Laura si tocca sempre più veloce.
“Ti piace godere così vero?”
Non riesco a rispondere, se non con un gemito lungo e intenso. “Aaaah siii”
“Avevi ragione sei proprio una cagnetta in calore” dice Laura gemendo anche lei.
“Sii lo sono” ansimo “e ti piace che lo sia”
“Si mi fa impazzire” risponde lei.
Non riesco più a trattenere l’orgasmo. “Laura” gemo “Laura sto per venire”
“Vieni per me troietta mia, vieni per me”
L’orgasmo esplode quasi violento. Il mio urlo è di piacere e di liberazione. Il mio corpo si scuote e continuò a venire per diversi secondi.
Quando smetto di genere, il rumore della figa bagnata di Laura è l’unica cosa che sento. Si sta ancora toccando.
Non ci penso molto. Mi avvicino a lei e le metto una mano sul braccio, per fermarla. Lei mi guarda interrogativa, ma si ferma. Vado a stoppare il video per il mio padrone. Poi mi volto di uovo verso di lei.
“Questo non me lo ha impedito, ma è comunque meglio non riprenderlo”
Mi inginocchio tra le sue gambe ed eccola lì. È la figa che ho desiderato di più in vita mia. La guardo adorante e poi guardo Laura. Ora ovviamente ha capito e il suo sguardo mi implora quasi.
Mi avvicino al suo sesso e, finalmente, inizio a leccarlo, a baciarlo, a toccarlo. Le mie dita si fanno strada nella sua fichetta bagnata mentre torturo la clitoride con leccate brevi, aperte e veloci. Laura gode, mentre mi passa una mano tra i capelli spingendomi la testa. “Oh si Vale siii, leccamela così”. Non ho intenzione di fare altro. Lecco come una cagna e bevo i suoi succhi. La voce di Laura trema dal piacere “nessuno mi ha mai leccata così” dice mentre geme. Io sorrido compiaciuta mente le mie dita continuano a fotterla.
Anche il suo orgasmo esplode insieme ad un urlo. Viene copiosa e a lungo. Quando ha finito di urlare mi alzo. È quasi immobile sul divano. Ha ancora il vestito indosso. C’è un’altra cosa che voglio fare. Le sbottono il vestito che ha una fila di bottoni davanti e le scopro I seni. Lei mi guarda agire senza muovere un dito ne dire una parola. Avvicino la bocca ai capezzoli scuri e turgidi. Li avvolgo a turno con la lingua mentre le mie mani palpano con voglia le tette grandi. Laura è abbastanza magra, ma ha due tette enormi. Mi ci tuffo in mezzo e non le lascio stare. D’altra parte, lei le mie le aveva già viste e toccare. Ora era il mio turno.
Passano alcuni minuti così. Avvinghiate in silenzio, io con la testa tra i suoi seni mentre lei con una mano mi accarezza il culo.
“Cosa abbiamo fatto?” Dice sottovoce ridendo.
“Qualcosa che spero rifaremo” le rispondo con un sorriso.
“Sai” continua lei “se succhi il cazzo come lecchi la figa, allora capisco perché Antonio ti vuole per se”.
Rido.
Poi però mi viene una domanda seria. “Ti piace davvero che io.. insomma… faccia quello che faccio? Cioè che sia ecco, una Troia sottomessa a lui?”
Laura mi fissa. “Si, davvero”
“Ti eccita?”
“Si” sorride “si mi eccita molto. Cioè tu mi ecciti molto”
Ci guardiamo e finalmente le nostre labbra si incontrano. Il bacio è accogliente, intenso lussurioso. Le nostre lingue giocano e non si lasciano andare. Non vorrei mai smettere di baciarla.
E invece smettiamo, dopo un po’. Ci rivestiamo. Vorrei chiederle di rimanere, a mangiare una cosa insieme o qualcosa così. Ho paura che non riuscirò a mantenere la promessa fatta al padrone. Non glielo chiedo, lei nemmeno.
La saluto sulla porta con un bacio intenso. Sapere che posso rivederla il giorno dopo è un sollievo.
Se ne va e io vado a dormire. Mentre mi addormento penso se ho fatto qualcosa di sbagliato. Dovevo dirlo a padrone? Che l’avevo leccata e l’avevi fatta godere? Ora ho paura di avere commesso un errore. Ma che dolce errore.
Mi addormento e sogno la sua lingua su di me.
In piedi in mezzo alla gente.
Il plug infilato, senza intimo, come sempre.
Ho messo una gonna molto corta che, quasi come un tic per passare da un pensiero all’altro, mi tirò giù come se potesse coprirmi le gambe.
