Alla festa
di
lm
genere
feticismo
Ciao a tutti. Mi chiamo Lorenzo e ho 28 anni. Con i miei amici abbiamo deciso di andare ad una festa per svagarci dalla solita routine.
Arrivati finalmente in questo posto che si trovava in mezzo al bosco, incontrai una mia vecchia amica che mi salutò abbracciandomi.
Il suo nome era Greta. Anche lei 25 anni, occhi azzurri, capelli castani chiari, un bel fisico che rimasi impietrito e dei bellissimi piedi che calzavano dei tacchi aperti non tanto alti e smaltati di rosa chiaro.
Parlammo del più e del meno, rivivendo vecchi ricordi che mi avevano fatto molto piacere.
Alla fine della festa, la riaccompagnai alla macchina.
I miei amici e tutti gli altri se ne erano andati da un bel po', rimanendo così in sua compagnia.
Scoprii anche che Greta non era fidanzata, sorprendendomi molto visto la sua bellezza.
Nemmeno io era fidanzato e tutto ciò poteva portarmi dritto tra le sue braccia.
Rimanere in sua compagnia facendo qualsiasi cosa non poteva che farmi piacere e dopo che mi aveva salutata con un bacio sulla guancia, gli promisi che ci saremo rivisti molto presto.
< Certo che sì. Adesso ho il tuo numero > fece lei una volta entrata in macchina.
C'eravamo scambiati i numeri di telefono e non potei che essere più felice che mai.
Una volta però giunto alla mia auto non molto distante dalla sua, vidi che era rimasta bloccata nel fango a causa delle forti piogge che avevano colpito il territorio.
Con sguardo curioso, vidi che Greta si stava impegnando molto per uscire, ma le sue ruote slittavano all'impazzata.
Il mio cazzo ebbe un fremito visto che sono un feticista del pedal pumping e mi piace molto vedere le auto bloccate guidate da donne.
Ma lasciando stare questo pensiero, mi diressi subito da lei dicendogli se aveva bisogno d'aiuto.
< Magari. Non avrei mai pensato che la mia auto si impantanasse. Questa non ci voleva. >
< Non ti preoccupare. Tu spingi e vedi che dopo uscirai da qui. >
Dopo avergli dato il via, Greta spingeva in avanti con forza, ma la macchina non accennava ad uscire.
< Provo ad andare in retromarcia? >
< No. Ti bloccheresti sempre di più. Devi farcela ad andare avanti. >
< Ok. >
Dopo che la mia amica spingeva, io mi ero messo all'altezza del suo specchietto spingendo in quel punto, così che avendo il finestrino abbassato, potei scorgere i suoi piedi che muovevano sul pedale.
Era davvero eccitante e il mio membro non faceva altro che crescere ancor di più.
< Brava. Spingi più forte. >
Ma fermandosi improvvisamente, vidi Greta che stava soffrendo.
< Accidenti a questi tacchi. Mi stanno uccidendo i piedi. >
Scalzandoli via sotto il sedile del passeggero, Greta premeva sui pedali a piedi nudi con determinazione imprecando contro la sua auto.
< Avantiii. Fammi uscire da qui. Ti pregooo. >
Non potevo far altro che ammirarla e mentre la macchina si infossava sempre di più, ebbi l'idea che poteva aiutarci.
< Passami i tappetini. Li metto sotto le ruote sperando che ci aiutino a farti uscire. >
< Va bene. >
Dopo averle messi sotto le ruote poste posteriori, gli dissi di premere delicatamente il pedale.
Mentre l'auto cercava ancora di uscire, alcuni schizzi di fango finirono per colpirmi ma dopo alcuni minuti ce l'avevamo fatta.
L'auto si era spantanata e Greta non poté che essere felice.
< Grazie Lore. Ti ringrazio davvero > fece evitando di abbracciarmi visto quanto mi ero sporcato < Non ce l'avrei mai fatta senza di te. >
< Figurati. È stato un piacere. >
< Mi dispiace averti sporcato > commentò ancora sorridente.
