Premi il mio cazzo
di
lm
genere
feticismo
Io e mia zia decidiamo di passare una giornata insieme andando al mare.
Mentre ci eravamo già infilati il costume, mia zia guidava con quel suo sorriso smagliante mentre con sensualità mi toccava il pisello.
Io, dai suoi tocchi, mi stavo eccitando velocemente, ricambiando i suoi tocchi toccandogli la vagina.
Mentre mi stava segando, la guardavo come pigiava i pedali con le sue birkenstock marroni e i piedi smaltati di giallo.
Era una vera bellezza e mentre mia zia aumentava il mio piacere, si tolse tolse le ciabatte rimanendo a piedi nudi.
Fermandosi prima sul lato della strada, mi fece prima annusare quelle ciabatte usurate, provocandomi un'eccitazione pazzesca.
Se avesse continuato così sarei venuto, ma non volevo che tale godimento giungesse in poco tempo.
Fu così che mia zia prese una sua ciabatta e dentro ci mise il mio pipo.
< Amore, vieni nella mia ciabatta. So che ti piace tanto. >
Riprendendo a guidare facendo stridere le gomme, mi stavo masturbando con la sua ciabatta, mentre l'altra la stavo annusando per non perdere nessun odore di mia zia.
Mentre mia zia continuava ad essere compiaciuta, mi disse che dovevo sbrigarmi perchè tra poco saremmo arrivati.
Mentre l'odore dei suoi piedi aveva invaso le mie narici, imbrattai la sua ciabatta del mio sperma con mia zia che non smetteva di ridere.
Indossandola subito dopo per sentire il mio liquido sotto il suo piede, giungemmo al mare con lei che si premurò di ripulirmi il cazzo con la lingua facendomi ancora godere.
< Che buon sapore hai. >
Stendendo i nostri asciugamani e montando l'ombrellone, notai che nei paraggi eravamo soli e con grande mia fortuna potevo far godere mia zia come volevo.
Mentre continuavo a baciarla e palparla, era arrivato il momento di ricambiare i suoi tocchi, e con mia grande sapienza, gli feci un ditalino mentre gli leccavo il collo.
Implorandomi di penetrarla, spingevo mia zia oltre il limite del piacere e con mia grande sorpresa, vide che non ci mise molto a venire.
< Sei un animale. >
Ma stavolta toccava a lei ricambiare e mentre mi faceva un pompino, si alzò e con i suoi piedi mi premevano le palle e il mio cazzo come se fossi un pedale della sua auto.
< Voglio spremerti fino all'ultima goccia. Vieni per me, piccolo. >
E mentre mi stava pigiando come non aveva mai fatto, il piede con cui era venuto a contatto con il mio liquido prima quando ero in macchina, si infilò sotto il mio naso.
< Lo senti il mio odore, tesoro? >
< Sì, zia. Tantissimo. >
< Vorresti leccarmelo un po'? >
Con quella sensualità, leccai quel liquido rimasto sul suo piede mentre mia zia spingeva sempre di più.
< Sto venendo, zia! Sto venendo! >
E mentre mi lasciai andare al più incredibile degli orgasmi, mia zia si spalmò quel liquido sul suo piede mentre nel mio naso c'era ancora quell'odore dei suoi piedi, avevo ancora il cazzo molto duro.
La presi da dietro penetrandola nel suo culo e continuavo a spingerla.
< Oddio sì. Oddio non fermarti. >
Mentre gli strizzavo le tette e la inculavo dal dietro, mia zia rideva soddisfatta mentre il sole tramontava all'orizzonte.
Senza energie mentre la mai eccitazione però non si era placata, decidemmo di partire per evitare di fare tardi.
Mia zia continuò a baciarmi mentre non si era nemmeno rimessa il costume e le sue ciabatte.
< Voglio guidare nuda e guardare allo stesso tempo il tuo cazzo ritto. Mi fa impazzire. >
dicendo questo, infilò la chiave dell'auto nel cruscotto per mettere in moto, ma la macchina non accennava a partire.
