La donna cannone
di
gfranco
genere
sentimentali
Nel 1978, quando aveva ancora i capelli e la barba neri, De Gregori cantava: la donna cannone.
Quasi due anni fa, frequentavo già il Bar Sport nella speranza che la barista, ovvero la Erica me la facesse vedere (cosa che non ha fatto). Lei ... non solo a me, faceva finta di farla vedere da un momento all'altro ed intanto noi avventori creduloni si spendeva in bibite e caffè vari. Molti ragazzi e non solo, anche adulti e signori attempati frequentavano il locale, sia per giocare al bigliardo che a carte. I ragazzi entravano spesso in coppia, ma mi capitava di vedere sedere una ragazza, sui ventidue-ventitre anni, sempre sola. Aveva un visetto carino, anche se sempre serio, una altezza di poco sopra il metro e sessanta, quindi un peso a mio giudizio attorno agli ottanta chili. Probabilmente i ragazzi, per la sua quasi obesità manco la guardavano e solo i vecchietti le davano un pò di retta. Vedendola quasi in un angolo, ho cercato di parlarle per una forma di amicizia e ci ho messo del tempo per conoscerla. Spesso veniva da me e Pierino e scriveva il punteggio a carte. Tra me e lui, a volte qualche litigio e lei la ragazza faceva da paciera. Si chiamava Lidia e capivo che l'essere troppo in carne era un suo serio problema. Due o tre volte l'ho accompagnata a casa, sempre portandole rispetto e senza fare domande difficili. Aspettava l'arrivo dell'estate. Sarebbe andata a fare la stagione in albergo, era la prima volta, ma una maniera per aiutare la sua famiglia. Per diversi mesi ci siamo salutati e visti al bar. Pierino si era quasi innamorato di lei, ma gli ho fatto capire che tra loro in ogni caso c'erano cinquanta anni di differenza. Secondo il Pierino la ragazza aveva tanta simpatia per me che la trattavo come una signora. Ascoltando lui... anche la barista Erica mi ronzava attorno. Una sera con la barista ho fatto una figura del tubo. Ero convinto che mi avrebbe calato gli slip e tutto grazie alle suggestioni che mi aveva creato quel pirla di compagno a carte.
Un giorno, la Lidia, mi ha salutato, andava a lavorare al mare, lavoro pesante, anche dieci ore al giorno e il dover mangiare di corsa, spesso in piedi in cucina (sto parlando dei comunisti albergatori di Rimini e Riccione, spesso milionari e teoricamente non sfruttatori dei lavoratori). Per diversi mesi non la ho sentita nè vista, salvo qualche messaggino sul telefonino ed io sempre a scrivere che resista, purtroppo in quel mondo non c'è rispetto, contano solo i soldi.
A fine settembre entro al bar e chi vedo, una ragazza che sembra la Lidia, forse sarà sua sorella. Invece era lei, molto dimagrita e non più la donna cannone come qualche ragazzo in passato la aveva apostrofata...felice di vederci, sembrava un'altra. In disparte ha detto che mi voleva parlare da solo ed io l'ho invitata, la sera dopo, in pizzeria. Ci siamo dati appuntamento. Ormai alle otto di sera faceva già buio e siamo andati a cena. Quindi usciti e abbiamo fatto una passeggiata al parco ( una passeggiata al parco perchè io sono molto ripetitivo nelle mie abitudini) e mi sono permesso di prenderla per mano. Mi ha detto di essere dimagrita sia per il troppo lavoro che per lo stress ed il pessimo cibo. Le ho detto che la trovavo bene e che di lì a poco avrebbe abbandonato il suo ruolo di segnalatrice i punti a carte, perchè più di qualcuno le avrebbe ronzato attorno, come ad una ape ora splendida regina. Mi ha replicato dicendo che le vere e poche amicizie le ha avute da cicciona ed io l'avevo spesso aiutata moralmente nei momenti di depressione.
L'ho invitata a casa, nonostante l'ora tarda. L'ho fatta sedere e tirato fuori una bottiglia di prosecco. Tra un bicchiere e l'altro è finita che ci siamo troppo avvicinati, con spontaneità, senza forzature. Quasi lei avesse un debito nei miei confronti. Quindi siamo passati sul mio letto, come la cosa più naturale del mondo. Si è spogliata, mi sono spogliato ed ancora non mi ero reso conto di quanto stava per succedere...io a letto con la ex donna cannone, come direbbe De Gregori. Mi ha detto di fare piano, con dolcezza, di non farla soffrire perchè era vergine. La prima volta che andava a letto con un uomo, che ne vedeva uno nudo. Voleva farlo con me, per come l'avevo trattata alla pari, senza emarginarla o farla passare per una ragazza brutta.