< Non è niente. Vado a casa e mi faccio una bella doccia. >
< Per sdebitarmi stavo pensando che potresti farti la doccia da me. Io sono sola a casa e un po' di compagnia non mi guasterebbe. >
< Ti ringrazio, ma così sporcherei la tua macchina. >
Non volevo farmi sfuggire quell'occasione, ma notai che Greta era molto insistente.
< Tanto ho bisogno di lavarla. Guarda quanto l'ho sporcata. >
< Ahahah è vero. E va bene, accetto il tuo invito. >
< Splendido. >
Dovevo però tornare a prendere la mia auto l'indomani, ma a questo avrei pensato più tardi.
Montando sulla sua auto, vidi i suoi tacchi sotto di me e l'impronta del suo piedi molto vistosa.
Avrei voluto tanto segarmi su quei sandali ma dovevo tenere a bada i miei freni inibitori, per paura di venire scoperto.
< Tutto bene, Lore? >
< Certo. Perchè? >
< Così. Avevi uno sguardo assente. Ora andiamo. >
Mettendo in moto la sua auto, Greta aveva deciso di guidare a piedi nudi, facendomi provare un erotismo allucinante.
Avevo i suoi occhi fissi su quei pedali mentre Greta non la smetteva di ridere per come era andata la serata.
Si rimise i tacchi una volta Giunti a casa sua e vidi che abitava in un piccolo appartamento, ma abbastanza spazioso per lei da sola.
Mi offrii subito qualcosa e insieme ci mettemmo seduti sul suo piccolo divano.
Tornando subito a piedi nudi, Greta mi disse ancora quanto potesse essere felice di avermi ritrovato.
< Anche per me vale lo stesso. Sei davvero una bellissima ragazza. >
< Ti ringrazio. >
Non smettevo di fissargli i suoi piedi e alla fine Greta mi domandò cosa potesse non andare.
< Non hai fatto altro che guardarli durante tutto il viaggio. Ma ti piacciono oppure... >
< Sì, mi piacciono molto Greta. E scusami se te lo dico, ma non potrei tenerti all'oscuro del mio segreto di essere un feticista. >
All'inizio rimase scioccata, ma alla fine sembrò che qualcosa avesse colpito il suo interesse.
< E sentiamo, cosa ci faresti? >
< Di tutto. Sempre che tu me ne dia occasione. >
< Ma ti piacciono solo i miei? >
< Ovvio che sì. >
Senza perdere minimamente il suo sguardo compiaciuto, Greta me li mise all'altezza del mio pacco sentendo quanto potessi essere eccitato.
< Voglio ancora sdebitarmi, Lore. E credo di sapere come. Togliti i pantaloni e le mutande. >
Mentre rimasi in silenzio con il cuore che mi martellava in gola, il mio membro svettò con i suoi 21 cm dinanzi a lei e Greta non fece che emettere un verso di piacere.
< Bello il tuo coso. Ma perchè prima non me li lecchi? >
< Con piacere. >
Mettendomi i suoi piedi in faccia, potei sentire l'odore che emanavano.
Non emanavano un odore forte, ma puzzavano lievemente.
< Me li lavo spesso ma purtroppo non hanno sempre un buon odore. Ma vedo con piacere che a te piace. >
< Moltissimo. >
Mentre il mio pene rimaneva sempre dritto, Greta spinse uno dei suoi piedi contro di lui premendomelo.
Non avrei resistito per molto e mentre lei si toccava la sua vagina, la mia eccitazione crebbe sempre di più.
< Inondami i piedi con il tuo sperma. >
Dopo averglieli leccati a sufficienza, Greta mi masturbava con i suoi piedi andando su e giù e facendomi provare una paurosa eccitazione.