< Che succede adesso? Perchè non parte? >
Pompando i pedali a piedi nudi cercando di far ripartire l'auto, la macchina non accennava a partire.
Vedendo quella disperazione, cominciai a masturbarmi sotto lo sguardo attento di mia zia.
Tirando fuori la lingua e leccandosi le labbra, mia zia prese la mia mano sinistra per portarla sulla sua vagina fradicia.
< Masturba anche me. Ti prego. >
Mentre dopo vari minuti che pompava i pedali, alla fine la macchina si mise in moto.
< Finalmente. >
Aventi lasciato la prima marcia, l'auto andò in avanti finendo con insabbiare le ruote.
Mia zia cercava di andare avanti, ma la macchina si era bloccata.
< Questa non ci voleva. >
Mentre la macchina schizzava sabbia ovunque, mia zia non si perdeva di vista il mio cazzo lungo e duro.
Uscendo dall'auto, andai verso il posto di guidatore dove mia zia spingeva i pedali.
Agguantò il mio cazzo mentre allo stesso tempo faceva slittare le ruote.
< Amore, vienimi sui piedi. Ancora una volta. >
< Ma prima vuoi che spinga l'auto indietro per farti uscire dalla sabbia? >
< Ok. Prova. >
Mentre la macchina faceva un gran casino, alla fine riuscii a liberarla.
Con le ruote aveva scavato un grande solco ma piano piano eravamo riusciti a scamparla.
< Ti ringrazio. Sei un tesoro. >
Mentre mia zia, avida del mio cazzo, mi confessò che lo aveva fatto apposta per ritardare il nostro rientro a casa.
< Non riesco a separarmi da te. Per questo ho fatto un po' di pedal pumping. >
E mentre continuavo a slinguazzarla, i suoi piedi toccarono il mio cazzo facendomi venire ancora una volta.
Senza ripulirsi della mia sborra, mia zia ingranò la marcia facendo stridere le gomme per dirigersi verso quel lontano tramonto e dopo aver trascorso una giornata memorabile.
Mentre ci eravamo già infilati il costume, mia zia guidava con quel suo sorriso smagliante mentre con sensualità mi toccava il pisello.
Io, dai suoi tocchi, mi stavo eccitando velocemente, ricambiando i suoi tocchi toccandogli la vagina.
Mentre mi stava segando, la guardavo come pigiava i pedali con le sue birkenstock marroni e i piedi smaltati di giallo.
Era una vera bellezza e mentre mia zia aumentava il mio piacere, si tolse tolse le ciabatte rimanendo a piedi nudi.
Fermandosi prima sul lato della strada, mi fece prima annusare quelle ciabatte usurate, provocandomi un'eccitazione pazzesca.
Se avesse continuato così sarei venuto, ma non volevo che tale godimento giungesse in poco tempo.
Fu così che mia zia prese una sua ciabatta e dentro ci mise il mio pipo.
< Amore, vieni nella mia ciabatta. So che ti piace tanto. >
Riprendendo a guidare facendo stridere le gomme, mi stavo masturbando con la sua ciabatta, mentre l'altra la stavo annusando per non perdere nessun odore di mia zia.
Mentre mia zia continuava ad essere compiaciuta, mi disse che dovevo sbrigarmi perchè tra poco saremmo arrivati.
Mentre l'odore dei suoi piedi aveva invaso le mie narici, imbrattai la sua ciabatta del mio sperma con mia zia che non smetteva di ridere.
Indossandola subito dopo per sentire il mio liquido sotto il suo piede, giungemmo al mare con lei che si premurò di ripulirmi il cazzo con la lingua facendomi ancora godere.
< Che buon sapore hai. >
Stendendo i nostri asciugamani e montando l'ombrellone, notai che nei paraggi eravamo soli e con grande mia fortuna potevo far godere mia zia come volevo.
Mentre continuavo a baciarla e palparla, era arrivato il momento di ricambiare i suoi tocchi, e con mia grande sapienza, gli feci un ditalino mentre gli leccavo il collo.
