Helga 2

di
genere
dominazione

Helga cercò’ di terminare il lavoro il più presto possibile, era un po’imbarazzata. la
superiora al contrario era molto tranquilla, sempre piu cordiale la quale ben presto si congedo con una banale scusa
Verso le nove, e dopo aver sbrigato tutte le faccende, nonché aver lasciato disposizioni per l'indomani, Helga varcò la soglia dell' appartamentino. Entrò, si spogliò e rapidamente raggiunse il bagno. Aveva bisogno di una doccia.
Judith era già pronta per la notte. si evinceva da alcune tracce lasciate in bagno. Avvertiva la sua presenza dall’altra parte. Era inquieta. Si asciugò, indossò l’accappatoio candido, avvolse I folti capelli rossi in un asciugamano a mo’ di turbante e si avviò verso la sua camera.
Stava aprendo la porta che dava al suo appartamento. quando si sentì chiamare
- Helga, tesoro, avrei bisogno di una cortesia
Degluti
- Dica madre, come posso aiutarla?
Rispose in preda all'agitazione
- Potresti gentilmente spalmarmi una crema sulle spalle?
Il cuore prese a batterle all'impazzata.
Judith aveva aspettato questo esatto momento, l’aveva colta appena uscita dalla doccia.
Cercò di risponderle senza tradire l’agitazione
- Certo madre, mi vesto e vengo da lei.
- Non preoccuparti cara. rispose.
- È questione di pochi minuti
Contai fino a dieci, feci un grosso respiro, ed entrai. Le luci erano basse, quasi soffuse, distinguevo perfettamente il suo corpo disteso.
La tromba di Chet Baker faceva da sottofondo.
Avvicinati. mi apostrofò con fare caldo e sensuale , ma con tono deciso, che non ammetteva rifiuto.
Era distesa sul letto, pancia a terra, completamente nuda, il lenzuolo di lino color avorio, la copriva fino alle natiche, lasciandone sapientemente scoperto il solco..
La testa sollevata lateralmente verso di me, il busto parzialmente eretto, gli occhi di un azzurro intenso, tendente al blu, risaltavano ancor più a causa del taglio corto ed elegante della capigliatura grigia, le braccia incrociate sotto il cuscino e la schiena sensuale, dalla quale spuntavano le scapole, rese ancor più sporgenti dalla posizione assunta, parevano due alette. Un piccolo capezzolo faceva capolino tra il braccio ed il lenzuolo.
Tutto contribuiva a creare un quadro armonioso.
- Togliti quell’accappatoio di dosso tesoro, fatti ammirare.
L’imbarazzo aveva lasciato il posto all’eccitazione, I miei occhi si perdevano nei suoi, ero in un vortice di sensazioni. Mi stavo consegnando.
L’accappatoio cadde dolcemente ai miei piedi, liberai la mia chioma rosso rame dalla prigione del turbante, scossi la testa per far respirare I capelli. I nostri occhi non si scostarono un solo secondo.
Judith rimase senza parole.
Helga era bellissima, era giunonica, era davvero tanta. Morbida e soda allo stesso tempo, gli occhi verdi, qualche piccola lentiggine qua e la, naso a punta, le labbra erano carnose e ben disegnate. I piedi erano nervosi e magri, sovrastati da una caviglia sottile ed un polpaccio sodo. Si voltò, aveva un culo grande, ma ben proporzionato, che resisteva brillantemente alla forza di gravità. Le gambe lunghissime, sostenevano il culo e la schiena, che inarcandosi, aveva formato quasi un angolo retto con il culo.
Si voltò di nuovo, il pube era ricoperto da una leggerissima peluria rossiccia, non aveva bisogno di depilarsi. La grossa sorpresa fu la scoperta delle dimensioni del clitoride, Helga se ne era sempre un po’ vergognata, poiché era davvero grande e quando era eccitata, raggiungeva le dimensioni di un vero e proprio cazzetto.
Judith sfilò la mano sinistra da sotto il cuscino e con le stesse dita con le quali aveva preso la penna per farla cadere a terra, prese il piccolo cazzetto e prese a masturbarlo. Porse l’indice alla bocca di Helga, lo bagno di saliva e riprese a masturbare il cazzetto. Ritrasse la mano per proseguire la contemplazione di quella creatura.
Il ventre era morbido, come anche I suoi fianchi.
Le tette erano imponenti, indossava senz’altro una sesta misura, nonostante il peso, si mantenevano abbastanza sode.
I capezzoli turgidi e lunghi, si ergevano al centro di una aureola scura e ampia.
- Sali sul letto
Helga obbedì senza parlare. Scostò il lenzuolo, lasciandola totalmente scoperta.
Si posizionò a cavalcioni, all’altezza delle sue ginocchia.
Judith le passò la crema idratante, in verità dava la sensazione di essere più un olio per massaggi. Lo applicò su tutto il corpo. Le si stese sopra e cominciò a scivolarle addosso, la pressione esercitata col suo corpo morbido, le grandi tette le attraversavano la schiena, fino ad intrufolarsi nel solco delle natiche. Judith divaricò le gambe, la tetta di Helga attraversò il solco tra le natiche e la vagina per poi risalire verso lo sfintere.
Judith si portò le mani dietro la schiena, prese le natiche e le divaricò, I buchi erano completamente aperti, il lungo capezzolo turgido di Helga scivolo’ dentro l’ano e Judith prese a stringere il capezzolo con I muscoli dell’ano.
Era una sensazione stranissima.
La madre superiora si mise carponi sul letto, la testa poggiata sul cuscino, il bacino in alto e le gambe oscenamente divaricate. Passò le sue braccia dietro la schiena, con le lunghe falangi agganciò gIi anelli ancorati alle sue grandi labbra e le estese con decisione. Era oscenamente aperta. Le ordinò di appoggiarvi il volto.
Esegui' senza parlare. Judith liberò gli anelli, passò le mani dietro la nuca di Helga incrociando le dita e spinse forte la testa dentro di se. comincio a muovere forsennatamente il bacino, la faccia della novizia scivolava nel solco della sua vulva. Rimase quasi senza fiato, Venne sulla faccia di Helga. Si sollevò, si voltò' e le si sedette sopra a cavalcioni, le prese la testa fra le mani era fradicia dei suoi umori e del suo orgasmo, prese a leccarla avidamente.
Lo ripuli di tutti i suoi umori. cominciò a baciarla cacciandole la sua lingua in fondo alla gola.
Helga le si avvinghiò in preda agli spasmi del desiderio. Judith la respinse. La fissò negli occhi e sentenziò:
- Da ora in poi, nel privato dei nostri appartamenti e solo qui, sarai a mia completa disposizione, sarai la mia schiava personale, mi obbedirai qualsiasi cosa ti chiederò.
- Prese la Bibbia e le chiese di giurare.
- Sei libera di accettare o meno. Ti chiedo solo, in caso di diniego, di giurare su questa stessa Bibbia e di tenere segreto tutto questo e nulla più intercorrerà fra di noi, se non una sana collaborazione .
- Hai cinque minuti per prendere la tua decisione.