< Greta, sei bravissima. Davvero. >
< Grazie. È la prima volta che masturbo qualcuno con i miei piedi. Finora mi ero sempre vergognata per la loro puzza, ma con te è diverso. E sono contenta di tutto ciò. Quindi vai Lore, vieni per me. >
Mi pigiava. Mi pigiava come non mai.
All'apice del godimento, sborrai quei piedi con fiotti di sperma inondandoli tutti.
Ero completamente svuotato e Greta alquanto sorpresa.
< Non ci hai messo molto, devo dire. >
< Colpa dei tuoi piedi e di come eri bloccata con l'auto. >
< Scemo > fece lei dandomi una cuscinata e rimanendo con più quanto sperma possibile sui suoi piedi.
< Aspetta. Te lo pulisco un po'. >
Leccandomi le ultime gocce rimaste sul mio membro, per poco non mi tornò ritto.
Ma si era fatto tardi e vidi che anche Greta era molto stanca.
Vedendola sbadigliare, decisi che era venuto il momento di andarmene.
< Mi sono davvero divertito questa sera. Grazie. >
Vedendola salutarmi con un bacio appassionato e la sua lingua che incontrò la mia, mi fece una promessa che mi scosse ancora.
< Terrò il tuo sperma tutta la notte pensando a questo momento speciale per noi. E non vedo l'ora di rivederti. >
< Anch'io, Greta. Ci vediamo presto. >
< Non vedo l'ora. >
Salutandomi con passione, chiamai un mio amico che con gran fortuna, stava passando proprio dinanzi a quell'appartamento.
Alla fine decisi di essere con lui il più vago possibile, senza dirgli niente di eventuali momenti.
Mi riaccompagnò alla mia macchina e dopo essere tornato a casa mia, Greta mi mandò una foto dei suoi piedi sborrati con indosso prima i suoi sandali e poi ancora a piedi nudi, dandomi ancora la buonanotte e dicendomi che con quelle foto, non mi sarei sentito solo.
Da lì a poco non ce la feci più, sparandomi una sega pensando ancora a lei e ai suoi piedini.
Arrivati finalmente in questo posto che si trovava in mezzo al bosco, incontrai una mia vecchia amica che mi salutò abbracciandomi.
Il suo nome era Greta. Anche lei 25 anni, occhi azzurri, capelli castani chiari, un bel fisico che rimasi impietrito e dei bellissimi piedi che calzavano dei tacchi aperti non tanto alti e smaltati di rosa chiaro.
Parlammo del più e del meno, rivivendo vecchi ricordi che mi avevano fatto molto piacere.
Alla fine della festa, la riaccompagnai alla macchina.
I miei amici e tutti gli altri se ne erano andati da un bel po', rimanendo così in sua compagnia.
Scoprii anche che Greta non era fidanzata, sorprendendomi molto visto la sua bellezza.
Nemmeno io era fidanzato e tutto ciò poteva portarmi dritto tra le sue braccia.
Rimanere in sua compagnia facendo qualsiasi cosa non poteva che farmi piacere e dopo che mi aveva salutata con un bacio sulla guancia, gli promisi che ci saremo rivisti molto presto.
< Certo che sì. Adesso ho il tuo numero > fece lei una volta entrata in macchina.
C'eravamo scambiati i numeri di telefono e non potei che essere più felice che mai.
Una volta però giunto alla mia auto non molto distante dalla sua, vidi che era rimasta bloccata nel fango a causa delle forti piogge che avevano colpito il territorio.
Con sguardo curioso, vidi che Greta si stava impegnando molto per uscire, ma le sue ruote slittavano all'impazzata.
Il mio cazzo ebbe un fremito visto che sono un feticista del pedal pumping e mi piace molto vedere le auto bloccate guidate da donne.
Ma lasciando stare questo pensiero, mi diressi subito da lei dicendogli se aveva bisogno d'aiuto.
