Comix porn parody 3 – I Grissin 3: Lois affronta Quegmeyer
di
Joe Cabot
genere
comici
Mentre in quel motel la giovane Meg a la prosperosa Dana venivano sottoposte a varie forme di perversione, tra cui la scoperta del sesso saffico da parte della più giovane, Lois Grissin dovette recuperare da una valigetta sotto il letto il suo più robusto dildo.
I suoi pensieri andavano soprattutto a quel bastardo di Glen Quegmeyer, colpevole di aver traviato l’ingenua e inutile Meg, probabilmente proprio con il proposito di farla prostituire o di scambiarla, visto che non era che un cesso. Ma mentre covava questa rabbia, il pensiero le scivolava più in basso, verso il portentoso cazzo di Glen che si infilava tra le chiappe della sconosiuta facendola gemere come un cagna.
Al terzo orgasmo, aveva un piano.
Il giorno dopo sorprese Meg offrendosi di portarla a scuola. La ragazza lo prese come un raro segno di affetto, ma in realtà Lois voleva solo essere sicura che ci andasse. Quindi tornò a casa e dopo qualche minuto era davanti alla porta del vicino, a suonare il campanello con rabbia.
Quegmeyer le aprì stupito, con il suo kimono rosso.
- Dobbiamo parlare, porco!
Lois lo ricoprì di insulti, tutti oltre modo lusinghieri dal punto di vista di Quegmeyer, e gli ingiunse di smetterla di illudere Meg. Lo minacciò di terribili ritorsioni.
Lui si limitò a guardarla dalla poltrona in cui si era seduto e a trovarla arrapantissima, così rabbiosa, con il viso arrossato, le labbra che gli vomitavano contro improperi.
Alla fine sorrise e disse semplicemente ‘no’. Meg era maggiorenne e, disse lui, c’è solo una cosa che Lois poteva fare per dividerli.
- Perchè vedi Losi, io ho un grosso problema.
Ciò detto scavallò le gambe e fece uscire dal kimono il suo cazzo.
- Lo vedi, Lois, ce l’ho sempre così duro non appena ti avvicini. E Meg ti somiglia, lo sai? E’ un po’ la tua brutta copia.
Lois rimase senza parole, incapace di staccare gli occhi da quel bel cazzo.
- Glen… - mugugnò.
- Quindi, Lois, se vuoi che smetta di farmi la tua brutta copia, c’è una sola cosa che puoi fare.
- Beh… se è per il bene di mia figlia…
Lois cadde finalmente in ginocchio e si avventò sul cazzo di Quegmeyer. Se lo succhiò ben bene prima di ritrovarsi a 4 zampa sul divano, scopata come Peter non la scopava da anni. Perse del tutto ogni freno. Si fece girare e voltare, montare e cavalcare, gli saltò sopra e si fece mettere sotto, accettò persino di farsi baciare e non le dispiacque. Si fece sborrare in bocca, e poi in fica, e alla fine non ebbe da ridire nemmeno quanto Quegmeyer le versò del lubrificante sull’ano, quando le sue dita la penetrarono. Quando sentì la punta di quell’adorato cazzo sul buchetto, pensò che lo voleva proprio.
- Sai Lois. Meg all’inizio non lo voleva, ma ora non sa farne a meno del mio cazzo nella sua porticina posteriore. E ora preparati che… giggity! - disse infilandole il cazzo in culo fino alla radice.
Sentirono l’urlo di Lois fin dalla strada.
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I suoi pensieri andavano soprattutto a quel bastardo di Glen Quegmeyer, colpevole di aver traviato l’ingenua e inutile Meg, probabilmente proprio con il proposito di farla prostituire o di scambiarla, visto che non era che un cesso. Ma mentre covava questa rabbia, il pensiero le scivolava più in basso, verso il portentoso cazzo di Glen che si infilava tra le chiappe della sconosiuta facendola gemere come un cagna.
Al terzo orgasmo, aveva un piano.
Il giorno dopo sorprese Meg offrendosi di portarla a scuola. La ragazza lo prese come un raro segno di affetto, ma in realtà Lois voleva solo essere sicura che ci andasse. Quindi tornò a casa e dopo qualche minuto era davanti alla porta del vicino, a suonare il campanello con rabbia.
Quegmeyer le aprì stupito, con il suo kimono rosso.
- Dobbiamo parlare, porco!
Lois lo ricoprì di insulti, tutti oltre modo lusinghieri dal punto di vista di Quegmeyer, e gli ingiunse di smetterla di illudere Meg. Lo minacciò di terribili ritorsioni.
Lui si limitò a guardarla dalla poltrona in cui si era seduto e a trovarla arrapantissima, così rabbiosa, con il viso arrossato, le labbra che gli vomitavano contro improperi.
Alla fine sorrise e disse semplicemente ‘no’. Meg era maggiorenne e, disse lui, c’è solo una cosa che Lois poteva fare per dividerli.
- Perchè vedi Losi, io ho un grosso problema.
Ciò detto scavallò le gambe e fece uscire dal kimono il suo cazzo.
- Lo vedi, Lois, ce l’ho sempre così duro non appena ti avvicini. E Meg ti somiglia, lo sai? E’ un po’ la tua brutta copia.
Lois rimase senza parole, incapace di staccare gli occhi da quel bel cazzo.
- Glen… - mugugnò.
- Quindi, Lois, se vuoi che smetta di farmi la tua brutta copia, c’è una sola cosa che puoi fare.
- Beh… se è per il bene di mia figlia…
Lois cadde finalmente in ginocchio e si avventò sul cazzo di Quegmeyer. Se lo succhiò ben bene prima di ritrovarsi a 4 zampa sul divano, scopata come Peter non la scopava da anni. Perse del tutto ogni freno. Si fece girare e voltare, montare e cavalcare, gli saltò sopra e si fece mettere sotto, accettò persino di farsi baciare e non le dispiacque. Si fece sborrare in bocca, e poi in fica, e alla fine non ebbe da ridire nemmeno quanto Quegmeyer le versò del lubrificante sull’ano, quando le sue dita la penetrarono. Quando sentì la punta di quell’adorato cazzo sul buchetto, pensò che lo voleva proprio.
- Sai Lois. Meg all’inizio non lo voleva, ma ora non sa farne a meno del mio cazzo nella sua porticina posteriore. E ora preparati che… giggity! - disse infilandole il cazzo in culo fino alla radice.
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