Inchiodato con la zia

di
genere
feticismo

Io e mia zia avevamo deciso di andare in vacanza sulla neve insieme per rimanere da soli.
L'amore che mia zia provava per me e il modo che la facevo godere grazie ai suoi piedi, ci aveva spinto a rivederci sempre più spesso.
E mentre stavamo andando in montagna, non smettevo di fissare i suoi piedi che pompavano i pedali.
Aveva deciso di guidare scalza per la mia felicità mentre il mio godimento aumentava sempre di più.
Una volta partiti, aveva tirato il mio pisello fuori dai pantaloni, così che lei mi potesse masturbare.
< Oddio zia. Come godo. >
< Vorresti avere il tuo pisello sotto il mio piede, vero? >
< Esatto. >
< Vuoi che mi fermi? Così ti faccio venire come si deve. >
< No, zia. Voglio giungere in albergo e scoparti a dovere. >
< Non vedo l'ora, nipote. >
Ormai mancava poco ad arrivare e mentre mia zia accellerava sempre più forte, non si rese conto di un cervo che era in mezzo alla strada.
Inchiodando con tutta la forza dei suoi piedi, la macchina sbandò fuori strada sulla neve.
Come capimmo subito, l'auto non riportò danni.
< Ci mancava pure il cervo > feci io mentre il mio cazzo si stava ammosciando < Ci fai uscire da qui? >
< Certo, amore. >
E mentre mia zia mi slinguava e mi dette una leccata al pisello, le ruote della macchina aveva cominciato a slittare.
Non ci muoveva di un centimetro, schizzando quella neve fresca mentre l'auto gridava pietà.
< Non ci stiamo muovendo, tesoro. >
< Lo vedo, zia. Accellera ancora. >
Mia zia spingeva più che poteva, stando molto attenta a non fondere il motore.
Divertita ed eccitata allo stesso tempo, mia zia si toccò dentro le sue mutandine facendosi un ditalino per continuare a privare piacere.
< Amore, vuoi leccare i miei umori? >
Senza farmelo dire due volte, mi sganciai la cintura e piombai verso di lei deliziandomi della sua vagina e leccandola freneticamente.
< Oddio. Continua. Non fermarti. >
E mentre sentivo sulla mia lingua il liquido che stava uscendo, mia zia spingeva sempre di più il pedale, toccandomi anche il mio cazzo.
Mi segava come una forsennata, pregandomi se volevo leccargli i piedi.
< Oddio, zia. Se sento il tuo odore di piedi, verrò subito. >
< Sì. Imbrattameli baciandomeli. >
Mentre un suo piede arrivò fin sotto il mio naso, continuava a menarmi il cazzo.
Leccavo ovunque il suo piede, baciandolo allo stesso tempo.
< La senti la puzza? >
< Sì, zia. >
< Lo senti come 'premo il tuo pisello? >
< Zia. Sto per venire. >
Il mio liquido schizzò all'impazzata sui suoi piedini mentre mia zia mi guardava estasiata e leccava i vari schizzi.
< Sono sempre così buoni. >
< Ti ringrazio, zia. >
< Figurati. Ora mi spoglio e ce ne andiamo subito in albergo. >
Rimanendo completamente nuda sotto il mio sguardo allibito, mia zia ingranò la retromarcia con i suoi piedini bagnati di sperma e in pochi minuti era riuscita a tirarci fuori.
< Guarda che solco che ho fatto con le ruote. >
Facendo stridere le gomme sull'asfalto mentre il mio cazzo era tornato dritto, ci dirigemmo verso il parcheggio dell'albergo con tutta l'eccitazione che avevamo in corpo e una volta giunti, scopammo come due animali, godendo di quei piaceri che la vacanza ci poteva offrire
di
scritto il
2023-11-27
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