Segretaria sottomessa - 10

di
genere
dominazione

Sono molto nervosa. Sono in metro e mentre vado verso lo lavoro, mi tormento. Cosa dirò a Laura oggi? Me lo richiederà? Che cosa posso effettivamente dirle? È difficile non darle una spiegazione di tutto quello che ha visto (e che ha leccato) negli ultimi due giorni. Ma posso dirglielo? Ho il permesso?
La risposta mi viene naturale. Devo chiederlo al padrone.
Arrivo in ufficio, oggi indosso un vestito corto azzurro chiaro. Laura non è ancora arrivata, ma il mio padrone si. Non mi presento mai nel suo ufficio se non me lo ordina, ma stavolta devo correre il rischio.
Busso e al suo permesso entro.
“Buongiorno troia” mi dice per accogliermi.
“Buongiorno signore”
“Come mai questa visita inaspettata?”
“Chiedo perdono padrone, non voglio sembrare insolente ma ho bisogno di chiederle una cosa”
Così gli espongo la situazione e chiedo a lui cosa ho il permesso di dire o no.
“Capisco troia, brava che me lo sei venuta a chiedere”. Ci pensa un po’ silenzioso.
“Facciamo cosi” esordisce “dille quello che vuoi. Ti lascio libera di raccontarle quello che ti va. Ma a condizione che registri e mi mandi la conversazione.”
Non mi aspettavo questa libertà.
“Va bene padrone”
Prima che io esca aggiunge
“Ricordati che non devi scoparla, se no mi arrabbio non poco. E l’altro compito rimane valido”
“Si signore”

Torno al mio posto, Laura è arrivata.
“Dove eri?” Mi chiede subito
“Buongiorno anche a te”
“Si scusa buongiorno”
“Ero da Antonio, dovevo chiedergli una cosa”
Lei mi guarda subito storto.
“Ha a che fare con le spiegazioni che mi hai giurato di darmi oggi?”
La guardo in silenzio
“Può essere”
“Beh quindi dimmi”
“Non qui Laura. È un discorso lungo. Facciamo che dopo il lavoro beviamo qualcosa?”
Non si aspettava l’invito, rimane sorpresa.
“Ok va bene”

Passa qualche ora. Decido di posizionare il telefono mentre lei è distratta. Non ho molta inventiva per il compito che mi ha dato il padrone oggi. Devo mostrarle qualcosa di me ma non so come fare, c’è troppa tensione tra noi. Forse dovrei semplicemente chiederle se ha voglia di vedermi nuda, penso divertita, tanto la risposta probabilmente è si.
Forse faccio davvero così.

“Vuoi sapere una cosa?” Le chiedo in un momento in cui non c’è nessun altro nella stanza.
Mi guarda interrogativa.
Allora decido di farlo, mi tirò giù la scollatura del vestito lascio nudi i miei seni.
“Sono senza anche oggi. Vuoi che le macchi di caffè così puoi leccarle?”
Non so da dove esca questa sicurezza e sfacciataggine, forse dal fatto che ieri con la sua lingua sui capezzoli mi sono eccitata da morire.
Lei non se lo aspettava, sicuro.
Sgrana gli occhi sorpresi. Ma non si arrabbia o distoglie lo sguardo, rimane a fissarli. Io avevo intenzione di rimettere subito a posto il vestito ma il suo sguardo mi inchioda. Così rimango a tette all’aria, coi sui occhi piantati su di me.
Dopo pochi secondi allunga le mani per toccarle, le afferra a mani aperte e le stringe.
“Lo sapevo” sussurra.
Mi bagno istantaneamente.
Sentiamo qualcuno nella stanza accanto che si avvicina, lei toglie le mani e io mi ricompongo.
Mente lei parla con Luigi, uno degli altri avvocati, io prendo il telefono e vado in bagno.
Mi chiudo dentro e lo riguardo. Si vede bene il viso di Laura e la sua reazione. È eccitata, è evidente.
Lo mando subito al padrone. E torno a guardarlo a ripetizione. Mi bagno ancora di più.
“Che puttana Valentina” mi risponde Antonio. “Sei bagnata?”
“Si signore”
“Mandami una foto della tua figa bagnata”
La faccio e gliela invio subito.
“Cagna, vieni nel mio ufficio”

Esco dal bagno e vado direttamente in ufficio da lui.

