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Nel mio luogo di lavoro le donne non erano un granché. Ma ce ne era una che spiccava. Si chiamava Barbara e mi tirava molto. Alta formosa e con un culo da schianto. Ma io non presi mai alcuna iniziativa. Era bellissima, sposata e con tre figli; credevo, quindi, di non avere alcuna speranza.

Poi accadde l’inaspettato. Un giorno rimanemmo soli in sede. Chiacchierammo molto e lei iniziò a sfogarsi con me, cosa che capii aspettava di fare da molto tempo, solo che non trovava qualcuno che la ascoltasse con comprensione.

Mi raccontò che il marito la trascurava e che, dopo avere fatto con lui tre figli, praticamente non avevano più rapporti. E anche prima, mi fece intendere, non è che la loro vita sessuale fosse all’altezza delle aspettative di lei, che – si comprendeva molto bene – era una donna esigente in fatto di uccello e di capacità di utilizzarlo. Mentre diceva queste cose, si avvicinava sempre più a me, strofinando le sue poppe enormi sul mio corpo.

Lo sfogo finì con un grande abbraccio e con un bacio appassionato. Ovviamente, da cosa nasce cosa e cominciammo a incontrarci anche fuori del lavoro, anche se con gran prudenza. Era una donna sposata e non voleva compromettersi.

Finì come doveva finire: in un albergo dove la scopai a dovere. Si vedeva che aveva una gran voglia di cazzo dopo una lunga astinenza. E, mentre trombavamo, si lamentò con me che una delle maggiori colpe del marito era di trascurare il suo clitoride, cui, invece, lei teneva moltissimo che fosse lavorato per bene.

Non me lo feci ripetere due volte e la misi a smorzacandela su di me e, mentre lei mi cavalcava furiosamente, le mie dita carezzarono con delicatezza e decisione il suo clitoride, con enorme soddisfazione di lei, come potrete ben immaginare.

Un urlo pose fine alla scopata. Aveva goduto e contemporaneamente le sborrai in fica.

Da quel giorno la nostra relazione continuò con la frequentazione del solito albergo, dove la fottevo regolarmente. E ovviamente le scopate prevedevano regolarmente lo sgrillettamento del clitoride.

Poi un giorno la misi a pecorino e le slargai le chiappe. Lei non si ribellò e le infilai con decisione il cazzo in culo. Contrariamente alle mie aspettative la cosa le piacque molto e io ci diedi sotto alla grande. Ma anche in quella posizione non dimenticai di sgrillettare il clitoride.

Ma andammo molto in là. Lei mi telefonò dicendo che non poteva uscire, ma aveva voglia di me. Allora mi disse di andare a casa sua. “Ma se arriva tuo marito?” obiettai. “Non ti preoccupare” rispose lei. Un po’ dubbioso, suonai al campanello. Mi aprì lei e mi condusse in salotto dove il cornuto guardava la televisione insieme ai figli. Lei me lo presentò dicendo al marito: “questo è il mio collega xxx. Dobbiamo parlare di lavoro e andiamo nello studio al piano di sopra”. Il marito si mostrò cordiale e noi andammo nello studio. Ovviamente non parlammo di lavoro ma pomiciammo in modo spinto. Poi, dai rumori, capimmo che marito e figli erano andati in giardino.

Quello fu il segnale. Ci spogliammo e cominciammo a trombare alla grande.

Avevo il cuore in gola, ma quella vi invito a credermi fu la più emozionante scopata di tutta la mia vita.
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2024-03-06
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