Le due ragazze
di
gfranco
genere
incesti
Mary e Marta dovevano fare l'esame di maturità. Si trovavano per studiare, spesso a casa di Mary e la Marta ogni tanto si fermava a dormire. da lei.
La Mary, alta e bella biondina. La Marta piccolina, ben fatta e mora di capelli, sotto pelosa. Il padre di Mary, rimasto vedovo e un bell'uomo, non vedeva con simpatia il fatto che una ragazza estranea dormisse in casa, ma lasciò fare senza dire nulla, dato che era amica della figlia.
Erano i primi giorni di luglio, faceva caldo e non gradiva che le due ragazze girassero per casa, vestite del minimo indispensabile. Era pur sempre un uomo e la Marta era una ragazza fisicamente carina e poteva essere un problema per lui, che una donna la desiderava. Quei peli che a volte uscivano dagli slip gli creavano motivo di ripensamento.
Una sera avevano bevuto, erano rientrate tardi, lui le aveva sgridate....sembravano su di giri e facevano confusione...voleva dormire e non sentire chiacchericcio.
Le due ragazze, per quanto stranite, parlavano tra loro e la Marta faceva buono il padre della compagna, l'altra senza scandalizzarsi le diceva per scherzo o meglio per metterlo in difficoltà, che poteva infilarsi nel letto di lui, tanto aveva un bel cazzone. Gielo aveva visto una volta per sbaglio. Un pene sicuramente più grande di quelli dei segaioli, compagni di classe ed insisteva che si trattava della misura giusta per la Marta, abituata ai soliti sfigati e mosci ragazzi.
E tanto spararono cazzate e stupidagini, che la Marta, grazie all'aiuto di Bacco decise che avrebbe conquistato la camera del padrone di casa. Mary, per mettere in difficoltà l'amica, scomise una piccola cifra. Ovvero che il padre indignato avrebbe sbattuto fuori dalla camera la Marta. L'amica decise, si spogliò tutta e si introdusse furtivamente nella camera matrimoniale. Lui dormiva placidamente e quindi si intruffolò sotto il lenzuolo. Poi spostandosi lentamente si avvicino a lui, che dormiva seminudo, solo in mutande. Allungò la mano e palpò il pisello decisamente grande, sicuramente il più grande che aveva toccato.
Il papà della Mary si svegliò di colpo e con stupore si trovò quella ragazza nuda nel letto. Accese la luce: piccolina, non più di un metro e sessanta, un corpo bellissimo, seni piccoli ma belli ed altro. Insomma si trovò nel letto una vera e propria donna. Era tentato di mandarla via, se non altro perchè aveva l'età della figlia, ma poi ci pensò e prevalse la voglia di possederla e poi quella peluria attorno alla vagina era veramente eccitante. Si mise a leccarle la vagina e la ragazza cominciò a dimenarsi, come fosse posseduta da un demone.
L'uomo si tolse le mutandine e senza parlare montò sopra alla ragazza, le aprì le gambe e quel grosso pisello la penetrò. La ragazza non era più vergine e quindi non si sarebbe sentito in colpa per averla sverginata. Continuò a martellarla con il suo coso, poi baciandola la girò e fu lei a montare lui. La ragazza stava provando un intenso orgasmo e quel pene era veramente grosso, come stesse per romperla in due parti, le riempiva tutta la vagina, forzava le sue strette pareti. Poi, lui venne e le scaricò sulla pancia tutto il suo sperma. La ragazza si alzò di colpo e sparì. Il giorno dopo fecero tutti finta di niente e lui uscì di casa. La Marta raccontò alla Mary che era stato bellissimo e che suo padre le aveva fatto venire degli orgasmi che mai aveva provato. Ed era vero che aveva un grande pisello a differenza del loro amico Toni che tre anni prima e da imbranato aveva avuto a che fare con lei, sverginandola, dopo tanta fatica.
La Mary si era eccitata nel sentire questo raccontino e se non fosse stata la figlia di lui, un pensierino lo avrebbe fatto volentieri.
La notte lui sentì un rumore, nel dormi-veglia credette di sentire l'amica della figlia che tornava da lui per ripete la serata di sesso. Nel buio riuscì a vedere l'ombra della ragazza, si tolse gli slip e le venne subito sopra, accompagnando con la mano, il pisello nella vagina, penetrandola. Cominciò ad entrarle dentro, ma si accorse che qualcosa non funzionava..la ragazza era troppo alta e tette grosse...non era la piccola Marta.
Aprì la luce e si trovo a sorpresa, davanti la figlia. Lei gli disse subito che continuasse, gli piaceva. Lui cominciò e il pene arrivò sicuramente fino alle ovaie. La figlia urlava dal piacere, dovette mettergli una mano davanti alla bocca, ma non riuscì a zittirla del tutto. Poi lei prese il grosso pisello, se lo mise in bocca e si fece venire dentro tutto lo sperma. Aveva la bocca piena, grazie a quel gosso pene che faceva fatica a starle in bocca.
Si alzò, uscì dalla stanza per dire all'amica che la scomessa l'aveva vinta anche lei, il padre l'aveva posseduta senza tanti problemi. Per fortuna o sfortuna del padre, gli esami sarebbero finiti tra poco, altrimenti lui, ogni sera avrebbe avuto a serate alterne, ora l'una ora l'altra nel suo capiente letto. Troppo giovani per lui, si doveva trovare una donna vera.