Implorandomi di penetrarla, spingevo mia zia oltre il limite del piacere e con mia grande sorpresa, vide che non ci mise molto a venire.
< Sei un animale. >
Ma stavolta toccava a lei ricambiare e mentre mi faceva un pompino, si alzò e con i suoi piedi mi premevano le palle e il mio cazzo come se fossi un pedale della sua auto.
< Voglio spremerti fino all'ultima goccia. Vieni per me, piccolo. >
E mentre mi stava pigiando come non aveva mai fatto, il piede con cui era venuto a contatto con il mio liquido prima quando ero in macchina, si infilò sotto il mio naso.
< Lo senti il mio odore, tesoro? >
< Sì, zia. Tantissimo. >
< Vorresti leccarmelo un po'? >
Con quella sensualità, leccai quel liquido rimasto sul suo piede mentre mia zia spingeva sempre di più.
< Sto venendo, zia! Sto venendo! >
E mentre mi lasciai andare al più incredibile degli orgasmi, mia zia si spalmò quel liquido sul suo piede mentre nel mio naso c'era ancora quell'odore dei suoi piedi, avevo ancora il cazzo molto duro.
La presi da dietro penetrandola nel suo culo e continuavo a spingerla.
< Oddio sì. Oddio non fermarti. >
Mentre gli strizzavo le tette e la inculavo dal dietro, mia zia rideva soddisfatta mentre il sole tramontava all'orizzonte.
Senza energie mentre la mai eccitazione però non si era placata, decidemmo di partire per evitare di fare tardi.
Mia zia continuò a baciarmi mentre non si era nemmeno rimessa il costume e le sue ciabatte.
< Voglio guidare nuda e guardare allo stesso tempo il tuo cazzo ritto. Mi fa impazzire. >
dicendo questo, infilò la chiave dell'auto nel cruscotto per mettere in moto, ma la macchina non accennava a partire.
< Che succede adesso? Perchè non parte? >
Pompando i pedali a piedi nudi cercando di far ripartire l'auto, la macchina non accennava a partire.
Vedendo quella disperazione, cominciai a masturbarmi sotto lo sguardo attento di mia zia.
Tirando fuori la lingua e leccandosi le labbra, mia zia prese la mia mano sinistra per portarla sulla sua vagina fradicia.
< Masturba anche me. Ti prego. >
Mentre dopo vari minuti che pompava i pedali, alla fine la macchina si mise in moto.
< Finalmente. >
Aventi lasciato la prima marcia, l'auto andò in avanti finendo con insabbiare le ruote.
Mia zia cercava di andare avanti, ma la macchina si era bloccata.
< Questa non ci voleva. >
Mentre la macchina schizzava sabbia ovunque, mia zia non si perdeva di vista il mio cazzo lungo e duro.
Uscendo dall'auto, andai verso il posto di guidatore dove mia zia spingeva i pedali.
Agguantò il mio cazzo mentre allo stesso tempo faceva slittare le ruote.
< Amore, vienimi sui piedi. Ancora una volta. >
< Ma prima vuoi che spinga l'auto indietro per farti uscire dalla sabbia? >
< Ok. Prova. >
Mentre la macchina faceva un gran casino, alla fine riuscii a liberarla.
Con le ruote aveva scavato un grande solco ma piano piano eravamo riusciti a scamparla.
< Ti ringrazio. Sei un tesoro. >
Mentre mia zia, avida del mio cazzo, mi confessò che lo aveva fatto apposta per ritardare il nostro rientro a casa.
< Non riesco a separarmi da te. Per questo ho fatto un po' di pedal pumping. >
E mentre continuavo a slinguazzarla, i suoi piedi toccarono il mio cazzo facendomi venire ancora una volta.
Senza ripulirsi della mia sborra, mia zia ingranò la marcia facendo stridere le gomme per dirigersi verso quel lontano tramonto e dopo aver trascorso una giornata memorabile.
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