Si fissarono per un attimo che sembrò un'eternità.
Poggio la mano destra sulla Bibbia e sentenziò:
- Io Helga Goldstein, giuro su questa Bibbia, che sarò schiava di suor Judith Tatcher per il resto della mia vita o fin quando lei vorrà.
Helga si inginocchio’, chino' la testa sui suoi piedi, e cominciò a baciarli in segno di sottomissione.
- Basta cosi
Rimase inginocchiata con la testa per terra, gli occhi rivolti verso il pavimento e continuò a baciarle I piedi.
- Basta così Helga ti ho ordinato.
Con fatica Judith la spuntò.
Si diresse verso un mobiletto, apri’ un cassetto, ne estrasse un piccolo frustino, tornò verso Helga e le ordinò di mettersi in piedi, con le gambe divaricate.
- Cara Helga, I miei ordini non devono essere discussi, non devono essere ripetuti due volte.
- Vanno semplicemente eseguiti
- IMMEDIATAMENTE!
Le girò intorno, il frustino alla cui estremità era fissato una strisciolina di cuoio ripiegata su se stessa, accarezzava la sua pelle. Le fu di nuovo di fronte cominciò ad accarezzarle la vagina, il clitoride turgido, ne tradiva l’eccitazione.
Il colpo arrivò secco ed inaspettato. Dritto sul clitoride.
Il dolore fu terribile.
Helga rimase immobile, solo gli occhi ne tradivano le emozioni.
Judith dentro di se, ne apprezzò il comportamento, segno di una persona di carattere e a lei piacevano molt ole persone di carattere.
Le passò la mano dietro la nuca, la trasse a se e la baciò’ appassionatamente.



scritto il
2024-02-04
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