Con me voleva dimenticare il brutto anatroccolo e dare una svolta alla sua vita. Voleva fossi io a farlo perchè facevo parte del suo passato recente. Ho messo un asciugamano sotto il suo corpo per paura che nello sverginamento perdesse un pò di sangue. Piano e con leggerezza l'ho penetrata, baciandola sulle labbra e sui seni... belli, ma leggermente cadenti a causa del dimagrimento improvviso. All'inizio ha fatto un piccolo grido,non so se per paura o dolore, poi tutto normale e si è messa a gemere, tanto da doverle tappare la bocca. Ho fatto tutto io...poverina era imbranata e poi la prima volta. Non volevo ci rimanesse male e si trasformasse in una brutta esperienza. Ho tolto il pisello eccitato, dalla vagina, per paura restasse incinta, le sono venuto tra i seni. Ha guardato lo sperma quasi trasparente e con espressione candida mi ha detto che credeva fosse di colore bianco. L'ho vista felice, l'ho accompagnata al bagno... ci siamo fatti la doccia assieme. Ogni tanto, quasi per curiosità insaponava il mio pisello e mi faceva delle domande, dato che era la prima volta che ne toccava uno e voleva capire come funzionava, perchè sollecitato dalle sue dita si era ingrossato e cambiato di lunghezza. Le ho sborrato sulla mano, tanto era delicata nel masturbarmi. Poi ha telefonato a casa, dicendo alla mamma che si fermava fuori a dormire da una amica. Siamo tornati a letto e ci siamo coccolati quasi tutta la notte, l'ho lasciata esplorare il mio corpo, dato che per lei era una novità ed il premio per non essere più cicciona. Ora anche lei poteva avere una vita alla pari di molte coetanee. La mattina l'ho accompagnata vicino a casa sua e mi sono recato in ufficio. Sembravo uno zombi, tanto facevo finta di restare sveglio sul lavoro.
Ci sentiamo ancora ogni tanto, arriva al bar con un bel ragazzo, suo fidanzato e il prossimo anno si sposeranno. Pensare che una volta era la donna cannone e quelli della sua età quasi la schivavano. Sono dell'avviso, che fare buone azioni, spesso porta ad un premio. A dire il vero assomiglio un pò, anche se poco a Mika e questo mi aiuta, sebbene non abbia i suoi gusti sessuali.
Quasi due anni fa, frequentavo già il Bar Sport nella speranza che la barista, ovvero la Erica me la facesse vedere (cosa che non ha fatto). Lei ... non solo a me, faceva finta di farla vedere da un momento all'altro ed intanto noi avventori creduloni si spendeva in bibite e caffè vari. Molti ragazzi e non solo, anche adulti e signori attempati frequentavano il locale, sia per giocare al bigliardo che a carte. I ragazzi entravano spesso in coppia, ma mi capitava di vedere sedere una ragazza, sui ventidue-ventitre anni, sempre sola. Aveva un visetto carino, anche se sempre serio, una altezza di poco sopra il metro e sessanta, quindi un peso a mio giudizio attorno agli ottanta chili. Probabilmente i ragazzi, per la sua quasi obesità manco la guardavano e solo i vecchietti le davano un pò di retta. Vedendola quasi in un angolo, ho cercato di parlarle per una forma di amicizia e ci ho messo del tempo per conoscerla. Spesso veniva da me e Pierino e scriveva il punteggio a carte. Tra me e lui, a volte qualche litigio e lei la ragazza faceva da paciera. Si chiamava Lidia e capivo che l'essere troppo in carne era un suo serio problema. Due o tre volte l'ho accompagnata a casa, sempre portandole rispetto e senza fare domande difficili. Aspettava l'arrivo dell'estate. Sarebbe andata a fare la stagione in albergo, era la prima volta, ma una maniera per aiutare la sua famiglia. Per diversi mesi ci siamo salutati e visti al bar. Pierino si era quasi innamorato di lei, ma gli ho fatto capire che tra loro in ogni caso c'erano cinquanta anni di differenza. Secondo il Pierino la ragazza aveva tanta simpatia per me che la trattavo come una signora. Ascoltando lui... anche la barista Erica mi ronzava attorno. Una sera con la barista ho fatto una figura del tubo. Ero convinto che mi avrebbe calato gli slip e tutto grazie alle suggestioni che mi aveva creato quel pirla di compagno a carte.
