Autostrada

di
genere
etero

Lunga è la strada che ci separa da casa. E lo è ancora di più questa volta, dopo il furioso litigio di ieri sera con Luigi per motivi che lui considera inesistenti ma che probabilmente esistono eccome: i suoi rapporti di “lavoro” con la collega. Oggi quasi non ci siamo parlati e l’atmosfera tra noi è decisamente fredda e scostante.
Appena sbarcati dal traghetto che da Messina ci ha portato a Villa San Giovanni risaliamo in auto e ripartiamo verso Milano, noi e la nostra coppia di amici.
Le solite posizioni, Luigi e io davanti, Roberto ed Elena dietro. Sono anni che facciamo le vacanze insieme, ci si conosce da tanto tempo e siamo praticamente coetanei, 42 anni io ed Elena, 46 i due mariti. Fa caldo, l’aria condizionata dell’auto funziona ma fa caldo lo stesso… meno male che tra poco si farà sera e magari con la notte arriverà un po’ di fresco.
Luigi propone di fare tutta una tirata, magari dandoci il cambio alla guida. Non ne sono entusiasta, viaggiare di notte secondo me comporta sempre dei rischi… un colpo di sonno, un deficiente che corre troppo, un camionista che deve arrivare in tempo per le consegne… Ma so che sono in minoranza, tutti non vediamo l’ora di arrivare, in effetti.
Dopo due ore decidiamo di fare una sosta per un panino e un caffè al primo Autogrill. Mentre beviamo il caffè prima di ripartire vedo con stupore che Roberto mi sta guardando con un malcelato interesse e non guarda i miei capelli, no…il suo sguardo vaga verso altri lidi.
Si, lo so che il mio abito estivo è molto corto e scollato, lo so che non porto il reggiseno per il caldo ma, diamine!, mi hai visto in costume da bagno, abbiamo dormito spesso tutti e quattro insieme nella stessa camera d’albergo per mancanza di stanze libere e in quelle situazioni bisogna comportarsi da adulti, nel senso che non si può avere davvero molta privacy… e adesso sei qui che sbirci le tette??!!
Arrivati all’auto… ecco ci mancava pure questa…. Elena mi chiede se può stare davanti perché ha un po’ di nausea, forse il panino.
Non che abbia molta voglia di cedere il posto e, soprattutto, non mi va di stare seduta dietro nel buio dell’auto con Roberto, non dopo che ho colto quello sguardo interessato.
Faccio uno sforzo su me stessa e provo a suggerire a Luigi un cambio alla guida ma so in partenza che non avrò successo, lui ama guidare e inoltre non gli piace cedere il volante della sua auto a nessuno. E infatti dice che lui non è stanco, magari più tardi e poi, figurati, dopo ieri sera mai ammetterebbe di darmi ragione.
E così, volente o nolente, mi siedo di dietro a fianco di Roberto che, con evidente malizia, mi chiede sorridendo se sono comoda.
Elena inserisce un cd nel lettore e l’auto è invasa da musica che sa ancora d’estate e di vacanze…i ritmi che abbiamo ballato sulla riva del mare quest’anno e gli anni passati… “Te la ricordi questa?” “Certo e anche questa…che bella quella spiaggia!!”
Si va avanti così per qualche decina di minuti, poi un ritmo più lento invade il buio dell’auto e Roberto appoggia una mano invadente sul mio ginocchio, gliela scosto subito cercando di non dare nell’occhio davanti.
Ma dopo un istante la mano ritorna, più possessiva di prima. L’afferro decisa e cerco di nuovo di toglierla, ma il mio tentativo è vano se non voglio che gli altri, davanti, si accorgano di questi maneggi, e Roberto purtroppo lo sa.
Lo sa che non voglio rischiare casini o litigi o, peggio ancora, scenate in pubblico. E quindi rimango così e, come un’idiota impaurita, tengo la mano sulla sua per controllare che non faccia ancora di più il cretino.
La mano stringe il ginocchio e lentamente la stretta si trasforma in carezza, in una carezza che suggerisce lussuria. E intanto lui, come se non stesse facendo nulla di strano, parla con Elena e con mio marito di future vacanze, di sci, di lavoro, di libri e poi chiede pure la mia opinione mentre la mano scivola all’interno della gamba.
Cerco di nuovo di toglierla ma non ci riesco e intanto quella cretina di Elena mette la sua di mano tra i capelli di Luigi e gli chiede premurosa se è stanco. Lui risponde che no, ma figurati.. però perché quella scema non toglie la mano? E perché quel coglione non dice nulla??
