Comix porn parody 1 – I Grissin 1: Quegmeyer si scopa Meg Grissin

di
genere
comici

Glen Quegmeyer faceva da tempo la posta a Meg. Certo, da sempre avrebbe messo volentieri le mani su sua madre Lois, la moglie del suo amico Peter Grissin, ma Lois lo considerava solo un donnaiolo depravato (che poi lo era) e così aveva virato sulla figlia così complessata da finire nella tela di chiunque, figurarsi di un ragno esperto come lui.
Così erano bastati un po’ di gentilezza e qualche complimento (tutte assolute novità per la sfigata Meg) perché lei gli cascasse tra le braccia e… Giggity! Giggity!
L’aveva iniziata al sesso lì, a casa sua, nel suo letto ‘normale’, in modo dolce e romantico. La sua carne, benchè abbondante, era giovane e recettiva, pronta ad ogni tipo di godimento, ed i suoi freni morali erano piuttosto laschi, specie ora che aveva trovato il modo di avere l’attenzione di un adulto. Così Queqmeyer l’aveva via via iniziata ad ogni genere di depravazione, molto ispirato dalla somiglianza con la madre.
Come pilota d’areo viaggiava molto, e del resto aveva altre donne in giro per gli aeroporti di mezzo mondo, ma se era a casa come lei tornava da scuola, entrava in casa, salutava la madre e i fratelli venendo del tutto ignorata, usciva dal retro e si presentava a casa sua. L’aveva persino convinta ad usare gonne e camicette da collegiale. Quegmeyer le insegnò a tenere la fica ben rapata, sempre disponibile a ricevere la sua lingua ed il suo cazzo. Le insegnò a usare le sue graziose tette e la sua bocca per dargli piacere e la troietta, obbediente e brava, imparò a ficcarselo in gola, a ciuccarlo e leccarlo, capendo da sé quando era il caso di ingoiare tutto con passione, o quando lasciarselo venire addosso, sui seni o sul viso. Glen, mentre le schizzava sul viso, aveva più volte rischiato di chiamarla Lois.
Una sera in cui Meg aveva detto a casa che si sarebbe fermata da un’amica inesistente, Quegmeyer si era deciso a farle il culo e, come sempre nei fumetti e nei racconti erotici, lei all’inizio aveva provato dolore, ma poi le era piaciuto fino a venire. Per quel pervertito, convincerla che si trattava di una prova d’amore, poi metterla a quattro zampe e ficcarglielo in culo fantasticando di fare tutto ciò alla bella Lois Grissin, era stata un’esperienza impagabile.
Dopo quella notte, la giovane Meg era pronta per il seminterrato, dove Quegmeyer teneva tutta l’attrezzatura bdsm, i costumi, la videoteca erotica e, dietro i numerosi specchi, le sue telecamere nascoste.

[Joe gradisce molto i riscontri, anche negativi, e vi aspetta per il seguito su: https://raccontiviola.wordpress.com/]
scritto il
2024-01-25
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