Penso a mille cose contemporaneamente, la mia mente è affollata da immagini. Alcune sono memorie, altri sono desideri. Ci sono le labbra di Laura, c’è il cazzo di Antonio che mi scopa, ci sono io che gioco con il plug che il mio buchetto ormai conosce bene, ci sono io che tocco i seni di Laura, ci sono io che succhio il cazzo a qualcuno che non conosco, c’è Laura che mi lecca la figa, ci sono io che la sditalino, c’è il mio padrone che mi dice che sono una Troia, e di nuovo io che lecco la figa di Laura.
Non mi do pace, vorrei tutte quelle cose. Eppure non so cosa succederà oggi.
L’unica cosa certa è che dovrò mostrarmi a Laura. E dopo ieri, non è più la stessa cosa.
Arrivo in ufficio, lei non c’è ancora. C’è però Antonio che mi aspetta sulla soglia. Sorride.
“Buongiorno Valentina”
“Buongiorno signore”
Entro e l’ufficio è ancora vuoto.
“Nel mio ufficio” è un ordine ovviamente.
Mi fa strada. Entriamo. Chiude la porta. Si va a sedere. Mi dice di sedermi davanti a lui. Eseguo.
“Ho ascoltato la registrazione” esordisce. “Sei stata brava. Ho sentito tutto. Non credevo che mi avresti ubbidito, credevo che ti saresti fatta scopare come una cagnetta lesbica. Ero pronto a punirti. Invece sei stata una brava troia.”
È un po’ deluso ma è anche fiero, si vede. Lo eccita che io sia davvero ai suoi ordini. Non pensava forse che il suo ascendente su di me fosse tale.
“Signore, non le disubbidirei mai. Il mio godimento dipende da lei. Se lei non è felice, io non posso godere.”
“È così, troia”
Pausa
“Avrai una ricompensa. Ci ho pensato a lungo e ho deciso che potrai masturbarti”
I miei occhi lo guardano dritto in viso. Ho imparato che ci sono delle condizioni ai miei orgasmi, aspetto di sapere quali.
“Dovrai farlo e dovrai riprenderti mentre lo fai. E dovrai farlo davanti a Laura, è così che ti mostrerai a lei oggi”
Sorrido. È una bellissima condizione.
“Non farti masturbare da lei, questo è importante. Potrai farlo solo se lo deciderò io.”
“Va bene signore. Devo farlo qui in ufficio o posso farlo entro la giornata di oggi?”
Ci pensa un attimo. “Entro oggi va bene”.
Esco dall’ufficio e lei è appena arrivata. Mi sorride e mi da il buongiorno.
Restituisco il saluto sorridendo. Sbrighiamo le prime cose del mattino.
“Caffè?” Mi chiede lei.
“Vuoi rovesciarmelo addosso?
Ride nervosa. “Solo se poi posso aiutarti a pulirti”
“No grazie, niente caffè.”
Mi sembra quasi delusa
“Laura” riprendo io “dopo ufficio vieni da me?”
Non credo si aspettasse un invito.
“Non chiedermi altro” aggiungo “dimmi solo di sì”
Lei mi scruta sospirando. “Va bene”
Torniamo al lavoro, ma non vedo l’ora che sia fine giornata.
Alle 18.30 saliamo insieme sulla metro affollata e ci ritroviamo schiacciate l’una contro l’altra. Siamo vicine, più di quello che servirebbe. Il padrone ha detto che non posso farmi masturbare da lei, ma non mi ha detto altro che non posso fare. Le metto una mano sul fianco e la stringo a me. Lei mi tocca i capelli con una mano e nasconde il viso tra il mio collo e la spalla. La sua lingua sulla mia pelle con leccate leggere mi fa rabbrividire. È strano come mi abbia già leccato i seni e ora il collo ma non ci siamo mai baciate. Le mie dita stropicciano la sua schiena mentre sospiro eccitata. La sua mano scende sul mio seno e lì si ferma. Non mi palpa, non è il caso di dare spettacolo. “Mi piace la tua lingua” le dico all’orecchio. Lei ride. Mi piace come ride.
Arriviamo a casa mia, senza quasi parlare. La faccio entrare e accomodare sul divano. Mi siedo sulla poltroncina, sono di fronte a lei. Ci guardiamo. “Perché mi hai portata qui? Pensavo non potessimo” dice con un sorriso ironico, sottintendendo a quello che posso e che non posso fare per ordine di Antonio.
“Non ti ricordi che devo mostrarmi a te?”