Adesso Elena e Luigi stanno parlando di quel pesce buonissimo mangiato qualche sera fa e “Quell’antipasto di mare che cosa non era??!!” mentre Roberto è padrone della mia coscia scoperta dal corto vestito estivo che facilmente scivola verso l’alto.
Ma almeno Elena si voltasse. Vedrebbe cosa sta facendo suo marito… dovrei dire qualcosa, forse dire di fermare l’auto per scendere a fare pipì… Ci provo ma subito vengo fermata dalla voce di Luigi che mi dice che al prossimo Autogrill mancano 20 chilometri. ”Non potevi dirlo 5 minuti fa, ne abbiamo appena passato uno!!”
Già come se potessi dire che 5 minuti fa la mano di Roberto non era ancora in mezzo alle mie cosce, e non accenna a fermarsi.
Con la scusa di parlare con Luigi che fatica a sentire per il rumore dell’auto e della musica, Roberto si sposta più al centro del divanetto e nasconde con il corpo i maneggi in mezzo alle mie gambe. Sto sudando per il caldo e per l’angoscia della situazione che purtroppo, nella sua trasgressività, non mi sta lasciando indifferente.
La mano ora forza le cosce per farmele aprire un poco di più. Resisto qualche minuto contraendo i muscoli, ma poi non ci riesco e lui può cantare vittoria mentre la mano arriva allo slip.
Ma davvero vuole fare questo! Ma davvero vuole rischiare di rovinare un’amicizia di anni per la sua eccitazione?? Ma so che è difficile che possa fermarsi a questo punto e poi, al diavolo, ripenso alla lite di ieri con Luigi e ai sospetti ben radicati nella mia testa.
E ora le dita di Roberto, che parla e riparla con Luigi e con Elena seduti ignari davanti, scivolano sotto il bordo del piccolo slip e accarezzano lente e piacevoli la mia peluria che va inumidendosi di nuova rugiada.
Lui sa che sta avendo partita vinta, glielo dice il mio sudore, il mio respiro accelerato, glielo dicono le mie gambe che si aprono lasciandogli tutto lo spazio che vuole.
Le dita ora accarezzano le labbra della mia vulva bagnata, le divaricano con facilità aiutate dal copioso umore che le ricopre… mi penetrano. Un dito, ora due, tre… Mi appoggio allo schienale e chiudo gli occhi mentre mi prende.
Mi mordo a sangue il labbro per non farmi sfuggire gemiti e sento la stoffa sudata del mio vestitino che scivola calda sui miei seni liberi ed eccitati.
C’è più silenzio nell’auto o mi sbaglio? Sono io che non sento quello che dicono? Che non si senta, speriamo, il fruscio delle dita che nuotano dentro di me!!!
Il sudore mi incolla la schiena al sedile quando esplodo in un orgasmo lungo e silenzioso, scossa da brividi che dall’inguine risalgono fino alla nuca, tremante di un lussurioso piacere che non posso mostrare.
Stringo le cosce per trattenere la mano di Roberto dentro di me, lui ricomincia nel moto sapiente e mi riporta in pochi secondi a un nuovo orgasmo che mi lascia illanguidita e silente.
Ecco, tra pochi minuti c’è il nuovo Autogrill. “Vuoi fermarti?” mi chiede irritato Luigi. “No, vai pure, non ne ho più bisogno”.
E poi è la volta di Elena che chiede se voglio tornare davanti. “Ma no, figurati sto benissimo qui” le rispondo con la mano di suo marito dentro di me.
E in effetti è così, sto bene qui ora. Nel buio dell’auto, dove ora è la mia mano che si allunga verso la coscia di Roberto, che mi agevola soddisfatto e abbassa la lampo dei suoi pantaloni per aiutare la mano a cogliere la consistenza della sua eccitazione, a scivolare verso il glande umido e scoperto, a disegnarne i contorni.
Ecco ora è lui che trattiene il respiro, ora è lui che teme lo sguardo di Elena o di mio marito, ora è lui che teme di esser scoperto mentre prende piacere dalla mano della donna di un altro.
Chiudo la mano sul suo orgasmo che monta, trattengo nel suo prepuzio chiuso i fiotti appiccicosi e odorosi del suo piacere… ma come è possibile che non si senta l’odore davanti??
Poi, quando tutto finisce, tolgo la mano sporca di lui e lo guardo negli occhi mentre mi lecco le dita…

Autore: Anonima1981
scritto il
2023-10-24
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