Una coppia affiatata 4 - Scambio di coppia: Io con papà e mio fratello con la mamma
di
Cuck 2021
genere
incesti
Mi rigiravo agitata, triste ed insonne nel mio letto, ripensando alle parole di mia madre ed a ciò che ne era seguito a causa del forzato trasferimento di mio fratello in un altra stanza e che aveva creato, un incolmabile vuoto nella nostra camera che avevamo condiviso da sempre e nel mio lettino ormai svuotato dal calore del suo corpo.
L'improvvisa comparsa di mio padre nel momento più triste della mia vita era stato un vero shock per me.
Una visita inaspettata che, dopo l'iniziale sorpresa, si era materializzata come un sogno che accarezzavo da quando l'avevo visto fare l'amore con mia madre la prima volta.
Quante volte io e mio fratello, mentre facevamo sesso, ci eravamo confessati e desiderato che con me ci fosse mio padre e con lui la mamma.
Ammaliata dalla sua virile figura che si stagliava magica nella fioca luce dell'abatjour e dalle sue parole, dopo un tonfo al cuore seguito da languide sensazioni, mi ero sentita bagnare tra le cosce.
Alzandomi di scatto dal letto, gli avevo stretto le braccia intorno al collo cercando nel contempo le sue labbra che avevo trovato già dischiuse e pronte ad accogliere la mia lingua come avevo imparato a fare con mio fratello.
La sua risposta, umida, sensuale e profonda seguita da un turbinoso intreccio di lingue, aveva implementato in modo pazzesco i battiti del mio cuore lasciandomi poi, completamente senza fiato, al contatto delle mie mutandine bianche con la sua verga che spingeva da sotto il pigiama.
-Calma bambina.. calma.. rilassati perché voglio farti godere come meriti.. come merita un figlia zoccoletta come te.-
"Zoccoletta! Zoccoletta mi aveva chiamata!"
A quelle parole, avevo sentito un fuoco ardere nel mio stomaco e nel mio basso ventre mentre la mia fichetta già umida, diveniva un rubinetto zampillante di umori.
A quel punto mio padre, lasciandomi ancora avvinghiata a lui come l'edera al suo tronco, si era abbassato coricandomi così sul letto e, dopo essersi portata le mie gambe sulla schiena, mi aveva infilato la testa tra le cosce ed allargando con le dita le mie labbra strette, vi aveva infilato la lingua ed aveva cominciato a leccarmi succhiando al tempo stesso, rumorosamente, i miei fluidi caldi e copiosi.
Quel trattamento così improvviso, esperto ed energico, mi aveva subito provocato un violento e sonoro orgasmo che avevo trasmesso ai suoi orecchi, alla sua bocca ed al suo corpo con le mie convulsioni, le mie grida di piacere e l'effluvio di caldi umori.
Mio fratello spesso mi leccava la fica facendomi godere ma mai, avevo goduto in modo così intenso, istantaneo e violento.
-Oddio papà.. cosa mi hai fatto.. come mi hai fatta godere.-
Gli aveva detto ansimante quando, dopo avermi distesa sul letto, mi si era sdraiato accanto accarezzandomi con le sue mani ruvide, coprendomi di baci e facendomi sciogliere in un languore mai provato prima.
Poi si era alzato e mentre io continuavo ad ansimare mi aveva detto:
-Piccola di papà, questo è un momento importante e dobbiamo festeggiare.-
Uscendo dalla camera con la verga che oramai fuorusciva incredibilmente gonfia e virile dal pigiama, ne era rientrato subito dopo con una bottiglia di Champagne e due bicchieri.
Mostrandosi a me per la prima volta per il "Porco" che era, aveva strofinato il suo bicchiere sulla mia fichetta e la sua enorme cappella umida sul bordo del mio rilasciandoci sopra tracce dei suoi umori pre-spermatici.
Poi, vi aveva versato il vino ed intrecciando le braccia come fanno gli innamorati, abbiamo brindato.
-Papà, voglio farti godere anch'io con la bocca!-
-Non ancora piccola.. non ora!
Tu devi godere ancore ancora tanto ed io devo ancora godere tanto del tuo piacere prima del mio orgasmo.
Dopo quelle parole cariche di promesse, mi si era inginocchiato davanti e mettendomi le mani sotto le ginocchia, mi aveva sollevata sino a portare le gambe appoggiate al suo petto col bacino stretto al suo sesso turgido, caldo e ricoperto di vene gonfie dal colore bluastro sul gambo scuro e vellutato.
Che sensazione.. che meraviglia!
A quel punto, aveva spinto la verga in basso facendola avvolgere parzialmente dalle grandi (Si fa per dire grandi! A quel tempo erano gonfie e ben strette ma sicuramente non grandi) labbra della mia fichetta stringendomi poi le gambe sino a darmi la sensazione di averlo dentro.