“Si, è vero. Oggi non lo hai fatto.”
“Non ancora”
Mi alzo e metto il telefono sulla libreria, avvio il video.
Lei capisce.
“Lo farai ora?”
Io non rispondo. Mi limito a sciogliere il fiocco al vestito, a slacciare i nastri che lo chiudono e a toglierlo.
Da vestita rimango completamente nuda, nel giro di pochi secondi.
Laura mi guarda concentrata ed estasiata. Le piace quello che vede, glielo leggo in viso. Rimane immobile. Sa che sono io quella che deve agire.
Vado verso di lei e rimango in piedi. Lei alza lo sguardo e mi osserva. Le accarezzo la guancia e quando la tocco fremiamo entrambe. Mi metto a cavalcioni su di lei, con movimenti lenti. Lei mi chiude in un abbraccio mentre piano piano mi strofino sul suo corpo vestito. Ho paura che sia troppo per il mio padrone, è vero che non mi ha detto che non posso farlo ma non voglio rischiare. Mi alzo e mi allontano. Avvicino la poltrona al divano, mi semisdraio e alzo le gambe, appoggio i piedi sui braccioli e espongo a lei il mio sesso e il culo riempito con il plug. Lei non dice nulla, continua a fissarmi.
Mi porto un dito alla bocca e lo lecco. Da quando sono nuda nessuno ha ancora detto qualcosa.
“Cosa vorresti che succedesse ora?”
Mente glielo chiedo mi insalivo il dito, come se fosse un cazzo che sto ciucciando.
“Posso decidere o solo di indovinare?”
Mi piacciono le sue domande.
“Indovinare”
“Mmm” dice pensierosa “mi mostrerai quanto puoi essere porca?”
Rido con il dito in bocca “diciamo di sì”
Lo porto verso la figa. Con una mano inizio a massaggiarmi la clitoride, il dito invece accarezza la spacca già fradicia. Il tocco mi scuote. “Il padrone mi ha detto che posso toccarmi” dico sospirando “davanti a te”.
Laura sorride e si tende in avanti. Il suo viso è a pochi centimetri dal mio sesso e dalle mie mani che lo stanno accarezzando.
“Non posso fare nulla vero?”
“No non puoi”
Il dito entra dentro e io gemo di riflesso.
“Anche se vorrei che tu potessi” continuo iniziando a masturbarmi “vorrei che potessi leccarmi e toccarmi.”
Il dito esce ed entra, l’altra mano solletica la clitoride. Guardo Laura negli occhi mentre mi tocco, prima piano e poi più veloce. Capisco che è eccitata. Chi non lo sarebbe con una ragazza nuda che si masturba davanti a te.
Le dita diventano due.
“Ti piace quello che vedi?”
“Si” la sua risposta è secca e immediata. “Si mi piace molto”
Inizio a gemere. “Vorrei che le dita fossero le tue”
“Non possono proprio?”
“No non possono”
Laura sospira. Io mi apro le grandi labbra e con l’altra mano aumento il ritmo. “Mmmmm” gemo a voce più alta. Nella stanza c’è solo il rumore dei miei umori che bagnano le mie dita nei loro movimenti ritmici. “Mi eccita toccatemi davanti a te” le dico sempre gemendo.
“A cosa pensi?” Mi chiede
“Alla tua lingua sul mio seno, quanto starebbe bene sulla mia figa” dico senza ragionarci troppo.
“E poi?”
“A quanto vorrei leccartela”
“E poi?”
“E poi” le rispondo godendo sempre di più “e poi a quanto sarà felice il mio padrone vedendo questo video”
“Cosa farà quando vedrai quello che stai facendo?”
Non mi aspettavo questa domanda, mi sorprende.
“Dirà che sono la sua brava puttanella” le dita nella figa diventano tre “e magari mi darà una ricompensa”
“Che ricompensa vorresti?”
Apro gli occhi e mi rendo conto solo a quel punto che li avevo chiusi. Laura è sempre sul divano, si è tirata su la gonna e ha una mano dentro le mutandine di pizzo nero. Si accarezza guardandomi.
Quella visione mi eccita ancora di più.
“Il suo cazzo” è la mia risposta.
“Lo vorresti anche ora?”
“Cazzo si lo vorrei”
“Infilati qualcosa dentro” non è un ordine, è quasi una supplica. Non ci avevo pensato ma ora che ho il permesso di masturbarmi posso farlo con quello che voglio. Mi fermo un istante e vado a prendere il dildo che ho nel cassetto e non uso da troppo tempo.
Torno che Laura ha abbandonato le sue mutande e si sta toccando in attesa del mio ritorno.