< Magari. Non avrei mai pensato che la mia auto si impantanasse. Questa non ci voleva. >
< Non ti preoccupare. Tu spingi e vedi che dopo uscirai da qui. >
Dopo avergli dato il via, Greta spingeva in avanti con forza, ma la macchina non accennava ad uscire.
< Provo ad andare in retromarcia? >
< No. Ti bloccheresti sempre di più. Devi farcela ad andare avanti. >
< Ok. >
Dopo che la mia amica spingeva, io mi ero messo all'altezza del suo specchietto spingendo in quel punto, così che avendo il finestrino abbassato, potei scorgere i suoi piedi che muovevano sul pedale.
Era davvero eccitante e il mio membro non faceva altro che crescere ancor di più.
< Brava. Spingi più forte. >
Ma fermandosi improvvisamente, vidi Greta che stava soffrendo.
< Accidenti a questi tacchi. Mi stanno uccidendo i piedi. >
Scalzandoli via sotto il sedile del passeggero, Greta premeva sui pedali a piedi nudi con determinazione imprecando contro la sua auto.
< Avantiii. Fammi uscire da qui. Ti pregooo. >
Non potevo far altro che ammirarla e mentre la macchina si infossava sempre di più, ebbi l'idea che poteva aiutarci.
< Passami i tappetini. Li metto sotto le ruote sperando che ci aiutino a farti uscire. >
< Va bene. >
Dopo averle messi sotto le ruote poste posteriori, gli dissi di premere delicatamente il pedale.
Mentre l'auto cercava ancora di uscire, alcuni schizzi di fango finirono per colpirmi ma dopo alcuni minuti ce l'avevamo fatta.
L'auto si era spantanata e Greta non poté che essere felice.
< Grazie Lore. Ti ringrazio davvero > fece evitando di abbracciarmi visto quanto mi ero sporcato < Non ce l'avrei mai fatta senza di te. >
< Figurati. È stato un piacere. >
< Mi dispiace averti sporcato > commentò ancora sorridente.
< Non è niente. Vado a casa e mi faccio una bella doccia. >
< Per sdebitarmi stavo pensando che potresti farti la doccia da me. Io sono sola a casa e un po' di compagnia non mi guasterebbe. >
< Ti ringrazio, ma così sporcherei la tua macchina. >
Non volevo farmi sfuggire quell'occasione, ma notai che Greta era molto insistente.
< Tanto ho bisogno di lavarla. Guarda quanto l'ho sporcata. >
< Ahahah è vero. E va bene, accetto il tuo invito. >
< Splendido. >
Dovevo però tornare a prendere la mia auto l'indomani, ma a questo avrei pensato più tardi.
Montando sulla sua auto, vidi i suoi tacchi sotto di me e l'impronta del suo piedi molto vistosa.
Avrei voluto tanto segarmi su quei sandali ma dovevo tenere a bada i miei freni inibitori, per paura di venire scoperto.
< Tutto bene, Lore? >
< Certo. Perchè? >
< Così. Avevi uno sguardo assente. Ora andiamo. >
Mettendo in moto la sua auto, Greta aveva deciso di guidare a piedi nudi, facendomi provare un erotismo allucinante.
Avevo i suoi occhi fissi su quei pedali mentre Greta non la smetteva di ridere per come era andata la serata.
Si rimise i tacchi una volta Giunti a casa sua e vidi che abitava in un piccolo appartamento, ma abbastanza spazioso per lei da sola.
Mi offrii subito qualcosa e insieme ci mettemmo seduti sul suo piccolo divano.
Tornando subito a piedi nudi, Greta mi disse ancora quanto potesse essere felice di avermi ritrovato.
< Anche per me vale lo stesso. Sei davvero una bellissima ragazza. >
< Ti ringrazio. >
Non smettevo di fissargli i suoi piedi e alla fine Greta mi domandò cosa potesse non andare.