La Mary, alta e bella biondina. La Marta piccolina, ben fatta e mora di capelli, sotto pelosa. Il padre di Mary, rimasto vedovo e un bell'uomo, non vedeva con simpatia il fatto che una ragazza estranea dormisse in casa, ma lasciò fare senza dire nulla, dato che era amica della figlia.
Erano i primi giorni di luglio, faceva caldo e non gradiva che le due ragazze girassero per casa, vestite del minimo indispensabile. Era pur sempre un uomo e la Marta era una ragazza fisicamente carina e poteva essere un problema per lui, che una donna la desiderava. Quei peli che a volte uscivano dagli slip gli creavano motivo di ripensamento.
Una sera avevano bevuto, erano rientrate tardi, lui le aveva sgridate....sembravano su di giri e facevano confusione...voleva dormire e non sentire chiacchericcio.
Le due ragazze, per quanto stranite, parlavano tra loro e la Marta faceva buono il padre della compagna, l'altra senza scandalizzarsi le diceva per scherzo o meglio per metterlo in difficoltà, che poteva infilarsi nel letto di lui, tanto aveva un bel cazzone. Gielo aveva visto una volta per sbaglio. Un pene sicuramente più grande di quelli dei segaioli, compagni di classe ed insisteva che si trattava della misura giusta per la Marta, abituata ai soliti sfigati e mosci ragazzi.
E tanto spararono cazzate e stupidagini, che la Marta, grazie all'aiuto di Bacco decise che avrebbe conquistato la camera del padrone di casa. Mary, per mettere in difficoltà l'amica, scomise una piccola cifra. Ovvero che il padre indignato avrebbe sbattuto fuori dalla camera la Marta. L'amica decise, si spogliò tutta e si introdusse furtivamente nella camera matrimoniale. Lui dormiva placidamente e quindi si intruffolò sotto il lenzuolo. Poi spostandosi lentamente si avvicino a lui, che dormiva seminudo, solo in mutande. Allungò la mano e palpò il pisello decisamente grande, sicuramente il più grande che aveva toccato.
Il papà della Mary si svegliò di colpo e con stupore si trovò quella ragazza nuda nel letto. Accese la luce: piccolina, non più di un metro e sessanta, un corpo bellissimo, seni piccoli ma belli ed altro. Insomma si trovò nel letto una vera e propria donna. Era tentato di mandarla via, se non altro perchè aveva l'età della figlia, ma poi ci pensò e prevalse la voglia di possederla e poi quella peluria attorno alla vagina era veramente eccitante. Si mise a leccarle la vagina e la ragazza cominciò a dimenarsi, come fosse posseduta da un demone.
L'uomo si tolse le mutandine e senza parlare montò sopra alla ragazza, le aprì le gambe e quel grosso pisello la penetrò. La ragazza non era più vergine e quindi non si sarebbe sentito in colpa per averla sverginata. Continuò a martellarla con il suo coso, poi baciandola la girò e fu lei a montare lui. La ragazza stava provando un intenso orgasmo e quel pene era veramente grosso, come stesse per romperla in due parti, le riempiva tutta la vagina, forzava le sue strette pareti. Poi, lui venne e le scaricò sulla pancia tutto il suo sperma. La ragazza si alzò di colpo e sparì. Il giorno dopo fecero tutti finta di niente e lui uscì di casa. La Marta raccontò alla Mary che era stato bellissimo e che suo padre le aveva fatto venire degli orgasmi che mai aveva provato. Ed era vero che aveva un grande pisello a differenza del loro amico Toni che tre anni prima e da imbranato aveva avuto a che fare con lei, sverginandola, dopo tanta fatica.
La Mary si era eccitata nel sentire questo raccontino e se non fosse stata la figlia di lui, un pensierino lo avrebbe fatto volentieri.
La notte lui sentì un rumore, nel dormi-veglia credette di sentire l'amica della figlia che tornava da lui per ripete la serata di sesso. Nel buio riuscì a vedere l'ombra della ragazza, si tolse gli slip e le venne subito sopra, accompagnando con la mano, il pisello nella vagina, penetrandola. Cominciò ad entrarle dentro, ma si accorse che qualcosa non funzionava..la ragazza era troppo alta e tette grosse...non era la piccola Marta.
Aprì la luce e si trovo a sorpresa, davanti la figlia. Lei gli disse subito che continuasse, gli piaceva. Lui cominciò e il pene arrivò sicuramente fino alle ovaie. La figlia urlava dal piacere, dovette mettergli una mano davanti alla bocca, ma non riuscì a zittirla del tutto. Poi lei prese il grosso pisello, se lo mise in bocca e si fece venire dentro tutto lo sperma. Aveva la bocca piena, grazie a quel gosso pene che faceva fatica a starle in bocca.
Si alzò, uscì dalla stanza per dire all'amica che la scomessa l'aveva vinta anche lei, il padre l'aveva posseduta senza tanti problemi. Per fortuna o sfortuna del padre, gli esami sarebbero finiti tra poco, altrimenti lui, ogni sera avrebbe avuto a serate alterne, ora l'una ora l'altra nel suo capiente letto. Troppo giovani per lui, si doveva trovare una donna vera.
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