Torno a sedere, mi infilo il dildo dentro e continuo a massaggiare la clitoride. Il piacere è così intenso che quasi urlo.
Laura si tocca sempre più veloce.
“Ti piace godere così vero?”
Non riesco a rispondere, se non con un gemito lungo e intenso. “Aaaah siii”
“Avevi ragione sei proprio una cagnetta in calore” dice Laura gemendo anche lei.
“Sii lo sono” ansimo “e ti piace che lo sia”
“Si mi fa impazzire” risponde lei.
Non riesco più a trattenere l’orgasmo. “Laura” gemo “Laura sto per venire”
“Vieni per me troietta mia, vieni per me”
L’orgasmo esplode quasi violento. Il mio urlo è di piacere e di liberazione. Il mio corpo si scuote e continuò a venire per diversi secondi.
Quando smetto di genere, il rumore della figa bagnata di Laura è l’unica cosa che sento. Si sta ancora toccando.
Non ci penso molto. Mi avvicino a lei e le metto una mano sul braccio, per fermarla. Lei mi guarda interrogativa, ma si ferma. Vado a stoppare il video per il mio padrone. Poi mi volto di uovo verso di lei.
“Questo non me lo ha impedito, ma è comunque meglio non riprenderlo”
Mi inginocchio tra le sue gambe ed eccola lì. È la figa che ho desiderato di più in vita mia. La guardo adorante e poi guardo Laura. Ora ovviamente ha capito e il suo sguardo mi implora quasi.
Mi avvicino al suo sesso e, finalmente, inizio a leccarlo, a baciarlo, a toccarlo. Le mie dita si fanno strada nella sua fichetta bagnata mentre torturo la clitoride con leccate brevi, aperte e veloci. Laura gode, mentre mi passa una mano tra i capelli spingendomi la testa. “Oh si Vale siii, leccamela così”. Non ho intenzione di fare altro. Lecco come una cagna e bevo i suoi succhi. La voce di Laura trema dal piacere “nessuno mi ha mai leccata così” dice mentre geme. Io sorrido compiaciuta mente le mie dita continuano a fotterla.
Anche il suo orgasmo esplode insieme ad un urlo. Viene copiosa e a lungo. Quando ha finito di urlare mi alzo. È quasi immobile sul divano. Ha ancora il vestito indosso. C’è un’altra cosa che voglio fare. Le sbottono il vestito che ha una fila di bottoni davanti e le scopro I seni. Lei mi guarda agire senza muovere un dito ne dire una parola. Avvicino la bocca ai capezzoli scuri e turgidi. Li avvolgo a turno con la lingua mentre le mie mani palpano con voglia le tette grandi. Laura è abbastanza magra, ma ha due tette enormi. Mi ci tuffo in mezzo e non le lascio stare. D’altra parte, lei le mie le aveva già viste e toccare. Ora era il mio turno.
Passano alcuni minuti così. Avvinghiate in silenzio, io con la testa tra i suoi seni mentre lei con una mano mi accarezza il culo.
“Cosa abbiamo fatto?” Dice sottovoce ridendo.
“Qualcosa che spero rifaremo” le rispondo con un sorriso.
“Sai” continua lei “se succhi il cazzo come lecchi la figa, allora capisco perché Antonio ti vuole per se”.
Rido.
Poi però mi viene una domanda seria. “Ti piace davvero che io.. insomma… faccia quello che faccio? Cioè che sia ecco, una Troia sottomessa a lui?”
Laura mi fissa. “Si, davvero”
“Ti eccita?”
“Si” sorride “si mi eccita molto. Cioè tu mi ecciti molto”
Ci guardiamo e finalmente le nostre labbra si incontrano. Il bacio è accogliente, intenso lussurioso. Le nostre lingue giocano e non si lasciano andare. Non vorrei mai smettere di baciarla.
E invece smettiamo, dopo un po’. Ci rivestiamo. Vorrei chiederle di rimanere, a mangiare una cosa insieme o qualcosa così. Ho paura che non riuscirò a mantenere la promessa fatta al padrone. Non glielo chiedo, lei nemmeno.
La saluto sulla porta con un bacio intenso. Sapere che posso rivederla il giorno dopo è un sollievo.
Se ne va e io vado a dormire. Mentre mi addormento penso se ho fatto qualcosa di sbagliato. Dovevo dirlo a padrone? Che l’avevo leccata e l’avevi fatta godere? Ora ho paura di avere commesso un errore. Ma che dolce errore.
Mi addormento e sogno la sua lingua su di me.
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