Segretaria sottomessa - 13

di
genere
dominazione

Lui è zitto, immobile.
Gliel’ho detto. Non dovevo? Troppo tardi. Non riesco a mentirgli.
“L’hai leccata?”
“Si”
“L’hai fatta godere?”
“Si”
“Brutta Troia”
L’insulto arriva con uno schiaffo.
“Sei una cagna. Mi hai disubbidito”
“Ma padrone..”
“Ti ho forse detto che potevi?”
Ho gli occhi bassi. “No” sussurro.
“Non ho sentito”
“No signore”
“E perché lo hai fatto?”
“Perché… perché sono una puttana insaziabile”
“E?”
“E sono stata cattiva”
“Sei stata una lurida troia disubbidiente”
“Lo so”
“Sai anche cosa succede ora?”
È arrabbiato ma freme. Non vedeva l’ora che facessi un passo falso. Vuole punirmi. Lo farà.
“Mi merito una punizione”
“Esatto. Spogliati”
Eseguo.
“Sdraiati a pancia in giù sulla scrivania, il tuo culo davanti a me”
Eseguo.
Sono nuda e espongo il mio culo ai suoi occhi.

“Devi capire che sono io che decido su di te. Quando puoi godere e quando no. Quando puoi fare godere e quando no.”
Il primo schiaffo sulle natiche arriva fortissimo. Gemo.
“Eri stata brava fino ad adesso”
Secondo schiaffo.
“Ma io lo sapevo che avresti sbagliato. Sei troppo infoiata. Devi regolarti”
Terzo schiaffo.
“Ringraziami per la punizione che ti sto dando”
Quarto schiaffo.
“Grazie padrone”
Quinto.
“Ancora”
“Grazie padrone”
Sesto.
Iniziano a riempirsi gli occhi di lacrime.
Settimo. Ottavo.
“Non ti sento più”
“Grazie padrone”
Nono. Decimo.

Si ferma. Io non mi muovo.
Viene davanti a me e mi tira su la testa tirandomi i capelli. Mi fa male.
“Sei una lurida puttana”
Mi sputa in faccia e sparge lo sputo con la mano. Si slaccia i pantaloni. Il cazzo è duro. Gli piace vedermi umiliata così. Mi ficca il cazzo in bocca e inizia a scoparmi la gola. Non mi lascia fargli un pompino, sono passiva nel dargli piacere. Ma sembra che lui non goda. Mi guarda arrapato sottostare alla sua forza.
Mi ributta la testa in giù e torna dietro di me. Poi sento il plug che si muove e il mio buchetto si libera dal giocattolo.

“Ora stai ferma e non gridare”

Il suo cazzo mi incula tutto di un colpo. Secco, dritto, violento. Si fa strada nel mio culo senza chiedere il permesso. Il dolore è forte e improvviso, ma non posso urlare.
Inizia a incularmi forte e veloce. È impetuoso. Il suo cazzo è durissimo e gonfio. Mi sento aperta in due, fa malissimo.
“Ti apro il culo, vacca del cazzo”
La sua voce è gracchiante di piacere. Mi tira schiaffi forti sulle natiche mentre non smette di insultarmi.
“Sei solo una troia di merda, dipendente dal piacere. Hai voluto il mio cazzo vero vacca? Ora lo prendi tutto.”

Se penso a quanto ho desiderato che quel cazzo mi penterassse e che non l’ho mai avuto per più di pochi secondi, ora invece è dentro di me ma non per farmi godere. Per punirmi. Per ricordarmi che sono sua.

“Sei una vacca da monta, buona solo a prendere sborra. Ma solo la sborra che decido io, non dimenticarlo mai”
Continua a incularmi forte e a sculacciarmi. Il dolore è lancinante.

Eppure.
Eppure non riesco a non bagnarmi.
Anche con le lacrime che mi solcano le guance umide di saliva, anche con la bocca serrata per non urlare di dolore. La mia figa si bagna e cola. Perché nonostante tutto, quello che ho sempre voluto sta succedendo. Il cazzo del mio padrone mi sta riempiendo.