Da quella postura, aveva cominciato a scoparmi con movimenti lenti all'inizio aumentando poi, la velocità e la potenza delle spinte.
Godevo come una porca!
La sua verga dura e nodosa mi stimolava le labbra dandomi davvero la sensazione di averlo dentro.
Il glande poi, scivolando con la sua forma a fungo sulla clitoride, mi procurava stimoli che mi avevano procurato due violenti orgasmi a raffica.
Poi, assumendo una incredibile postura che mi faceva sentire come una bambola di pezza tra le sue forti braccia, si era intrufolato con la testa tra le mie gambe sino a prendermi un capezzoli tra le labbra.
In quella postura mi mordeva e mi succhiava il capezzolo e mentre con l'altra mano mi aveva infilato un dito nello sfintere anale, aveva ripreso a "chiavarmi" in un crescendo pazzesco che mi aveva sconvolta completamente nel corpo e nella mente procurandomi orgasmi su orgasmi sino a che, dopo un grido "Ahhh.. sborro.. sborro!" era seguito un grugnito animale ed una serie di schizzi di sperma che avevano colpito il suo mento, le mie tettine sino al mio volto, i miei occhi ed i miei capelli.. che sborrata!
Al suo confronto quelle di mio fratello mi sembravano goccioline di lacrime.
Quando dopo aver goduto mi aveva messo la verga gocciolante in bocca, aveva avuto davvero la conferma di quanto fosse grande la differenza tra il suo cazzo e quello di Marco mio fratello che ricordo, era l'unico che avevo visto e col quale avevo giocato sino a quel momento.
Il corso di svezzamento era andato avanti per tutta la notte sino all'alba con numerose varianti in cui io godevo senza sosta mentre mio padre si conteneva sino alla sua seconda sborrata direttamente tra le mie labbra prima di addormentarci.
-Buon giorno porcellini!-
Era stato il saluto di mia madre quando, con in mano due tazzine di fumante caffè, era venuta a svegliarci.
-Amore.. voglio darti un anticipo della colazione che vi ho preparato in cucina.-
Aveva detto mia madre rivolgendosi a me mentre saliva sul letto e tirandosi su la camicia da notte, si era seduta sul mio viso lasciando colare tra le mie labbra una cremina dal sapore conosciuto:
-Ma mamma!-
Ero riuscita a farfugliare mentre le leccavo la fica.
-Ti piace cucciola? Riconosci questo sapore?-
-Sicuro che lo riconosco, è la cremina di Marco che potrei riconoscere tra mille anche se in questo caso è in cocktail coi tuoi umori.-
Le avevo risposto.
segue
L'improvvisa comparsa di mio padre nel momento più triste della mia vita era stato un vero shock per me.
Una visita inaspettata che, dopo l'iniziale sorpresa, si era materializzata come un sogno che accarezzavo da quando l'avevo visto fare l'amore con mia madre la prima volta.
Quante volte io e mio fratello, mentre facevamo sesso, ci eravamo confessati e desiderato che con me ci fosse mio padre e con lui la mamma.
Ammaliata dalla sua virile figura che si stagliava magica nella fioca luce dell'abatjour e dalle sue parole, dopo un tonfo al cuore seguito da languide sensazioni, mi ero sentita bagnare tra le cosce.
Alzandomi di scatto dal letto, gli avevo stretto le braccia intorno al collo cercando nel contempo le sue labbra che avevo trovato già dischiuse e pronte ad accogliere la mia lingua come avevo imparato a fare con mio fratello.
La sua risposta, umida, sensuale e profonda seguita da un turbinoso intreccio di lingue, aveva implementato in modo pazzesco i battiti del mio cuore lasciandomi poi, completamente senza fiato, al contatto delle mie mutandine bianche con la sua verga che spingeva da sotto il pigiama.
-Calma bambina.. calma.. rilassati perché voglio farti godere come meriti.. come merita un figlia zoccoletta come te.-
"Zoccoletta! Zoccoletta mi aveva chiamata!"
A quelle parole, avevo sentito un fuoco ardere nel mio stomaco e nel mio basso ventre mentre la mia fichetta già umida, diveniva un rubinetto zampillante di umori.
A quel punto mio padre, lasciandomi ancora avvinghiata a lui come l'edera al suo tronco, si era abbassato coricandomi così sul letto e, dopo essersi portata le mie gambe sulla schiena, mi aveva infilato la testa tra le cosce ed allargando con le dita le mie labbra strette, vi aveva infilato la lingua ed aveva cominciato a leccarmi succhiando al tempo stesso, rumorosamente, i miei fluidi caldi e copiosi.