Appena mi chiudo la porta alle spalle arriva subito il suo ordine.
“Spogliati troia e gattona fino a qui”
Eseguo.
“Ti eccita farti toccare e leccare le tette da una donna eh?” Mi dice mentre arrivo a quattro zampe da lui.
“Si signore”
“Più di succhiare il mio cazzo?”
“No signore, solo essere scopata da lei mi eccita di più di ingoiare il suo cazzo e bere la sua sborra”
“Risposta giusta ragazzina. Ora mettiti sulla scrivania a gambe aperte davanti a me”
Eseguo.
Lui osserva la mia figa. Allunga una mano e con le dita la apre per vedere bene quanto è bagnata. Non è un tocco per farmi godere, è quasi un’ispezione, ma non appena le sue dita raggiungono le mie grandi labbra l’eccitazione mi sale. Mi bagno di più. Lui passa le sue dita e mi spinge sulla clitoride. La strofina con il pollice premendo per bene. Mi bagno ancora di più. Si avvicina con la lingua ed inizia a leccarmi. Non lo fa per farmi godere, lo fa per bere i miei umori. Ma io invece con le sue dita e la sua lingua godo eccome. Lecca ogni angolo bagnato della mia fighetta tutta fradicia. Mi scappa un verso, un mugolio di piacere. Antonio ride.
“Mi piace vedere ogni volta quanto sei in grado di bagnarti” dice mentre le sue dita continuano a esplorare il mio sesso.
“Basta tratttarti da puttana e tu dimostri che lo sei”
Infila l‘indice dentro
“Il tuo corpo si prepara a far godere chi deve scoparti”
Inizia a muovere l’indice
“E ti piace così tanto che basta quasi sfiorarti per farti godere, troia”
Prende il ritmo e inizia a scoparmi la figa con le dita.
Sto godendo, è evidente, è inevitabile.
“Mi eccita pensare che ti bagni così tanto perché una donna ti tocca ma che questo non pregiudica la tua fame di cazzo”
Continua a muovere le dita dentro e fuori.
“Vuol dire che sei proprio una puttana insaziabile. È proprio quello di cui ho bisogno”

Sono in estasi. Non mi ha mai toccata così e così a lungo. Le sue parole mi eccitano, le sue dita di più.

“Ieri sei stata molto brava Valentina. I clienti erano più che soddisfatti. Tu mi hai ubbidito e stai facendo quello che devi fare. Per questo voglio regalarti un orgasmo”.
Aumenta il ritmo. Sono così felice di questo regalo che mi vengono le lacrime agli occhi.
“Ora ti leccheró questa figa da troia e tu verrai. Ma devi dirmi che sei la mia puttana e non devi smettere di dirlo finche non hai finito di godere”
“Si padrone”

Si abbassa e inizia a leccarmi la clitoride, stavolta si con l’intendo di farmi venire. Ed è incredibile.
“Sono la sua puttana” inizio a ad ansimare “la sua puttana signore, la sua puttana” il suo tocco mi fa andare fuori di testa, ho gli occhi rovesciati e la testa buttata indietro.
“Sono la sua troia, la sua puttana”
Mi tremano le braccia e le gambe, sento che l’orgasmo è vicinissimo
“La sua cagna succhiacazzi ai suoi ordini padrone”
Sto per venire
“La sua puttana aaaaaaah”
Esplodo in un orgasmo intenso. Schizzo sulla faccia del mio padrone.
“Oddio siiii”. Vengo a lungo e continuo a ripetere che sono la sua troia.
Mi accascio sulla scrivania a pancia in su.
“Una Troia, sono una Troia” continuo a sussurrare quasi inconsciamente.

Antonio si alza, si mette accanto al mio viso. Io sdraiata nuda sulla sua scrivania, lui in piedi accanto a me. Tira fuori il cazzo e me lo ficca in bocca. Io ancora sconquassata dall’orgasmo vado in automatico e inizio a succhiarlo. È di marmo. La scena deve averlo eccitato molto.
“Si è così Valentina. Sei la mia puttana e lo sarai per sempre”
Lascio che mi scopi la bocca, mentre sono praticamente a testa in giù. Mi prende le tette, le stringe e le usa come appoggio per scoparmi la gola.
“Una bella, vogliosa, insaziabile puttana”
Mi sta soffocando ma resisto.
“Prendi la mia sborra troia”
E mi viene sul viso.

Mi lascia così, nuda e sporca di sperma sulla scrivania. Si rimette il cazzo dentro e va a prendere qualcosa dalla libreria.
È il suo telefono. Probabilmente stava riprendendo tutto. Lo avvicina e inquadra prima la mia figa zuppa, poi la mia faccia piena di sperma.
Ferma la registrazione e lo manda a qualcuno.
“Il video, Valentina, che ho fatto oggi è anche questo un regalo per te. Te l’ho appena mandato.
Ti servirà per ricordarti che sei mia, la mia troia. E ti può essere utile anche con Laura, se sei così puttana da farglielo vedere”
Mi sembra il regalo più bello del mondo.
“Grazie mille padrone, grazie davvero”

Mi ricompongo e mi rivesto.
“Grazie padrone per questi regali. Ne farò buon uso, glielo prometto”
“Prego troia”

Esco e torno al mio posto.
“Perché sei fuggita? Ti sei offesa?” Laura è preoccupata, in effetti appena lei mi ha toccato le tette io me ne sono andata e torno solo ora.
“No tranquilla” le sorrido “nessuna offesa, anzi”
Tira un sospiro di sollievo.
“Scusa non so che mi ha preso” dice Laura
“Non è colpa tua. Sono io che ti provoco. È perché mi piace farlo. E mi piace come reagisci” le prendo una mano e la porto sotto la gonna, come il giorno prima. “Mi fa eccitare come reagisci” puntualizzo, e le porto le dita sulla figa ancora bagnata dall’orgasmo di prima. Lei stavolta non si ritrae, anzi schiude le dita per sentire quanto sono bagnata.
”Sei così eccitata perché ti ho toccato le tette per qualche secondo?” chiede quasi ridendo.
“Non solo per quello” rispondo “anche per quello”

Laura toglie dolcemente la mano da sotto la mia gonna e guarda l’orologio.
“Non vedo allora che arrivino le sei, così mi spieghi tutto”
scritto il
2022-12-29
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