Va avanti così diversi minuti. Lui mi incula, mi schiaffeggia e mi insulta, ricordandomi quale è il mio posto.
“Quello della Troia ai suoi ordini signore. Non quello di una puttana a piede libero” rispondo ogni volta che me lo chiede. E ancora “grazie signore per punirmi, me lo merito”.
“Si che te lo meriti vacca”
È ancora più forte a spingere il suo cazzo nelle mie viscere.

Il mio culo è sfondato, le mie natiche rosse fuoco e bruciano da morire, la mia figa un fiume in piena e lui non accenna a smettere.
“Signore” lo imploro a un certo punto. “La prego”
“Ora mi preghi troia? Dovevi farlo prima di leccare la figa della tua amichetta”
“Chiedo scusa signore le chiedo scusa”
“Le scuse di una Troia non valgono un cazzo”
Aumenta sempre di più il ritmo, sia delle pompate che delle sculacciate. “Lurida vacca” inizia ad ansimare “troia di merda di riempio di sborra”

Esplode dentro di me. Continua a muoversi grugnendo forte. Mi scarica dentro tutto il suo seme denso.
E finalmente, si sfila e smette di toccarmi.

Io non riesco a muovermi. Anche se non mi sta più inculando, il buco mi brucia come se non avesse smesso.
Passano i minuti, io riesco solo a sospirare, piangendo sommessamente. Piango per il dolore. Ma non sono triste. Sono estremamente, immotivatamente, felice. Dolorante si, ma felice. La mia figa lo è anche più di me.

Il padrone si riprende da suo orgasmo e mi siede vicino. Il suo viso è a pochi centimetri dal mio.
“Questo succede se non mi ascolti” la sua voce è quasi dolce.
“Se ti comporti da cattiva bambina, ti tratto come una cattiva bambina. Cioè ti inculo forte, capito puttanella?”
“Si signore”
“ Sai quale è la cosa più ironica?”
Sorride sadico mente lo dice.
“Che il prossimo compito sarebbe stato quello di leccarla a Laura.”
Mi scappa una risata isterica.
“Devi fidarti di me bimba mia e ti farò godere come nessuno ha fatto prima”
Prende il plug e lo rimette nel mio culo. Ma è troppo slabbrato e non sta fermo. Apre il cassetto e ne prende uno più grande, quello ci sta.
Mi fa rialzare, pulire e rivestire.

“Oggi non devi mostrarti a Laura. Puoi raccontarle però che cosa è successo, se vuoi”
Sorride. Sa che lo farò.
“Non toglierti il plug finché non torni a casa. Custodisci la mia sborra come un monito”

Faccio fatica a stare in piedi, a camminare, a stare seduta.
Laura mi chiede cosa sia successo, glielo racconto in pausa pranzo, al tavolo di un bar lí vicino. I suoi occhi sono preoccupati ma mano la storia va avanti. Che bella che si preoccupa per me.
Si scusa, come se fosse colpa sua.
“Ti è piaciuto quando ti ho leccata?”
“Si” dice sicura “si tantissimo”
“Anche a me è piaciuto. Lo rifarei.”
Lei mi guarda con uno sguardo di rimprovero.
“Laura davvero. Ho goduto nel farti godere, ho goduto leccando il tuo corpo, bevendo da te. Scelgo io i miei rischi.”
Alle mie parole si addolcisce.
“E poi, ho goduto anche oggi. Si certo, avrei preferito non provare tutto questo dolore. Ma non so descriverti perché, ma se potessi lo rifarei.”
Lei sospira “immaginavo mia bella Vale”.

Le mie labbra raggiungono le sue. Il bacio è dolce, passionale, voglioso, come la sera prima. Potrei baciare quelle labbra per ore.
scritto il
2024-05-22
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