< Non hai fatto altro che guardarli durante tutto il viaggio. Ma ti piacciono oppure... >
< Sì, mi piacciono molto Greta. E scusami se te lo dico, ma non potrei tenerti all'oscuro del mio segreto di essere un feticista. >
All'inizio rimase scioccata, ma alla fine sembrò che qualcosa avesse colpito il suo interesse.
< E sentiamo, cosa ci faresti? >
< Di tutto. Sempre che tu me ne dia occasione. >
< Ma ti piacciono solo i miei? >
< Ovvio che sì. >
Senza perdere minimamente il suo sguardo compiaciuto, Greta me li mise all'altezza del mio pacco sentendo quanto potessi essere eccitato.
< Voglio ancora sdebitarmi, Lore. E credo di sapere come. Togliti i pantaloni e le mutande. >
Mentre rimasi in silenzio con il cuore che mi martellava in gola, il mio membro svettò con i suoi 21 cm dinanzi a lei e Greta non fece che emettere un verso di piacere.
< Bello il tuo coso. Ma perchè prima non me li lecchi? >
< Con piacere. >
Mettendomi i suoi piedi in faccia, potei sentire l'odore che emanavano.
Non emanavano un odore forte, ma puzzavano lievemente.
< Me li lavo spesso ma purtroppo non hanno sempre un buon odore. Ma vedo con piacere che a te piace. >
< Moltissimo. >
Mentre il mio pene rimaneva sempre dritto, Greta spinse uno dei suoi piedi contro di lui premendomelo.
Non avrei resistito per molto e mentre lei si toccava la sua vagina, la mia eccitazione crebbe sempre di più.
< Inondami i piedi con il tuo sperma. >
Dopo averglieli leccati a sufficienza, Greta mi masturbava con i suoi piedi andando su e giù e facendomi provare una paurosa eccitazione.
< Greta, sei bravissima. Davvero. >
< Grazie. È la prima volta che masturbo qualcuno con i miei piedi. Finora mi ero sempre vergognata per la loro puzza, ma con te è diverso. E sono contenta di tutto ciò. Quindi vai Lore, vieni per me. >
Mi pigiava. Mi pigiava come non mai.
All'apice del godimento, sborrai quei piedi con fiotti di sperma inondandoli tutti.
Ero completamente svuotato e Greta alquanto sorpresa.
< Non ci hai messo molto, devo dire. >
< Colpa dei tuoi piedi e di come eri bloccata con l'auto. >
< Scemo > fece lei dandomi una cuscinata e rimanendo con più quanto sperma possibile sui suoi piedi.
< Aspetta. Te lo pulisco un po'. >
Leccandomi le ultime gocce rimaste sul mio membro, per poco non mi tornò ritto.
Ma si era fatto tardi e vidi che anche Greta era molto stanca.
Vedendola sbadigliare, decisi che era venuto il momento di andarmene.
< Mi sono davvero divertito questa sera. Grazie. >
Vedendola salutarmi con un bacio appassionato e la sua lingua che incontrò la mia, mi fece una promessa che mi scosse ancora.
< Terrò il tuo sperma tutta la notte pensando a questo momento speciale per noi. E non vedo l'ora di rivederti. >
< Anch'io, Greta. Ci vediamo presto. >
< Non vedo l'ora. >
Salutandomi con passione, chiamai un mio amico che con gran fortuna, stava passando proprio dinanzi a quell'appartamento.
Alla fine decisi di essere con lui il più vago possibile, senza dirgli niente di eventuali momenti.
Mi riaccompagnò alla mia macchina e dopo essere tornato a casa mia, Greta mi mandò una foto dei suoi piedi sborrati con indosso prima i suoi sandali e poi ancora a piedi nudi, dandomi ancora la buonanotte e dicendomi che con quelle foto, non mi sarei sentito solo.
Da lì a poco non ce la feci più, sparandomi una sega pensando ancora a lei e ai suoi piedini.
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