Quel trattamento così improvviso, esperto ed energico, mi aveva subito provocato un violento e sonoro orgasmo che avevo trasmesso ai suoi orecchi, alla sua bocca ed al suo corpo con le mie convulsioni, le mie grida di piacere e l'effluvio di caldi umori.
Mio fratello spesso mi leccava la fica facendomi godere ma mai, avevo goduto in modo così intenso, istantaneo e violento.
-Oddio papà.. cosa mi hai fatto.. come mi hai fatta godere.-
Gli aveva detto ansimante quando, dopo avermi distesa sul letto, mi si era sdraiato accanto accarezzandomi con le sue mani ruvide, coprendomi di baci e facendomi sciogliere in un languore mai provato prima.
Poi si era alzato e mentre io continuavo ad ansimare mi aveva detto:
-Piccola di papà, questo è un momento importante e dobbiamo festeggiare.-
Uscendo dalla camera con la verga che oramai fuorusciva incredibilmente gonfia e virile dal pigiama, ne era rientrato subito dopo con una bottiglia di Champagne e due bicchieri.
Mostrandosi a me per la prima volta per il "Porco" che era, aveva strofinato il suo bicchiere sulla mia fichetta e la sua enorme cappella umida sul bordo del mio rilasciandoci sopra tracce dei suoi umori pre-spermatici.
Poi, vi aveva versato il vino ed intrecciando le braccia come fanno gli innamorati, abbiamo brindato.
-Papà, voglio farti godere anch'io con la bocca!-
-Non ancora piccola.. non ora!
Tu devi godere ancore ancora tanto ed io devo ancora godere tanto del tuo piacere prima del mio orgasmo.
Dopo quelle parole cariche di promesse, mi si era inginocchiato davanti e mettendomi le mani sotto le ginocchia, mi aveva sollevata sino a portare le gambe appoggiate al suo petto col bacino stretto al suo sesso turgido, caldo e ricoperto di vene gonfie dal colore bluastro sul gambo scuro e vellutato.
Che sensazione.. che meraviglia!
A quel punto, aveva spinto la verga in basso facendola avvolgere parzialmente dalle grandi (Si fa per dire grandi! A quel tempo erano gonfie e ben strette ma sicuramente non grandi) labbra della mia fichetta stringendomi poi le gambe sino a darmi la sensazione di averlo dentro.
Da quella postura, aveva cominciato a scoparmi con movimenti lenti all'inizio aumentando poi, la velocità e la potenza delle spinte.
Godevo come una porca!
La sua verga dura e nodosa mi stimolava le labbra dandomi davvero la sensazione di averlo dentro.
Il glande poi, scivolando con la sua forma a fungo sulla clitoride, mi procurava stimoli che mi avevano procurato due violenti orgasmi a raffica.
Poi, assumendo una incredibile postura che mi faceva sentire come una bambola di pezza tra le sue forti braccia, si era intrufolato con la testa tra le mie gambe sino a prendermi un capezzoli tra le labbra.
In quella postura mi mordeva e mi succhiava il capezzolo e mentre con l'altra mano mi aveva infilato un dito nello sfintere anale, aveva ripreso a "chiavarmi" in un crescendo pazzesco che mi aveva sconvolta completamente nel corpo e nella mente procurandomi orgasmi su orgasmi sino a che, dopo un grido "Ahhh.. sborro.. sborro!" era seguito un grugnito animale ed una serie di schizzi di sperma che avevano colpito il suo mento, le mie tettine sino al mio volto, i miei occhi ed i miei capelli.. che sborrata!
Al suo confronto quelle di mio fratello mi sembravano goccioline di lacrime.
Quando dopo aver goduto mi aveva messo la verga gocciolante in bocca, aveva avuto davvero la conferma di quanto fosse grande la differenza tra il suo cazzo e quello di Marco mio fratello che ricordo, era l'unico che avevo visto e col quale avevo giocato sino a quel momento.
Il corso di svezzamento era andato avanti per tutta la notte sino all'alba con numerose varianti in cui io godevo senza sosta mentre mio padre si conteneva sino alla sua seconda sborrata direttamente tra le mie labbra prima di addormentarci.
-Buon giorno porcellini!-
Era stato il saluto di mia madre quando, con in mano due tazzine di fumante caffè, era venuta a svegliarci.
-Amore.. voglio darti un anticipo della colazione che vi ho preparato in cucina.-
Aveva detto mia madre rivolgendosi a me mentre saliva sul letto e tirandosi su la camicia da notte, si era seduta sul mio viso lasciando colare tra le mie labbra una cremina dal sapore conosciuto:
-Ma mamma!-
Ero riuscita a farfugliare mentre le leccavo la fica.
-Ti piace cucciola? Riconosci questo sapore?-
-Sicuro che lo riconosco, è la cremina di Marco che potrei riconoscere tra mille anche se in questo caso è in cocktail coi tuoi umori.-
Le avevo risposto.
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