Un giorno, la Lidia, mi ha salutato, andava a lavorare al mare, lavoro pesante, anche dieci ore al giorno e il dover mangiare di corsa, spesso in piedi in cucina (sto parlando dei comunisti albergatori di Rimini e Riccione, spesso milionari e teoricamente non sfruttatori dei lavoratori). Per diversi mesi non la ho sentita nè vista, salvo qualche messaggino sul telefonino ed io sempre a scrivere che resista, purtroppo in quel mondo non c'è rispetto, contano solo i soldi.
A fine settembre entro al bar e chi vedo, una ragazza che sembra la Lidia, forse sarà sua sorella. Invece era lei, molto dimagrita e non più la donna cannone come qualche ragazzo in passato la aveva apostrofata...felice di vederci, sembrava un'altra. In disparte ha detto che mi voleva parlare da solo ed io l'ho invitata, la sera dopo, in pizzeria. Ci siamo dati appuntamento. Ormai alle otto di sera faceva già buio e siamo andati a cena. Quindi usciti e abbiamo fatto una passeggiata al parco ( una passeggiata al parco perchè io sono molto ripetitivo nelle mie abitudini) e mi sono permesso di prenderla per mano. Mi ha detto di essere dimagrita sia per il troppo lavoro che per lo stress ed il pessimo cibo. Le ho detto che la trovavo bene e che di lì a poco avrebbe abbandonato il suo ruolo di segnalatrice i punti a carte, perchè più di qualcuno le avrebbe ronzato attorno, come ad una ape ora splendida regina. Mi ha replicato dicendo che le vere e poche amicizie le ha avute da cicciona ed io l'avevo spesso aiutata moralmente nei momenti di depressione.
L'ho invitata a casa, nonostante l'ora tarda. L'ho fatta sedere e tirato fuori una bottiglia di prosecco. Tra un bicchiere e l'altro è finita che ci siamo troppo avvicinati, con spontaneità, senza forzature. Quasi lei avesse un debito nei miei confronti. Quindi siamo passati sul mio letto, come la cosa più naturale del mondo. Si è spogliata, mi sono spogliato ed ancora non mi ero reso conto di quanto stava per succedere...io a letto con la ex donna cannone, come direbbe De Gregori. Mi ha detto di fare piano, con dolcezza, di non farla soffrire perchè era vergine. La prima volta che andava a letto con un uomo, che ne vedeva uno nudo. Voleva farlo con me, per come l'avevo trattata alla pari, senza emarginarla o farla passare per una ragazza brutta.
Con me voleva dimenticare il brutto anatroccolo e dare una svolta alla sua vita. Voleva fossi io a farlo perchè facevo parte del suo passato recente. Ho messo un asciugamano sotto il suo corpo per paura che nello sverginamento perdesse un pò di sangue. Piano e con leggerezza l'ho penetrata, baciandola sulle labbra e sui seni... belli, ma leggermente cadenti a causa del dimagrimento improvviso. All'inizio ha fatto un piccolo grido,non so se per paura o dolore, poi tutto normale e si è messa a gemere, tanto da doverle tappare la bocca. Ho fatto tutto io...poverina era imbranata e poi la prima volta. Non volevo ci rimanesse male e si trasformasse in una brutta esperienza. Ho tolto il pisello eccitato, dalla vagina, per paura restasse incinta, le sono venuto tra i seni. Ha guardato lo sperma quasi trasparente e con espressione candida mi ha detto che credeva fosse di colore bianco. L'ho vista felice, l'ho accompagnata al bagno... ci siamo fatti la doccia assieme. Ogni tanto, quasi per curiosità insaponava il mio pisello e mi faceva delle domande, dato che era la prima volta che ne toccava uno e voleva capire come funzionava, perchè sollecitato dalle sue dita si era ingrossato e cambiato di lunghezza. Le ho sborrato sulla mano, tanto era delicata nel masturbarmi. Poi ha telefonato a casa, dicendo alla mamma che si fermava fuori a dormire da una amica. Siamo tornati a letto e ci siamo coccolati quasi tutta la notte, l'ho lasciata esplorare il mio corpo, dato che per lei era una novità ed il premio per non essere più cicciona. Ora anche lei poteva avere una vita alla pari di molte coetanee. La mattina l'ho accompagnata vicino a casa sua e mi sono recato in ufficio. Sembravo uno zombi, tanto facevo finta di restare sveglio sul lavoro.
Ci sentiamo ancora ogni tanto, arriva al bar con un bel ragazzo, suo fidanzato e il prossimo anno si sposeranno. Pensare che una volta era la donna cannone e quelli della sua età quasi la schivavano. Sono dell'avviso, che fare buone azioni, spesso porta ad un premio. A dire il vero assomiglio un pò, anche se poco a Mika e questo mi aiuta, sebbene non abbia i suoi gusti sessuali.
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